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giovedì 23 gennaio 2014

Tentato furto

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

Tentato furto

- Se la caveranno - interruppe il silenzio Nicolas.
- Sì, sono in gamba - tentò di sorridere Etty - e tu? Riuscirai a giocare oggi? -
- Spero, anche se non ne ho molta voglia - disse Nicky spostando per l’ennesima volta con la forchetta due carote nel piatto ancora pieno.
- Ti posso capire, ma glielo hai promesso! -
- Sì, non ho intenzione di deluderlo! - sorrise Nick.
Nicolas cercò qualcuno nella tavolata.
- Chi cerchi? - chiese Etty.
- E tutta mattina che cerco di parlare con Ginny Weasley, volevo capire come funzionavano i provini, ma non riesco mai a trovarla. Anche adesso non è a tavola! -
- L’ho vista parlare fitto con Neville, erano molto strani tutti e due, oggi -
- Chi non lo era, oggi -
- Già! - arrossì Etty e aggiunse imbarazzata - Cosa credi che abbia pensato del mio comportamento Dannis? -
- Se non è del tutto idiota, credo che abbia capito che non gli sei indifferente - fece sornione Nicolas. Etty avvampò.
- Tu l’avevi capito prima di oggi? - fece fissando il tavolo.
- Ho avuto il sospetto ancora il primo giorno che vi ho conosciuti, dopo qualche giorno la conferma evidente... -
- Ah, sì? - fece triste Etty - Lui invece era completamente indifferente... -
- Era solo abbagliato - fece il ragazzo indicando con il capo Lisa - a volte ci aggrappiamo a desideri lontani per paura di scoprire che quello che vogliamo è così vicino a noi da scombussolarci la vita... -
- Non so se è vero - fece Etty sorridente - o se è una fanfaluca per tirarmi su il morale, ma ci sei riuscito! -
- Tu non hai visto la faccia di Dannis quando lo hai salutato - ammiccò ridente Nick.
Etty avvampò di nuovo.

Forse perché era riuscito a tirare su il morale a Etty, ma Nicolas apparve più sollevato quando scese in campo subito dopo il non-pranzo in Sala Comune.
Sul campo c’erano diversi aspiranti nei loro bei completi da Quidditch, in effetti i ruoli scoperti dall’anno prima erano molti: portiere, cercatore e cacciatore. Inoltre erano messi in dubbio anche i ruoli già ricoperti, tutti tranne quello del Capitano, ovviamente.
Ginny era pallida e molto determinata, con un fischietto richiamava l’attenzione e divideva i vari aspiranti. I portieri avrebbero provato dopo i cacciatori, tra loro comparve anche Nat.
- Strano! - Lisa comparve alle spalle di Nick.
- Cosa è strano? - domandò l’altro.
- Nat non ha mai voluto giocare a Quidditch, pur essendo piuttosto bravo e adesso eccolo lì... -
Nicolas non sembrava molto entusiasta dell’avvenimento e rimase taciturno.
Molti si erano presentati per il posto, ma progressivamente vennero richiamati e mandati a posto. Rimasero a confrontarsi per il posto vacante Nat Dayton e Seamus Finnigan, mentre Demelza Robins, già cacciatrice lo scorso anno, fu confermata, vista la bravura e la passata esperienza sul campo. La scelta cadde infine su Seamus, anche se questo creò un certo malcontento nelle fila femminili.
Toccava ora ai portieri. Il primo a provare fu Cormac McLaggen, che fece una prova impeccabile, cinque goal parati su cinque, anche se le fila di Griffondoro sembravano non troppo felici di poter avere un così abile portiere. I concorrenti successivi non sembrarono altrettanto affidabili.
Fu il turno di Nicolas.
- Vai Nicky! - gridarono dagli spalti sia Lisa che Etty.
Nicolas, inforcando una vecchia scopa della scuola, si portò in prossimità degli anelli. Il primo tiro fu quello di Seamus, anello sinistro, parato con decisione. Seguirono un tiro di Demenlza e di Ginny, uno potente, l’altro angolato, entrambi bloccati da una presa sicura. Seamus scagliò la pluffa con tutta la sua forza, forse non sopportava che Nicolas così magrolino, riuscisse a bloccare il tiro di un ragazzo più grande di lui, ma ciò avvenne lo stesso. Seguì quello che doveva essere l’ultimo tiro, una pluffa abbastanza facile di Demelza, a cui però seguì un inaspettato tiro di Ginny e che Nicolas riuscì ad allontanare con un movimento istintivo, respingendolo con la coda della scopa. Ginny sorrise.
La straordinaria prova di Nick mise subito sull’attenti Cormac che immediatamente esclamò:
- Anch’io sarei riuscito a farlo! -.
Furono messi alla prova gli ultimi candidati per il ruolo del portiere, ma nessuno sfiorava le due prove migliori.
- Allora per essere giusti, faremo uno spareggio tra voi due, d’accordo? -
- A rigor di logica dovrei entrare io in squadra perché sono a Hogwarts da più tempo e sono più grande e inoltre... -
- Cormac o ci stai o te ne vai subito, il Capitano sono io! -
- Umpf! - sbottò il ragazzone tarchiato.
Nicolas aveva subito annuito e si prestava a partire, quando Cormac ringhiò:
- Comincio io! - fermandolo malamente con uno strattone alla spalla.
Ginny sorrise - Aspetta Cormac, piccola condizione... -
- Quale? - sbottò l’energumeno.
- Dovete scambiarvi la scopa - fece Ginny indicando lo scambio con l’indice.
Cormac stava per ribattere qualcosa con violenza, ma si bloccò e deglutì, come a rimangiarselo, e sbuffò ancora arrabbiato.
- Va bene! -
- Comincia! - fece la rossa visibilmente soddisfatta.
Il cambio di cavalcatura per Cormac fu deleterio, non aveva la stessa dimestichezza con una scopa così lenta e instabile, respinse quattro tiri su cinque senza bloccarne neppure uno.
Fu invece spettacolare vedere Nicolas sulla “Nimbus” di McLaggen. Era una saetta e si muoveva così fluido, che spesso, intuendo la direzione del tiro, era già lì dove la pluffa sarebbe arrivata. Al fischio finale di Ginny, Griffondoro aveva il suo nuovo portiere.
- Bellissimo manico - fece gentile Nicolas porgendolo a Cormac.
- Dammelo! - il ragazzo nerboruto glielo strappò di mano e si ritirò in un angolo come un leone ferito.
Fu facile confermare i due precedenti battitori, anche se McLaggen provò a cimentarsi in quel ruolo, visto che era stato scartato come portiere, ma Jimmy Peaks e Coote Ritchie non avevano nessuna intenzione di lasciare il loro posto, non solo, tutti i Griffondoro erano felici dei miglioramenti ottenuti dai loro battitori durante l’estate.
Pochissimi si erano presentati per il ruolo di cercatore, forse per rispetto a quello che da sei anni era stato il ruolo egregiamente ricoperto da Harry Potter. Dei pochi presentatisi, nessuno si avvicinava neppure pallidamente alla bravura dell’ex-Capitano.
Neville si avvicinò a una Ginny che appariva sconfortata.
- Ginny devi farlo tu... -
- No! È il ruolo di Harry, io non... -
- Ginny, guardali! Non c’è nessuno bravo come te, fingiamo di avere ancora voglia di giocare, diamo a chi è rimasto qualcosa per cui esultare, ok? -
- D’accordo Neville... - sorrise Ginny - sempre di rimanere ancora in questa scuola domani... -
- Già - ammiccò l’amico paffuto.
Ginny ringraziò tutti coloro che si erano presentati e diede la formazione che aveva scelto.
- Portiere: Knightly Nicolas - batté una mano sulla spalla di Nicky.
- Grazie - fece riconoscente.
- Battitori: Peaks Jimmy e Ritchie Coote - e fece cenno ai due ragazzi che si scambiarono gli ennesimi complimenti.
- Cacciatori: Finnigan Seamus, Robins Demelza e... Dayton Nathaniel -
Nat si alzò di soprassalto stupito, ma felice.
- E - continuò Ginny - come Cercatore: Ginevra Weasley - si spense.
Sugli spalti era ritornato un po’ dell’entusiasmo, che quella terribile mattinata sembrava aver ingoiato per sempre. Anche la McGranitt appariva compiaciuta della sua nuova squadra.
- Ginny, quando ci troviamo per gli allenamenti? - fece Demelza entusiasta.
- Dammi una mano Demelza, organizza tu con gli altri il giorno, che assolutamente non sia di mercoledì, poi ogni altro giorno per me va bene, io devo scappare - fece frettolosamente il Capitano.
- Che bel Capitano avete, già se ne frega della squadra... - li dileggiò Cormac.
Fu Nat a rispondere - Se vuoi andartene con le tue gambe, McLaggen, è meglio che ti avvii velocemente: questa è una riunione riservata ai giocatori Griffondoro! - e sorrise beffardo.
Anche gli altri furono dello stesso parere e Cormac se ne andò indispettito.
Si decise un calendario degli allenamenti abbastanza rapidamente e Demelza congedò la squadra.
- Ehi! Knightly! - chiamò Nat, vedendo che Nicolas si stava allontanando.
- Sì? - rispose incerto il ragazzo.
- Non riusciresti a procurarti un manico decente? - accennò alla scopa che Nick teneva in mano.
- Spero... - sorrise Nicky - sto cercando un’offerta... -.
- Mio padre è un rivenditore e posso vedere di ottenere un buon manico a un prezzo ragionevole - disse guardando in aria senza troppo trasporto.
- Sarebbe fantastico - rispose l’altro e aggiunse - se non è troppo disturbo -.
L’altro reagì irritato - Se fosse di disturbo non te l’avrei detto! -.
- Beh! - continuò il ragazzo greco - allora grazie! - e fece per allontanarsi.
- Knightly! - lo richiamò Nat.
Nicolas si voltò con sguardo interrogativo.
- Stamattina sei stato in gamba con i Canon... -
- Sono amici, era il minimo - rispose e, giratosi, se ne andò.
Nicolas, dopo essersi lavato e cambiato dalla vecchia tuta sgualcita di Quidditch, tornò a vedere i provini delle altre case. Stavano scegliendo il portiere dei Corvonero.
Sugli spalti vide Walter visibilmente annoiato.
- Ciao Walter! -
- Oh! Ciao Nicky! -
- Non partecipi ai provini? -
- No, non mi piace volare -
- Non so perché, ma lo immaginavo... - sorrise Nicolas - è strano non vederti sulla riva del lago nero -
- Ogni tanto devo pur mescolarmi a quelli della mia casa... - sospirò.
- Non vedo Luna Lovegood, invece lei me l’aspettavo nella squadra di Quidditch -.
Walter scoppiò a ridere sonoramente, uno scroscio gorgogliante di un’allegra cascata.
- Stai scherzando! Luna è lontano anni luce da una cosa banale come il Quidditch! -
- Eppure mi sembrava predisposta al volo - fece insicuro Nick.
- A un altro genere di volo: quelli con la testa tra le nuvole - sorrise Walter.
- Strano è come se lo sentissi, mai provato una sensazione simile? -
- Sì - rispose con sicurezza Walter - la stessa che mi fa affermare con certezza che non ami nuotare -.
Stavano chiacchierando amabilmente quando sopraggiunse Natalie.
- Ciao Nicky! Ciao Walter! -
- Oh! Ciao Natalie - rispose Nicolas.
- Ciao - fece il Corvonero, che continuò - Beh! Le selezioni dei Corvonero sono finite e io devo andare a complimentarmi con il nuovo cercatore, scusate! -
- A presto - gli fece un cenno Nicolas, a cui l’altro ragazzo rispose.
- Che maleducato! - sbottò Natalie - Sono appena arrivata e lui se ne va -
- Forse aveva da fare. - lo giustificò Nick con un sorriso e tentò di cambiare discorso - Allora ti piace il Quidditch, Natalie? -
- Non particolarmente - fece indifferente la ragazza, guardando ostinatamente dove era scomparso Walter.
- È strano di solito Walter non dà confidenza a nessuno oltre la sua ristrettissima cerchia di amici - Natalie guardò Nicolas con aria indagatoria.
- Eppure con me è sempre molto amichevole - sorrise imbarazzato, quasi a scusarsi.
- Già, chissà perché? - Natalie rivolse quella domanda più a sé che al ragazzo.
Nicolas alzò gli occhi al cielo e guardò la gente sugli spalti.
- Oh! C’è il preside Piton! - esclamò colmo di stupore.
- Non lo sapevi? - chiese con ovvietà la ragazza Griffondoro.
- No, non l’ho mai visto girare per la scuola in queste settimane - disse meditabondo.
- È vero, in genere rimane sempre chiuso nel suo ufficio, ma il professor Lumacorno, Capocasa dei Serpeverde, sembra abbia avuto una leggera colite demoniaca, dopo il suo ultimo party al Lumaclub e quindi ha chiesto a Piton, ex-Capocasa Serpeverde, di sostituirlo durante le selezioni. Inoltre Piton è molto legato a questa competizione... -
- Oh! - fece Nicolas in un’esclamazione di chiarimento, fissando il Preside che aveva visto solo due volte fino ad allora. Questi gli puntò improvvisamente i freddi occhi neri addosso. Nicolas, turbato e rosso in volto, girò lo sguardo immediatamente e riprese a parlare con la sua compagna.
- Cos’è il Lumaclub? - chiese curioso, domanda che Natalie sembrò gradire per cui riempì uno sprovveduto Nicolas di chiacchiere e gossip, alcuni risalenti a molto prima del suo ingresso a Hogwarts, ma che lei garantiva sicuri e affidabili.



Qualcun altro stava fissando il preside Piton dall’alto di una vetrata, facendo ruotare in aria un galeone d’oro, che per la maggior parte delle volte non riusciva a riprendere, facendolo cadere per terra.
- Maledizione! - esclamò Neville Paciock, raccogliendo per l’ennesima volta la moneta.
A poche decine di metri due figure, con addosso cappelli da mago così ampi da coprire per intero il loro viso e a cui erano stati praticati fori per gli occhi, confabulavano tra loro davanti all’enorme Gargoyle, che custodiva la scala a chiocciola che portava all’ufficio del Preside.
- Allora la parola d’ordine - fece una voce femminile pratica.
- In effetti è piuttosto ovvia “Veritaserum” - il gargoyle si aprì - una pozione che apre le porte di una verità nascosta, il professor Piton è piuttosto logico - fece un’altra voce femminile, piuttosto trasognante.
- Non è l’aggettivo che mi viene subito in mente per descrivere Piton, comunque saliamo - ribattè l’altra con un tono secco.
Superato il grosso portone, entrarono nello studio del Preside.
- Mi piace questo luogo - fece la voce più flebile.
- Piton non ha cambiato quasi nulla da quando l’ha lasciato il Preside - fece decisa la prima voce - Eccola! Prendiamola -.
La figura incappucciata più alta colpì una teca di vetro, che andò in mille pezzi, permettendo alla sua bianca mano di raggiungere una meravigliosa spada incastonata di rubini.
- La moneta è calda - disse la voce flebile con tutta calma.
- È l’allarme! Piton sta tornando - esclamò allarmata l’altra, continuò stizzita avvolgendo in un panno la spada - i provini non possono essere già finiti! Presto, scappiamo di qui! -
- Ok - rispose l’altra come se le fosse stato proposta una passeggiata al sole.
Le due figure corsero giù dai gradini, la prima ansiosa con la spada stretta sotto il mantello, la seconda leggera e quasi danzante.
La figura davanti, prima di gettarsi nel corridoio, si fermò a controllare che fosse sgombro, poi, seguita dall’altra, si gettò velocemente, ma attenta a non fare troppo rumore, lungo la parete di pietra, coperta da dipinti.
- Ehi! Fermi! - urlò Gazza notando le due figure incappucciate.
- Corri! Corri! - fece la voce che aveva dettato tutta l’iniziativa.
Scomparirono dietro un angolo, mentre il bieco Custode tirava dritto. Retrocedevano sui gradini, attente a che Gazza non ritornasse sui suoi passi.
- Ehi! - una mano fermò la spalla della figura che stringeva la spada, che repentina si voltò puntando la bacchetta.
- Ferma Ginny! Sono io - Paciock sorrise alla ragazza.
- Neville sei impazzito pensavo che ci avessero scoperte! - sospirò.
- E infatti è così, Weasley - fece l’untuosa voce del preside ai piedi della scala.

Ginny, Luna e Neville erano davanti a tutti i presidi passati della loro scuola, ma in particolare di fronte al preside attuale e tutti e tre erano a testa alta.
- Come vi siete permessi - sibilò l’uomo alto e in nero guardandoli dritto negli occhi - rubare al Preside uno dei preziosi manufatti dei Fondatori... -
- In realtà - fece spavalda Ginny - non l’abbiamo rubato, anzi volevamo consegnarlo al suo legittimo proprietario -
- Ah, sì! - Piton alzò un sopracciglio - E a chi? Godric Griffondoro in persona? -
- No, a Harry Potter, secondo le ultime volontà del Preside Silente - Ginny guardava fissa davanti a sé, ma, nel pronunciare il nome del defunto preside, li alzò automaticamente allo sguardo sorridente e benevolo del ritratto appeso sopra la scrivania.
In quell’attimo fecero irruzione nell’ufficio i fratelli Carrow, seguiti dal passo elegante e altero della McGranitt e da quello trotterellante di Vitious.
- È una vergogna Piton - urlò Amycus - penserò io personalmente a punire questi traditori del loro sangue con una pena esemplare - già stava alzando il braccio armato di bacchetta quando Piton  fermò il suo eccesso d’ira contro la ragazza Griffondoro.
- Weasley! Il mio predecessore non aveva nessun diritto di alienare un bene della Scuola e, in particolare, affidarlo ad un delinquente qual è Potter - disse Piton con odio - ma questa è una delle numerose decisioni che mi trovano in profondo disaccordo con il mio predecessore -.
- Lascia punirla a me – ripeteva sgrammaticato Amycus con un rivolo di bava che gli affiorava dalla bocca.
- Se così stanno le cose, - improvvisamente commentò Luna minimamente scalfita dal pericolo che stavano correndo lei e i suoi complici - se la spada non era del Preside, allora non abbiamo rubato al Preside -. A Neville scappò un risata, subito soffocata dallo sguardo severo della McGranitt.
- Piccola impudente - Alecto si stava per scagliare contro Luna, quando Vitious si intromise con la sua esigua statura.
- No, professoressa Carrow la punizione dei ragazzi spetta al Preside e ai rispettivi Capicasa è il regolamento! -
- Severus! - esclamò indignata la Carrow.
- Basta! - fece Piton con autorità - Prima di punire esemplarmente questi sciocchi ragazzi ho due importanti commissioni. La prima, - guardò Amycus - voglio che tu contatti la Gringott, devono mandare velocemente qualcuno a ritirare la spada di Griffondoro e condurla in una delle camere, quale e quando lo riferirò più tardi - gettando una fredda occhiata a quelle che doveva ritenere orecchie indiscrete.
- Certo, vado! - fece Amycus quasi felice di un compito che doveva ritenere prioritario.
- La seconda - gli occhi neri si fermarono su Alecto, che appariva visibilmente scocciata.
- No! Severus voglio che si cambi il regolamento e voglio istituire una squadra di disciplina! -
- Prima questo - e vergò con la penna un foglietto - voglio che tu faccia recapitare il prima possibile questo messaggio. Il prima possibile! - cadenzò queste parole con calma e solennità.
- Poi Severus ne ridiscuteremo - sbuffò la donna, girandosi verso l’uscita e lanciando un’ultima odiosa occhiata agli studenti e ai due professori.
Dopo che la porta fu rumorosamente sbattuta, la professoressa McGranitt si rivolse ai ragazzi.
- Non posso credere che abbiate tenuto un comportamento tanto sconsiderato! -
- La vostra azione è davvero ingiustificabile - sottolineò Vitious, che mai era apparso tanto furibondo, - e credo che un’azione del genere meriti la massima punizione prevista in questi casi! -
- Per tre settimane andrete di notte con Hagrid nella Foresta Proibita, bisogna controllare che i centauri non stiano violando i nostri confini - fece Piton asciutto, senza guardarli negli occhi.
- Addirittura tre settimane - fece la McGranitt con un’espressione severa, ma con uno strano luccichio negli occhi.
- Vorrebbe che fossero quattro, Minerva? -
- No, no - intervenne Vitios incalzando - tre settimane sono una punizione terribile: solo passare una notte nella Foresta Proibita anche per un mago esperto non è cosa da poco -.
- Ai vostri dormitori, subito - fece imperiosa e amara la McGranitt.
I tre ragazzi non dissero nulla e corsero fuori.
- L’abbiamo scampata bella - fece Paciock - non potevamo uscirne meglio -.
- Sssh! - fece Ginny, tappando la bocca all’amico. Subito dopo uscirono Vitious e la McGranitt.
- Spero che in futuro un’azione tanto pericolosa e inutile non si ripeta da parte di voi tre! - la McGranitt aveva un volto molto tirato - la prossima volta le conseguenze potrebbero essere molto serie -.
- Inoltre vorrei aggiungere che domani la severità della vostra punizione sarà al centro di molti discorsi e vorrei che, muti e rassegnati, non ne faceste sfoggio baldanzoso tra i vostri compagni! - anche Vitous era serio e preoccupato, in un discorso che faceva intuire più di quanto aveva detto.
- D’accordo professore, abbiamo capito - fece Ginny.
Avviandosi per i corridoi, Ginny disse a bassa voce ai compagni:
- Dobbiamo far credere a tutti che la punizione che ci hanno dato è stata tremenda, in particolare ai Carrow -. I due compagni annuirono.

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