Introduzione alla Fan Fiction
Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura.
L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.
L’attività di Nicky
Nicky arrivò sbadigliando alla Sala Grande, si sedette a tavola, dopo aver salutato allegramente i compagni di Casa.
- Buongiorno! - i ragazzi ricambiarono, tra sorrisi e sbadigli, il saluto.
Seduto a tavola, sembrò guardare un po’ disgustato le uova all’occhio di bue, la pancetta e il bacon abbrustoliti e le tazze di porridge.
- Uff... -
Non fece in tempo a finire il suo sbuffo, che subito davanti a lui comparvero una bella tazza di liquido nocciola con un piattino di croissant freschi e fragranti. Stupito all’inverosimile dell’accaduto, si volse velocemente verso un gargoyle nell’angolo vicino alla porta, con uno sguardo colmo di gratitudine e fece il gesto dell’“ok” al muso di marmo.
Etty fu la prima a farsi avanti tra i compagni incuriositi.
- Beh?! Spiegaci... -
Nicky sorrise e rispose:
- Ieri non vi ho seguito per la colazione, ma in Sala comune ho “banchettato” con dei dolciumi, nel frattempo sono comparsi gli Elfi domestici a mettere in ordine e un’elfa mi guardava insistentemente storto, allora le ho chiesto cosa avesse da guardarmi, mi ha risposto che lei prepara colazioni buonissime e mi ha chiesto perché io non le mangiassi mai, allora le ho chiesto come sapesse che io non facevo mai colazione, mi ha detto che lei spesso guarda la nostra reazione ai suoi piatti da quel gargoyle laggiù - e indicò la statua a cui aveva appena fatto cenno.
- Sorrisi, non volevo risponderle, ma si è tanto prodigata per saperne il motivo, che ho confessato la mia abitudine mediterranea di bere caffelatte e biscotti o brioches, sorvolando la mia avversione per una colazione simile, poi mi ha espressamente invitato a fare di nuovo colazione in Sala Grande - indicando il resto della tavolata.
Etty sorrise.
- Tralasciando che ha appena giudicato disgustose le nostre abitudini alimentari - tirandogli una scherzosa occhiata torva - trovo che quell’elfa sia stata molto gentile! -
Anche Nick decretò, dopo un morso al cornetto, - Gentile è dir poco! Volete favorire? - e porse il piattino che emanava un tenero effluvio.
- Se scopro come scendere in cucina la ringrazio personalmente! -
- C.R.E.P.A.! - esclamò Etty.
- Ok! Scusa non offenderò mai più la cucina inglese, anzi mi sforzerò di fare la vostra colazione! - si affrettò a rispondere Nicolas, turbato.
- No! Intendevo dire che dovresti iscriverti anche tu al Comitato per la Riabilitazione degli Elfi Poveri e Abbruttiti. Una nostra compagna l’aveva istituito, non ha mai preso molto piede, però a me piaceva l’idea, ho sempre trovato gli elfi così carini... - disse teneramente.
A momenti il latte di Nick gli uscì dal naso e anche Dannis scoppiò a ridere.
- Già! Hermione è veramente in gamba! -
Il discorso fu interrotto dalla solita planata di centinaia di gufi, Nicky che era totalmente immerso nella sua gustosa colazione non li degnò di uno sguardo visto che non si aspettava posta, ma uno, due, tre, quattro, cinque e sei gufi, gli depositarono in grembo altrettante buste simili, piuttosto ampie, al cui interno si intuiva una parte rigida.
- Questa non me l’aspettavo - mormorò a mezza voce. Poi le raccolse, le ordinò e, senza aprirle, le pose nella borsa, dicendo - Male non fa! -.
Anche i suoi compagni avevano ricevuto posta e non si accorsero del comportamento piuttosto bizzarro di Nicky. Finita la colazione tutti si prepararono ad andare a lezione, Nicky si avviò tranquillo con gli altri.
---
Nel pomeriggio Nicky entrò in camera sua, si sedette per terra, sfilò dalla borsa le sei buste e le pose davanti a sé. Lio arrivò in un silenzioso battito d’ali e si aggiustò sul trespolo che era ormai divenuta sua dimora ufficiale in quella camera.
- Da un certo punto di vista è meglio che qui non ci sia nessuno a parte me... ciò mi permetterà di lavorare con assoluta tranquillità - detto questo, aprì le sei buste e tirò fuori cinque bacchette magiche di diversa lunghezza e colore e dalla sesta ne trasse una spezzata a metà, per cui fece una smorfia di dolore.
- Allora vediamo cosa vi hanno combinato... mpf! Che brutto sbrego che ti ha fatto Lucas -.
Nick stava parlando con la bacchetta che teneva in mano, in cui compariva una fessura, da cui si intravedeva del materiale magico. Dopo aver esaminato l’entità del danno, Nicky trasse dal suo baule una scatoletta di legno, la aprì e tirò fuori un barattolo e una piccola spatola, aprì il barattolo in cui apparve una sostanza densa e chiara, che prese con la spatola e che spalmò fino a coprire la fessura. Dopodiché prese la sua bacchetta e colpì quella di Lucas, pronunciando:
- In Aceris lignum! -
La sostanza chiara e cremosa divenne lignea, rigida e dello stesso colore della bacchetta riparata. Nicky la levigò con cura con un altro attrezzo, tratto dalla sua scatolina, e infine la lucidò con un panno e del lucido apposito. La bacchetta sembrava nuova.
- Una è fatta! -
Prese in mano un’altra bacchetta, questa sembrava apparentemente integra, Nicky la scosse e da essa uscì del fumo verde marcio e maleodorante.
- Quante volte avrò detto al signor Andros di smetterla di usare la bacchetta di suo nonno e di prenderne una sua! Sono completamente incompatibili!! Questa bacchetta lo detesta, continua a ritorcergli i suoi malocchi! -
Scorse con un dito le fialette di vetro che aveva nella sua scatolina, ne prese una e sospirò.
- Ho ancora pochissimo calmante per bacchette, appena mi arriveranno i soldi di queste riparazioni ne ordinerò dell’altro - detto ciò, intinse la punta bacchetta nella fiala e la lasciò lì.
Guardò sconsolato la bacchetta spezzata.
- Dovrò scrivere al signor Pappos che per avere una bacchetta nuova dovrà aspettare minimo un mese, qui non ho molto tempo! -
Infine scrisse due righe al signor Pappos e al signor Lucas, le imbustò, ma nella lettera siglata L. M. pose anche la bacchetta riparata. Avvolse le altre bacchette in un panno vermiglio.
- Provvederò a voi più tardi, ora devo fare i compiti - e le adagiò con cura nel baule.
- Ah dimenticavo! - tolse la bacchetta rimasta dentro la fiala e la pose con le altre, chiuse il boccettino ormai vuoto e lo rimise nelle propria scatola, che spinse poi sotto il letto.
Prese i libri e si diresse verso la biblioteca per terminare la sua pergamena di Storia della Magia e la mappa delle lune di Giove per astronomia.
---
La biblioteca non era particolarmente popolata, Nicolas si sedette vicino ad un’ampia finestra e trasse dalla sua borsa libri e pergamene, nel frattempo si guardò intorno e incrociò lo sguardo di Nat, il compagno un po’ brusco che aveva conosciuto pochi giorni prima. Nat si stava intrattenendo con due splendide ragazze, una apparteneva ai Tassorosso, aveva i capelli di un biondo intenso, come di grano maturato al sole, la pelle era abbronzata, quasi più scura di quella di Nicolas, e sul bel viso splendevano una perfetta schiera di denti bianchissimi e due occhi verdi, color del primo prato di primavera. Era la ragazza che lo aveva inconsapevolmente ospitato nel proprio scomparto, nel viaggio in treno per Hogwarts, quando cercava di nascondersi dai bambini del primo anno.
L’altra ragazza era di Griffondoro, bionda anche lei, ma con i capelli più chiari dell’amica, gli occhi erano azzurrissimi, quasi grigi e, nonostante quelle che dovevano essere battute molto divertenti di Nat, si limitava a sorridere compiaciuta.
Al cenno di Nicolas, Nat girò lo sguardo in un gesto di ostentato disinteresse, anche la Griffondorocon lui lo imitò, la Tassorosso invece sorrise e rispose al cenno, poi ritornò a parlottare con gli altri compagni di tavolo.
Madama Pince intimò, forse per l’ennesima volta, di fare meno chiasso o di dirigersi fuori dalla biblioteca.
Nicolas si arrese alla maleducazione dei compagni di Casa e si immerse nei propri compiti, distratto solo dalle forti folate di vento che scuotevano i vetri mal fermi nelle guide delle finestre.
- Sei tu Nicolas Knightly? -
Nick alzò lo sguardo e vide che il magro e cupo custode Gazza lo stava squadrando con occhi intrisi di disprezzo e sdegno.
- Sì, sono io -
Gazza sorrise in un ghigno giallastro e poco rassicurante.
- Il preside ti cerca... - sghignazzò - ...seguimi! -
Nick si fece pallido e assunse una tenue sfumatura verdastra, mentre rimetteva frettolosamente le proprie pergamene nella borsa, senza tentare neppure di dare loro un ordine, tant’è che a ogni movimento inconsulto rischiavano di cadere a terra. Infatti precipitarono un paio di volte, rendendo il ragazzino più timido e impacciato che mai, sotto lo sguardo di un Gazza soddisfatto.
Alla fine Nicky riuscì a raccogliere tutta la sua roba e a incespicare qualche passo dietro a Gazza che, durante tutto il tragitto, insinuava a possibili punizioni e castighi, a cui avrebbe personalmente sottoposto il ragazzo, per il guaio che aveva combinato e per cui era convocato nell’ufficio del preside, a meno di una settimana dall’inizio delle lezioni.
Arrivarono davanti ad un imponente Gargoyle di pietra davanti al quale Gazza si fermò e disse altisonante:
- Pozione Polisucco! -
La parete si aprì di lato e permise a Nicolas di accedere a una scala a chiocciola che saliva lentamente.
- Sali - intimò Gazza - Non temere ti aspetto qui - gli sorrise in un modo sempre meno rassicurante.
- Ok! - deglutì Nicky, mentre si rigirava e contorceva le mani impregnate di sudore freddo.
Arrivò davanti a uno splendente portone in quercia con un batacchio a forma di grifone, per un attimo quella figura gli diede come un senso di conforto, perché si calmò e accennò ad un sorriso mentre lo impugnava per bussare. Sensazione che cessò immediatamente quando l’untuosa voce del preside pronunciò:
- Avanti -.
La porta si aprì e un Nicolas sbiadito, quasi quanto il suo omonimo fantasma, apparve nell’ufficio del preside.
- È stato convocato qui signor Knightly per chiarire una questione - scandì l’uomo vestito di nero dietro ad una grande scrivania, ai cui lati apparivano i fratelli Carrow.
Nicolas tacque.
- Pensi di sapere di cosa vogliamo parlarti? - e Piton lo guardò intensamente.
Nicolas abbassò lo sguardo e fece cenno di “no” con la testa, gli occhi pieni di terrore.
- Riguarda la tua posta di stamattina... -
Il ragazzo alzò lo sguardo, la velatura lucida era scomparsa.
- La mia posta? - fece incuriosito.
Intervenne la professoressa Carrow - Nella situazione in cui siamo, per la vostra sicurezza, noi dobbiamo verificare il contenuto della vostra posta! Siamo in guerra dopotutto! -
Piton alzò una mano per zittire la propria vice-preside e disse con una nota fredda e dura nella voce:
- Cosa se ne fa un ragazzo al quarto anno di sei bacchette? -
- Oh! Scusate, pensavo che la Scuola avesse comunicato... io, Signore, le riparo, per lavoro... è una piccola attività che faccio per pagarmi gli studi, la mia famiglia non è molto ricca... -
- Severus il ragazzo è un purosangue, a noi interessa questo, non la ricchezza - sussurrò la vice-preside al professor Piton. Per un istante negli occhi del Preside vi fu un lampo di puro disgusto.
Il ragazzo continuò balbettando:
- Ho qui con me la certificazione del Ministero di Arcadia e il tesserino di artigiano autorizzato - trasse tremante da un sacchetto sotto il mantello un paio di documenti, mostrandoli ai propri docenti. Piton glieli strappò di mano e ne verificò immediatamente l’autenticità con un paio di incantesimi.
- Puoi fabbricare delle bacchette? - fece questa volta il professor Carrow, con uno strano bagliore negli occhi, come se avesse avuto una brillante idea.
- No, non ne sono ancora capace, posso riprodurre una bacchetta, se il materiale magico è ancora intatto, ma non ho ancora le competenze per creare i giusti equilibri - rispose subito Nicolas, per un istante quasi sollevato di questa incapacità. Carrow invece non fu felice di quella risposta.
- Puoi andare signor Knightly, ma mi raccomando che la tua attività non diventi centro di attenzione per la Scuola e i tuoi compagni, mai! Anzi evita di parlarne e di farlo sapere, vorremo che qui tu imparassi e non ti mettessi in mostra. - aggiunse sdegnato - Abbiamo già avuto problemi con ragazzi “prodigio” - disse sempre più gelido il Preside Piton e lanciò ancora una lunga occhiata profonda a Nicolas, facendogli uno sprezzante gesto di congedo.
- Buon Pomeriggio Professori, Buon Pomeriggio Preside! - rispose il ragazzo con un educato inchino e ritornò sui suoi passi. Prima di girarsi incrociò per un istante gli occhi azzurri del ritratto appeso alle spalle di Piton che gli fecero un simpatico occhiolino.
Aprì la porta alle sue spalle e dietro vide la professoressa McGranitt pallida che stava per bussare.
- Knightly! - esclamò.
- Buon pomeriggio, professoressa - rispose Nicolas.
- Perché uno studente della mia casa è stato convocato in presidenza, senza informarmi? -
- Niente di speciale Minerva, abbiamo chiarito alcuni aspetti che ci erano sembrati sospetti nella posta di Knightly -
- Nella Posta? - fece incuriosita e perplessa la professoressa.
- È tutto in ordine Minerva, te ne parlerò più tardi. Ora ho questioni più urgenti, puoi accompagnare il tuo studente, se lo desideri - la accomiatò senza replica il Preside.
La professoressa assottigliò le labbra e fece severa a Nicolas:
- Andiamo! -
Nicky era già per le scale, che ora avevano cambiato senso di marcia e scendevano.
- Knightly non ti voglio più vedere in presidenza, per il tuo bene comportati in modo ineccepibile. È meglio che nessuno si interessi troppo a te, dico bene? -
- Professoressa - fece timido il ragazzo - è stata lei a contraffare il mio stato di famiglia? -
- Abbassa la voce! - lo zittì l’insegnante, che continuò - La tua domanda era già stata accettata senza nessuna remora dal precedente Preside, il segretario e io non vedevamo il motivo di scartare la tua, come quella di molti altri, per uno stupido status di famiglia, purtroppo siamo riusciti a farlo solo per pochissimi studenti - sospirò la McGranitt.
- Molto bene Knightly! Ora che intuisci come stanno le cose hai ancora più interesse a prestare la massima attenzione, non solo per te, ma anche per le persone che ti hanno aiutato. Non voglio più vederti in quell’ufficio, mai più! -
Nicolas guardò intensamente la professoressa con gratitudine.
- Cercherò di non deluderla, professoressa! - e si allontanò verso la Biblioteca.
Nessun commento:
Posta un commento