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domenica 30 marzo 2014

Ballo a Hogwarts

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Immagine da Web - tratta da "Harry Potter e il calice di fuoco"


Ballo a Hogwarts

Le discussioni erano state numerose, chi pro, chi contro. Festeggiare la fine del terrore che aveva attanagliato tutto il mondo inglese sembrava quasi doveroso, ma portare rispetto e lutto alle tante morti che avevano costellato quella vittoria del bene sul male sembrava altrettanto imperativo.
Si scelse di indire un ballo per festeggiare i coraggiosi studenti, che volevano gioire dopo tanto dolore e acclamare il loro eroe, Harry Potter.
La storia di Nicky era ben poca cosa in confronto allo strabiliante anno del Ragazzo Sopravvissuto e il fatto che tutta la sua vicenda non fosse al centro dell’attenzione era per lei un sollievo. Solo il gruppo più ristretto dei legami di Nicolas Susanne sembrava risentire in modo forte della sua storia. Nat non era più andato a trovarla nei giorni che era rimasta in infermeria, mentre Raymond non se ne allontanava quasi mai, come Etty.
Con grandissimo stupore della ragazza, una delle sue più grandi fan diventò Lisa. Certo negli ultimi tempi i loro rapporti erano molto più distesi, anzi tra loro si era instaurata persino una buona intesa, ma quando Lisa conobbe nei particolari la storia della ragazza, sicuramente da Nat, ne rimase entusiasta.
- Tanti anni in veste da uomo, hai bisogno di una completa rieducazione femminile - la guardava con i grandi occhi chiari colmi di entusiasmo - sarò io la tua Pigmalione! -.
Nicky sorrideva bonaria, forse non intendendo nei dettagli quello che avrebbe significato.
Per cominciare Lisa non le permise più di indossare l’inseparabile cappellino. Gli occhiali sparirono non appena Nicky assicurò di non aver alcun problema di vista. Le era stata subito fornita un’uniforme femminile, che però la ragazza bionda non riusciva a farle portare. In compenso le fece eliminare il maglioncino che aveva sempre indossato sotto la camicia, per confondere le forme femminili.
Il ballo fu la molla che fece scattare un entusiasmo ancora più fervente in Lisa.
La ragazza greca stava leggendo un vecchio libro di favole, quando una montagna di tulle e seta le cadde davanti. Nicolas Susanne la guardò con curiosità.
- Serve una mano? - si propose.
- Non solo quella - disse la ragazza bionda, spuntando dagli strati di tessuto multicolore - mi servi tutta... Nella tua stanza! - le ordinò.
Nicky obbediente guidò Lisa in camera sua, poco dopo furono raggiunte anche da Etty e Sandy.
- Allora cosa vuoi metterti al ballo? -
- Credo che dovrò accontentarmi della divisa scolastica - sorrise Nicky imbarazzata.
- Non dire scemenze -
- Il mio guardaroba è piuttosto limitato - lo spalancò per mostrarne la penuria.
Un paio di mantelli di Hogwarts penzolavano vicino a tre giacche scolastiche invernali e due per la mezza stagione, dal taglio decisamente maschile. Ripiegate in tre pile c’erano alcune camice con lo stemma di Griffondoro, pullover, qualche paio di jeans, abbondanti maglioni, T-shirt, due tute da Quidditch e il completo per la partita.
- Come eri vestita, quando Nat ti ha vista ragazza? -
- Come? - domandarono in coro le altre, tra le quali una Nicky bordeaux.
- Quando Nat mi ha raccontato la tua storia, non ho impiegato molto a ricomporre i pezzi... - spiegò, poi si rivolse verso le altre ragazze - Durante una passeggiata Nat aveva sentito e visto ai limiti della Foresta proibita una misteriosa ragazza cantare in una strana lingua, immagino fosse greco, l’ha cercata per giorni, completamente perso! - poi si rivolse a Nicky sospettosa - Mi sono anche accorta che Nat invece di quella storia non ricorda più nulla... -
Nicolas si fece cupa in volto.
- L’ho obliviato -
- Nicky come hai potuto?! - la rimproverò Etty.
- Lo so! Ho fatto una cosa orribile... ma avevo paura... -
- ...Che notasse in te una certa somiglianza con la ragazza che aveva visto? - le suggerì dolce Sandy.
Nicolas era sempre più rossa in volto e sembrava volesse penetrare con lo sguardo la pietra sotto i suoi pedi.
- Non fa niente Nicky, se e quando vorrai parlarne saremo qui, ok? - le sorrise Sandy con delicatezza.
- Avevo paura, - deglutì senza alzare lo sguardo - avevo paura di tradirmi, di confessargli che ero io la ragazza che cercava -.
Le tre ragazze la guardarono inclinando la testa con dei sorrisetti romantici ed espressioni comprensive.
- Bando alle ciance, vediamo cosa avevi addosso -.
Ann attirò con la bacchetta il tendaggio bianco e se lo trasfigurò addosso, facendolo diventare una tunica, fissata da bottoni dorati, che un attimo prima erano anelli.
- Sicuramente Nat non è stato attratto dal tuo abito - aggiunse la bionda un po’ delusa, ma con un pizzico di malizia.
- Il bianco però ti dona tantissimo - disse estasiata Sandy.
- Sì, ma non si deve sposare - tagliò corto l’altra, tuffandosi nel mare di abiti che aveva portato.
- Temevo già per la misura... tu sei più alta di noi, ma con la tua capacità di trasfigurare non ci saranno problemi! - fece sempre più pragmatica la giovane Griffondoro - Allora cominciamo con questo! -.
Passarono più di un’ora in allegria e chiacchiericci, Nicky, ormai esausta di provare abiti, si era rinfilata la vecchia divisa e adesso erano sedute tutte sul letto a parlare dei preparativi della festa.
- Sapete chi mi ha invitato? - fece Lisa un po’ pensierosa.
- Metà scuola? - sorrise Nicky di rimando.
- Qualcuno sì... - fece con una smorfietta compiaciuta - Ma mi ha invitato Walter dei Corvonero, non me lo sarei mai aspettato -
- Che scoop! - esclamò Etty - Se lo sapesse Natalie... -
- Finalmente si è fatto coraggio - commentò Nicky annuendo.
- Tu sapevi di questo interesse - fece Sandy alla ragazza.
- Ho passato parecchio tempo con Walter, lui ed io siamo abbastanza simili, per me erano evidenti certi atteggiamenti che teneva non appena compariva Lisa - sorrise con fare saggio.
- Gli stessi atteggiamenti che hai tu con Nat? - suggerì Lisa.
- Oppure con Raymond? - incalzò Etty.
- È vero con chi andrai al ballo? - fece di rimando Sandy.
- Toc! Toc! - si sentì bussare alla porta.
- Proprio sul più bello - sbuffò Lisa - chi è il seccatore? -
- Lisa un po’ di cortesia - la rimproverarono Sandy ed Etty.
- Posso entrare? Sono Dannis... -
- Vieni, vieni -
- Aspetta un attimo Dan... - avvertì Nicky, ma in ritardo perché come pronunciò quelle parole, Dannis aveva già tentato due balzi sui pochi gradini, che erano improvvisamente diventati un breve scivolo micidiale.
- Lo temevo soltanto: ora è confermato - disse Nicky soccorrendo il compagno.
- Ma che diavolo... - imprecò Dannis, mentre Etty e Ann lo sollevavano da terra e lo accompagnavano a sedersi in Sala comune, seguite dalle altre due.
- Funziona come le scale dei nostri dormitori - osservò Sandy.
- Com’è possibile Nat è entrato in questa stanza, c’ero anch’io e non... - Lisa fu come colpita da un pensiero - Il tappeto rosso! - guardò Nicky - Hai fatto in modo che si indurisse seguendo i gradini e noi non ci siamo accorti di nulla -
- Per questo motivo non hai voluto che Nat ti accompagnasse a letto dopo il Crucio - si spiegò Etty.
Nicolas Susanne non badò molto alle spiegazioni e annuì velocemente.
- Cosa eri venuto a dirci Dannis? -
Il ragazzo era ancora dolorante e si massaggiava la schiena con entrambi i palmi.
- Veramente cercavo solo te Nicky. Hai una visita! Ti aspetta giù in Sala Grande -.
La ragazza era molto stupita e non si fece ripetere due volte il messaggio, anche le altre amiche la seguirono curiose.
Nicolas Susanne, in cima alla grande scalinata che portava all’atrio principale, vide in piedi davanti al Portone della Sala Grande un ragazzo non più alto di lei, dai capelli corvini e dalla pelle olivastra che la fissava sorridente.
- Andreas! - esclamò precipitandosi giù per le scale.
- Ann! - rispose l’altro venendole incontro.
Si abbracciarono a lungo.
- Non posso credere che tu sia qui! Sapevo che avresti commesso qualche sciocchezza, quando ho letto la tua lettera, ma pensavo ti limitassi a sguinzagliare tuo padre! -
- Dovevo accertarmi che tu fossi sana e salva, non mi sarei fidato degli occhi di nessun altro e tu sai bene perché! Anche se continuo a notare che alcuni vecchi vizi li mantieni - le disse squadrando la divisa maschile.
- Mi devo abituare ai nuovi abiti - si giustificò la ragazza - Quanto ti fermi? -
- Non molto purtroppo, mi hanno tenuto molto tempo fermo sulla frontiera, non volevano farmi passare, ma con la caduta di questo “Tu-sai-qualcuno”, hanno ricominciato ad allacciare i contatti con il continente -
- Capisco - fece pensosa - Resterai per il ballo di dopodomani? -
- Posso farti da cavaliere? - fece un grazioso inchino.
- Devi! - rispose sorridente Ann.
La ragazza si ricordò improvvisamente di avere i suoi amici alle spalle.
- O scusa non ti ho presentato i miei amici. Loro li conosci epistolarmente: sono Etty e Dannis - si rivolse ai due ragazzi spiegando - è stato Andreas l’intermediario delle nostre lettere, mi dispiace di non averti detto la verità - disse mortificata guardando Etty.
L’altra le sorrise, scuotendo la testa.
- Non mi hai mentito, hai detto che Ann avrebbe letto la mia lettera e così è stato - aggiunse verso Andreas - Ti devo ringraziare di cuore per il favore che ci hai fatto! -
- Anch’io volevo ringraziarti, sei stato prezioso in un momento difficile - disse Dannis porgendogli la mano.
- È stato un vero piacere - Andreas ricambiò la stretta con vigore.
- Lei è Lisa e lei è Sandy, ragazze davvero in gamba! Lui è Andreas, l’unico a scoprire la mia identità ad Arcadia e ad aiutarmi a difenderla, rischiando grosso in alcuni casi... -
- È un vero piacere - disse cortese Sandy.
- Sarò curiosa di scoprire come hai fatto a scoprire chi era la nostra Nicky - fece Lisa, strizzandogli l'occhio in segno di intesa.
- È una storia divertente... - Andreas guardò malizioso Nicolas con occhi lucenti.
- Non ci provare Andreas, me lo hai promesso tempo fa! - lo saettò la ragazza.
- Tu mi hai abbandonato ad Arcadia e sarebbe quello che ti meriti - la stuzzicò Andreas - ma d’accordo non la racconterò... -
Nicolas Susanne trasse un lungo sospiro di sollievo, mentre la delusione si dipingeva sugli altri amici incuriositi.
- ...per adesso - disse con fare scherzosamente minaccioso il ragazzo greco.
Tutti scoppiarono a ridere.
- Sarò curioso di sentirla anch’io questa storiella - fece la voce di Nat alla base della scalinata.
- Ciao Nat - disse Nicky trepida.
- Ciao io sono Nat - si autopresentò il maggiore dei ragazzi Griffondoro.
Andreas allargò il suo sorriso mediterraneo, alzando gli occhi ridenti sullo sguardo dell’alto ragazzo.
- Piacere io sono Andreas - gli strinse la mano - sarò lieto di raccontarvi il simpatico aneddoto, magari al ballo! -
- Rimani al ballo? - chiese Nat, sospettoso.
- Giusto per quello. Devo ritornare ad Arcadia presto, mio padre non può più stare lontano dal suo lavoro -
- Che lavoro fa tuo padre? - domandò incuriosita Lisa.
- È nel corpo diplomatico di Arcadia - rispose l’altro.
- Signor Eirenes - si intromise gentilmente la professoressa McGranitt - la sua stanza è pronta, l’abbiamo alloggiata nell’ala degli ospiti -
- Grazie mille, Preside! - replicò Andreas, poi si rivolse a Nicky - Mi accompagni a mettere a posto i bagagli? -
- Certamente - assicurò l’amica.
- Ci vediamo a cena - li salutarono gli altri.
- E come sta Lio? - chiese Andreas allontanandosi con Nicky.

Era finalmente giunta la sera del ballo. Sebbene Hogwarts era ancora in parte distrutta, i professori avevano impiegato tutta la loro perizia per creare un’atmosfera lucente e impeccabile.
Fatine volavano colorate e brillanti in ogni angolo, fiori Solaris rampicanti avvolgevano le colonne, proiettando, grazie ai pistilli luminosi e le corolle trasparenti, ombre colorate e un profumo delizioso. Globi dorati volteggiavano e trasmettevano la musica che una piccola orchestra stava eseguendo sul palco della Sala Grande.
Studenti e studentesse erano avvolti in preziosi abiti da cerimonia, orgogliosi e trepidanti. Molti ancora si attardavano per gli ultimi dettagli nei dormitori.
- Buonasera miei cari ospiti - disse la voce gioviale di Andreas a Nat e Dannis - le nostre dame sono scese? -
- Non ancora... - sorrise Dannis.
- Oh! Ciao Harry, Ron, Hermione, Ginny! - fece cenno al quartetto.
- Ciao Dannis - fece Harry Potter - ciao Nat e tu sei? -
- Andreas Eirenes, in visita dalla Grecia. Lei è l’eroe della serata - tese la mano con ammirazione.
- Questa scuola e i suoi studenti sono i veri eroi - replicò l’altro con una stretta, guardando con intensità Dannis.
- Gli inglesi sono un popolo coraggioso e modesto - fece galante il greco - sono estasiato di aver avuto la possibilità di incontrarla -
- Grazie - fece imbarazzato l’altro - Allora a dopo - disse stringendo con affetto la spalla di Dannis.
- È incredibilmente in gamba - commentò il giovane Canon ammirato.
- Già - confermò Nat.
- Ancora non posso credere che vedrò la piccola Ann vestita da signorina, sono ancora convinto che scenderà in tutta da Quidditch - rise coinvolgendo nella risata contagiosa anche gli altri due.
- Guarda che ti ho sentito! -
I ragazzi si voltarono verso la cima della scalinata, seguendo il tono di rimprovero della ragazza.
Nicolas Susanne indossava un semplicissimo abito in raso di una delicata tinta pesca. L’abito lasciava scoperte le spalle e accennava a una stretta manica, appena delineata. Il tessuto aderiva al busto e ai fianchi per scendere in una gonna a sirena. I capelli erano semi raccolti in un fermaglio di madreperla della stessa tinta dell’abito, da cui sfuggivano, sapientemente acconciati, due ciuffi che le incorniciavano il viso e le accarezzavano le guance avvampate. Scendeva con molta attenzione, forse temendo di rovinare a terra in modo imbarazzante. I ragazzi erano a bocca aperta.
- Bravi! Ammirate il mio capolavoro - disse con orgoglio Lisa.
Assai più appariscente dell’amica, la ragazza bionda aveva un’elaborata acconciatura di boccoli dorati e di perline. Indossava con disinvoltura un abito che richiamava lo splendido colore degli occhi e aveva una scollatura più audace.
Scese anche Etty raggiante nel suo abito a larghe spalline, scollatura alta e gonna in leggero tulle color canarino. Appariva come una graziosa ballerina.
Anche l’amica Tassorosso faceva parte dello splendente quartetto. I lunghi capelli ricadevano a boccoli sulla schiena scoperta dalla scollatura all’americana dell’abito in velluto verde scuro, che faceva risaltare splendidamente l’oro dei capelli, il verde smeraldo dello sguardo e la pelle dalla tinta lievemente caffelatte. Un’ampia gonna ne nascondeva i piedini, sicuramente rialzati in scarpe con il tacco.
- Incroyable! - esclamò Andreas entusiasta rivolto ad Ann.
- Andreas non è mai un buon segno quando parli in francese! - commentò la ragazza senza alzare lo sguardo dai gradini che percorreva tremante.
- Carissima non starai scendendo in trampoli - fece divertito l’altro notando l’incertezza della ragazza.
Lisa due gradini dietro lei sbuffò - Macchè! Ha voluto indossare a ogni costo delle insulse scarpette paperine -
Ann si girò verso la bionda - Lisa ti faccio notare che già così ho le mie difficoltà... -
Quel breve momento di distrazione le fu fatale: incespicò nei suoi passi a pochi gradini dall’arrivo. Nat la prese al volo, agguantandola sotto le braccia.
Il volto della ragazza emerse dalla camicia di Nat di un colore addirittura vinaccia.
- Sì, è stato decisamente meglio non metterti sui tacchi - rise Lisa che aveva raggiunto con eleganza la base della scala. Anche gli altri scoppiarono in una risata complice.
Nat l’aiutò a mettersi in posizione eretta, mentre lei era rimasta rigida quanto un blocco di marmo.
- Tutto a posto? - le chiese gentilmente cercando di guardarla negli occhi.
- Sì, grazie! Scusami tanto - disse sfuggendo dal tocco del ragazzo e raggiungendo il proprio cavaliere che era ancora piegato dalle risate.
Li raggiunse poco dopo uno splendido Walter in abito da cerimonia blu cobalto, che per un attimo fece ingolfare nelle parole persino la disinvolta Lisa.
La combriccola prese posto in due tavolini che furono avvicinati tra loro per permettere a tutti i ragazzi di poter parlare tra loro comodamente.
- Possiamo unirci a voi? - chiese Raymond Emberce a braccetto di Natalie.
- Certamente - li accolse calorosamente Andreas, alzandosi e avvicinando con un tocco di bacchetta un paio di sedie.
- Andreas Eirenes - porse la mano a Raymond e fece il baciamano ad un’impressionata Natalie. I due si presentarono con cortesia.
- Silenzio! - li ammutolì Lisa - C’è il discorso di Harry! -.
Il mago fu accolto da un fragoroso applauso.
- Care amiche, cari amici - fece un imbarazzato Harry - sono salito qui unicamente per ringraziarvi. Io non ho sconfitto Voldemort! Fortuna e coincidenze hanno portato alla sua distruzione, ma soprattutto il vostro coraggio, che è stato il mio coraggio, il vostro affetto che è stata la forza che mi ha spinto ad affrontarlo. Senza Hogwarts, i suoi professori, i suoi studenti, i suoi amici, non avrei mai conosciuto quella che considero la mia famiglia più autentica e senza famiglia da difendere nessun uomo può diventare un eroe. A questo punto il mio cuore vorrebbe che elencassi una per una le vittime cadute sotto il potere di quel mago oscuro; vorrebbe che ne raccontassi la vita, i pregi, ogni aspetto che ci mancherà di loro; vorrebbe che ricordassi ogni familiare e ogni amico che lascia. Ma allo stesso tempo il mio cuore non riesce a reggere il dolore di una simile memoria. Ne voglio ricordare uno per tutti, colui che più di ogni altro ha il merito di questa vittoria: Albus Silente. Lo voglio ricordare in un unico modo, concludendo questo discorso e invitandovi a mangiare! -
Harry sorrise dietro alle lacrime trattenute nei grandi occhi smeraldo. La platea rise, asciugandosi qualche lacrima e partì un lunghissimo applauso con standing-ovation. Sui tavolini rotondi apparvero dal nulla stuzzichini e gustosi antipasti.
- Coraggio Andreas raccontaci di come hai scoperto il segreto di Nicky! - lo incitò Lisa, che non stava più nella pelle dalla curiosità.
- No, Andreas ti prego - lo supplicò la ragazza.
- Sì, dai! Raccontaci - fecero di rimando tutti gli altri.
- Cara, vedi? Insistono. Io avevo promesso di non rivelarlo a nessuno, non di non raccontarlo a chi già sapesse - sorrise sornione e cominciò il racconto.
- Immagino che ormai vi siano palesi alcune abitudini che la nostra Ann aveva per non farsi scoprire e tra queste il fatto di farsi il bagno o la doccia prima o dopo tutti gli altri -
- Uh! - strillò eccitata Natalie.
- Infatti - riprese il ragazzo greco - e la cosa che mi lasciò strabiliato dopo aver scoperto il suo segreto era la totale naturalezza con cui riuscisse a far apparire una scelta ben precisa come una cosa del tutto casuale e non voluta. Benché sia sempre stata incredibilmente prudente, una domenica mattina non poteva certo immaginare che, mentre lei si beava nel bagno deserto ad un’ora improponibilmente mattiniera, io mi ero svegliato e mi ero deciso a fare una cosa che a nessuno ad Arcadia verrebbe mai in mente: svegliarsi presto e farsi un bagno -
- O no! - fece arrossita Etty.
- Invece sì, mia cara Etty! Io entravo nel salone della vasca mentre Ann usciva dall’acqua, credo che ora, trascorsi tre anni, - squadrò l’amica - l’immagine sarebbe decisamente più gratificante... -
Nicolas Susanne gli diede una gomitata nello stomaco, mozzandogli il fiato.
- Touché, ma chère! Non è stato molto cavalleresco questo commento - fece Andreas massaggiandosi la pancia.
- Assolutamente poco cavalleresco - assicurò Ann, tra le risate generali.
La ragazza però non riuscì a fare a meno di guardare sottecchi Nat, l’unico che non stava ridendo, ma guardava davanti a sé. Ann però non notò la presa più forte che Nat diede al suo calice, mentre non sfuggì ad Andreas.
- Finalmente le danze! - esclamò entusiasta il greco - Natalie mi concederesti il primo ballo? -
- Certo - ma guardò incerta Ann, che le sorrise e le fece un cenno di consenso.
Walter porse la mano a Lisa, Nat a Sandy e Dannis, meno disinvolto di tutti, fece lo stesso con Etty. Rimasero Raymond e Ann.
- Signorina Locke vuole... -
- Non pensarci minimamente, perché credi che Andreas non l’abbia fatto? - lo guardò con ovvietà Ann.
- Capisco... facciamo due passi fuori - propose in alternativa.
- D’accordo - fece con tranquillità la ragazza.
Si avviarono sulla grande balconata su cui si affacciava la Sala Grande.
- Come stai? - chiese con scioltezza Ray.
- Bene, grazie - rispose con calma.
- Tipo simpatico Andreas... -
- ... e generoso. Persona straordinaria - lo disse guardando Andreas che ballava con grazia.
- Ti volevo dare una cosa -
- Cosa? - fece la ragazza presa in contropiede.
- O meglio restituire quello che era tuo - trasse dalla tasca una catenina dorata e una medaglietta incisa: “Nicolas”.
- L’hai riscattato - fece la ragazza colma di stupore - Grazie -
- Posso? - ma non aspettò la risposta e glielo allacciò al collo - Mi raccomando, non lasciarlo mai più è un pezzo importante della tua storia -
- Grazie davvero, Ray - lo guardò con gratitudine, rigirando tra le dita il ciondolo.
- Ora vado a prenderti da bere -
- Grazie di nuovo -.
Nicolas Susanne rimase a guardare il parco che ancora portava tracce della recente distruzione, una fresca brezza le scosse i capelli e lei si strinse nelle spalle.
- Allora è vero che non sei abituata a questo clima -.
La ragazza si voltò, ma non riuscì ad alzare lo sguardo su Nat se non per pochi istanti.
- Il clima di Arcadia è molto più caldo - spiegò - ma questo vento mi piace -
- Per te è la serata dei regali - guardò la medaglietta al collo, le mani della ragazza corsero a coprirla, gli occhi ancora bassi, come colpevoli.
- O meglio delle restituzioni - e le porse la sua bacchetta.
- La mia bacchetta! Come? Quando? Pensavo di non rivederla mai più - la voce si incrinò in una nota più acuta, gravida di emozione.
Nat sorrise e rispose - Ero nella Torre dei Corvonero ed è stata la prima cosa che ho pensato quando ho visto i Carrow conciati come salami... a parte di farmi una bella risata, s’intende -.
Risero.
- Così Adreas e io abbiamo un aneddoto in comune - fece Nat scrutando l’orizzonte. Nicky rimase in silenzio sempre più imbarazzata.
- Ripensando a quella volta non capivo perché mi sembrassi tanto sollevato - sbuffò alterato - io non sono stato tanto sveglio da capire il tuo segreto - strinse i pugni amaro.
- Nat... io, io... non volevo e volevo... avevo paura di... - balbettò la ragazza.
Nat scorse la sagoma di Raymond che si avvicinava.
- Ritorno dalla mia dama, sempre che sia stata lasciata libera dai suoi mille pretendenti - e fece per allontanarsi.
- Nat, tu credi che sia impossibile ritornare ad essere amici come prima? - lo trattenne Ann con una supplica.
- Come prima? - il ragazzo sospirò e si girò guardandola per un istante - Me lo sono chiesto, ma... no, non credo sia possibile ritornare ad essere amici come prima - e la lasciò, mentre Ray ritornava con due bicchieri.
- Scusami, Andreas mi ha trattenuto - si giustificò il ragazzo Serpeverde.
Nat rientrò nella Sala Grande e ritornò a guardare i due ragazzi appena lasciati.
- Io non me ne preoccuperei se fossi in te - gli spuntò alle spalle Andreas.
- Di cosa parli? -
- Ann sa essere una grandissima amica, per tre anni siamo stati inseparabili. Scoprendo il suo segreto mi ero completamente innamorato di lei, così forte, così determinata -
Nat lo squadrava in silenzio, una ruga contratta sulla fronte. Andreas lo guardò e rise.
- Sì mio caro Nat, abbiamo molte cose in comune, ma non la più importante. Lei lo aveva capito naturalmente, ma riusciva a dominarsi, senza tradire per un attimo un atteggiamento ambiguo, non voleva né feririmi, né illudermi. Sebbene la sua situazione non fosse facile, non ho mai dovuto asciugare una sua lacrima, ma neppure raccogliere un suo moto eccessivo di entusiasmo. È così razionale, mi ha sempre snervato questo aspetto! -
Nat non si perdeva una sillaba cercando di capire dove volesse arrivare il ragazzo greco.
- Poi appari tu e lei perde il controllo, fatica a comporre una frase, non riesce a guardarti negli occhi e posso sentire il suo cuore accelerare. Guardala ora con Ray: gentile e disponibile, come lo è con tutti, come lo è sempre stata anche con me. Con te è un’altra storia, come dite voi “cotta”?! No, fossi in te non mi preoccuperei, non mi preoccuperei neanche un po’ -.

Continua...


lunedì 24 marzo 2014

La storia di Ann

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Immagine da Web - Un personaggio a caso scoprendo l'identità di Nicolas… XD



Nicolas Susanne Knightly

Silenzio.
Nicolas teneva gli occhi bassi, stringendo nei pugni le lenzuola.
Il suo letto era circondato da un separé di tessuto e non le era possibile vedere il resto dell’infermeria.
- Harry ha vinto, vero? - riuscì finalmente a chiedere con voce roca.
- Sì, certo... - la rassicurò Etty.
In quel momento entrò la McGranitt con Dannis, Raymond e Walter.
- Come stai? - chiese con tono preoccupato l’insegnante di Trasfigurazione.
- A pezzi è la parola corretta, credo - fece triste l’altra.
- Con più di ottanta fratture, credo che sia la parola corretta - accennò a un sorriso la donna - allora Nicolas, come dovremmo chiamarti in realtà? -
- L’unico nome che ho mai conosciuto è Nicolas. - prese a raccontare la ragazza - Il nome completo è Nicolas Susanne Knightly. Mi trovarono con Lio su una strada poco lontano da un brefotrofio statale di Arcadia. Avevo poco più di un anno, indossavo abiti maschili e portavo una medaglietta al collo con inciso “Nicolas”. La donna che mi trovò si chiamava Agnes Agapes, dirigeva l’istituto e pensò, come era naturale, che Nicolas fosse il mio nome. Capì che ero inglese perché stringevo a me un libro inglese e le poche parole che pronunciavo erano in inglese. Mi fece subito registrare al comune di Arcadia, denunciando il mio ritrovamento, mi mise il cognome Knightly, a causa del libro che avevo con me e che si intitolava “Il piccolo Cavaliere”, infine mi portò al suo istituto.
Si accorse del mio sesso poco più tardi, cambiandomi il pannolino. Gli oziosi impiegati non vollero compilare un'altra scheda e modificarono quella già compilata. Agnes mi mise come secondo nome Susanne, il nome della protagonista femminile del libro, gli impiegati inserirono la S puntata davanti al cognome fittizio, senza specificare: non c’era spazio. -
Nicolas Susanne si interruppe cercando dell’acqua. Etty le versò un bicchiere e l’aiutò a bere premurosa. La ragazza continuò tenendo lo sguardo fisso sulla finestra.
- La prima direttrice era una donna intelligente, gentile e compassionevole, assolutamente in disaccordo con la politica reazionaria dell’isola, che vedeva le donne sottomesse agli uomini, non istruite nelle pratiche magiche se non per gli incantesimi di cucina e di cura della casa. Mi insegnò il poco inglese che conosceva per farmi leggere il mio libro e non volle mai che mi dimenticassi che ero inglese. Morì quando avevo cinque anni e venne sostituita da una donna arcigna che odiava i maschi e ancor di più le femmine, la signorina Timeos. Ci puniva duramente per ogni infrazione al regolamento e sembrava avesse un’antipatia particolare per me, forse per la mia origine, che tentò di farmi dimenticare in tutti i modi, al contrario di Agnes.
Odiava Lio e più volte provò ad allontanarlo dall’istituto, senza riuscirvi. Non sopportavo più la vita in orfanotrofio e non sopportavo l’idea di non poter apprendere la magia. La mia famiglia era di maghi, il libro parlava di maghi, streghe e babbani, di incantesimi e di voli sulle scope, tutte cose che desideravo ardentemente conoscere.
Il guardiano del nostro istituto era Arboreos, un costruttore di bacchette anziano e scontroso, che inspiegabilmente mi prese in simpatia. Benché fossi una ragazza e le leggi lo vietassero, mi insegnò a riparare le bacchette magiche, mi trasmise molti trucchi del mestiere e io cominciai a dargli una mano in bottega all’insaputa di tutti. A dieci anni costruii la mia bacchetta, se la signorina Timeos l’avesse solo sospettato mi avrebbe mandato in riformatorio.
A undici anni mi arrivò la lettera per la Scuola di Magia di Arcadia, i soliti, fortunatamente pigri, impiegati non avevano controllato bene il mio nominativo, fidandosi esclusivamente del mio primo nome: le ragazze non erano ammesse a scuola.
La signorina Timeos inviò personalmente una feroce rettifica alla Scuola, ma io - Nicolas Susanne si interruppe guardando con aria colpevole la McGranitt che ascoltava attentamente - io intercettai la lettera grazie a Lio, falsificai un’altra lettera che diceva che “lo studente Nicolas S. Knightly avrebbe frequentato la scuola”. Pianificai la mia fuga dall’istituto. Arboreos aveva pagato il mio lavoro a bottega e, quando gli dissi che me ne sarei andata, mi ha assicurato una fetta dei suoi clienti per sostentarmi. Non ero mai stata una gemma di femminilità - sorrise arrossendo - e per me fu facile in quell’estate imparare a comportarmi da maschio. Chiesi ai bambini di non chiamarmi più Ann ma solo Nicky, per abituarmi. Non avrei voluto mentire a nessuno direttamente, quindi imparai a non usare gli aggettivi femminili, a non declinarli rivolti alla mia persona. In effetti questo aspetto è molto più facile in inglese. - disse ridendo - Con l’abitudine mi venne facile girare le parole e le frasi perché fossero sempre generiche. Se uno voleva vedere quello che voleva vedere io non l’avrei certo impedito, anzi... -
Cercò nuovamente il bicchiere d’acqua, trovò ancora Etty. Tutti erano immobili e in silenzio, completamente rapiti dal racconto. La ragazza fece un lungo respiro e ricominciò.
- I miei primi anni alla Scuola di Magia furono fantastici, imparai a giocare a Quidditch, volare era stata la mia passione anche in brefotrofio, come testimoniano i segni di punizione sulla mia schiena, attività proibita alle donne. Ma il mio fisico mutava velocemente e il clima caldo e mediterraneo di Arcadia non concedeva tanti strati come quello inglese. Il mio terzo anno ad Arcadia fu tutto concentrato a trovare una soluzione: dovevo andarmene da lì, tornare in Inghilterra. La soluzione si presentò con l’arrivo in Arcadia delle cioccorane, al suo interno trovai la figurina di Silente: il Preside dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Lio impazzì quando vide l’uomo nella figurina, ci misi un po’ a capire che con quella sua reazione voleva dirmi che lo conosceva. Quindi Hogwarts poteva non solo dare un rifugio alla mia femminilità, ma qui avrei potuto trovare indicazioni sulle mie origini.
Convincere i miei insegnanti non fu particolarmente difficile: a scuola andavo benissimo ed era ovvio che volessi cercare qualche indicazione sulle mie reali origini. Loro volevano, per un certo verso, mostrare a una delle Scuole più celebri del mondo magico quali qualità avesse un “loro” studente. Per loro era una sfida, per me una seconda fuga.
Confidavo di poter rivelare la mia identità subito e di chiedere asilo, ma mi bloccò la questione del censimento dei Nati-babbani. L’ultima cosa che potevo provare erano le mie origini, inoltre qui scoprii che mi era stato addirittura inventato un albero genealogico fittizio per proteggermi. Non potevo dire a nessuno che ero una ragazza, perché avrei smascherato il trucco e creato molti guai a persone, che, senza conoscermi, avevano voluto aiutarmi -.
Nicky aveva concluso il suo racconto.
La McGranitt la scrutò ancora per qualche secondo in silenzio, poi parlò.
- Sono senza parole - disse estrefatta.
- Mi dispiace avervi nascosto la verità - mormorò Nicolas Susanne.
- Sei stata veramente coraggiosa ad affrontare tutto questo da sola, ma adesso che il Ministero è ancora in mani sicure non devi più preoccuparti. Sicuramente ti aiuteremo a scoprire la tua identità -.
La ragazza era commossa da tanto trasporto e finalmente apparve più serena.
- Professoressa ho partecipato alla battaglia perché sapevo che il professor Lupin aveva conosciuto mio padre: volevo chiederglielo e quella era forse l’unica occasione che mi si sarebbe presentata per farlo. Durante la battaglia mi ha detto solo il suo nome, ma se potessi parlargli per un istante magari potrebbe ricordarsi più dettagli - fece speranzosa la ragazza.
Tutti abbassarono lo sguardo. Gli occhi di Etty già lucidi per la storia della ragazza lasciarono cadere due lacrimoni.
- Susanne, mi dispiace... -
- Non lo dica... ho capito... - disse la ragazza trattenendo le lacrime.
- Adesso devo andare a parlare con il nuovo Ministro e ho molte urgenze da sbrigare. Tu riposati, che ne hai bisogno e sappi che ora sei in buone mani, d’accordo? -
- Sì, grazie professoressa - accennò la ragazza distesa.
L’alta donna uscì, lasciando soli i ragazzi.
- Che storia incredibile Nicky! - esclamò Etty - oh! Scusa! Come ti devo chiamare adesso? -
- Come preferisci, Nicky, Ann... fa lo stesso! Sono entrambi miei nomi - le sorrise l’altra.
- Etty non fare tanto la ragazza latte e burro... - disse seccato Nat, poi si rivolse a Nicky - Tu ci hai mentito Nicolas - disse quel nome con durezza - e lo hai fatto deliberatamente! -
- Hai ragione Nat, ma non avevo scelta -
- Non tirare fuori la storia che non potevi dirlo per via del Censimento: noi non siamo l’autorità ministeriale, ti avremmo protetto, non ti avremmo certo tradito, ma tu non ti sei fidata! -
- C’erano troppi segreti da mantenere, io stessa stavo impazzendo a non poterne parlare con qualcuno! - finalmente Nicky rispose a tono.
- Calmi ragazzi, calmi... - si misero in mezzo Dannis e Walter. Raymond invece si beava di quella discussione.
- Scusalo Nicky - Walter tentò di giustificare il compagno di corso - ma ci siamo sentiti dei perfetti idioti scoprendo la tua identità, credo che tu possa immaginare perché... -
- Già conosco la sensazione - fece acida ed elencò - dire ad un’altra ragazza di non essere “interessato” a lei, senza poterle dire il vero motivo, sentirsi osservata in malo modo perché sono troppo “amico” della ragazza di un altro, condividere commenti maschili sulle altre ragazze quando... - la voce le morì in gola.
- Senti - avvampò Nat - non è certo colpa nostra se tu ti diverti a… ! -
- Divertirmi? Divertirmi? Sai che divertimento non poter urlare sotto tortura perché avrei gridato come una ragazza! - gli urlò in faccia Nicky, ma si tappò la bocca con le mani come se si fosse lasciata scappare qualcosa di molto grosso.
Nat rimase di sasso.
- Senti Nat, tu sei molto stanco, usciamo e calmiamoci, ok? Troppe cose per un solo giorno... - Walter prese Nat per un braccio e l’accompagnò fuori.
- Walter ha ragione, Nicky. Ti devi riposare adesso... Non pensare più a niente e rilassati -
Susanne annuì e si girò su un fianco nascondendo il volto a Raymond, le lacrime le sgorgarono giù per il naso.
Il ragazzo di Serpeverde, che ancora non aveva detto una parola, si sedette dove prima stava seduto Nat.
- Non so se ti può consolare... ma io ho sempre saputo che tu eri una ragazza -
- Cosa? - la ragazza si girò di scatto verso Ray - Perché non me l’hai detto? -
- Vedi ora sei arrabbiata... esattamente come Nat, quindi puoi un po’ capire come ci si sente -
- Davvero sapevi che ero una ragazza o l’hai detto per difendere Nat? -
- Non difenderei Nat per tutto l’oro del mondo, specialmente se a dargli addosso sei tu. - ghignò il ragazzo - Non te l’ho detto perché sapevo che stare con me nella stessa stanza ti avrebbe innervosito, visto che sapevo chi eri realmente. Diciamo che l’ho fatto per delicatezza nei tuoi confronti, ma posso aver sbagliato -.
Nicky avvampò.
- Come l’hai capito? -
- Come dite voi ragazze? Sesto senso... Ora riposati grande stratega, che sei stanca! - le consigliò il ragazzo. Finalmente Nicolas si abbandonò al materasso e si addormentò.
- Stai qui tu un attimo Raymond? - chiese gentilmente Etty.
Ray annuì con lo sguardo fisso sulla ragazza.
Etty uscì con Dannis e gli prese la mano.
- Che storia - disse il ragazzo stringendo la mano della ragazza e portandola al cuore.
- Già! Ragazza da tre giorni e ha già due pretendenti... Ora capisco molte reazioni - sorrise con una punta di malizia Etty.

Continua

domenica 23 marzo 2014

Attenzione a Nicky!

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Immagine da web - Battaglia a Hogwarts


Attenzione a Nicky!

Nicolas e Nat furono tra i primi a prendere posto in Sala Comune e quando giunsero Natalie e Lisa le assalirono con una miriade di domande.
Natalie si stava perdendo in una miriade di dissertazioni sui personaggi che avevano affollato la Stanza delle Necessità, tra gli altri i gemelli Weasley, Jordan Lee, Oliver Baston, Alice Spinnet e altri nomi, tanto che Lisa la interruppe bruscamente per sintetizzare che tutti gli ex-affiliati all’ES e tutti i componenti dell’Ordine della Fenice erano giunti a Hogwarts per dar battaglia su invito e passaparola degli attuali membri dell’ES.
- Dov’è Etty? - chiese in ansia il ragazzo greco.
- Sono qui, Nicky! - esclamò una voce gioviale alle sue spalle.
Nicolas si girò e si allargò in un enorme sorriso, strozzando un urlo di giubilo quando vide Dannis Canon.
- Dannis! - gli corse incontro.
- Nick! - accorciò le distanze l’altro.
Si abbracciarono.
- Ti vedo in forma, non dirmi che mi preoccupavo inutilmente - gli diede un colpetto alla spalla, mentre Dannis tornava a circondare con un braccio Etty.
- Sto bene, alla grande! -
- Ciao Colin! - Nicolas strinse la mano anche al fratello dell’amico - Sono così felice di sapervi sani e salvi! -.
Nel frattempo anche gli altri li avevano raggiunti e Nat salutò con affetto il suo compagno di corso.
- Ti devo ringraziare Nicolas! Mi hai procurato una bacchetta splendida! - gli sorrise il ragazzo da sotto i lunghi capelli coloro topo.
- Allora funziona, mi fa enormemente piacere - disse quasi sollevato.
- È Harry! - esclamò Lisa dando un colpetto a Nicolas e distraendo il gruppo.
Il ragazzo si sistemò il berretto e si aggiustò gli occhiali seguendo con lo sguardo quel ragazzo che non doveva essere tanto più vecchio di lui, ma che racchiudeva negli occhi verdi e lucenti maturità e coraggio, stanchezza e tempra. Dopo di lui seguirono una serie di adulti e di giovani, sicuramente ex-studenti. Nicolas seguì in particolare una coppia di sposi di mezza età, seguiti da due ragazzi identici e un terzo che ricordava la fisionomia dei precedenti personaggi, tutti con capelli rosso acceso.
- È la famiglia di Ginny? - mormorò Nicolas a Nat, lui gli rispose con un cenno affermativo.
- Il Professor Lupin! - esclamò improvvisamente il cacciatore Griffondoro.
Nicky sgranò gli occhi verso l’uomo indicato da Nat.
Era alto, sembrava piuttosto malato e delle evidenti cicatrici gli solcavano il pallore del viso, ma l’espressione era sempre quella dolce e pacata, che Nicolas aveva incrociato sugli annuari scolastici, anche se in quella serata possedeva un bagliore determinato.
Harry si mise a percorrere il tavolo dei Griffondoro, come a cercare qualcuno, sicuramente, concentrato come era, non notava l’agitazione che provavano gli studenti ad intercettare brevemente il suo sguardo.
Fu la Professoressa McGranitt a dare le disposizioni dell’evacuazione, ma Ernie si alzò d’impeto manifestando il desiderio di combattere, applaudito da molti dei Griffondoro.
- Se siete maggiorenni, potete restare - rispose a tono la McGranitt.
- Sì! - esclamò soddisfatto Nat.
- Da quando sei maggiorenne? - gli chiese disorientato Nicolas.
- Da circa quattro ore - verificò il ragazzo al proprio orologio.
- Buon compleanno! Ma non credi che sia un modo un po’ troppo ardito di festeggiare? -
Nat gli rispose con un ghigno spavaldo, mentre la McGranitt manifestava l’ansia di fare uscire gli studenti sani e salvi.
Harry ripercorse i propri passi sempre alla ricerca di qualcuno.
- Chi starà cercando? - si rivolse al ragazzo neomaggiorenne, ma la risposta venne spontanea da Etty:
- Hermione e Ron di certo! -
Improvvisamente una voce fredda, acuta e spietata invase tutto il Salone. Gli studenti si guardarono intorno spaventati senza capire da che parte provenisse. Si strinsero tra loro per la paura. Il braccio sulla spalla di Etty rafforzò la presa, Lisa si accostò a Nat, anche Nicolas per un attimo ebbe l’impulso di nascondersi dietro l’amico, ma resistette e si impettì.
Fu chiaro a tutti che a parlare fosse Voldemort. L’ultimatum era implacabile e allettante: consegnare Harry Potter e avere salva la vita oppure la loro distruzione. Un silenzio tombale si riversò nell’affollato Salone, ogni sguardo su Harry.
Pansy Parkinson, il carlino dei Serpeverde, si scagliò contro il Prescelto suggerendo di consegnarlo. Nicolas, dopo aver cercato inutilmente la bacchetta, strinse i pugni dalla rabbia e tentò di mettersi tra Harry e i Serpeverde. Notò di non essere l’unico ad avere quell’impeto: tutti i suoi compagni puntarono la propria bacchetta in difesa del proprio eroe-amico.
- Grazie, signorina Parkinson uscirai per prima dalla Sala con il signor Gazza. Il resto della tua casa è pregato di seguirti - imperò la voce tagliente della McGranitt. Nicolas ebbe un moto di entusiasmo verso la propria insegnante.
Dopo i Corvonero, furono diversi i Tassorosso minorenni che si fermarono irremovibili alla loro tavolata, la McGranitt intimò di andarsene e ripeté l’ordine anche a Dannis, a lui e a Peaks.
- Vattene Knightly! Non hai neppure la bacchetta! - si accalorò Nat.
- Già ringrazia i Carrow! Comunque hai visto che posso farne a meno - ringhiò l’altro in risposta.
- Non voglio perdere tempo a proteggerti, vai con Etty, Lisa, Natalie e Dannis! Subito! - si erse in tutta la sua altezza contro il ragazzino.
Nicolas sbuffò.
- Cerca di tornare vivo o te ne pentirai! - lo minacciò e seguì gli altri studenti.
Lo sguardo occhialuto si spostò da Nat a Lupin, che si riuniva con gli adulti. Nicolas, seguendo lo stormo di studenti spaventati, inciampò e cadde. Riprese a seguire il gruppo, distante rispetto ai suoi amici, ma tutto d’un tratto si nascose nell’ombra del corridoio, in attesa.
Lupin e un mago alto di colore, seguiti da altri studenti e il padre di Ginny, si diressero verso il massiccio portone della scuola, diretti al parco. Nicolas sorrise e si lanciò all’inseguimento del drappello.
Si fermarono fuori dalla porta, il mago di colore diede le direttive.
- Arthur, tu e il tuo gruppo vi piazzerete al portone. Penserai a coprirci in posizione centrale arretrata -
- Ok, Kingsley! - annuì il padre di Ginny.
- Tu, Remus, prenderai quella posizione a sinistra, presumo che i Mangiamorte arriveranno da lì, da lì e da laggiù - disse indicando un punto vicino al portone, uno nei pressi della foresta nera e un punto che arrivava dal centro del parco dove si ergeva un grosso platano - io con i miei ragazzi mi posizionerò sulla destra, in modo da prenderli alle spalle. Attenzione, avrete protezione dalle torri, se riuscite, spingete i Mangiamorte contro le mura in modo che gli attacchi dall’alto siano più efficaci! Occhio alla testa - una schiera di denti bianchissimi si accese in un sorriso nel buio.
- Ci proveremo, signor Shacklebolt! - gli rispose uno degli studenti.
Nicolas era stato attento a nascondersi dietro ai ragazzi più vicini all’ex-insegnante di Hogwarts, dando molto poco nell’occhio.
Il gruppo di Lupin si dispose nei pressi di una torre, l’uomo diede un bagliore con la bacchetta verso la cima, dall’alto rispose un altro bagliore.
- Perfetto ragazzi, il professor Vitious è pronto a dare battaglia. Fra una decina di minuti si scatenerà l’inferno, potete ancora ritirarvi, siete ancora così giovani... - disse sospirando e guardando gli occhi lucenti nella notte - ma sappiate che è la causa giusta e se anche dovessimo morire, io sarò orgoglioso di farlo in questo luogo meraviglioso e al vostro fianco -
- Professore, anche per me è un onore combattere al suo fianco. È stato uno dei miei insegnanti migliori - disse un ragazzo alto e prestante vicino a lui
- Grazie, Oliver -.
Tutti estrassero la bacchetta, Nicolas fece solo una mossa simile.
Improvvisamente scattarono tutti: un tremito percorse la terra e un’enorme sagoma si avvicinò da dietro le mura del castello, nei pressi della Foresta Proibita, le oltrepassò sbriciolandole come fossero la cinta di un castello di sabbia.
- Fermo, Groppino! Ora devi stare qui e pestare tutti gli uomini brutti e incappucciati che vedi arrivare da fuori, capito? - una figura si muoveva sul braccio di quell’essere enorme e mostruoso.
- Ma prima mi devi lasciare nel castello... - non aveva finito di dire ciò che il gigante prese l’uomo barbuto che gli stava parlando, un‘altra cosa pelosa e li scagliò in una delle vetrate centrali dell’edificio.
La mezzanotte stava scoccando. Cominciarono ad arrivare i Mangiamorte. Lampi rossi e verdi accesero l’aria tutt’intorno al castello.
Dall’alto delle torri arrivarono una pioggia di incantesimi che si riversavano sugli uomini incappucciati.
La maggior parte di essi puntarono con decisione al portone principale e, come aveva previsto Kingsley, vennero presi tra i fuochi suoi e del gruppo di Arthur.
La schiera di Lupin si difendeva dall’avanzata di alcuni uomini che erano comparsi misteriosamente ai piedi del grande Platano irrequieto al centro del Parco di Hogwarts.
I mangiamorte continuarono ad avanzare numerosi e cominciarono i primi caduti nelle schiere degli studenti di Hogwarts.
Il professor Lupin allontanò due ragazzi dalla traiettoria di due corpi incappucciati, scaraventati contro il castello da una manata di Grop. Nicolas approfittò della distrazione generale per ritornare con una potente folata una serie di incantesimi nemici, abbattendo tre maghi.
Lupin condusse il suo gruppo su un frangente più riparato verso la foresta, quando da una posizione inaspettata alle sue spalle comparvero una decina di Mangiamorte che li attaccarono alle spalle.
Nicolas si lanciò tra loro e il suo gruppo alzando un muro di vento così potente da respingere i lampi verdi e gli stessi mangiamorte contro le secolari piante della foresta.
Il gruppo spaventato si sparpagliò a coppie distribuendosi dietro diverse rocce, distribuite nei dintorni.
- Grazie - fece disorientato Lupin - ... ma tu non hai diciassette anni! - esclamò poi guardando il ragazzino che gli aveva appena salvato la vita.
- Purtroppo no - rispose sinceramente l’altro, gettando con un altro portentoso getto d’aria un mangiamorte tra le mani di Grop.
- Vattene subito! - gli intimò Lupin più preoccupato che adirato, mentre entrambi si prodigavano ad attaccare, l’uno scagliava lampi rossi, l’altro ne aumentava la velocità e la gettata.
- Lo farò volentieri - sorrise Nicolas deciso - quando lei mi dirà se conosceva mio padre o mia madre e i loro nomi -
Lupin era sempre più disorentato da quel curioso ragazzino.
- So per certo che conosceva almeno uno dei due, mio padre si chiamava Nicolas... - insistette il ragazzo. Lupin scagliò, pensoso, due lampi rossi contro altri Mangiamorte.
- Lumos! - accese la bacchetta in faccia allo studente - Non mi viene in mente nessun Nicolas che potrebbe essere tuo padre -.
La delusione si dipinse sul volto del ragazzo per pochi secondi, poi improvvisamente sorrise.
- Aspetti - ed emise un lungo fischio.
- No! Rivelerai la nostra posizioni ai nemici... - una serie di incantesimi colpirono le rocce dietro cui si erano riparati fino ad allora, ma la sferragliata venne interrotta a causa degli affilati artigli di Lio che si abbatterono a gran velocità in picchiata sulla schiera che aveva attaccato la difesa amica, per poi posarsi innocui sul braccio di Nicolas.
- Virgilio - mormorò Lupin, guardando l’animale.
- Esatto - approvò Nick.
Shacklebolt e l’altro gruppo, approfittando della confusione, presero una posizione più favorevole e strinsero sui fianchi gli avversari, dando respiro a Lupin e al ragazzo greco.
L’ex-professore guardò ancora il volto di Nicolas.
- Allora sei il figlio di Lyonel Locke -
- Lyonel Locke? Ma la medaglietta? -
- Sì, Lyonel portava una medaglietta con scritto “Nicolas”... c’era un motivo... - Lupin parlava lentamente come se stesse ripescando in ricordi lontani.
Si separarono repentinamente perché le rocce vennero sbriciolate da un incantesimo. Nicolas corse verso il lago, Lio volò alto.
- Vattene via, ragazzo! Non puoi sopravvivere! - gli urlò Lupin.
Tre anatemi si stavano abbattendo sul figlio di Locke, ma un nuovo strano colpo di vento li spinse contro la foresta proibita.
- Forse sì - si schiarì la voce Lupin stupefatto.
- Remus! Stanno per entrare... - lo chiamò Kingsley - raduna i tuoi e puntiamo a quel gruppo dai due lati - incitò l’uomo indicando un punto in cui oscure sagome nere si avvicinavano.
I due scattarono seguiti dalla piccola squadra che si muoveva in formazione di copertura. Sull’altro lato il gruppo di Shacklebolt faceva lo stesso.
- Dolohov è mio - ringhiò Lupin verso gli alleati, riconoscendo uno dei Mangiamorte.
Alcuni rinforzi si unirono alle tre squadre, che avevano già subito alcune perdite.
Nicolas seguiva i gruppi lievemente a distanza, nascondendosi nell’ombra del castello. L’assalto sui due fronti ebbe successo, ma il gruppo di Lupin si trovò con la Foresta Proibita alle spalle, dalla quale uscirono improvvisamente una folla di ragni enormi. Il panico divise la schiera degli studenti che stavano retrocedendo velocemente.
Senza esitare un attimo Nicolas fece alzare un vento che investì il suo gruppo da sinistra, riversandosi poi sulle creature a otto zampe, che infastidite deviarono puntando verso il ragazzo. Il ragazzo impallidì e rimase pietrificato al suo posto. I ragni inaspettatamente deviarono ancora, come spaventati, e si diressero verso il muro del castello arrampicandosi lungo le pareti. La terra tremava tutta intorno al castello e Nicolas si girò improvvisamente per capire cosa avesse fatto fuggire le creature mostruose.
Lupin si girò a causa di un urlo stridulo, giusto per vedere il corpo di Nicolas, scagliato con violenza dall’enorme mano di un gigante molto più grosso di Grop, sbattere contro la base di una torre di Hogwarts, che gli rovinò addosso seppellendolo.

- Si sta svegliando - fece Etty china su di un letto dell’infermeria.
Dannis si alzò di scatto dalla sedia, sporgendosi. Anche Nat, seduto su una poltroncina sul fondo del letto, raddrizzò la schiena concentrandosi sui movimenti della persona stesa davanti a lui.
Nicolas con uno sguardo smarrito, tentò di alzarsi ma con un mugugno di dolore ritornò ad appoggiare la testa sul cuscino.
- Aspetta non avere fretta! Rimettiti giù! Hai dormito per tre giorni - disse dolcemente Etty, con uno sguardo materno.
- Tre giorni? La battaglia... Harry... Hogwarts! - Nicolas si alzò di scatto, con una smorfia di dolore e con un’aria colma di preoccupazione.
- Voi state bene - scrutò il volto degli amici intorno al suo letto.
Etty era indenne, nonostante l’aria stanca, Nat aveva una ferita sulla guancia, un braccio intorno al collo e un’espressione severa, quasi arrabbiata, Dannis aveva uno sguardo colmo di dolore e due profonde occhiaie.
- Non tutti stiamo bene - rispose la ragazza, accarezzando la mano di Dannis - ma ne parleremo più tardi, ora stenditi per favore, prima che qualche osso decida di non rinsaldarsi perfettamente - e così dicendo sistemò il cuscino dietro la schiena, accompagnando con delicatezza le spalle al guanciale.
Nicolas deglutì un groppo in gola, fissando Dannis.
- Colin... - mormorò.
Dannis abbassò lo sguardo, lo stesso fece Nicolas.
- Dan mi faresti un piacere - lo distrasse Etty - avvertiresti la McGranitt? Dille che si è svegliata... -
A quelle parole Nicolas si guardò il pigiama e d’istinto si strinse nelle spalle. Poi con lo sguardo pieno di paura guardò prima Etty poi Nat.
- Già, Knightly - fece l’antico tono aspro e sarcastico di Nat - spiegaci: da quando sei una ragazza!? -.


Continua...

lunedì 17 marzo 2014

Hogwarts sotto assedio

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Hogwarts sotto assedio

Erano passati quasi un paio mesi dall’esecuzione pubblica fasulla, ma di punizioni simili se ne erano ripetute ancora e a più tornate, tanto che il calmante di bacchetta calava velocemente e nulla si poteva fare per gli studenti personalmente puniti dai Carrow.
Dopo le vacanze di Pasqua Ginny non era più tornata a scuola, come molti altri studenti. Alcuni per scelta dei genitori: la Scuola di Magia e Stregoneria non era più considerata un luogo sicuro; altri studenti, come Luna in precedenza, erano stati rapiti per impedire ai genitori azioni sovversive contro il Ministero.
Voci sempre più numerose bisbigliavano che Harry Potter si stesse muovendo contro i piani di Lord Voldemort, qualcuno aveva insinuato una sua apparizione a Goldric Hollow, altri avevano sentito che dei ghermidori lo avevano preso e portato al Quartier generale dell’Oscuro Signore, ma il Prescelto era riuscito a fuggire.
Hogwarts tratteneva il fiato in ascolto di ogni sussurro che parlasse del proprio beniamino, ma nel frattempo si stringeva al proprio capo della resistenza: Neville.
Rimasto solo, senza Ginny e Luna, il ragazzo difendeva a bacchetta tratta e con coraggio da leone tutti i mezzo-sangue della Scuola, tirandosi gli odi e le continue punizioni dei Carrow. La sua posizione era sempre più in bilico.
Una sera Radio Potter aveva trasmesso la notizia di un attacco in piena regola dei Mangiamorte contro l’anziana signora Paciock, Neville, in ascolto con il resto del’ES, si era decisamente inquietato, poi improvvisamente la voce della nonna aveva interrotto River nella radio cronaca con un: - Lei, giovanotto, non sta spiegando bene il movente!!! Se sei in ascolto mio caro nipote volevano prendermi per fermare te! Ma tu devi continuare, sei straordinario! I tuoi sono orgogliosi di te, io sono orgogliosa di te!! Continua così! Ti farò avere una mia lettera da qualcuno di fidato... - e finalmente River era riuscito a recuperare la trasmissione.
Applausi e pacche sulle spalle si scaricarono addosso ad un imbarazzato e quanto mai commosso Neville, nell’apprendere che la nonna era al sicuro, ma soprattutto per quella inattesa prova di stima.
Dopo questo tentativo di rapimento, il giovane Griffondoro aveva organizzato una continua sorveglianza, tramite Orecchie Oblunghe, dell’ufficio dei due vice-presidi, per anticipare nuovi rapimenti e offensive. Fu Etty a cogliere le cattive intenzioni dei Carrow nei confronti di Neville: volevano farlo sparire dalla Scuola, il come non era ancora deciso.
Paciock li precedette e sparì da Hogwarts, andando a vivere nella Stanza delle Necessità all’insaputa degli odiati professori, che lo credettero finalmente fuggito. Non troppo tempo dopo si unirono in pianta stabile altri studenti di Hogwarts, minacciati dai medesimi insegnanti.
La scuola stava vivendo la sua ora più cupa.
Uno dei pochi studenti che viveva ancora nelle “autorizzate” mura scolastiche era Nicolas, che riusciva a mantenersi nell’anonimato e nell’indifferenza generale.
Dopo la punizione impartitagli personalmente da Amycus Carrow si manteneva tranquillo e quasi indifferente a tutto ciò che gli succedeva intorno, mostrando lontananza e distacco dagli amici Griffondoro ribelli. Questo comportamento gli fece ottenere il bene placito dei Carrow, che se ne disinteressarono totalmente.
Nicolas teneva aggiornati i ragazzi rifugiati con le notizie della scuola e si sobbarcava gran parte dei turni per il controllo dell’ufficio nemico.
Nat e lui non avevano più riparlato della punizione. Sebbene il ragazzo più grande sentisse la responsabilità della terribile punizione, che aveva costretto l’amico a letto per una settimana, era il più giovane a guardarlo in colpa come fosse stato lui a commettere contro il maggiore un torto immenso, di conseguenza tra loro era caduto un opprimente imbarazzo.

Come molte sere precedenti Nicolas aveva cenato velocemente e si era riparato in una scanalatura del corridoio, seduto in ascolto, con un filo color carne che gli penzolava dai lobi e che percorreva la parete lungo il corridoio, insinuandosi sotto la porta dell’ufficio dei Carrow.
- Ne sei sicuro? - gracchiava con voce stranamente stridula Amycus.
- Me lo ha detto il Signore Oscuro in persona, Potter sta venendo a Hogwarts! - rincalzava la sorella a voce ancora più acuta.
- Quello Steeval aveva ragione a proposito della Gringott, Potter è evaso e il Signore Oscuro è certo che stia venendo qui - spiegò ancora l’agitata nota roca della donna.
Nicolas fece un larghissimo sorriso e trasse di tasca il suo galeone ES.
- Devo informare subito gli altri - mormorò tra sé e mandò il messaggio “Harry Potter sta venendo qui”.
- Vorrà combattere a fianco dei suoi amici più fidati - ipotizzò Carrow e aggiunse - si troverà spiazzato quando vedrà che li abbiamo dimezzati - rise in modo diabolico.
- Il Signore Oscuro ha detto con certezza che tenterà di entrare nella Torre di Corvonero, e ha ordinato di fermarlo e di chiamarlo non appena l’avremmo preso - fece con orgoglio Alecto.
A Nicolas tremarono le mani, che lasciarono sfuggire la monetina dorata. Il ragazzo si lanciò per recuperarla in fretta e mandare un nuovo messaggio all’ES, ma fu afferrato con forza alle spalle.
- Ecco qui un piccolo sovversivo - gli occhietti di Gazza rotearono di felicità nelle orbite.

Nat camminava nervoso lungo Stanza delle Necessità.
- Che c’è Nat? - gli chiese Lisa, notandone l’irrequietezza.
- Trovo molto strano che Knightly non sia ancora qui - borbottò.
- Ma sai che ultimamente sparisce per ore e non si sa più dove trovarlo -
- Ma la notizia l’avrà ricevuta anche lui - disse Nat scocciato mostrando il galeone alla bionda.
- Sai che se non è al suo turno di guardia è praticamente introvabile - replicò la ragazza con ovvietà.
- Il turno di guardia? - fece pensieroso Nat e poi si rivolse ad alta voce verso Steeval - Ehi, Terry, chi c’era al turno di guardia dai Carrow? -
- Nicky, mi pare - cercò conferma nello sguardo degli altri Corvonero.
- Questa storia non mi piace... vado a cercarlo -
- Stai attento Nat! - gli gridò Lisa.

Dopo qualche istante dalla cattura, il ragazzo greco fu lanciato con violenza sul pavimento dell’ufficio dei Carrow, dove un eccitato custode riferiva di averlo colto mentre origliava, la bacchetta di Nicolas mostrata come un trofeo.
Delle funi, comparse dal nulla, stritolarono il ragazzo da capo a piedi tappandogli la bocca.
- E così per essere una spia lo eri... - gli occhi iniettati di sangue di Amycus lo trafissero.
- ... ma dalla parte sbagliata - aggiunse Alecto - Sei fortunato Knightly: l’arrivo del tuo beniamino protrarrà di qualche ora la tua fine, ma forse non lo sei così tanto... - sorrise malignamente.
- Se quel Potter non stesse venendo qui ora... - l’uomo si sfregò le mani, passandosi la lingua su denti giallognoli.
- Ci divertiremo dopo, fratello, ora vai ad avvisare Piton, mentre io attendo il nostro ospite dai Corvonero.
- Posso tenere la bacchetta? - chiese Gazza in modo servile.
- No, potrebbe tornarci utile... - disse Amycus e gliela strappò di mano infilandosela all’interno del mantello.
- Ora usciamo - l’insegnante di Babbanologia lo disse rivolto a Nicky, come una madre lo potrebbe dire ai suoi figli sulla porta di casa prima di uscire per una serata di gala - sai noi dobbiamo accendere il nostro personale anti-furto nel caso qualcuno voglia entrare, forse ti creerà qualche fastidio - la bocca si distorse in un ghigno perfido, come quella del fratello.
- A dopo - dissero coralmente. Si spensero le fiaccole e dalla lama di luce in corridoio si vide la bacchetta di Alecto che toccava il pavimento. La superficie fu percorsa da un riverbero di calore e di elettricità che si allargava a macchia d’olio. Nicolas con un’espressione di orrore vide avvicinarsi sempre di più quel pericolo. Riuscì, benché legato come un salame, a tirarsi in piedi, puntellandosi sulla parete dietro di lui, mentre l’incantesimo invadeva il piano di pietra, ricoperto di tappeto.
Nicolas si concentrò, tentando, nonostante la morsa delle funi, di inspirare profondamente. La chiazza di fuoco ed elettricità lo stava per raggiungere. Poi a pochi centimetri dai piedi si fermò, o meglio fu respinta in ondine che rifluirono, come l’acqua fermata da un forte soffio di aria. I piedi di Nicolas erano circondati da una sorta di corrente d’aria che sospingeva l’incantesimo creando una corona di scintille. Perle di sudore imperlarono la fronte del ragazzo, probabilmente non avrebbe resistito per molto. Si guardò intorno valutando la distanza tra la sua posizione e la scrivania di Amycus, la più vicina.
Si concentrò ancora di più, un getto d’aria partì dai suoi piedi, tracciando un segmento, subito il ragazzo balzò alla fine del segmento d’aria, nel punto dove era arrivato, creando un nuovo piccolo isolotto di corrente che spazzava l’alone di fuoco. Barcollò ma resse l’equilibrio, un altro salto e avrebbe raggiunto la scrivania.
Fletté le ginocchia, per quello che le corde gli consentivano, nuovo getto d’aria e nuovo balzo. Il ginocchio cozzò dolorosamente contro la scrivania e subito Nicolas riversò il suo corpo sul piano in mogano, sollevando i piedi dal malefico pavimento.
Stramazzò per la fatica.

Nat percorreva il corridoio centrale con circospezione, avanzava silenzioso nelle lunghe ombre serali. Un suono metallico lo fece rabbrividire, si abbassò per vedere da dove proveniva. Aveva calciato un galeone d’oro, come notò alla luce della bacchetta accesa. Le normali scritte del conio erano modificate in “Tutti coloro che vogliono combattere al fianco di Harry si materializzino alla Testa di Porco”. Nat strinse la moneta con sguardo allertato e spense la bacchetta.
Arrivò alla porta dell’ufficio dei Carrow e origliò all’interno un respiro smorzato ma faticoso.
- Alohomora! -
Nicolas si riprese a quelle parole, mettendosi a sedere sulla scrivania. Ma la porta non si aprì.
Nat dall’altra parte era spazientito.
- Knightly spero che tu non sia svenuto vicino alla porta altrimenti levati! - gridò verso il pomolo dorato.
Lo sguardo di Nicolas si dilatò, più di quanto non lo fosse già per via del buio, e il ragazzo si ripiegò su stesso, dando le spalle alla porta.
- Bombarda! -. Nat comparve dietro alla porta ceduta ai suoi piedi.
Camminò sopra il piano di legno senza neppure accorgersi che facendolo evitava la scossa di fuoco che percorreva il pavimento. Nicolas lo guardava terrorizzato.
- Se la situazione non fosse tragica, saresti persino comico - rise guardandolo alla luce della bacchetta. Fece per fare un passo fuori dalla superficie legnosa della porta, ma Nicolas con un prolungato mugugno gli fece volare addosso un libro di Magia oscura che lo colpì al petto.
- Certo che non hai molto senso dell’umorismo - lo scrutò accigliato - stavo scherzando - e fece per fare un passo verso di lui.
Nicolas mugugnò ancora e con una nuova portentosa folata di vento fece cadere un cactus carnivoro sopra il pavimento. La pianta sfrigolò e prese fuoco ai piedi di Nat, che impallidì.
- Adesso ho capito cosa volevi dirmi - disse guardando i resti della pianta e aggiunse rivolgendosi all’amico - e del perché sei lì sopra -. 
Si fermò a pensare, poi trionfante gli puntò addosso la bacchetta - Levicorpus! -
Nicolas si rovesciò a testa in giù, acquistando ancora di più la parvenza di un salame appeso al soffitto di una cantina babbana, e fu appoggiato più o meno delicatamente sulla porta rovesciata su cui si ergeva Nat.
Il ragazzo con un colpo di bacchetta lo liberò dalla stretta delle funi e finalmente Nicolas riprese a respirare a pieni polmoni.
- Grazie Nat! - disse liberandosi dalle funi - Ora dobbiamo correre! Tu sai dov’è la Torre dei Corvonero? -
- No! -
- Dobbiamo trovarla e fermare Harry - così dicendo attirò a sé con una folata il cappellino che era caduto sul pavimento, quando Nat l’aveva sollevato da terra.
- Credo che tu mi debba parecchie spiegazioni - disse Nat sbigottito.
- Le avrai, ti prometto che le avrai - e corsero a perdifiato lungo il corridoio.
Poco lontano dalla loro Torre si imbatterono nella professoressa McGranitt.
- Non oso chiedervi perché non siate nelle vostre stanze, signori... -
- Professoressa - la interruppe bruscamente Nicolas - sa dov’è la Torre di Corvonero, dobbiamo avvertire Harry di un agguato -
- Non so come tu sappia tutto ciò Nicolas, ma sappi che l’agguato a Harry è stato sventato e ora abbiamo l’urgenza di evacuare la scuola e di difenderla - continuò pratica - anzi visto che volete rendervi utili, andate a chiamare tutti i ragazzi Griffondoro nella loro Torre e dite loro di scendere nella Sala Grande il prima possibile -.
Confusi e stupiti i due ragazzi presero la direzione conosciuta, mentre l’insegnante ritornava sui suoi passi, lanciando incantesimi alle armature dei corridoi perché si preparassero alla difesa della scuola.
- Questa notte sarà campale, amico! - disse eccitato Nat.
- Speriamo che vada tutto liscio - sospirò Nicolas, aggrottando la fronte pensieroso.

Immagine tratta da Harry Potter i doni della morte - parte II


Continua...

giovedì 13 marzo 2014

Crucio!

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

Leggi il I capitolo

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Immagine da Web - La casa pronta per dare punizioni

Crucio!

Nicolas non stava vivendo un momento di grandissima notorietà tra i Griffondoro, molti di loro lo ritenevano colpevole della soffiata ai Carrow sulla festa pro-Potter. Tesi avvalorata dal fatto che si era presentato sempre più raramente all’ES e che frequentava sempre più spesso il Serpeverde Raymond Emberce, ma soprattutto per via della sua misteriosa assenza il giorno del party.
Il clima era arroventato dall’angosciante attesa della punizione a cui erano destinati una ventina di studenti tra Griffondoro, Tassorosso e Corvonero, per cui tutti volevano fare qualcosa, ma nessuno aveva una buona idea.
- Secondo te Nick c’entra davvero qualcosa? - chiese Jimmy a Ritchie, guardando Nicolas poco lontano che faceva colazione.
- Nat non andava molto d’accordo con Nick, hanno sempre avuto un rapporto altalenante, forse Nat era semplicemente in fase no -
- Mi sembra un’accusa grave se infondata -
- Forse Nat ha qualche riferimento che non sappiamo -
- Magari Nicolas ha detto qualcosa in buona fede, senza riflettere -
- “Nicolas” e “senza riflettere” non possono stare nella stessa frase -
- Anche questo è vero, la cosa mi sembra sempre meno probabile -
- Però non era alla festa e non lo si vede mai in giro... -
- ... il vero problema, più che capire le implicazioni eventuali di Nicolas, rimane l’esecuzione -
- Se potessi spezzerei ad una ad una le bacchette di quei miserabili Serpeverde - ruggì rabbioso Ritchie a tono un po’ troppo alto.
Nicolas lo udì, come si intuì dallo scatto del suo capo, ma ritornò subito a meditare i suoi pensieri, mentre i due battitori si guardarono imbarazzati, temendo avesse sentito tutto, e cambiarono discorso.
Nella sala si inseguivano i commenti più vari, dai più importanti: le notizie della Gazzetta, le nuove morti, l’era oscura, a quelli più futili: le lezioni, il Quidditch, la nuova moda di Lisa e Sandy.
Il ragazzo greco si alzò di scatto ancora, come in preda ad un’epifania, e si parò davanti a Lisa.
- Ciao Nicky - disse la ragazza, ormai una delle pochissime persone che ancora gli parlavano.
- Ciao Lisa, volevo chiederti una cosa -
- Dimmi -
- Quanto ci mette una vostra moda ad essere accolta dagli studenti? -
- Scusa? -
- Quanto tempo ci mette una vostra idea a prendere piede nella scuola? -
- Che domanda strana... - commentò la ragazza - Beh! Dipende da quanto è carina -
- Ok! Mi serve il tuo aiuto per un’idea -.
Si allontanarono, mentre il ragazzo parlava fittamente e a bassa voce alla bionda Griffondoro.

Non arrivò sera che già una nuova moda stava prendendo piede a Hogwarts, lanciata dalle due adolescenti più in vista del Castello. Per i nuovi tempi duri, la moda suggeriva la bacchetta sempre a portata di mano e quindi l’idea più comoda e graziosa era quella di applicare tasche, taschine, nastri e legacci, direttamente sulla gonna, sui pantaloni, sui cardigan della divisa, in modo da mettere in bella mostra la bacchetta della proprietaria, ma anche del proprietario.
Gli studenti anti-conformisti e intellettuali, rigorosamente contrari alle mode, la definirono “una disgustosa ostentazione di potere”. Questa definizione fece prendere ancora più piede a quel nuovo modo di acconciare la bacchetta, specie tra i Serpeverde.
L’idea più graziosa e ambita tra le ragazze era quella di mostrare la bacchetta tra le pieghe della gonna scolastica. Il più gettonato tra i ragazzi invece era legarla all’altezza del ginocchio come una Colt di un pistolero.
Fu così che il giorno della punizione la maggior parte degli studenti riuniti in Sala Grande per l’esecuzione aveva la bacchetta ben visibile e pronta all’uso.
Il Preside con tono perentorio e retorico cominciò con una lunga arringa contro Harry Potter, quale nemico del mondo magico, mentre i due Carrow annuivano compiaciuti a ogni parola.
- Secondo me è una pazzia, Knightly! Ti beccheranno sicuramente -
- Tu pensa a far bene la tua parte Raymond e taci - gli tirò un’occhiataccia torva l’altro.
- Sono pronto Nicolas - gli fece un cenno Walter.
- Ok - Nicolas trasse dalla sua borsa cinque boccette di calmante per bacchetta, prese dalla sua fornitissima scorta personale.
- Finalmente ho trovato un modo per usarvi - gli disse con affetto e dopo averle stappate si rivolse a Walter - Vai -
- Stilla leviosa - fece l’altro, mentre cinque piccole polle liquide si alzavano dalle rispettive boccette.
- Ray! -
- Ok, ok! - sbuffò l’altro di malavoglia - e tutto per uno che si diverte a prenderti a cazzotti... -.
- Al fuoco, brucia! - si levò un grido dalla tavolata Serpeverde, dove erano disposti gli studenti disegnati per l’esecuzione. La tovaglia aveva preso fuoco e le fiammelle saltellavano impazzite facendo balzare in piedi tutti gli studenti, presi da panico.
Walter approfittò della distrazione per dirigere quattro serie di gocce contro le bacchette di ogni esecutore.
Il fuoco fu presto sedato e il Preside si fece ancora più feroce per questa sicura manifestazione di dissenso scolaresco.
Carrow si rivolse alla folla - Siete proprio stupidi, ora i vostri compagni pagheranno ancora più severamente - e indicò i ragazzi disposti in fila davanti alla tavolata dei professori, i quali erano tutti orripilati da quello spettacolo infamante.
- Etty li ha avvertiti tutti? - chiese Walter a Nicolas.
- Sì, sanno tutti che devono fingere - dicendo questo fece un cenno di intesa con Lisa.
Il professor Carrow diede il segnale funesto.
Un corale “Crucio” si levò dai venti esecutori Serpeverde. Tutte le tavolate erano inorridite, eccetto l’ultima a sinistra.
Si levò un grido di dolore provenire dalla pedana, mentre gli studenti puniti si accasciavano a terra tra mille sofferenze.
- Tu sei sicuro che stia funzionando vero Nick? -
- Lo spero, lo spero - mormorava continuamente il ragazzo con gli occhi puntati su Neville, Seamus e Nat. I suoi occhi e quelli di Etty si incrociarono, la ragazza gli fece un cenno, indicando l’inconfondibile risata muta di Steeval, che poteva apparire una smorfia di dolore per chi non lo conosceva, ma per i componenti dell’ES era inconfondibile.
Nicolas si rilassò. Guardò disgustato l’espressione di puro trionfo dei Carrow, quella impassibile di Piton e quella degli altri professori, che improvvisamente sembravano invecchiati di molti anni.
La tortura durò per cinque minuti infiniti, i ragazzi puniti non avevano più neppure la forza di fingere il dolore, tanto erano stanchi.
- Basta la supplico! Basta! - urlò la McGranitt livida e con le labbra più sottili di un foglio di carta. I Carrow lo concedettero, come una sorta di gesto magnanimo e Amycus fece un cenno ai ragazzi esecutori, che abbassarono le loro bacchette.
- Meno male che non era vera - disse Walter con una pacchetta di merito alla spalla di Nicolas, riprendendo posto tra i Corvonero, Raymond era già sparito.
Gli studenti furono fatti alzare, rimproverati nuovamente e cacciati al loro posto per cenare. Sfilarono tutti alle spalle di Nicolas, che sedeva nei posti all’inizio della tavolata, bisbigliando in modo appena percettibile.
- Grazie Nick -
- Sei un genio -
- Un grande -
- Scusa Nick -
I ragazzi poi presero posto per la cena, mentre nella Sala si alzarono mormorii contriti di conforto e di consolazione per i ragazzi appena torturati: la commedia doveva essere recitata fino alla fine.
- Non posso davvero credere che tu abbia avuto questa pensata - gli tese la mano Nat.
- Stai attento Nat! Non so ancora quante possibilità ti concederò ancora - gli sorrise Nicolas stringendola con calore.
- Hai perfettamente ragione, mi dispiace per il cazzotto -
- Non ci pensare, anch’io nei tuoi panni avrei sospettato di me - fece benigno e cominciò ad affondare i denti nella propria portata. Tutti mangiarono un po’ troppo allegramente, ma i Carrow, ormai soddisfatti, non sembrarono farci troppo caso.
- Ma cosa hai usato? -
- Calmante per bacchette - gliene porse una confezione - ne ho talmente tanto che basterà per finire l’anno senza dover temere le punizioni - fece l’occhiolino.
- Come mai ne hai tanto? - chiese Nat curioso, rigirandosi la boccetta tra le mani. Nicolas arrossì violentemente.
- Un errore nell’ordine - disse tenendo gli occhi bassi.
Etty intervenne. - Nicky sei incomparabile, riesci a ideare strategie ingegnose e ti perdi con un ordine -.
Scoppiarono tutti a ridere, ma si fermarono di botto, perché Amycus Carrow era apparso alle spalle di Nicolas.
- Che hai lì in mano, Dayton? -
Nat rimase spiazzato con la boccetta tra le mani.
- “Tocco di fata” non sono i prodotti che usi tu Knightly per le tue bacchette? - domandò retoricamente l’insegnante.
- Non ti era stato proibito di praticare la tua attività, Knightly? - il tono si fece sempre più acceso, mentre lo agguantava per il collo del mantello, l’unico studente a portarlo ancora a Marzo.
- Non sei venuto anche a piangere miseria? Invece che farlo illegalmente ti era stata data una possibilità che non HAI VOLUTO SFRUTTARE! - urlò l’uomo in preda all’ira spingendolo dove prima erano stati puniti gli altri ragazzi.
Nicolas cadde a terra supino, appoggiato sui gomiti, con uno sguardo di terrore, pronunciava “no”, “no” in silenzio.
- Questo è quello che capita a chi disubbidisce agli ordini - disse sguainando la bacchetta dall’interno dell’abito.
- Crucio! -
Nicolas mugugnava, contorcendosi a terra.
- Urla stupido ragazzino! Voglio sentire le tue urla! - gli ordinò Carrow, dando un nuovo colpo di bacchetta.
Il ragazzo sembrava posto su una graticola, ma non emetteva che un mugolio dalle labbra serrate, mentre gli occhi si riempivano di calde lacrime.
- Urla dannazione! - fece collerico l’adulto, spingendo l’incantesimo con la bacchetta. Nicky si stava mordendo il labbro inferiore a sangue pur di non urlare.
Il soffitto di Hogwarts si incupì improvvisamente e i lampi ne squarciavano la superficie, l’acqua cominciò a riversarsi a secchiate senza cadere realmente sulle tavole, ma il vento si abbatté realmente nella Sala, con tale forza da spalancare tutte le alte finestre. La terra ebbe un tremito.
La McGranitt approfittò di quel momento di smarrimento collettivo e ordinò - Tutti si ritirino ordinatamente nelle proprie sale comuni, si sta abbattendo un forte uragano! I professori vengano con me per proteggere la Scuola -.
Carrow cessò la tortura con un’occhiataccia all’insegnante di Trasfigurazione, mentre Nat si lanciava ad alzare da terra l’amico.
- Nicky, Nicky, tutto bene? -
Gli occhi di Nicolas erano pieni di lacrime e dalla bocca gli usciva un rivolo rosso.
- Non troppo - sputò il ragazzo a mezza voce.
- Andiamo ti porto in infermeria -
Nicolas fece cenno di no con la testa e gli occhi gli si riempirono nuovamente di lacrime.
- E per via della schiena che non vuoi andare - gli sussurrò Nat, stupefatto.
Un debole cenno confermò, mentre il ragazzo chiudeva gli occhi.
- Ok! Ti porto in camera a riposarti, va bene Nicky? Etty dammi una mano! - chiamò la compagna di casa poco distante.
Insieme lo alzarono uno a destra, l’altra a sinistra.
- Ehi Nicky! Sei pesante - scherzò con tenerezza la ragazza.
- Scherzi! - ribatté l’altro - È una piuma, sei sicuro di mangiare abbastanza qui? -
Il ragazzo tentò di abbozzare un sorriso.
Quasi tutti gli studenti erano scappati nei propri dormitori, solo i più grandi erano rimasti a dare una mano all’improvvisa evacuazione.
- Nick stai bene? - gli si fece vicino Walter.
- No! Non sta bene! - rispose con rabbia Raymond - Ti avevo avvertito Knightly! -
- Stagli lontano - gli ruggì contro Nat.
- Andiamo ragazzi, Nicolas ha bisogno di stendersi - risolse la questione Etty, riprendendo la direzione dei dormitori.
Durante il tragitto Nat guardava perplesso l’amico.
- Perché non hai urlato? -
- Non volevo dargli soddisfazione - mormorò senza voce il ragazzino.
- Non sei stato forse tu a dirmi una volta che queste prove di orgoglio sono inutili -
L’altro tacque.
- Si vendicherà adesso, non ti lascerà libero un passo - continuò Nat.
- Piantala Nat! Lascialo stare - intimò Etty.
- Scusami - disse il ragazzo a Nicolas.
Con un po’ di fatica riuscirono a portarlo alla sua stanza.
- Grazie ragazzi, lasciatemi qui, adesso ce la faccio -
- Non ci penso neanche - rispose Nat - ti porto sul tuo letto -
- Ho detto che adesso ce la posso fare - fece l’altro con un tono risoluto, così raro in lui, che Nat lo lasciò subito. Nicolas barcollò, aprendo la porta quanto bastava per infilarcisi dentro di lato, e vi scomparve. I due ragazzi rimasero perplessi davanti alla porta chiusa con mille interrogativi.


martedì 11 marzo 2014

Una festa disastrosa

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Una festa disastrosa

Da quella misteriosa apparizione Nicolas e Nat sembravano pervasi da una fattura. Nicolas spariva sempre più frequentemente, nessuno dei Griffondorosapeva con chi o dove se ne andasse per interi pomeriggi. Quando lo si vedeva sembrava euforico e allegro, come non era mai apparso, ma se incontrava Nat si faceva cupo e una piega preoccupata ne increspava la fronte liscia.
Nat, dopo la rottura con Demelza, vagava smarrito sui lineamenti di tutte le studentesse di Hogwarts, cercando la “misteriosa cantante” come ormai lui, Nick e Lisa la chiamavano.
Per l’ennesima volta Nicolas cercava di portarlo sulla sua amata strada razionale.
- Ascoltami Nat, hai passato in rassegna tutte le ragazze di Hogwarts, non l’hai vista: è evidente che non è tra loro. Cerca di lasciare perdere - disse con una profonda voce convincente.
- Temo di avere dimenticato come era fatta, per questo non la trovo -
- Io credo che se tu la vedessi di nuovo te la ricorderesti Nat, ma non è una delle studentesse tutto qui - gli disse con fare consolatorio, vedendolo avvilito.
- Chi potrebbe essere allora? - domandò con veemenza l’altro.
Nicolas rimase zitto, poi cambiò discorso.
- Ti rifaccio la domanda di Lisa: qualora la trovassi cosa faresti? -
- Vorrei solo capire perché mi ha tanto colpito... A me piacciono le ragazze... -
- Come se non l’avessi capito - sorrise Nicolas sottolineando l’ovvietà.
- Ma lei era diversa -
- Come fai a dirlo Nat? Non le hai parlato, non sai cosa pensa, potrebbe anche essere la più superficiale ragazza della terra. Era solo carina e brava a cantare, come ce ne sono ovunque. Il nostro coro ne è pieno! - cercò di razionalizzare Nicolas agitato.
- Non era superficiale, - disse triste l’altro - cantava con così tanta emozione e trasporto. Una persona che riesce a cantare così non può essere superficiale. Forse è questo, vorrei capire perché era così triste, così malinconica, ma allo stesso tempo sembrava grata... Devo conoscerla! -
- Ok, Nat, ora però smettila di pensarci - fece il ragazzo greco, deglutendo - Parliamo d’altro ti va? - cercò di sorridere - Come va l’ES? -
- Bene - disse secco - e tu rimani un traditore -
- Mi dispiace, ma mi sembra di essere incapace quando frequento l’ES, in Difesa contro le Arti Oscure sono una frana, faccio perdere solo tempo a Neville o a Ginny - si giustificò l’altro.
- Che scuse assurde, praticamente adesso ci facciamo solo coraggio e ascoltiamo la Radio - ribatté Nat - Anzi in realtà adesso stiamo organizzando una festa! -
- Una festa? - chiese Nicolas.
- Una Festa Pro-Potter! -
- Nella Stanza delle Necessità? -
- No, vuole essere una festa allargata a tutti, anche ai non-ES, quindi non possiamo farla lì! -
- E dove allora? -
- Hagrid l’ha proposta, quindi la faremo da lui -
- Hagrid? Mi sembra pericoloso allargarla al di fuori dell’ES, qualcuno potrebbe venirlo a sapere e vendervi ai Carrow per un diploma - fece scettico Nicolas.
- Abbiamo steso una lista di persone da invitare che sono decisamente pro-Potter, dovevo invitarti... -
- Sarà ma non mi sembra una buona idea - rimase scettico Nicolas.
- Sai cosa mi è venuto in mente? Potrei proporre il karaoke! Magari scopro chi è la ragazza! - fece improvvisamente raggiante Nat.
- Ne dubito - sorrise scettico l’altro - comunque mi sembra molto rischioso -.

Pensatoio - Immagine da Web
Una settimana dopo, durante la quale si erano susseguiti preparativi segreti, mentre Nicolas continuava ad astenersi da ogni tipo di partecipazione all’ES, incentrando su di sé dubbi e perplessità, i tre nuovi amici si trovavano nella solita aula vuota vicino alla biblioteca. 
Walter era in disparte e leggeva un libro.
Nicolas era di fronte a Raymond con la bacchetta sguainata.
- No! Piantala di aver paura e cancellami quel dannato ricordo! - gli urlava il ragazzo Serpeverde.
- Ci sto provando! -
- Non ci stai provando, hai troppa paura di manipolare la mia testa! Renditi conto che tu potresti farcela tranquillamente, ne hai tutte le capacità -
Walter li interruppe: - Scusate io devo andare ho un appuntamento, mi pare che anche tu Nick avessi qualcosa da fare, o sei obliviato? -
- Non se ne parla Knightly sta qui finché non ha imparato l’incantesimo che mi ha supplicato di insegnargli, altrimenti si arrangia! - Raymond rispose a Walter, guardando il terzo ragazzo silenzioso.
- Allora Nicky cosa vuoi fare, vieni? - chiese Walter ignorando Raymond.
- Non posso Walter, vai tu, ti raggiungo più tardi se ci riesco... - fece a sguardo basso Nicolas, evitando l’occhiataccia di Raymond.
Walter uscì con un cenno.
- Non capisco perché te ne stai lì come se ti avessi messo in castigo - lo provocò Raymond.
- A volte ho l’impressione che tu faccia di tutto per allontanarmi dagli altri e legarmi al nostro trio -
- Non sono io: è il destino! E non è un trio: è un quartetto! Non dimenticarlo e fai dimenticare me! -
- Oblivion - rispose Nicolas concentrandosi.
- Ok! Non ricordo più il giorno della frase che dovevo tenere a mente, ma il resto è ancora presente, vuoi impegnarti! -
- Oblivion -.
In un bacile di pietra vagavano i pensieri di Raymond e i due ragazzi continuavano a guardarsi storto, dopo due ore di allenamento.
- Allora dove dovevi andare stasera di così importante? -
- Lascia stare -
- Tu lascia stare: se non te lo levi dalla testa e non ti concentri non mi oblivierai mai! Allora dove volevi andare stasera -
- Senti tu hai detto che questa tecnica me la potevi insegnare solo oggi, quindi continuiamo finché ti leverò quel ricordo -
- Ti infastidisce molto la mia insistenza, io voglio solo sapere cosa avevi da fare: è un segreto? -
- Oblivion! -
Un soffio di vento scompigliò il ciuffo di Raymond.
- Ti ho detto di concentrarti. La frase la so ancora! - sbottò l’altro.
Nicolas sorrise.
- Ancora per poco, visto che non ti ricordi cosa mi stavi chiedendo -
- Cosa? -
- Oblivion! -
Il Griffondoro fissava il ragazzo Serpeverde, che era fermo a meditare qualcosa. Poi lo guardò e gli disse: - Ce l’hai fatta non mi ricordo cosa dovevo ricordare! -
- Evvai! Finalmente! Ora scappo che sono in ritardo - Nicolas prese la sua borsa e si voltò verso il ragazzo rosso - Grazie Ray! Ti devo un enorme favore! -
- Prego -
Nicolas uscì dalla classe insonorizzata diretto furtivamente alla capanna di Hagrid, ma si arrestò quando vide i Carrow e Piton con la bacchetta puntata dietro ad una schiera di studenti di Hogwarts, tra cui anche Nat e Neville.
Il ragazzo greco si appiattì dietro ad una colonna, seguendo il corteo con lo sguardo. Corse poi verso la propria Sala Comune.
- Nicolas dove eri finito!? - gli chiese un gruppo di Griffondoro.
- Cosa è successo? - domandò senza rispondere il ragazzo greco.
- Qualcuno ha fatto una soffiata e ci hanno scoperto - spiegò Etty - noi siamo riusciti a scappare grazie all’intervento di alcuni, come Neville -
- Hagrid come sta? -
- È riuscito a scappare nella foresta in groppa a suo fratello -
- In groppa a suo fratello? -
- Un gigante... ma non è importante adesso! -
- Già! Ho visto i Carrow e Piton portare via i nostri compagni - disse Nicolas.
Numerose domande preoccupate si levarono, domandandosi cosa avrebbero fatto ai colpevoli presi. Dopo un’ora rientrarono i Griffondoro dall’ufficio del Preside, accolti da un milione di domande. Neville prese la parola cupo e calò il silenzio.
- Fra una settimana ci puniranno in modo esemplare davanti a tutta la scuola, credo con una esecuzione Crucio da parte degli studenti, in modo da prostraci fisicamente e moralmente - poi si guardò attorno e aggiunse - chi denuncerà almeno altri tre amici che erano alla Festa sarà risparmiato -
I ragazzi presenti si guardarono l’un l’altro, poi si dispersero mogi e taciturni di fronte alla loro impotenza.
Nat si pose davanti a Nicolas e lo squadrò con rabbia.
- Dov’eri stasera? -
- Io ero... -
- Dove, Knightly, a venderci? Magari non direttamente, è bastato raccontarlo al tuo grande amico Ray? Walter c’era e tu? -
- Io non... -.
Nicolas trasse la bacchetta come a difendersi, ma gli arrivò prima il pugno di Nat in piena mandibola.
A terra il ragazzo si teneva la parte lesa con la sinistra, stringendo nella destra la bacchetta, in silenzio. Poi si alzò e si diresse alla propria porta.
- Non vi tradirei mai - e chiuse la porta dietro di sé.
Nella sua camera non riuscì a trattenere le lacrime. Lio gli volò sulla spalla, strofinando il becco nella sua tempia.
- Non potevo fare diversamente stasera Lio! Dovevo imparare l’Oblivion il prima possibile... Non potevo permettere che Nat scoprisse che la ragazza che ha visto in realtà è Ann! -.

Continua...