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venerdì 31 gennaio 2014

Un rapporto difficile


Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Un rapporto difficile

Erano passati un paio di giorni dall’arrivo della lettera da Arcadia e ancora il barbagianni che l’aveva recata non era ripartito con la risposta.
Nicolas, infatti, non solo si era impegnato a organizzare il controllo del “qualcuno” visto da Lio a Hogsmade e che sembrava, fortunatamente, vivere stabilmente nel villaggio magico, ma aveva dovuto riparare tutte le bacchette arretrate per fronteggiare la spesa del nuovo manico di scopa e che non sarebbero comunque bastate per sopperire all’inaspettato acquisto del Calmante per bacchette.
Ben presto il ragazzo sarebbe potuto uscire con il resto della scuola per la gita del fine settimana nell’unico luogo inglese interamente abitato da maghi e questo pensiero sembrava consolarlo dal fatto che non sapeva dove tirare fuori altri soldi e dal fatto che Nat non gli perdonava il semplice fatto di esistere, inoltre questo risentimento era evidentemente peggiorato dalla forte simpatia che Lisa provava nei suoi confronti.
Era una mattina in cui Nicolas era sceso tra i primi per la colazione e aveva trovato al posto che in genere occupava lui la bella ragazza bionda, causa di tanti sospiri tra i Griffondoro.
- Buongiorno Nicolas - sorrise la ragazza.
- Ciao Lisa, dormito bene? - rispose Nick.
- Non troppo, ultimamente stavo andando così bene in trasfigurazione e incantesimi, riuscivo ad eseguire gli esercizi con estrema facilità, ma questa mia abilità sta improvvisamente calando e non capisco perché... - fece accigliata.
- Magari ti serve solo un po’ di esercizio - la consolò Nick.
- Magari se tu mi aiutassi, sarebbe meglio - ammiccò la ragazza.
Il volto di Nicolas si imporporò notevolmente, il ragazzo si concentrò su un’invisibile macchiolina della tovaglia e si schiarì la voce.
- Ehm... scusa Lisa... non vorrei darti l’impressione sbagliata... peccare di presunzione... o altro… - Nicolas prese una strana e acuta nota imbarazzata nella voce - ma ho l’impressione che io... sì, insomma... - e rise alzando gli occhi al cielo - mi sembra impossibile - scuotendo la testa - io... possa in qualche modo... piacerti? - quest’ultima parola la mormorò a bassissima voce, ma sempre con un tono un po’ acuto.
Lisa non poté far a meno di sorriderne, perché era davvero buffo.
- Scusa, non volevo ridere... - si controllò - comunque volevo precisare che non è un’impressione e che, di fatto, vorrei poterti conoscere un po’ meglio per decidere se confermare o no questa impressione - sorrise attraete.
- Oh! - fece cupo Nicky.
- Oh?! - domandò Lisa - In genere non è su un’affermazione simile che i ragazzi reagiscono a questo modo - fece perplessa.
Nicolas d’un tratto era incredibilmente serio e triste, molto triste.
- Mi dispiace - disse con uno sguardo comprensivo a Lisa.
- Non capisco - rise nervosamente Lisa - forse non capisci bene ancora la nostra lingua... - disse sorpresa e incredula - Sei sicuro di aver capito ciò che ho detto? -
- Sì - fece Nicolas, guardando intensamente gli occhi grigi e velati della ragazza, e continuò con un tono carico di tensione e preoccupazione - non può esserci tra noi che amicizia, Lisa, nulla di più ed è possibile che questa sarà, visto questo dialogo, compromessa per sempre, quando si chiarirà la situazione inglese -.
La ragazza era ammutolita e confusa.
- Ma di che diavolo stai parlando? Non capisco cosa tu voglia dire! - fece arrabbiata.
- Non posso spiegarti ora, spero di poterlo fare più in là, ma ciò non cambia il fatto che... -
- No, guarda, quella parte l’ho capita fin troppo bene - e si alzò - devo andare a rileggere il mio tema, scusami! -.
Con la sua bella camminata flessuosa, anche se particolarmente nervosa in quel momento, si allontanò velocemente.
- Sempre più difficile - sospirò Nicolas, con un’espressione così triste che sembrava invecchiato.
Alla tavola dei Serpeverde l’intera scena era stata seguita dagli occhi ambrati di Raymond, che ne sorrideva, sebbene da quella distanza era decisamente poco probabile che ne avesse colto il dialogo.

Anche se aveva mangiato in abbondanza Nicolas era salito presto nella Torre dei Griffondoro. La Sala comune era deserta per via dell’ora e del fatto che gli ultimi caldi raggi di ottobre riscaldavano ancora un po’ il parco di Hogwarts, spingendo molti degli studenti blasonati di oro e scarlatto ad accoccolarsi ancora per poco al sole.
Nicolas, con qualche libro di Magia, un paio di pergamene pulite, penne e calamaio posati davanti, stava rileggendo con attenzione un foglio. Così concentrato nella lettura si accorse all’ultimo momento dell’ingresso nella Sala Comune di Nat e Lisa, nascondendo velocemente il foglio della sua attenzione nel libro di Trasfigurazione e lanciando uno sguardo di sottecchi a una Lisa che appariva piuttosto glaciale.
Un lampo passò nello sguardo di Nat.
- Ciao Knightly! Progetti di fregare qualcun altro oggi? -
- No - disse freddamente l’altro, cominciando a raccogliere le sue cose nella borsa.
Altri Griffondoro ritornavano dal parco e si fermarono curiosi, dopo il saluto provocatorio di Nat.
- Te ne vai di già? Non credo... Wingardium leviosa - con una mossa fulminea Nat aveva tirato fuori la bacchetta e aveva fatto fluttuare, lontano dalla portata di Nicolas, le sue pergamene nuove.
- Divertente Nat, ma forse un po’ infantile - aveva commentato sarcastico Nick, ma mentre osservava le proprie pergamene volteggiare ed estraeva la bacchetta per un contro incantesimo, non si accorse che con un incantesimo non verbale Nat aveva richiamato la pergamena nascosta poco prima e cominciava a leggerla ad alta voce al pubblico Griffondoro.
- “Mia carissima Ann, è semplicemente meraviglioso ...” - Nicolas si lanciò furibondo verso Nat.
- Impendimenta! - lo bloccò l’altro divertendosi un mondo - dicevo “...poterti scrivere nella lingua che abbiamo imparato insieme...”-
I risolini e i mormorii divertiti facevano da sottofondo alla lettura di Nat.
- Ac... -
- Silencio - rispose prontamente Nat al tentativo di Nicolas e aggiunse con un ghigno - un po’ di rispetto sto leggendo, ah ecco il punto “... Ultimamente sto pensando a te sempre più spesso e...
- Accio! - fece sicura la voce di Etty, mentre la sua mano si impossessava della pergamena, e aggiunse - Sei un idiota Nat! -, restituendo la lettera al legittimo proprietario.
Nicolas era davvero molto arrabbiato e, preso da una forte frustrazione, tentò di lanciare una fattura Orcovolante, ma si trovò a testa in giù per via di un “Levicorpus” non verbale di Nat che lo minacciò:
- Non dovresti metterti contro di me, ragazzino! -
Poi lo lasciò andare bruscamente, facendolo cadere di schiena sul duro e freddo pavimento di pietra, attutito solo dal tappeto con il leone rampante che copriva gran parte del pavimento.
Nat se ne andò ridendo della grossa, seguito da una Lisa ancora più livida di quando era entrata. Gli altri, dopo aver assistito alla scena, ripresero le loro mete, chiacchierando vivacemente tra loro.
Nicolas era supino e dolorante, stava cercando di riprendersi dalla botta, quando gli apparve la piccola mano bianca di Etty che lo invitava ad alzarsi.
- Grazie! - tentò di sorridere, con scarsi risultati.
- Figurati! - rispose l’altra invece con un bel sorriso consolatore.
- No, davvero grazie! Grazie di tutto! -.
Da una parte Nicolas era grato, ma nello stesso tempo faticava a trattenere un pianto, certamente di rabbia.
- Nicky non badargli, capisco che ha ferito la tua intimità, a cui sei evidentemente attaccato, vista la tua riservatezza, ma prestargli il fianco così lo soddisfa ancora di più! -
- Certo, hai ragione Etty! Presterò più attenzione! - lo disse con un tono di rimprovero a se stesso molto ruvido.
- Dopo tutto non è successo niente di grave - tentò ancora di consolarlo.
- No, infatti! - rispose meccanicamente Nicolas - Ora devo andare a lezione -.
Mise in ordine la sua borsa e oltrepassò il dipinto della Signora Grassa.

Nicolas stava ritornando dalla guferia, quando incrociò Lisa per la terza volta quel giorno.
- Ciao - fece il ragazzo a occhi bassi.
La ragazza tirò avanti senza salutare, come se non si fosse accorta del compagno e del saluto.
Lisa si era improvvisamente fermata e si girò a guardare il ragazzo che, stupito, la stava guardando a sua volta.
- Sai cosa mi dà veramente fastidio? – disse in un tono arcigno e seccato - Stamattina sembrava che fosse una questione di Stato, non potevi dirmi semplicemente che stavi con un’altra? -
- Lisa... -
- Lasciami finire - lo interruppe bruscamente - Cosa pensavi “Manteniamo l’affascinante alone di mistero, così se il rapporto a distanza non riesce, c’è sempre la biondina invaghita”? -
- Mi dispiace... - disse Nicolas a bassa voce.
- Pensavo tu fossi diverso, che vedessi oltre quello che vedono tutti? Invece... -
- Invece sono come tutti gli altri, Lisa - disse con sarcasmo e aggiunse - te compresa... -
Lisa gli rispose una parolaccia e i due si allontanarono nelle direzioni opposte.
- Ciao “Ann”! - fece il tono irritante e ironico di Nat, che aveva raggiunto per un’altra scala Lisa.
Nicolas si girò verso quel saluto, per un attimo stupito, poi decisamente furibondo. Si lanciò con foga verso Nat con la bacchetta sguainata, lanciando all’impazzata fatture e proteggendosi dai contro-incantesimi del compagno.
Una delle fatture riuscì a colpire il ghigno di Nat, sbattendolo per terra.
In un attimo Nicolas era sopra di lui con la bacchetta puntata.
- Non permetterti mai più di pronunciare quel nome in mia presenza! -.
Nat era senza parole. Lisa, che era rasente il muro per evitare gli incantesimi, era rimasta di sasso, quasi fosse stata colpita da un incantesimo della pastoia.
Nicolas rimise al suo posto la bacchetta e se ne andò pallido e irato.

Continua 

lunedì 27 gennaio 2014

Incontro 11 - 20 gennaio

Premessa
Cogliere il significato della fraternità universale. Cosa significa realmente essere fratelli?
Essere fratelli non è facile e chi ha fratelli lo sa bene, non sempre si va d'accordo e anzi, a volte, gli scontri peggiori sono proprio con i fratelli.











Attività:
Ai giovani viene sottoposto il seguente test che deve essere compilato in riferimento ad un fratello e in riferimento ad un amico.

  • Nome, secondo nome e cognome del prescelto/a 
  • Quanto è alto/a? 
  • Il piatto preferito? 
  • Che musica ascolta? 
  • A che ora si sveglia la mattina? 
  • L'hai mai visto arrabbiato/a? Come diventa? 
  • È fidanzato/a? 
  • Il suo pregio più grande per te è... 
  • Il suo difetto più grande per te è... 
  • Scrivi un'attività che fai con lui/lei 

Condivisione
Su un cartellone diviso in 2 o su 2 cartelloni avremmo voluto scrivere ( non ne avevamo =P ) i dettagli che identificano “un amico” e quelli che identificano “un fratello”. Ne abbiamo discusso a voce.
Prima di tutto si è discusso della difficoltà di rispondere ad alcune domande, alcuni hanno faticato a rispondere più per il fratello che per l'amico, altri il contrario, ciò a subito provocato l'educato sul proprio rapporto o d'amicizia o di fraternità. 
Ognuno ha espresso una differente difficoltà, ma anche una bellezza personale di vivere la fraternità oppure l'amicizia o entrambe, confidando di non essersi mai soffermato  a riflettere sulla relazione fraterna, spechi a confronto con la relazione amicale (EVVAI!).
La questione più interessante è che le due relazioni fossero molto "interscambiabili" da persona a persona: chi si confidava molto di più con il fratello/sorella, chi invece viveva una relazione proprio all'opposto.
E' dunque emerso che la discriminante tra amico e fratello è quindi una sola: il fratello ti capita e comunque ti vadano le cose rimane sempre tuo fratello!
Perché il Papa ha visto proprio nella fraternità, che non è una relazione facile, la possibilità quotidiana e reale di vivere la PACE? La risposta è venuta da sé siamo chiamati a vivere un rapporto di fraternità con chiunque ci capiti vicino se vogliamo vivere in pace, quindi il rapporto va vissuto come con il fratello, se litigo con l'amico ognuno poi sta a casa propria, ma se litigo con il fratello ci faccio i conti ogni giorno nella stessa casa.
Ma non è solo questa l'indicazione del Papa...



Preghiera: 
Dal Vangelo di Matteo (Mt 23, 1-12)

“Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati «rabbì» dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare «rabbì», perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate «padre» nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare «guide», perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.”

Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la 57a Giornata Mondiale della Pace:
“Sorge spontanea la domanda: gli uomini e le donne di questo mondo potranno mai corrispondere pienamente all’anelito di fraternità, impresso in loro da Dio Padre? Riusciranno con le loro sole forze a vincere l’indifferenza, l’egoismo e l’odio, ad accettare le legittime differenze che caratterizzano i fratelli e le sorelle?
Parafrasando le sue parole, potremmo così sintetizzare la risposta che ci dà il Signore Gesù: poiché vi è un solo Padre, che è Dio, voi siete tutti fratelli (cfr Mt 23,8-9). La radice della fraternità è contenuta nella paternità di Dio. Non si tratta di una paternità generica, indistinta e storicamente inefficace, bensì dell’amore personale, puntuale e straordinariamente concreto di Dio per ciascun uomo (cfr Mt 6,25-30). Una paternità, dunque, efficacemente generatrice di fraternità, perché l’amore di Dio, quando è accolto, diventa il più formidabile agente di trasformazione dell’esistenza e dei rapporti con l’altro, aprendo gli uomini alla solidarietà e alla condivisione operosa.”

Commento:
Bellissima l'uscita di LC che dice "Certo nessuno ha pensato all'unico Padre". Questo è davvero il cuore dell'atteggiamento che il Papa suggerisce, questo papà che fa da sponda tra fratelli perché riescano ad amarsi nella splendida icona del "Padre misericordioso". I fratelli faticano ad andare d'accordo, ma se si affidano al padre, per l'armonia della casa lo faranno.
Inoltre nel Vangelo c'è un'altra indicazione interessante i fratelli sono sullo stesso piano, nessuno comanda, sono nella stessa "barca", vivono la stessa "condizione" e questa è un'ulteriore preziosa indicazione su come vivere la pace in fraternità!

Preghiera comunitaria: La pace tornerà
La pace tornerà se credi che il sorriso è più di un'arma, che quanto unisce è più di quanto divide, che la diversità è un arricchimento. 
La pace tornerà se preferisci la speranza al sospetto, se fai tu il primo passo verso l'altro, se ti rallegri per la gioia del vicino. 
La pace tornerà se stai dalla parte del povero e dell'oppresso, se l'ingiustizia che colpisce questi ti ferisce quanto quella che subisci tu. 
La pace tornerà se sai donare con amore un po' del tuo tempo, accettare il servizio che l'altro ti offre, condividere con cuore il tuo pane. 
La pace tornerà se rifiuti di battere la tua colpa sul petto degli altri, se accetti la critica e ne trai profitto; se valorizzi l'opinione diversa dalla tua. 
La pace tornerà se ritieni la collera una debolezza e non una forza; se vedi nell'altro anzitutto un fratello, se credi che la pace è possibile. 
…Allora la pace tornerà.

Padre Nostro

Avvisi e saluti + pastine!

domenica 26 gennaio 2014

Missive

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.



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Missive

Durante la settimana che seguì, tutta la scuola aveva saputo del tentativo di furto a Hogwarts, era a conoscenza che i responsabili erano stati puniti e aveva rabbrividito nell’apprendere che la punizione era stata davvero terribile, anche se nessuno sapeva di che cosa si trattasse e ancora se ne discuteva animatamente. Inoltre c’era anche un po’ di astio nei confronti dei colpevoli, perché, a causa di questa “azione sovversiva” come fu definita dalla professoressa di Babbanologia, il Preside Piton aveva investito i Carrow responsabili della disciplina, per la gioia di Gazza.
Etty fissava Neville preoccupata, troppo riservata per chiedergli cosa avevano dovuto subire, o ancora stavano subendo, lui e le altre due ragazze.
Neville, forse avvertendo il pizzicorino che si prova, quando qualcuno ti fissa troppo insistentemente, alzò lo sguardo e le sorrise per rassicurarla, ma Etty non si sentì evidentemente troppo sollevata dal sorriso un po’ cupo del ragazzo.
Natalie in particolare non riusciva più a trattenere la curiosità di sapere cosa era realmente successo ai suoi compagni di Casa, tormentata però da preoccupazioni ben diverse da quelle di Etty. Stava giusto chiedendo per l’ennesima volta all’amica cosa secondo lei fosse successo quel fatidico martedì, quando sopraggiunse Nicolas.
- Buongiorno ragazze - sorrise.
Etty sembrò felice di cambiare discorso.
- Buongiorno Nicky! Vedo che hai dormito? -
- Fin troppo! - si stirò le braccia dietro la schiena.
- Certo che Nicolas hai un insolito orologio biologico - fece Etty.
- Che intendi? - chiese l’altro.
- O sei tra i primi a scendere o tra gli ultimi - rispose la ragazza con ovvietà.
- Beh! - scherzò il ragazzo - diciamo che la puntualità non è il mio forte! Cambiando discorso – si fece serio - come stanno i nostri compagni di Casa - e fece un cenno verso Neville.
- Stavamo giusto parlando di quello... - disse Natalie con un’espressione un po’ troppo ghiotta in viso.
- Io vado! Ci vediamo a lezione - disse Etty chiaramente in fuga dalla tavolata.
- Tu che ne pensi, perché avranno tentato di rubare quella spada? Cosa gli avrà fatto Piton? Credi li stia ancora punendo? -
- Credo non siano argomenti da pettegolezzo, Natalie! - li fece sobbalzare una voce imperante dietro di loro. Ginny era visibilmente arrabbiata e Natalie si sarebbe fatta volentieri piccola, piccola. Anche Nicolas, investito suo malgrado dalle domande della compagna, appariva colpevole e, per questo, desideroso di scomparire sotto il tavolo. Fortunatamente un enorme nugolo di gufi planò sulle quattro grandi tavolate delle relative case, lasciando cadere da becchi e artigli buste, lettere, pacchetti di varie forme e colori addosso ai sottostanti e pronti destinatari. Ginny prestò attenzione ad un vecchio gufo che aveva lasciato per lei una busta, dimenticandosi così dei compagni che si salvarono da una ben scomoda situazione. Anche Nicky ricevette un paio di missive: uno era un biglietto di avviso portato da un allocco d’ufficio, l’altra era una busta giallognola dall’aria un po’ sciupata lasciata cadere da un Barbagianni dal piumaggio marrone chiaro.
Nicky, sbiancato improvvisamente e altrettanto improvvisamente arrossito nell’inquadrare il mittente della seconda busta, nascose il tutto con un guizzo sotto la giacca dal distintivo rosso e oro. Interruppe subito la colazione, come se avesse perso d’un tratto l’appetito e lasciò il Salone di gran carriera. Natalie, che si era distratta per un attimo da un pacco ricevuto, si stupì voltandosi e non vedendo più il ragazzo greco.
Uscendo dall’imponente portone che dava sull’atrio e poi alle scale, Nicolas aggrottò la fronte e sbuffò. Si premurò di non essere osservato da nessuno e poi tolse da sotto la giacca la busta e fuggevolmente controllò ancora l’indirizzo del mittente, accigliandosi di nuovo in volto.
La busta recava il seguente indirizzo:

“Opera Santa Ermenegilda
Brefotrofio Statale
Arcadia - GRECIA”

Nicky aveva passato le lezioni quasi come se sotto la giacca portasse una cacca-bomba pronta ad esplodere invece che un’innocua missiva. Dopo essersi assicurato di essere ben chiuso nella sua camera, aveva tirato fuori la misteriosa e spaventosa busta.
Guardandola sicuro nella solitudine della sua stanza, sorrise dolcemente. La busta ingiallita riportava in greco caratteri pasticciati di una grafia piuttosto infantile e rotonda.
Nicolas aprì le ante della sua finestra ed emise un forte fischio, soffiando con il pollice e l’indice chiusi a cerchio tra le labbra. Il suo enorme pennuto planò qualche istante più tardi sul braccio del padrone.
- Ciao Lio, abbiamo posta da Arcadia -.
Il gufo trillò di assenso, mentre il suo padrone richiudeva prudentemente la finestra e feceva accomodare Lio sul trespolo della divisa.
Lesse con un tono di voce più delicato del solito, come se stesse raccontando una storia a un bambino per farlo addormentare. Le parole seguivano il suono piuttosto melodico della lingua greca, la traduzione faceva più o meno così.

Ciao Nicky,
Come stai? Come sta Lio? - Nicolas fece un cenno al gufo - Per cominciare ti mandiamo le nostre congratulazioni più sentite per la tua borsa di studio in Inghilterra, purtroppo non possiamo inviarti nessun regalo, come sai bene non ci è permesso possedere denaro.
Hai visto? Continuo ad esercitarmi nello scrivere, se non fosse per te non avrei mai imparato… Qui non è cambiato molto da quando hai tagliato la corda, se la Timeos sapesse dove sei adesso, impazzirebbe di rabbia. Non ti preoccupare nessuno sa di questa nostra lettera, abbiamo trovato un modo infallibile per spedirti le lettere.
Ti ricordi la radura segreta dove ti allenavi a volare? Abbiamo catturato un barbagianni selvatico e lo abbiamo ammaestrato, da lì possiamo spedire le nostre lettere, ma solo raramente riusciamo a farlo...

La lettera continuava, ma Nicolas si fermò, accorgendosi di un secondo foglio che si era incollato per via dell’inchiostro al primo. La calligrafia era più sottile e le lettere diverse. Nicky non lo lesse subito, ma lo odorò per un attimo e sorrise dolcemente non più a Lio, ma alla pagina, poi, rimessi i fogli nella busta, la nascose nell’angolo più remoto del proprio baule.
Seduto per terra ai piedi del letto con le punta delle dita che gli sorreggevano la fronte, stette immobile per qualche istante.
- Poco per volta Lio, per farla durare di più! -
- Uh! - fece il pennuto.
- Aspetta mi era arrivato anche qualcos’altro ora che mi viene in mente... - e così dicendo trasse con un po’ di fatica dalla tasca interna della giacca il biglietto che gli era arrivato quella mattina stessa.
Emise uno sbuffo di riso dal naso.
- Con quello che è successo a Luna, Ginny e Neville, diventa per noi sempre più rischioso... è sempre più difficile per me mentire, ho il terrore di tradirmi... -
- Guh! Guh! - gorgheggiò il gufo con uno strano sguardo severo negli occhi.
- Tu ti fidi troppo di me, ok! Vediamo cosa dice il biglietto “Gentile Sig. Knightly La informiamo che il suo ordine al “Tocco di fata - Tutto per la manutenzione magica” è arrivato e La invitiamo a recuperare il suo pacco presso l’ufficio di Hogsmade il prima possibile”... Ottimo! - esclamò Nicolas - È arrivato il materiale nuovo per la riparazione di bacchette e visto che ho ancora qualche bacchetta in sospeso ti manderei subito a prenderlo -.
Dicendo ciò, spalancò con un colpo di bacchetta la finestra e guardò il suo gufo porgendogli il biglietto per ritirare il pacco, ma questi si girò dall’altra parte.
- Ehi Lio, mi hai sentito? Per cortesia andresti a prendere il pacco? - ma quello rimase immobile, quasi fosse impagliato. Nick sorrise e alzò le sopracciglia, probabilmente capendo la ragione che faceva desistere il suo gufo ad abbandonare la stanza.
- Non leggerò la lettera dei bambini senza di te... -
- Uh! - si girò il gufo con aria soddisfatta.
- Ma non ti aspettare che ti legga la seconda! - e dicendo così arrossì.
Il gufo spiccò immediatamente il volo verso l’ufficio postale di Hogsmade, tra le risa di Nicolas.
- Che pennuto insolito! - disse il ragazzo ancora sorridente, mentre con un movimento di polso inverso al primo, chiudeva fuori l’aria gelida di quella giornata.
Poi, probabilmente preso da una curiosità implacabile, aprì nuovamente il suo baule e frugò nell’angolino più recondito.

Nicky stava studiando in biblioteca, concentrato su un grosso libro di incantesimi. Un’ombra apparve dietro l’alta vetrata che gettava una luce piatta all’interno dello stanzone, proprio di fianco al ragazzo. Nicolas, inizialmente non accortosi di quella presenza, girò meccanicamente la testa verso l’abbassamento di luminosità, ma non staccando ancora gli occhi dalla pagina. Quando finalmente girò anche lo sguardo, si ritrovò davanti gli enormi occhi gialli del suo pennuto amico, che appariva molto agitato.
- Che c’è Lio!? - chiese.
- Sssh! - fece imperiosa la vecchia bibliotecaria seduta alla sua scrivania.
Nick fece cenno all’animale di portarsi alla finestra del corridoio e si diresse velocemente ad accoglierlo. Aprì la finestra, porgendo al gufo il braccio, ma l’animale continuava a sbattere le ali, senza accennare minimamente a calmarsi.
- Cosa è successo, perché sei così scosso? Non ti hanno dato il pacco? - ma il gufo era sempre più agitato e, dopo una breve riflessione, Nicky sembrò capire.
- Ti ho già visto in questo stato Lio... tu hai visto qualcuno che conosci... non è vero! - subito il pennuto rispose con un suono stridulo, che Nick interpretò come un assenso.
- Allora fammi strada! -
Lio si lanciò per il corridoio e poi per le scale, alle sue spalle Nicolas cercava di stargli dietro. Si lanciò oltre il grande portone della scuola aperto, giù lungo il viale, e poi in alto, oltrepassando con un colpo delle grandi ali il cancello chiuso tra i due cinghiali alati. Ma qui la voce di Nicolas lo raggiunse.
- Lio dove mi stai portando? Non posso uscire dalla scuola! - fece il ragazzo trafelato e con il fiatone, piegato sulle proprie ginocchia, mentre cercava di recuperare il respiro.
Lio ancora agitato, tornò indietro, sbattendo le ali e gettando continue occhiate alle sue spalle.
Sembrava dire con lo sguardo ansioso “Per di là! Per di là!”.
Nicolas, preoccupato per il pennuto, lo fece appoggiare sul braccio e con un tono molto dolce gli sussurrò:
- Ho capito Lio, adesso calmati! È a Hogsmade? Mi vuoi dire che chi hai visto è al villaggio magico? -
Lio ancora piuttosto agitato, si muoveva a destra e a sinistra del braccio di Nick, costando fatica al padrone che sosteneva il peso con un notevole sforzo ad ogni movimento del pennuto.
- Ok! Riflettiamo un attimo, torniamo in camera mia... ti va? -
Lio spiccò il volo dal suo trespolo di carne e Nick, dopo un grosso respiro, riprese a correre verso la propria stanza. Quando Nick riuscì a raggiungerla, trovò Lio che continuava a muoversi lateralmente e nervosamente sull’appendino della sua divisa. Il pavimento era cosparso di fogli di pergamena accartocciati e sul letto era appoggiato un grosso pacco incartato, con un grande biglietto che titolava “Tocco di fata”, ma Nicolas era maggiormente preso dal proprio famiglio.
- Allora Lio, riflettiamo un attimo - Nicolas si mise a girare per la stanza, calciando i fogli di pergamena e ragionando ad alta voce.
- Con la formazione della nuova squadra disciplinare è semplicemente impossibile per me “evadere” dalla scuola oggi per vedere chi hai visto a Hogsmade - poi aggiunse pensoso - c’è solo da sperare che quel tale non sia semplicemente di passaggio, ma che viva lì... Intanto dovremmo appurare questo fatto! Dunque dovresti tornare a Hogsmade e sorvegliare chiunque tu abbia visto, controllando che non se ne vada... - Lio guardava come un gatto le palline di carta rotolare sul freddo pavimento di pietra, mentre il padroncino continuava a parlare - ... se ti sembra intenzionato a lasciare Hogsmade, vola il prima possibile qui, intanto penserò a un modo “alternativo” a quella che viene definita la solita gita al villaggio - si interruppe e, seguendo lo sguardo del proprio gufo sulle cartacce paglierine, si giustificò - Stavo tentando di rispondere alla seconda lettera... -
Il ragazzo aveva nuovamente infilato la testa nel proprio baule, traendone un sacchetto blu di tessuto grezzo con ricamate, non troppo elegantemente, le sue iniziali, in cui custodiva i propri risparmi.
- Così pagherai anche l’ordine... - avvicinandosi finalmente al pacco sul letto.
- COSA?! - imprecò Nick - Come mai gli devo tutti quei soldi - fissando stupefatto la bolla applicata al pacco. Scartò con furia il voluminoso involucro.
- Cento flaconi di Calmante per bacchette! Io ne avevo ordinato una confezio... - la voce si spense.
- Che totale idiota! Ne ho ordinato “una confezione” non “un flacone” e loro per “confezione” intendono proprio il pacco da cento... - continuando a confrontare la bolla dell’ordine con il pacchetto di Calmante. Arresosi all’evidenza, Nicolas piegò il capo sul suo borsino, scrutandone con uno sguardo mesto il contenuto.
- Addio manico... avevo appena confermato a Nat il prezzo! Mi userà come mazza da bolide... -
disse gettandosi supino sul letto e soffocandosi la faccia nel cuscino.
- Meglio parlargliene subito -
Si alzò si sistemò la divisa e fece i pochi gradini che dividevano la sua stanza dalla Sala comune. Lì trovò Nat e Lisa che ridevano sopra il tema di incantesimi.
- Ancora non capisco come hai fatto a prendere tanti punti in questo mese e mezzo - stava dicendo stupito Nat.
- Non stupirti troppo - fece falsamente indispettita Lisa - mi sono applicata! -
- Non dire scemenze, nei temi non sei migliorata di un’h, di’ la verità hai trovato qualche formula strana... -
- In realtà non so spiegarmelo neanch’io - si arrese la ragazza bionda spostandosi una ciocca dietro l’orecchio.
Nicolas si avvicinò imbarazzato.
- Scusami? - fece timidamente.
- Oh! Ciao Nick! Ti serviva qualcosa? - gli si rivolse cortese e con un po’ di imbarazzo Lisa.
- Veramente dovrei parlare con Nat - si rivolse gentilmente al ragazzo seduto, subendo un’occhiata di vivo stupore negli occhi azzurro-grigi della ragazza.
- Che c’è Knightly? - fece con un’ostentata indifferenza Nat.
- In privato per cortesia... -
- Umpf! - sbuffò il ragazzo avviandosi in un angolo isolato della stanza.
- Allora? - disse Nat.
Dalla selezione della squadra di Quidditch tra i due ragazzi si era instaurata una certa tolleranza, con addirittura qualche accenno di simpatia durante l’ordine del manico, in cui Nat aveva prestato una consulenza molto particolareggiata a Nicolas per la scelta della sua scopa.
- Avrei un problema con il pagamento del manico - fece Nicky terribilmente imbarazzato.
- Stai scherzando vero? - domandò più sbalordito che adirato l’altro.
- È che ho avuto una spesa imprevista e che... - ma Nicolas ormai color rosso peperone si fermò notando che il compagno stava fremendo d’ira nei suoi confronti.
- Come non detto cercherò di trovare un altro modo per fronteggiare il problema - si rimangiò tutto, volgendo lo sguardo in basso a sinistra senza riuscire ad alzare lo sguardo negli occhi nocciola di Nat.
- Ti conviene! - fece l’altro con una nota severa e di puro disprezzo nella voce più profonda.
- Ok! Scusami... - si allontanò il ragazzo greco senza altre parole.
Nat ritornò al suo posto al fianco di Lisa arrabbiato e scuro in volto.
Lisa anche se aveva notato il cambiamento di umore tra i due cercò ugualmente di trattenere il ragazzo più giovane.
- Nicky! Devi andartene subito, non puoi rimanere un po’ qui? -
Nicolas scosse la testa e si allontanò facendole un cenno con la mano.
- Te l’avevo detto Lisa di quel ragazzo non ti devi fidare, sembra tanto ingenuo, ma in realtà ci vuole fregare - fece con un tono di scherno rabbioso Nat.
A quella frase Nicolas accelerò il passo e si rifugiò nella propria stanza.
Decisamente di pessimo umore tirò un’occhiata tra il truce e il disperato alla confezione, causa di tanta disperazione.
- Che me ne faccio di 100 flaconi di Calmante per bacchette! Almeno servissero per i maghi!! -


Continua 


giovedì 23 gennaio 2014

Tentato furto

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

Tentato furto

- Se la caveranno - interruppe il silenzio Nicolas.
- Sì, sono in gamba - tentò di sorridere Etty - e tu? Riuscirai a giocare oggi? -
- Spero, anche se non ne ho molta voglia - disse Nicky spostando per l’ennesima volta con la forchetta due carote nel piatto ancora pieno.
- Ti posso capire, ma glielo hai promesso! -
- Sì, non ho intenzione di deluderlo! - sorrise Nick.
Nicolas cercò qualcuno nella tavolata.
- Chi cerchi? - chiese Etty.
- E tutta mattina che cerco di parlare con Ginny Weasley, volevo capire come funzionavano i provini, ma non riesco mai a trovarla. Anche adesso non è a tavola! -
- L’ho vista parlare fitto con Neville, erano molto strani tutti e due, oggi -
- Chi non lo era, oggi -
- Già! - arrossì Etty e aggiunse imbarazzata - Cosa credi che abbia pensato del mio comportamento Dannis? -
- Se non è del tutto idiota, credo che abbia capito che non gli sei indifferente - fece sornione Nicolas. Etty avvampò.
- Tu l’avevi capito prima di oggi? - fece fissando il tavolo.
- Ho avuto il sospetto ancora il primo giorno che vi ho conosciuti, dopo qualche giorno la conferma evidente... -
- Ah, sì? - fece triste Etty - Lui invece era completamente indifferente... -
- Era solo abbagliato - fece il ragazzo indicando con il capo Lisa - a volte ci aggrappiamo a desideri lontani per paura di scoprire che quello che vogliamo è così vicino a noi da scombussolarci la vita... -
- Non so se è vero - fece Etty sorridente - o se è una fanfaluca per tirarmi su il morale, ma ci sei riuscito! -
- Tu non hai visto la faccia di Dannis quando lo hai salutato - ammiccò ridente Nick.
Etty avvampò di nuovo.

Forse perché era riuscito a tirare su il morale a Etty, ma Nicolas apparve più sollevato quando scese in campo subito dopo il non-pranzo in Sala Comune.
Sul campo c’erano diversi aspiranti nei loro bei completi da Quidditch, in effetti i ruoli scoperti dall’anno prima erano molti: portiere, cercatore e cacciatore. Inoltre erano messi in dubbio anche i ruoli già ricoperti, tutti tranne quello del Capitano, ovviamente.
Ginny era pallida e molto determinata, con un fischietto richiamava l’attenzione e divideva i vari aspiranti. I portieri avrebbero provato dopo i cacciatori, tra loro comparve anche Nat.
- Strano! - Lisa comparve alle spalle di Nick.
- Cosa è strano? - domandò l’altro.
- Nat non ha mai voluto giocare a Quidditch, pur essendo piuttosto bravo e adesso eccolo lì... -
Nicolas non sembrava molto entusiasta dell’avvenimento e rimase taciturno.
Molti si erano presentati per il posto, ma progressivamente vennero richiamati e mandati a posto. Rimasero a confrontarsi per il posto vacante Nat Dayton e Seamus Finnigan, mentre Demelza Robins, già cacciatrice lo scorso anno, fu confermata, vista la bravura e la passata esperienza sul campo. La scelta cadde infine su Seamus, anche se questo creò un certo malcontento nelle fila femminili.
Toccava ora ai portieri. Il primo a provare fu Cormac McLaggen, che fece una prova impeccabile, cinque goal parati su cinque, anche se le fila di Griffondoro sembravano non troppo felici di poter avere un così abile portiere. I concorrenti successivi non sembrarono altrettanto affidabili.
Fu il turno di Nicolas.
- Vai Nicky! - gridarono dagli spalti sia Lisa che Etty.
Nicolas, inforcando una vecchia scopa della scuola, si portò in prossimità degli anelli. Il primo tiro fu quello di Seamus, anello sinistro, parato con decisione. Seguirono un tiro di Demenlza e di Ginny, uno potente, l’altro angolato, entrambi bloccati da una presa sicura. Seamus scagliò la pluffa con tutta la sua forza, forse non sopportava che Nicolas così magrolino, riuscisse a bloccare il tiro di un ragazzo più grande di lui, ma ciò avvenne lo stesso. Seguì quello che doveva essere l’ultimo tiro, una pluffa abbastanza facile di Demelza, a cui però seguì un inaspettato tiro di Ginny e che Nicolas riuscì ad allontanare con un movimento istintivo, respingendolo con la coda della scopa. Ginny sorrise.
La straordinaria prova di Nick mise subito sull’attenti Cormac che immediatamente esclamò:
- Anch’io sarei riuscito a farlo! -.
Furono messi alla prova gli ultimi candidati per il ruolo del portiere, ma nessuno sfiorava le due prove migliori.
- Allora per essere giusti, faremo uno spareggio tra voi due, d’accordo? -
- A rigor di logica dovrei entrare io in squadra perché sono a Hogwarts da più tempo e sono più grande e inoltre... -
- Cormac o ci stai o te ne vai subito, il Capitano sono io! -
- Umpf! - sbottò il ragazzone tarchiato.
Nicolas aveva subito annuito e si prestava a partire, quando Cormac ringhiò:
- Comincio io! - fermandolo malamente con uno strattone alla spalla.
Ginny sorrise - Aspetta Cormac, piccola condizione... -
- Quale? - sbottò l’energumeno.
- Dovete scambiarvi la scopa - fece Ginny indicando lo scambio con l’indice.
Cormac stava per ribattere qualcosa con violenza, ma si bloccò e deglutì, come a rimangiarselo, e sbuffò ancora arrabbiato.
- Va bene! -
- Comincia! - fece la rossa visibilmente soddisfatta.
Il cambio di cavalcatura per Cormac fu deleterio, non aveva la stessa dimestichezza con una scopa così lenta e instabile, respinse quattro tiri su cinque senza bloccarne neppure uno.
Fu invece spettacolare vedere Nicolas sulla “Nimbus” di McLaggen. Era una saetta e si muoveva così fluido, che spesso, intuendo la direzione del tiro, era già lì dove la pluffa sarebbe arrivata. Al fischio finale di Ginny, Griffondoro aveva il suo nuovo portiere.
- Bellissimo manico - fece gentile Nicolas porgendolo a Cormac.
- Dammelo! - il ragazzo nerboruto glielo strappò di mano e si ritirò in un angolo come un leone ferito.
Fu facile confermare i due precedenti battitori, anche se McLaggen provò a cimentarsi in quel ruolo, visto che era stato scartato come portiere, ma Jimmy Peaks e Coote Ritchie non avevano nessuna intenzione di lasciare il loro posto, non solo, tutti i Griffondoro erano felici dei miglioramenti ottenuti dai loro battitori durante l’estate.
Pochissimi si erano presentati per il ruolo di cercatore, forse per rispetto a quello che da sei anni era stato il ruolo egregiamente ricoperto da Harry Potter. Dei pochi presentatisi, nessuno si avvicinava neppure pallidamente alla bravura dell’ex-Capitano.
Neville si avvicinò a una Ginny che appariva sconfortata.
- Ginny devi farlo tu... -
- No! È il ruolo di Harry, io non... -
- Ginny, guardali! Non c’è nessuno bravo come te, fingiamo di avere ancora voglia di giocare, diamo a chi è rimasto qualcosa per cui esultare, ok? -
- D’accordo Neville... - sorrise Ginny - sempre di rimanere ancora in questa scuola domani... -
- Già - ammiccò l’amico paffuto.
Ginny ringraziò tutti coloro che si erano presentati e diede la formazione che aveva scelto.
- Portiere: Knightly Nicolas - batté una mano sulla spalla di Nicky.
- Grazie - fece riconoscente.
- Battitori: Peaks Jimmy e Ritchie Coote - e fece cenno ai due ragazzi che si scambiarono gli ennesimi complimenti.
- Cacciatori: Finnigan Seamus, Robins Demelza e... Dayton Nathaniel -
Nat si alzò di soprassalto stupito, ma felice.
- E - continuò Ginny - come Cercatore: Ginevra Weasley - si spense.
Sugli spalti era ritornato un po’ dell’entusiasmo, che quella terribile mattinata sembrava aver ingoiato per sempre. Anche la McGranitt appariva compiaciuta della sua nuova squadra.
- Ginny, quando ci troviamo per gli allenamenti? - fece Demelza entusiasta.
- Dammi una mano Demelza, organizza tu con gli altri il giorno, che assolutamente non sia di mercoledì, poi ogni altro giorno per me va bene, io devo scappare - fece frettolosamente il Capitano.
- Che bel Capitano avete, già se ne frega della squadra... - li dileggiò Cormac.
Fu Nat a rispondere - Se vuoi andartene con le tue gambe, McLaggen, è meglio che ti avvii velocemente: questa è una riunione riservata ai giocatori Griffondoro! - e sorrise beffardo.
Anche gli altri furono dello stesso parere e Cormac se ne andò indispettito.
Si decise un calendario degli allenamenti abbastanza rapidamente e Demelza congedò la squadra.
- Ehi! Knightly! - chiamò Nat, vedendo che Nicolas si stava allontanando.
- Sì? - rispose incerto il ragazzo.
- Non riusciresti a procurarti un manico decente? - accennò alla scopa che Nick teneva in mano.
- Spero... - sorrise Nicky - sto cercando un’offerta... -.
- Mio padre è un rivenditore e posso vedere di ottenere un buon manico a un prezzo ragionevole - disse guardando in aria senza troppo trasporto.
- Sarebbe fantastico - rispose l’altro e aggiunse - se non è troppo disturbo -.
L’altro reagì irritato - Se fosse di disturbo non te l’avrei detto! -.
- Beh! - continuò il ragazzo greco - allora grazie! - e fece per allontanarsi.
- Knightly! - lo richiamò Nat.
Nicolas si voltò con sguardo interrogativo.
- Stamattina sei stato in gamba con i Canon... -
- Sono amici, era il minimo - rispose e, giratosi, se ne andò.
Nicolas, dopo essersi lavato e cambiato dalla vecchia tuta sgualcita di Quidditch, tornò a vedere i provini delle altre case. Stavano scegliendo il portiere dei Corvonero.
Sugli spalti vide Walter visibilmente annoiato.
- Ciao Walter! -
- Oh! Ciao Nicky! -
- Non partecipi ai provini? -
- No, non mi piace volare -
- Non so perché, ma lo immaginavo... - sorrise Nicolas - è strano non vederti sulla riva del lago nero -
- Ogni tanto devo pur mescolarmi a quelli della mia casa... - sospirò.
- Non vedo Luna Lovegood, invece lei me l’aspettavo nella squadra di Quidditch -.
Walter scoppiò a ridere sonoramente, uno scroscio gorgogliante di un’allegra cascata.
- Stai scherzando! Luna è lontano anni luce da una cosa banale come il Quidditch! -
- Eppure mi sembrava predisposta al volo - fece insicuro Nick.
- A un altro genere di volo: quelli con la testa tra le nuvole - sorrise Walter.
- Strano è come se lo sentissi, mai provato una sensazione simile? -
- Sì - rispose con sicurezza Walter - la stessa che mi fa affermare con certezza che non ami nuotare -.
Stavano chiacchierando amabilmente quando sopraggiunse Natalie.
- Ciao Nicky! Ciao Walter! -
- Oh! Ciao Natalie - rispose Nicolas.
- Ciao - fece il Corvonero, che continuò - Beh! Le selezioni dei Corvonero sono finite e io devo andare a complimentarmi con il nuovo cercatore, scusate! -
- A presto - gli fece un cenno Nicolas, a cui l’altro ragazzo rispose.
- Che maleducato! - sbottò Natalie - Sono appena arrivata e lui se ne va -
- Forse aveva da fare. - lo giustificò Nick con un sorriso e tentò di cambiare discorso - Allora ti piace il Quidditch, Natalie? -
- Non particolarmente - fece indifferente la ragazza, guardando ostinatamente dove era scomparso Walter.
- È strano di solito Walter non dà confidenza a nessuno oltre la sua ristrettissima cerchia di amici - Natalie guardò Nicolas con aria indagatoria.
- Eppure con me è sempre molto amichevole - sorrise imbarazzato, quasi a scusarsi.
- Già, chissà perché? - Natalie rivolse quella domanda più a sé che al ragazzo.
Nicolas alzò gli occhi al cielo e guardò la gente sugli spalti.
- Oh! C’è il preside Piton! - esclamò colmo di stupore.
- Non lo sapevi? - chiese con ovvietà la ragazza Griffondoro.
- No, non l’ho mai visto girare per la scuola in queste settimane - disse meditabondo.
- È vero, in genere rimane sempre chiuso nel suo ufficio, ma il professor Lumacorno, Capocasa dei Serpeverde, sembra abbia avuto una leggera colite demoniaca, dopo il suo ultimo party al Lumaclub e quindi ha chiesto a Piton, ex-Capocasa Serpeverde, di sostituirlo durante le selezioni. Inoltre Piton è molto legato a questa competizione... -
- Oh! - fece Nicolas in un’esclamazione di chiarimento, fissando il Preside che aveva visto solo due volte fino ad allora. Questi gli puntò improvvisamente i freddi occhi neri addosso. Nicolas, turbato e rosso in volto, girò lo sguardo immediatamente e riprese a parlare con la sua compagna.
- Cos’è il Lumaclub? - chiese curioso, domanda che Natalie sembrò gradire per cui riempì uno sprovveduto Nicolas di chiacchiere e gossip, alcuni risalenti a molto prima del suo ingresso a Hogwarts, ma che lei garantiva sicuri e affidabili.



Qualcun altro stava fissando il preside Piton dall’alto di una vetrata, facendo ruotare in aria un galeone d’oro, che per la maggior parte delle volte non riusciva a riprendere, facendolo cadere per terra.
- Maledizione! - esclamò Neville Paciock, raccogliendo per l’ennesima volta la moneta.
A poche decine di metri due figure, con addosso cappelli da mago così ampi da coprire per intero il loro viso e a cui erano stati praticati fori per gli occhi, confabulavano tra loro davanti all’enorme Gargoyle, che custodiva la scala a chiocciola che portava all’ufficio del Preside.
- Allora la parola d’ordine - fece una voce femminile pratica.
- In effetti è piuttosto ovvia “Veritaserum” - il gargoyle si aprì - una pozione che apre le porte di una verità nascosta, il professor Piton è piuttosto logico - fece un’altra voce femminile, piuttosto trasognante.
- Non è l’aggettivo che mi viene subito in mente per descrivere Piton, comunque saliamo - ribattè l’altra con un tono secco.
Superato il grosso portone, entrarono nello studio del Preside.
- Mi piace questo luogo - fece la voce più flebile.
- Piton non ha cambiato quasi nulla da quando l’ha lasciato il Preside - fece decisa la prima voce - Eccola! Prendiamola -.
La figura incappucciata più alta colpì una teca di vetro, che andò in mille pezzi, permettendo alla sua bianca mano di raggiungere una meravigliosa spada incastonata di rubini.
- La moneta è calda - disse la voce flebile con tutta calma.
- È l’allarme! Piton sta tornando - esclamò allarmata l’altra, continuò stizzita avvolgendo in un panno la spada - i provini non possono essere già finiti! Presto, scappiamo di qui! -
- Ok - rispose l’altra come se le fosse stato proposta una passeggiata al sole.
Le due figure corsero giù dai gradini, la prima ansiosa con la spada stretta sotto il mantello, la seconda leggera e quasi danzante.
La figura davanti, prima di gettarsi nel corridoio, si fermò a controllare che fosse sgombro, poi, seguita dall’altra, si gettò velocemente, ma attenta a non fare troppo rumore, lungo la parete di pietra, coperta da dipinti.
- Ehi! Fermi! - urlò Gazza notando le due figure incappucciate.
- Corri! Corri! - fece la voce che aveva dettato tutta l’iniziativa.
Scomparirono dietro un angolo, mentre il bieco Custode tirava dritto. Retrocedevano sui gradini, attente a che Gazza non ritornasse sui suoi passi.
- Ehi! - una mano fermò la spalla della figura che stringeva la spada, che repentina si voltò puntando la bacchetta.
- Ferma Ginny! Sono io - Paciock sorrise alla ragazza.
- Neville sei impazzito pensavo che ci avessero scoperte! - sospirò.
- E infatti è così, Weasley - fece l’untuosa voce del preside ai piedi della scala.

Ginny, Luna e Neville erano davanti a tutti i presidi passati della loro scuola, ma in particolare di fronte al preside attuale e tutti e tre erano a testa alta.
- Come vi siete permessi - sibilò l’uomo alto e in nero guardandoli dritto negli occhi - rubare al Preside uno dei preziosi manufatti dei Fondatori... -
- In realtà - fece spavalda Ginny - non l’abbiamo rubato, anzi volevamo consegnarlo al suo legittimo proprietario -
- Ah, sì! - Piton alzò un sopracciglio - E a chi? Godric Griffondoro in persona? -
- No, a Harry Potter, secondo le ultime volontà del Preside Silente - Ginny guardava fissa davanti a sé, ma, nel pronunciare il nome del defunto preside, li alzò automaticamente allo sguardo sorridente e benevolo del ritratto appeso sopra la scrivania.
In quell’attimo fecero irruzione nell’ufficio i fratelli Carrow, seguiti dal passo elegante e altero della McGranitt e da quello trotterellante di Vitious.
- È una vergogna Piton - urlò Amycus - penserò io personalmente a punire questi traditori del loro sangue con una pena esemplare - già stava alzando il braccio armato di bacchetta quando Piton  fermò il suo eccesso d’ira contro la ragazza Griffondoro.
- Weasley! Il mio predecessore non aveva nessun diritto di alienare un bene della Scuola e, in particolare, affidarlo ad un delinquente qual è Potter - disse Piton con odio - ma questa è una delle numerose decisioni che mi trovano in profondo disaccordo con il mio predecessore -.
- Lascia punirla a me – ripeteva sgrammaticato Amycus con un rivolo di bava che gli affiorava dalla bocca.
- Se così stanno le cose, - improvvisamente commentò Luna minimamente scalfita dal pericolo che stavano correndo lei e i suoi complici - se la spada non era del Preside, allora non abbiamo rubato al Preside -. A Neville scappò un risata, subito soffocata dallo sguardo severo della McGranitt.
- Piccola impudente - Alecto si stava per scagliare contro Luna, quando Vitious si intromise con la sua esigua statura.
- No, professoressa Carrow la punizione dei ragazzi spetta al Preside e ai rispettivi Capicasa è il regolamento! -
- Severus! - esclamò indignata la Carrow.
- Basta! - fece Piton con autorità - Prima di punire esemplarmente questi sciocchi ragazzi ho due importanti commissioni. La prima, - guardò Amycus - voglio che tu contatti la Gringott, devono mandare velocemente qualcuno a ritirare la spada di Griffondoro e condurla in una delle camere, quale e quando lo riferirò più tardi - gettando una fredda occhiata a quelle che doveva ritenere orecchie indiscrete.
- Certo, vado! - fece Amycus quasi felice di un compito che doveva ritenere prioritario.
- La seconda - gli occhi neri si fermarono su Alecto, che appariva visibilmente scocciata.
- No! Severus voglio che si cambi il regolamento e voglio istituire una squadra di disciplina! -
- Prima questo - e vergò con la penna un foglietto - voglio che tu faccia recapitare il prima possibile questo messaggio. Il prima possibile! - cadenzò queste parole con calma e solennità.
- Poi Severus ne ridiscuteremo - sbuffò la donna, girandosi verso l’uscita e lanciando un’ultima odiosa occhiata agli studenti e ai due professori.
Dopo che la porta fu rumorosamente sbattuta, la professoressa McGranitt si rivolse ai ragazzi.
- Non posso credere che abbiate tenuto un comportamento tanto sconsiderato! -
- La vostra azione è davvero ingiustificabile - sottolineò Vitious, che mai era apparso tanto furibondo, - e credo che un’azione del genere meriti la massima punizione prevista in questi casi! -
- Per tre settimane andrete di notte con Hagrid nella Foresta Proibita, bisogna controllare che i centauri non stiano violando i nostri confini - fece Piton asciutto, senza guardarli negli occhi.
- Addirittura tre settimane - fece la McGranitt con un’espressione severa, ma con uno strano luccichio negli occhi.
- Vorrebbe che fossero quattro, Minerva? -
- No, no - intervenne Vitios incalzando - tre settimane sono una punizione terribile: solo passare una notte nella Foresta Proibita anche per un mago esperto non è cosa da poco -.
- Ai vostri dormitori, subito - fece imperiosa e amara la McGranitt.
I tre ragazzi non dissero nulla e corsero fuori.
- L’abbiamo scampata bella - fece Paciock - non potevamo uscirne meglio -.
- Sssh! - fece Ginny, tappando la bocca all’amico. Subito dopo uscirono Vitious e la McGranitt.
- Spero che in futuro un’azione tanto pericolosa e inutile non si ripeta da parte di voi tre! - la McGranitt aveva un volto molto tirato - la prossima volta le conseguenze potrebbero essere molto serie -.
- Inoltre vorrei aggiungere che domani la severità della vostra punizione sarà al centro di molti discorsi e vorrei che, muti e rassegnati, non ne faceste sfoggio baldanzoso tra i vostri compagni! - anche Vitous era serio e preoccupato, in un discorso che faceva intuire più di quanto aveva detto.
- D’accordo professore, abbiamo capito - fece Ginny.
Avviandosi per i corridoi, Ginny disse a bassa voce ai compagni:
- Dobbiamo far credere a tutti che la punizione che ci hanno dato è stata tremenda, in particolare ai Carrow -. I due compagni annuirono.

domenica 19 gennaio 2014

Adii

Introduzione alla Fan Fiction

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura.
L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.


Leggi il I capitolo

Leggi il capitolo precedente

Adii

La mattina delle selezioni era giunta. Nicolas notò, forse per primo nella torre, un enorme avviso in bacheca che anticipava l’orario della selezione dei Griffondoro, ponendolo per primo rispetto alle quattro case. C’era un altro biglietto fissato sulla bacheca più piccolo, ma comunque evidente, che riportava questa scritta:

“A tutti gli amici Griffondoro 
un saluto prima che mi prendano... 
spero che questa storia finisca presto.
W Harry Potter!


Dean Thomas”
Visibilmente stupito da quel messaggio, Nicolas lo rilesse evidentemente non capendolo. Nel frattempo arrivarono altri compagni che allo stupore per il messaggio della selezione, fecero seguire l’orrore e un forte sconforto per il messaggio di Dean.
- È una cosa rivoltante... -
- Questa poi! -
- Che diavolo stanno facendo alla nostra scuola! -
- Ecco Ginny! Ginny hai letto? -
La rossa ragazza di Harry Potter sorrise per un istante all’annuncio del Quiddtch, sorriso che divenne una maschera di rabbia alla lettura del messaggio del compagno Griffondoro.
Non disse una parola, ma si allontanò furibonda e tremante. In quel mentre giunse Paciock.
- Neville leggi la bacheca e poi incontriamoci dove sai... per oggi dobbiamo essere pronti! -
- Cosa è successo Ginny... - ribatté pallido il ragazzo, ma la compagna era già sparita dietro il dipinto.
Nicolas cercava di capire cosa stesse succedendo, quando vide Dannis cercò di trovare una risposta, ma l’amico era pallido e basito a fianco del fratello anche lui in preda allo shock.
- Dannis, Dannis - fece sussurrando Nicky - cosa succede? -
Il più giovane dei Canon si volse verso il compagno con le lacrime agli occhi e con una voce rotta rispose:
- Lo stanno facendo davvero Nick, lo stanno facendo davvero... - deglutì a fatica.
- Cosa stanno facendo? Chi? - anche a Nicolas, sconvolto dall’amico, cominciò ad incrinarsi la voce.
- I Mangiamorte insidiati nel Ministero ci cominciano a dare la caccia, non gli basta più averci contato, segnalato e controllato, ci vogliono allontanare dal mondo magico! - era Colin a parlare poiché il fratello ormai tratteneva le lacrime a stento, Colin si rivolse a lui con energia - Calmati Dannis, ora dobbiamo attuare il piano che avevamo preparato... ricordi? -
Dannis annuì, appariva così indifeso e infantile in quel momento.
- Ok! Andiamo! -.

Al posto dell’eccitazione che doveva regnare a causa dei provini di Quidditch subentrò un senso di rabbia e frustrazione in tutti.
I Canon con una giustificazione della McGranitt partirono alla volta dell’Espresso per tornare a casa, secondo la giustificazione il padre aveva avuto un incidente d'auto. Molti altri Nati-babbani cercarono di prendere provvedimenti repentini, poiché sembrava che molto presto il Ministero avrebbe esposto un ordine di espulsione per tutti coloro che erano ritenuti “fangosangue”* e i ragazzi preferivano certo giocare di anticipo piuttosto che mettere in pericolo i propri familiari.
Nicolas osservava sconvolto la sua colazione, probabilmente cercando dentro di sé la voglia di mangiare, senza evidentemente trovarla. Saltare le lezioni non appariva un comportamento prudente in particolare la prima lezione con la Carrow, forse fu questo pensiero che lo spinse a correre fuori verso il primo bagno per vomitare.
Quando uscì dal bagno incontrò Etty con gli occhi gonfi e il viso stravolto.
- Ciao Etty - fece pianissimo Nicolas.
Etty non rispose, se non con un lieve cenno della testa e provò un sorriso molto forzato. Silenziosamente si misero a camminare verso la stessa direzione, l’aula di Babbanologia.
Erano sulla soglia quando Etty rivolse gli occhi pieni di pianto a Nick e mormorò a mezza voce supplice:
- Io non ce la faccio... -
- Allora non lo faremo - fece di slancio Nick e prendendole la mano la trascinò dietro di sé - Andiamocene! -
- Dove? -
- Alla nostra torre - fece sicuro Nick.
- Ehi! Knightly dove stai andando la lezione comincia fra poco... - disse Raymond incrociandoli in corridoio.
- Che cominci pure, sai che ce ne importa! -
- Knightly è pericoloso - fece il Serpeverde bisbigliando e guardandosi intorno con circospezione.
- Non toccarmi Ray! Ahi! - fece Nicolas arrabbiato mentre scostava la mano del compagno, continuando a trainare Etty dietro di sé.
- Perché “ahi”? - chiese sorpresa l’amica, per un attimo ripresa dal pianto.
- Solo una scossa - rispose Nick, scuotendo la mano che a malapena aveva sfiorato quella del serpeverde.
- Che hai intenzione di fare? - chiese ancora Etty.
- Presto lo vedrai! - sorrise Nicolas.

Dannis e Colin scesero con il loro baule quando nella Sala Comune dei Griffondoro scoppiò un boato di applausi e di grida di incoraggiamento. Molti studenti avevano saltato la lezione e come spinti da un patto misterioso e segreto avevano realizzato una piccola cerimonia di saluto in onore degli amici in partenza. L’idea era partita da Nicolas.
Un grande striscione era appeso sopra il camino e riportava a grandi lettere scarlatte e oro “A presto amici! Noi siamo con voi ed Harry!!!”, con un leone che ruggiva felice alla fine della frase.
Colin era visibilmente emozionato e a Dannis tremava il labbro inferiore, lo sguardo di entrambi era pieno di gratitudine. Etty si lanciò piangente tra le braccia del compagno, soffocando i singhiozzi nella sua spalla. Dannis arrossì improvvisamente, mentre l’abbracciava.
- Scusa Dannis per come mi sono comportata in questi giorni, non te ne vai avendocela con me? Vero? - gli disse trattenendo le lacrime.
- Assolutamente no! - le disse Dannis abbracciandola ancora e, forse, capendo molte reazioni.
Toccava a Nick il saluto.
- Dannis mi raccomando sii prudente e, anche se sarai lontano da qui, coltiva gli studi, presto questa storia avrà fine! -
- Ottimo consiglio! - si strinsero forte la mano e si scambiarono un abbraccio.
- Però tu Nick fammi un favore passa le selezioni di portiere - scherzò Dannis.
- Ci proverò! - gli strizzò l’occhio.
C’erano anche Lisa, Nat, Neville, Ginny e molti altri che desideravano salutare i due fratelli Canon, tutti pervasi da un calore ed un affiatamento molto forte.
L’ultima a salutare i due ragazzi fu proprio Ginny.
- Mi raccomando ragazzi non perdetevi d’animo e non dimenticatevi di pensare a noi - dicendo questo strinse forte un galeone in mano a Colin. Il ragazzo più grande sorrise e scambiò un gesto di intesa alla compagna di classe, poi si rivolse al fratello - Andiamo! -.
E insieme lasciarono la torre.

Ho preferito questa traduzione del termine dispregiativo “Mud-born” per evitare la confusione del termine inglese “Half-born” mezzo-sangue nato da due maghi, mentre “Mud-born” indica un mezzo-sangue con uno o entrambi i genitori babbani. NdA




Continua

Incontro 10 - 13 gennaio

Pre-attività:
Divisi in squadre si è scelto un volontario che attraverso la sfida "Faccia golosa" ha decretato l'ordine di priorità.
Nota: "Faccia golosa" consiste nel appoggiare una caramella gommosa sulla fronte dei prescelti che con smaccate smorfie facciali dovranno condurre la caramella alla bocca. Da vedere è particolarmente divertente!

Quiz "Guerre nel mondo":
A turno ogni squadra dopo aver sorteggiato un continente dovevano segnalare uno stato in guerra (1 punto) e i due fronti di scontro (5 punti).
Veniva così compilato un planisfero delle guerre attualmente presenti sul globo.
Materiale di riferimento trovato su: www.guerrenelmondo.it.

Guerre nel mondo - Gennaio 2014


Obiettivo: Almeno una volta l'anno, durante il mese della pace, è bene rendersi conto che nel mondo ci sono violenza, povertà e miseria scaturite dalle guerre, è necessario non dimenticarlo mai per portare avanti una cultura della Pace, anche qui dove non subiamo direttamente gli scontri, ma con l'immigrazione ne vediamo le tragiche conseguenze.


Preghiera:

Gn 4, 1-12
“Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.
Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra».”

Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la 57a Giornata Mondiale della Pace:
“Secondo il racconto delle origini, tutti gli uomini derivano da genitori comuni, da Adamo ed Eva, coppia creata da Dio a sua immagine e somiglianza (cfr Gen 1,26), da cui nascono Caino e Abele. Nella vicenda della famiglia primigenia leggiamo la genesi della società, l’evoluzione delle relazioni tra le persone e i popoli.
Abele è pastore, Caino è contadino. La loro identità profonda e, insieme, la loro vocazione, è quella di essere fratelli, pur nella diversità della loro attività e cultura, del loro modo di rapportarsi con Dio e con il creato. Ma l’uccisione di Abele da parte di Caino attesta tragicamente il rigetto radicale della vocazione ad essere fratelli. La loro vicenda (cfr Gen 4,1-16) evidenzia il difficile compito a cui tutti gli uomini sono chiamati, di vivere uniti, prendendosi cura l’uno dell’altro. [...]
Il racconto di Caino e Abele insegna che l’umanità porta inscritta in sé una vocazione alla fraternità, ma anche la possibilità drammatica del suo tradimento. Lo testimonia l’egoismo quotidiano, che è alla base di tante guerre e tante ingiustizie: molti uomini e donne muoiono infatti per mano di fratelli e di sorelle che non sanno riconoscersi tali, cioè come esseri fatti per la reciprocità, per la comunione e per il dono.”
Commento: Caino si è "sfogato" su Abele che in realtà non gli aveva fatto proprio nulla, le cose andavano male a Caino, "il male era sulla sua porta", non dentro di lui, ma sulla porta e Caino gli ha aperto e con chi se l'è presa? Con chi gli era vicino, il fratello! Caino si chiude in sé stesso, non prova a parlare a condividere il suo dolore con Abele, lo usa solo come suo sfogo. L'unico che mantiene i rapporti con Caino, che gli parla, che si informa è Dio e lo fa anche dopo che Caino fa il suo gesto orribile, Dio continua a cercarlo, Dio continua a mantenere la sua relazione con Caino.
Il Papa ci scrive nel suo messaggio che la fraternità porta la Pace, eppure già nella Genesi risulta che proprio con i fratelli siamo i primi a scontrarci. Nel prossimo incontro cercheremo la via per essere "FRATELLI" in modo maiuscolo, sarà interessante visto che i partecipanti del gruppo hanno tutti fratelli.

Canto: Ad una voce

Padre Nostro

giovedì 16 gennaio 2014

Il gruppo di studio

Introduzione alla Fan Fiction

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura.L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

Leggi il I capitolo

Leggi il capitolo precedente




Il gruppo di studio

Nicky era comodamente sprofondato in una poltrona della Sala di ritrovo del Griffondoro, fissava il fuoco molto pensoso e giochinava con una medaglietta appesa al collo con un sottile filo d’argento.
Lì vicino si sedette Lisa.
- Ciao! - disse la ragazza.
- Ciao! - sorrise lui - Come ti è andata la giornata? Stai meglio -
- Non male... a te come è andata?-
- Cazzotti a parte? - sorrise.
- Senti mi dispiace per quanto è successo oggi. Nat è... -
Nicky alzò la mano per fermarla - Non c’è bisogno Lisa, scusa è stata una battuta infelice, perdonami -
- Perdonarti? Io non so proprio come ringraziarti Nicolas! E pensare che non ho mai neanche provato a scambiare due parole con te e invece sei sempre così cortese con tutti -
- Fammi indovinare il tuo ragazzo non è della tua opinione? - sorrise comprensivo Nick.
- Nat non è il mio ragazzo - affermò quasi offesa l’altra.
- Ah, sì! - rise Nick, aggiungendo - E lui lo sa? -
- Certo che lo sa! - sospirò rispondendo - diciamo che è un rapporto un po’ particolare, ci conosciamo da quando siamo piccoli e siamo molto gelosi l’una dell’altro -
Nicolas tacque.
- Ma cosa è successo di preciso oggi, come sei caduta in acqua? -
- Quell’idiota di Ray ci stava facendo provare la sua ultima Firebolt, gli ho detto di non farmi stupidi scherzi e di non spingermi... - si zittì evidentemente in collera - ... credo che lo abbia fatto apposta a spingermi in mezzo al lago! -
- Perché avrebbe dovuto fare una cosa così stupida? - replicò Nick.
- Non so perché, ma ho avuto l’impressione che stesse sperimentando qualcosa -
Nicky ascoltava attentamente le impressioni della ragazza e continuava a tormentare tra le lunghe dita affusolate la medaglietta, tanto che Lisa incuriosita chiese:
- Posso chiederti cos’è? - indicando appunto l’oggetto brillante che rigirava tra le falangi ossute.
- Questa! - e la mostrò alla ragazza, si sporse tenendola alta in modo che Lisa la vedesse.
- “Nicolas” - Lisa lesse un po’ a fatica perché il luogo dove erano seduti non era troppo illuminato e continuò - Carina! Perché ti fai chiamare sempre Nicky e non Nicolas? -
- Preferisco Nicky - fece spallucce il ragazzo, tornando a fissare il fuoco.
- Perché? Nicolas non ti piace? - si fece curiosa la ragazza, aspettando la riposta - Scusa non vorrei sembrarti insistente! -
- Nessun problema! - la rassicurò Nicky - Ti dirò la verità, in quest’ultimo periodo è un nome che ho odiato... ma non posso dimenticarmi che mi ha salvato più di una volta da situazioni infelici - sembrò dirlo più a se stesso che alla sua interlocutrice, che apparve piuttosto perplessa, ma sembrò evidente che non voleva essere indiscreta verso il nuovo amico e cambiò discorso, porse a Nicky una cioccorana.
- Dopo che sono tornata dall’infermeria un sacco di ammiratori mi hanno fatto trovare montagne di dolci -
Il ragazzo prese la ranocchia ringraziando.
- Credo che Nat avrà avuto un pomeriggio intenso a picchiarli tutti - rise.
- Eppure nutre questa insofferenza solo verso di te - disse lei sorridendo e scartandone un’altra per sé.
- Ah, sì! Quasi provo un moto d’orgoglio allora! Ecco Silente! - fece guardando la carta dei maghi famosi che aveva trovato all’interno della Cioccorana.
- Io ho trovato Arya Coolwater, nominata custode del Vento al Tempio degli Elementi, nel 1328. Non l’ho mai sentita! Ne vuoi un’altra? - porse un’altra cioccorana al compagno.
- Ma sì, vedo che le scorte non ti mancano... sono davvero buone, la prima volta che le ho assaggiate è stato l’anno scorso in questo stesso periodo: una novità per Arcadia! -
- Davvero?! -
- Già e la prima carta che ho trovato è stata quella di Silente... -
- Allora era un segno! -
- Già - sospirò Nicky fissando la carta trovata poco prima intensamente, completamente perso in un pensiero.
- È stata una giornata davvero pesante - disse Lisa alzandosi dalla poltrona - Grazie ancora Nicolas, Nicky, e buona notte! - si abbassò sul compagno e ne baciò la guancia.
Nicky rimase di sasso, completamente immobile nella poltrona, mentre l’altra si allontanava canticchiando.
Era molto tardi e Nicky era seduto sul suo letto, in un ampio pigiama nero cascante. Quasi sicuramente aveva appena fatto la doccia perché i capelli, un caschetto lungo appena sotto il naso, erano bagnati e se li stava strofinando con una salvietta bianca. Prese la sua bacchetta, fece un piccolo movimento complicato, sussurrando qualcosa e dalla punta lignea fuoriuscì dell’aria calda che puntò sui capelli. Essi cominciarono a turbinare in aria, diventando sempre più vaporosi, mentre la punta della bacchetta percorreva ogni centimetro del capo del ragazzo, risvegliando i capelli in una danza rocambolesca. L’operazione durò un po’, infatti, anche se i capelli del ragazzo non erano particolarmente lunghi, erano davvero moltissimi.
Nel frattempo un’ombra a forma di grande gufo reale picchiettò dietro la sua finestra, Nicky si alzò per aprirgli, con un ampio sorriso.
- Eccoti qua Lio! Mi sembrava strano che non venissi a darmi la buona notte! - così dicendo lo accarezzò dolcemente sotto il becco.
Nicky si stese a letto e si volse con una smorfia di preoccupazione verso il gufo, appoggiato sul trespolo dove era stesa con cura la sua divisa, e gli spiegò:
- Mamma mia! Questa giornata mi sembra durata settimane - si stiracchiò nel letto - ... Lisa sembra una ragazza fredda e scostante, in realtà è molto sensibile, fortunatamente non ha approfondito il discorso sul mio nome, ma mi è proprio scappato - si giustificò con l’animale - ho la pessima abitudine di pensare ad alta voce! –
- Credo di aver combinato un guaio a salvarla in quel modo, se per sbaglio... se dovesse... Ma che ti salta in mente Nicky, con un ragazzo come Nat o Walter o Ray, come potrebbe... Comunque devo prestare molta più attenzione e non dare corso a nessun atteggiamento “equivoco” - sbadigliò e guardò il suo oggetto per il tempo - Per la barba di Merlino! È tardissimo!! Allora buona notte Lio, sogni d’oro! - Lio volò sul petto del ragazzo e lo beccò affettuosamente sulla fronte, come un bacio di buona notte.
- Ehi! Lio! Non ho più tre anni! - esclamò con finta stizza il ragazzo - Ora vai a dormire, ci vediamo domani - il tono si fece dolce.
Lio volò oltre la finestra aperta da cui entrava una brezza gelida, Nicky prese la bacchetta la agitò verso la finestra e, in uno sbadiglio, si intese un “Claudo”, subito dopo il suono delle ante che si chiudevano di scatto. Al buio Nicky si levò i pesanti occhiali e li appoggiò sul baule chiuso a fianco, dopo pochi minuti dormiva.

- Ehi Nicky! Sei diventato famoso! - disse gaia Etty comparendo alle spalle dell’amico che stava facendo colazione al tavolo dei Griffondoro.
- Cosa? - domandò perplesso l’altro.
- Tu e Walter! - fece sorpresa la ragazza.
Natalie aggiunse con un tono malizioso - Già tutti i ragazzi di Hogwarts vi invidiano per il salvataggio di Lisa, mentre le ragazze invidiano lei... - guardando di sottecchi la reazione del ragazzo.
Nicolas era più rosso dei capelli di Raymond Embrace mentre si giustificava:
- Non crederete... non... nessuna ragazza... - balbettò.
- Sicuro? - e Natalie indicò le ragazze ai tavoli accanto che a gruppetti puntavano gli occhi su di loro e scambiavano sorrisini e sussurri.
Nicolas chinò il capo, intento a studiare attentamente le venature del massiccio tavolo dei Griffondoro.
- Buongiorno Nicolas! - fece trillante Lisa non appena giunse al tavolo - Etty! Natalie! - fece un cenno anche a loro.
- Ciao! - sussurrò Nicolas alzando appena gli occhi dal tavolo e ritornando rosso come un peperone.
- Ciao Nick! - disse Dannis battendo con forza la mano sulla spalla del compagno e rivolgendosi alle ragazze con un sorriso smagliante - Buongiorno a tutte! -.
- Ciao Dannis - fece Etty con un tono gelido, che appariva più una minaccia che un saluto.
- Allora, amico mio, studiamo insieme oggi? - chiese sedendosi a fianco del ragazzo greco, guardando gli occhi azzurro-grigio di Lisa.
- Come vuoi... - mormorò Nicolas sempre chino.
- Volete unirvi a noi oggi pomeriggio in biblioteca? - domandò Dannis rivolto alle ragazze presenti.
- Natalie, io vado in classe! Improvvisamente mi è passata la fame! - disse indignata Etty, gettando un'ultima occhiata disgustata a Dannis.
- Nicolas che lezione hai oggi? - chiese soave Lisa.
- Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure ed Erbologia? - fece come chiedere conferma a Dannis, ma lui era perso in contemplazione della giovane Griffondoro.
- Dannis! Parlo con te! - alzò la voce l’altro.
- Come dici? Sì erbologia, certo! - Lisa sorrise maliziosa all’imbarazzo di Dannis e Nick.
- Come vai in Erbologia Nicolas? - continuò la ragazza, mentre continuava la sua colazione.
- Ma, abbastanza bene direi - rispose sempre più rilassato - devo dire che le materie che meno sopporto sono Babbanologia e Difesa delle Arti oscure... -
- E chi le sopporta quelle! - sbuffò la compagna di Casa
- ... già! Invece sono un disastro naturale in Pozioni e in Cura delle Creature Magiche -
- Ah! Ah! - rise Dannis - ti prego raccontale di quella specie di brodaglia color pece che ti è uscita al posto dell’Antidoto contro il veleno di Drago! A momenti il vecchio Lumacorno... - ma Dannis si fermò bruscamente intercettando un’occhiata fulminante di Nicolas.
- Davvero non vai bene a Pozioni? Potresti chiedere a Nat di darti una mano, è bravissimo! - sul volto di Nick si lesse chiaramente una smorfia di disapprovazione, ma Lisa non vi badò.
- Noi facciamo sempre gruppo di studi: Nat per pozioni, io per Storia della Magia e Sandy per Erbologia e Cura delle creature magiche... -
- Ma scusa come fate a studiare insieme, siete tutti e tre in diversi anni di corso - fece sorpreso Dannis.
- Io mastico Storia della magia da quando sono nata, mia madre invece di leggermi le favole mi spiegava la rivolta dei Folletti nel 1756, quindi conosco i programmi fino al settimo anno a mena dito, mentre Sandy, anche se al terzo anno, ha una conoscenza impressionante del mondo vegetale magico, molto lo studia per interesse personale, ma a volte sembra quasi che lo sappia per istinto... un pollice verde! -
- Che anno frequenti, Lisa? - chiese Nicolas che aveva seguito attentamente il discorso.
Lisa apparve quasi interdetta della domanda, ma sorrise subito e rispose:
- Sono al quinto anno -
Nicolas annuì e, dopo aver passato il tovagliolo sulle piccole labbra carnose, guardò la ragazza e disse cordiale:
- È stato un piacere ma io ho finito e devo ridare una letta al tema per il professor Vitious. Tu vieni Dannis? -
- Sì, vengo anch’io! - fece l’altro un po’ recalcitrante.
- Allora Nick! Pensi di fare parte del nostro gruppo ho sentito che sei un asso in Incantesimi e Trasfigurazione - chiese speranzosa Lisa.
- Non credo che farebbe piacere a Nat - rispose falsamente incerto Nicolas aggiustandosi il capellino.
- Lascia che gli parli, secondo me siete partiti con il piede sbagliato - tentò Lisa.
- Lascia stare Lisa, non credo che accetterà di studiare con me e non voglio neanche che andiate a rompere il vostro gruppo di studio per causa mia. Inoltre io studio spesso con Etty, su un progetto di integrazione culturale, quindi... - sorrise Nicolas - Comunque ci vediamo in giro! - e salutò lasciando la ragazza piuttosto interdetta.
Quando furono usciti dalla Sala Grande Dannis si scatenò contro l’amico.
- Ma tu sei impazzito! La più bella ragazza dell’intero Istituto ti chiede di studiare con te e tu rispondi “Studio con Etty”, ti rendi conto! Ma che cervello da Troll hai! Con Etty! Ma chi se ne frega di Etty, è un’amica capirà, ma Lisa, ti rendi conto? Lisa! -
Nicolas sembrava assolutamente indifferente agli improperi di Dannis.
- Prima di tutto non urlare - disse asciutto - inoltre ti ricordo che Etty è una ragazza carina, intelligente, sensibile e brillante e non ha proprio niente da invidiare a Lisa e terzo punto... - ma Nicolas si fermò notando lo sguardo sornione dell’amico puntato su di lui.
- Che c’è ancora? - chiese interrogativo di quello sguardo.
- Niente! - fece Dannis non cessando lo sguardo e soffocando un risolino infantile.
- Parla! - intimò Nicolas.
- Ho capito: ti piace Etty! Ecco perché del no a Lisa! Anche se non condivido, capisco finalmente! -
- Non dire assurdità Dannis! Sei totalmente fuori strada, non che non ci si possa innamorare di Etty, che ripeto trovo molto carina, ma non è il mio caso - sebbene Nicolas fosse sempre così timido e impacciato sembrava stranamente sicuro delle sue risposte, quasi completamente distaccato dalla situazione che Dannis gli aveva profilato. Forse per questo motivo Dannis gli credette immediatamente.
- Allora proprio non capisco... - poi Dannis si illuminò - ho capito hai paura di Nat! -
- Era giusto il terzo punto, Nat! Vorrei stargli alla larga... -
- Io non rinuncerei a Lisa, neppure per Nat, tanto decide lei con chi vuole stare - fece pratico Dannis.
- Già, solo che Lisa non rientra nelle mie prerogative, per me è diventata e deve rimanere una buona amica! - affermò perentorio il ragazzo.
- Ma cosa le manca, scusa? - domandò esasperato Dannis.
Nicolas si fermò sulla porta della classe di incantesimi e abbassò la voce, arrossendo di nuovo.
- Ti parlerò sinceramente Dannis, ma non voglio nessuna altra domanda in merito, ok? Diciamo che c’è solo una ragazza a cui devo badare sentimentalmente, solo una, e adesso è lontana - sospirò a fondo - troppo lontana -.
Dannis inarcò gli angoli della bocca fino alle orecchie e diede una pacca alla spalla del compagno in gesto di intesa.

Continua