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giovedì 9 gennaio 2014

Luci e ombre

Introduzione alla Fan Fiction

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura.
L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Luci e ombre

Era passata solo una settimana dall’inizio della scuola, ma si intuiva pesantemente che Hogwarts non era più la stessa. La posta degli studenti era ispezionata attentamente e spesso molti ragazzi venivano convocati alla presenza del Preside per alcuni “chiarimenti” riguardo alla propria corrispondenza o severamente ripresi per atteggiamenti “non consoni” tenuti in classe.
Era severamente proibito esprimersi all’interno delle lezioni di Babbanologia e di Difesa delle Arti Oscure, a meno che non si facessero interventi a favore delle estreme prese di posizione dei nuovi insegnanti.
Mentre Corvonero e Tassorosso faticavano a sopportare con pazienza le insinuazioni razziali e oscure che i Carrow manifestavano durante le loro lezioni, la maggior parte dei Serpeverde si erano adeguati magnificamente, ottenendo numerosi smeraldi per la loro clessidra a ogni lezione. I Griffondoro invece venivano continuamente richiamati e puniti, perché intolleranti ad ogni insinuazione, specie se era rivolta contro i loro beniamini: il trio che solo l’anno prima frequentava quegli stessi banchi.
Come aveva promesso alla McGranitt Nicolas si manteneva cauto e non si esponeva mai direttamente contro uno qualsiasi dei professori, comportamento che gli ottenne una progressiva simpatia della professoressa Carrow, ma che non lo metteva in buona luce rispetto ai compagni di Casa.

Nicky si svegliò da quello che doveva essere stato un sonno piuttosto tormentato, perché appariva piuttosto stanco, si inforcò gli occhiali dalla pesante montatura che gli davano un’aria terribilmente intellettuale e matura, nascondendogli gran parte del viso. Si sedette sul letto e si mise come ad aspettare qualcosa che sarebbe accaduto di lì a poco. Poi si alzò preparò gli oggetti utili per l’igiene personale con molta calma. Conclusa l’operazione si risedette e riattese. Tutto ciò era strano perché non era molto presto e non si capiva come mai egli si attardasse tanto. D’improvviso si alzò e origliò da dietro la porta cosa stava accadendo fuori: pochi rumori di ragazzi che rientravano dal bagno e uscivano dalla Sala Comune per la colazione.
A questo punto uscì nella Sala comune semi deserta e si diresse velocemente alle docce.
Arrivò per la colazione quando alcuni studenti si stavano già allontanando. Nicolas scorse la figura di Etty e prese posto vicino a lei.
- Buongiorno Etty! Dormito bene - chiese educato.
- Sì, grazie - gli sorrise - Tu? -
- Bene, grazie! Come hai trovato il compito di Babbanologia, io piuttosto assurdo -
- Non l’ho fatto - disse con semplicità.
- Ma ti darà un brutto voto - fece grave Nicolas.
- Non me ne importa un granché! - fece spallucce la ragazza.
- Ma ... -
- Senti, Nicky, non voglio essere scorbutica, ma ti rendi conto che quella donna dice un sacco di scemenze cattive in quella classe? È senza ritegno, crudele e ottusa, non devi darle corda! -
- È un’insegnante, magari posso non condividere quanto dice, anche se in realtà di babbani non ne conosca, ma non è conveniente mettersi contro -
- Non è conveniente per chi? - fece arrabbiato un ragazzo Griffondoro che aveva ascoltato la conversazione - ma tu da che parte stai? -
- Aspetta Neville, lui è nuovo, non sa cosa ha fatto Harry in questi anni, cosa ha combattuto, cosa sta succedendo adesso... -
- È vero, io non ci sto capendo nulla - fece confuso Nicolas.
- Prima di tutto tengo a precisare che nulla di quello che dicono i professori Carrow corrisponde a verità! Nulla! - disse sdegnato il ragazzo Griffondoro, chiamato Neville.
- Giusto! Secondo: ti sembra una situazione scolastica normale quella che stiamo vivendo? -
- In effetti, è un po’ insolita per me, ma credevo che per voi non fosse strano che il professor Vector ci abbia regalato delle api frizzole per aver eseguito un buon esercizio o l'estrema cortesia della McGranitt... -
- Ma in che diavolo di scuola sei stato rinchiuso fino ad adesso? - fece attonita Etty.
- Voi in che scuola siete stati fino ad adesso, che vi stupite delle punizioni della Carrow quando la contraddite... - fece interdetto Nicolas - per me è perfettamente normale che ci controllino la posta o le letture e ci puniscano se solo li guardiamo storto... -
- Nicolas siamo alla fine del XX secolo! È una cosa abominevole quello che ti hanno fatto passare alla tua vecchia scuola! - Etty era allucinata - Necessiti di una rieducazione! -
- Potrebbe essere un’idea - fece non del tutto convinto Nicolas.
- Da oggi in poi faremo un’ora di compiti insieme in Sala Comune, è più sicuro, e ti spiegherò come andavano le cose a Scuola quando c’era Silente! -
Detto questo arrivò la posta per il ragazzo due grandi buste, simili a quelle già ricevute e due bigliettini più piccoli.
Nick aprì il primo “Grazie Nicolas per il lavoro, ora la mia bacchetta è come nuova!!! Ti invio il denaro che ti devo... più un extra per l’urgenza! Lucas” e infatti delle monete splendevano tintinnanti sul fondo della busta. Nicky sorrise soddisfatto.
Neville rise e disse:
- Certo che Gazza avrà un bel da fare a controllare la tua posta, Nicky! -
- Perché? - fece curioso Nicolas.
- Dubito fortemente che sappia leggere il greco! - fece sorpreso il ragazzo paffuto.
- È vero, non ci avevo pensato! - disse rigirando il biglietto coperto da lettere che per lui dovevano essere familiari, mentre per Etty, Neville e qualsiasi altro studente erano segni incomprensibili.
- È tardi! Meglio avviarsi! - fece Etty e i tre ragazzi si allontanarono. Mentre Nicolas ed Etty presero la stessa direzione, Neville li salutò dirigendosi verso le serre.

Come aveva previsto Nicky la professoressa Carrow fu molto contrariata dal fatto che Etty, “la peggiore studente del suo corso”, non avesse fatto il compito richiesto: un semplice tema dal titolo “Come allevare un cucciolo di babbano”.
Etty non rispose a nessuna provocazione dell’insegnante, ma il suo silenzio irritò ancora di più la professoressa che infine le ingiunse di andare quel pomeriggio nel suo studio per la punizione che si meritava.
All’uscita dalla classe Etty fece a Nicolas sorridente:
- Mi spiace Nicky dovremo rimandare la lezione di oggi! -
- Etty, ti avevo detto che non era prudente... -
- Preferisco assecondare la mia coscienza che quell’arpia -
- Tu mi darai lezioni sulla vita del XX secolo e io ti dovrò insegnare la sopravvivenza nel secolo oscuro - sospirò Nicky, Etty rise.

A pranzo Nicolas incontrò ancora Neville.
- Ciao, Nicky! Tutto bene? -
- Io sì, ma quella zuccona di Etty ha preso una punizione a Babbanologia... -
- Buon per te Etty, così si fa! -
- Grazie Neville - fece compiaciuta la ragazza - detto da te vale doppio... dalla battaglia a Hogwarts dell’anno scorso tutti ti guardano con un senso di reverenza - gli sorrise.
- Grazie a Harry, come sempre - rispose arrossito il maggiorenne.
- Già! Grazie a Harry! - ripetè la giovane Griffondoro.
- Deve essere proprio un tipo in gamba - mormorò Nicolas, pensoso.
- La cosa più straordinaria è che lui non si rende neppure conto del mago straordinario che è! - gli occhi di Neville brillavano di ammirazione - Quando ci addestrava nell’ES per combattere Voi-Sapete-Chi e i Mangiamorte, era semplicemente strepitoso... -
- L’ES? - interruppe Nick - che cos’è l’ES? -
La voce di Neville divenne un sussurro.
- E.S. stava per Esercito di Silente, quell’anno avevano mandato una stupida agente del Ministero ad insegnare Difesa delle Arti Oscure - disse con disprezzo - la “professoressa” Dolores Umbridge - e continuò con il tono di chi architetta una congiura - praticamente non ci insegnava nulla per paura che Silente ci “usasse” contro il Ministero, idea ridicola - Neville alzò gli occhi al cielo - allora Hermione Granger, la migliore amica di Harry, aveva ideato questo gruppo che si ritrovava per imparare a difendersi dalle Arti Oscure, guidato dall’unico che ne sapeva più di tutti: Harry Potter! -
Nicolas era visibilmente emozionato, mentre Etty, che probabilmente aveva sentito questa storia decine di volte, si rabbuiò.
- Peccato non averne potuto farne parte, ma ancora non conoscevo Dannis così bene! - sbuffò contrariata.
- Saresti stata un’adepta perfetta - le disse Neville per consolarla - chissà magari ne potresti ancora farne parte... -
- Neville! - tuonò una voce familiare alle loro spalle, i tre saltarono sulle sedie.
- Oh, ciao Ginny! - fece Neville come colto a frugare in un vaso proibito di biscotti fatati.
- Ti interrompo mentre parlavi di affari importanti o di cose che sarebbe meglio tacere? - lo scrutò con aria indagatoria, oltre che minacciosa.
- Solo aneddoti sul passato, Ginny - fece sorridendo Neville, cercando di celare l’imbarazzo.
- Andiamo, non ricordi che dobbiamo studiare con Luna? -
- Arrivo subito! - prese la sua borsa e fece un veloce cenno ai compagni di pranzo - Ciao ragazzi! -
- Ciao! - fecero entrambi in coro.
- Ti saluto anch’io Nicky! Non so quanto tempo mi porterà via quella megera stasera quindi voglio avere tutti i compiti delle “vere materie” a posto, ci vediamo a Trasfigurazione -
- Ok - le rispose Nicolas, mentre la ragazza si allontanava con un cenno di saluto.
Lasciato solo, il ragazzo si ricordò dell’altro biglietto ricevuto quella mattina e lo trasse, un po’ stropicciato, dalla borsa.
“La supplico signor Knightly, non posso aspettare un mese per avere una bacchetta nuova, me la faccia il più presto possibile e stia attento al materiale magico, va dosato attentamente... saprò ricompensarla. Sig. Pappos” .
Nicky sembrò contrariato e infatti sbuffò.
- Odio la gente che crede di poter aver ciò che vuole con il denaro! - grugnì di nuovo - E poi viene insegnarmi il mio lavoro!! -. 
Si riscosse con un sorriso sornione. - Poco male forse con queste nuove riparazioni riuscirò a racimolare abbastanza per un manico di scopa tutto mio! - alzò il capo e si accorse in quel momento di essere rimasto solo nell’immensa Sala Grande o così gli sembrò, visto che due occhi ambrati, dietro a un ciuffo rosso, non intendevano perderlo di vista.
Nicolas prese la sua borsa diretto alla propria torre.

Immagine da web - Bacchetta di Hermione
Dopo la lezione di Trasfigurazione Nicolas si diresse in camera sua, vi entrò, aprì il suo baule e cercò un sacchetto di carta gonfio.
- Eccoli qua, i miei onischi! -
Continuò a frugare e trasse un altro involucro, questa volta vuoto e di tela bianca.
- Ok! Ora posso andare a lavorare, visto che l’incontro con Etty è saltato -.
Nicky uscì al limitare della foresta proibita e si mise a scrutare con interesse le piante ripetendo a mezza voce - Cedro del Libano... Cedro del Libano... Cedro del Libano... Eccoti! -
Si fermò davanti ad un enorme pianta molto simile ad un abete, sebbene non avesse la tipica forma piramidale, osservandolo quasi con reverenza.
- Prima sistemiamo gli asticelli - così dicendo gettò a terra una manciata di strani chicchi di riso bruno, subito due creature, che sembravano due rametti, saltarono giù dalla pianta lanciandosi su quelli che Nicky aveva chiamato onischi.
- Ora a noi due - Nick si rivolse alla pianta con in mano la bacchetta e gli occhi chiusi, appoggiò la punta sulla ruvida corteccia e cominciò a tracciare strani segni mormorando una tiritera in latino, poi aprì gli occhi, guardò ammirato la pianta e sussurrò un “grazie”, accarezzando con le lunghe dita la superficie legnosa.
- Accio bacchettarum! - e prese al volo un pezzo di legno di un bel color bruno, grossolanamente cilindrico, piuttosto spesso, che emanava un buon odore di resina, venuto fuori da chissà dove. Il ragazzo lo ripose con cura nella borsa di tela e si allontanò con un cenno di saluto, forse agli asticcioli, ma più probabilmente all’immenso cedro.
Sembrò stanco come avesse fatto qualcosa di estremamente faticoso, tant’è che quando gli sopraggiunse Lio sulla spalla, si piegò bruscamente sulla destra, come se gli fosse ceduto un ginocchio e per un attimo rischiò di perdere l’equilibrio. Lio si rialzò subito dal suo trespolo di carne, in ansia per il padrone.
- Scusami tanto Lio, ho appena procurato del legno da bacchetta e sono un po’ a terra... quasi, quasi mi siedo un momento - il ragazzo si sedette in riva al lago e il suo gufo si appollaiò su un masso accanto.
Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, ma svenne improvvisamente.
Un ragazzo di Corvonero che stava passeggiando lì vicino gli corse immediatamente a fianco.
- Ehi, tu! Ehi, ragazzo! Svegliati! - il ragazzo prese la propria bacchetta e la puntò su Nick.
- Innervo! -
Nicolas riprese colore e aprì lentamente gli occhi, dietro la pesante montatura.
- Tutto bene? - fece il soccorritore.
- Sì! Grazie! Scusa se ti ho spaventato -
- Figurati, ma che ti è successo -
- Una magia un po’ troppo faticosa - sorrise in risposta il ragazzo greco, che fece per alzarsi ma si arrese vedendo che le gambe ancora non lo sostenevano.
- Vuoi che ti porti in infermeria - fece l’altro premuroso.
- No, no, figurati, mi è già successo, fra poco passerà! - risedendosi con attenzione.
- Posso farti compagnia? - si sedette il Corvonero.
- Anzi! Ne sarei felice! - fece Nicolas esclamando con le poche forze rimaste.
- Walter Waterman del settimo anno - disse porgendo la mano - tu sei Nicolas Knightly! -
- Nicky! - rispose stringendo la mano del nuovo amico.
Una folata di vento increspò le onde del lago nero, che si fece per un istante ancora più minaccioso del solito. Un brivido scosse Nicolas.
- Hai freddo? Ti accompagno dentro? -
- No, no, è che questo lago mi incute un po’ -
- Io lo adoro, passerei delle ore su queste rive... - fece pensoso Walter, immergendo lo sguardo blu cobalto nelle profonde acque di fronte a loro.
- Sarà strano, ma anche se ho vissuto fino a quest’estate in un arcipelago di piccole isole, non ho mai imparato ad amare l’acqua - rise Nicolas, un po’ a disagio.
- Ognuno ha il suo elemento - fece l’altro comprensivo - io sono terribilmente goffo a terra -
- Anch’io! Forse non ho elementi... - rise ancora Nicky.
- Impossibile - fece educato Walter - lo dovrai ancora trovare -.
Walter era molto simile a Nicolas, stesso atteggiamento posato e razionale, stessa timidezza e riservatezza, anche se, a differenza di Nicolas, appariva più sicuro di sé, forse ciò era dovuto alla sua notevole avvenenza. Walter, infatti, era alto e prestante, con capelli corti e pettinati a spazzola, così corvini da avere delle sfumature quasi bluastre, ciò esaltava il blu scuro dei profondi occhi, ben disegnati sul volto chiaro e liscio.
- Forse dovresti mangiare qualcosa, Nick, sei ancora pallido - lo scrutò Walter.
- Sì, credo di riuscire ad alzarmi adesso, in camera ho qualche merenda - si alzò un po’ incerto sulle ginocchia.
- Ti ringrazio moltissimo per la tua cortesia, Walter. Ci vediamo in giro! - lo salutò.
- Senz’altro Nicolas, mi raccomando stai più attento la prossima volta... - rispose l’altro.
- Contaci - si voltò e imboccò il grande portone di quercia.
Walter rimase fermo in piedi nei pressi del lago, la sua tasca sussultò di colpo, infilò dentro la mano e ne trasse un piccolo rospo rugoso.
- Sai Flow ho come la sensazione di averlo già conosciuto quel ragazzo - così dicendo si portò la mano libera alla fronte, massaggiandola come cercando di richiamare un ricordo sopito - ma allo stesso tempo ho la sensazione che ci sia qualcosa che non torna... -
Il rospo fece uno gorgoglio.
- Chissà?! - gli sorrise il ragazzo.


Continua

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