Mi spaventava l'idea che le persone potessero sbirciare nella mia testa, mettere nell'etere cose troppo personali ti espone al commento e al giudizio degli altri, eppure io commento e giudico ogni cosa che leggo in internet, spesso anche per mestiere.
Mi diverto soprattutto nei miei commenti acidi, in modo particolare contro i libri che ho detestato, mentre mi permetto di ignorare ogni banalità che bussa alla porta del mio schermo, sebbene non sia banale per colui che l'ha condivisa. Ma non mi importa, protetta dal non avere esposto nulla di mio. A volte solo il mio nome o il lineamenti del mio viso firmano il mio giudizio implacabile, eppure né il mio volto né il mio nome sono in realtà opera mia...
È giusto, no, è corretto pareggiare i conti, permettere al pubblico etere di deridere la forma dei miei pensieri, o di trarne giovamento, schernire i miei giudizi oppure definirli nel proprio pensiero.
Restituisco il favore ed espongo il mio intimo narrare... non tutto però, nessuno è così pazzo!
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