Introduzione alla Fan Fiction
Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.
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Immagine da Web - tratta da "Harry Potter e il calice di fuoco" |
Ballo a Hogwarts
Le discussioni erano state numerose, chi pro, chi contro. Festeggiare la fine del terrore che aveva attanagliato tutto il mondo inglese sembrava quasi doveroso, ma portare rispetto e lutto alle tante morti che avevano costellato quella vittoria del bene sul male sembrava altrettanto imperativo.
Si scelse di indire un ballo per festeggiare i coraggiosi studenti, che volevano gioire dopo tanto dolore e acclamare il loro eroe, Harry Potter.
La storia di Nicky era ben poca cosa in confronto allo strabiliante anno del Ragazzo Sopravvissuto e il fatto che tutta la sua vicenda non fosse al centro dell’attenzione era per lei un sollievo. Solo il gruppo più ristretto dei legami di Nicolas Susanne sembrava risentire in modo forte della sua storia. Nat non era più andato a trovarla nei giorni che era rimasta in infermeria, mentre Raymond non se ne allontanava quasi mai, come Etty.
Con grandissimo stupore della ragazza, una delle sue più grandi fan diventò Lisa. Certo negli ultimi tempi i loro rapporti erano molto più distesi, anzi tra loro si era instaurata persino una buona intesa, ma quando Lisa conobbe nei particolari la storia della ragazza, sicuramente da Nat, ne rimase entusiasta.
- Tanti anni in veste da uomo, hai bisogno di una completa rieducazione femminile - la guardava con i grandi occhi chiari colmi di entusiasmo - sarò io la tua Pigmalione! -.
Nicky sorrideva bonaria, forse non intendendo nei dettagli quello che avrebbe significato.
Per cominciare Lisa non le permise più di indossare l’inseparabile cappellino. Gli occhiali sparirono non appena Nicky assicurò di non aver alcun problema di vista. Le era stata subito fornita un’uniforme femminile, che però la ragazza bionda non riusciva a farle portare. In compenso le fece eliminare il maglioncino che aveva sempre indossato sotto la camicia, per confondere le forme femminili.
Il ballo fu la molla che fece scattare un entusiasmo ancora più fervente in Lisa.
La ragazza greca stava leggendo un vecchio libro di favole, quando una montagna di tulle e seta le cadde davanti. Nicolas Susanne la guardò con curiosità.
- Serve una mano? - si propose.
- Non solo quella - disse la ragazza bionda, spuntando dagli strati di tessuto multicolore - mi servi tutta... Nella tua stanza! - le ordinò.
Nicky obbediente guidò Lisa in camera sua, poco dopo furono raggiunte anche da Etty e Sandy.
- Allora cosa vuoi metterti al ballo? -
- Credo che dovrò accontentarmi della divisa scolastica - sorrise Nicky imbarazzata.
- Non dire scemenze -
- Il mio guardaroba è piuttosto limitato - lo spalancò per mostrarne la penuria.
Un paio di mantelli di Hogwarts penzolavano vicino a tre giacche scolastiche invernali e due per la mezza stagione, dal taglio decisamente maschile. Ripiegate in tre pile c’erano alcune camice con lo stemma di Griffondoro, pullover, qualche paio di jeans, abbondanti maglioni, T-shirt, due tute da Quidditch e il completo per la partita.
- Come eri vestita, quando Nat ti ha vista ragazza? -
- Come? - domandarono in coro le altre, tra le quali una Nicky bordeaux.
- Quando Nat mi ha raccontato la tua storia, non ho impiegato molto a ricomporre i pezzi... - spiegò, poi si rivolse verso le altre ragazze - Durante una passeggiata Nat aveva sentito e visto ai limiti della Foresta proibita una misteriosa ragazza cantare in una strana lingua, immagino fosse greco, l’ha cercata per giorni, completamente perso! - poi si rivolse a Nicky sospettosa - Mi sono anche accorta che Nat invece di quella storia non ricorda più nulla... -
Nicolas si fece cupa in volto.
- L’ho obliviato -
- Nicky come hai potuto?! - la rimproverò Etty.
- Lo so! Ho fatto una cosa orribile... ma avevo paura... -
- ...Che notasse in te una certa somiglianza con la ragazza che aveva visto? - le suggerì dolce Sandy.
Nicolas era sempre più rossa in volto e sembrava volesse penetrare con lo sguardo la pietra sotto i suoi pedi.
- Non fa niente Nicky, se e quando vorrai parlarne saremo qui, ok? - le sorrise Sandy con delicatezza.
- Avevo paura, - deglutì senza alzare lo sguardo - avevo paura di tradirmi, di confessargli che ero io la ragazza che cercava -.
Le tre ragazze la guardarono inclinando la testa con dei sorrisetti romantici ed espressioni comprensive.
- Bando alle ciance, vediamo cosa avevi addosso -.
Ann attirò con la bacchetta il tendaggio bianco e se lo trasfigurò addosso, facendolo diventare una tunica, fissata da bottoni dorati, che un attimo prima erano anelli.
- Sicuramente Nat non è stato attratto dal tuo abito - aggiunse la bionda un po’ delusa, ma con un pizzico di malizia.
- Il bianco però ti dona tantissimo - disse estasiata Sandy.
- Sì, ma non si deve sposare - tagliò corto l’altra, tuffandosi nel mare di abiti che aveva portato.
- Temevo già per la misura... tu sei più alta di noi, ma con la tua capacità di trasfigurare non ci saranno problemi! - fece sempre più pragmatica la giovane Griffondoro - Allora cominciamo con questo! -.
Passarono più di un’ora in allegria e chiacchiericci, Nicky, ormai esausta di provare abiti, si era rinfilata la vecchia divisa e adesso erano sedute tutte sul letto a parlare dei preparativi della festa.
- Sapete chi mi ha invitato? - fece Lisa un po’ pensierosa.
- Metà scuola? - sorrise Nicky di rimando.
- Qualcuno sì... - fece con una smorfietta compiaciuta - Ma mi ha invitato Walter dei Corvonero, non me lo sarei mai aspettato -
- Che scoop! - esclamò Etty - Se lo sapesse Natalie... -
- Finalmente si è fatto coraggio - commentò Nicky annuendo.
- Tu sapevi di questo interesse - fece Sandy alla ragazza.
- Ho passato parecchio tempo con Walter, lui ed io siamo abbastanza simili, per me erano evidenti certi atteggiamenti che teneva non appena compariva Lisa - sorrise con fare saggio.
- Gli stessi atteggiamenti che hai tu con Nat? - suggerì Lisa.
- Oppure con Raymond? - incalzò Etty.
- È vero con chi andrai al ballo? - fece di rimando Sandy.
- Toc! Toc! - si sentì bussare alla porta.
- Proprio sul più bello - sbuffò Lisa - chi è il seccatore? -
- Lisa un po’ di cortesia - la rimproverarono Sandy ed Etty.
- Posso entrare? Sono Dannis... -
- Vieni, vieni -
- Aspetta un attimo Dan... - avvertì Nicky, ma in ritardo perché come pronunciò quelle parole, Dannis aveva già tentato due balzi sui pochi gradini, che erano improvvisamente diventati un breve scivolo micidiale.
- Lo temevo soltanto: ora è confermato - disse Nicky soccorrendo il compagno.
- Ma che diavolo... - imprecò Dannis, mentre Etty e Ann lo sollevavano da terra e lo accompagnavano a sedersi in Sala comune, seguite dalle altre due.
- Funziona come le scale dei nostri dormitori - osservò Sandy.
- Com’è possibile Nat è entrato in questa stanza, c’ero anch’io e non... - Lisa fu come colpita da un pensiero - Il tappeto rosso! - guardò Nicky - Hai fatto in modo che si indurisse seguendo i gradini e noi non ci siamo accorti di nulla -
- Per questo motivo non hai voluto che Nat ti accompagnasse a letto dopo il Crucio - si spiegò Etty.
Nicolas Susanne non badò molto alle spiegazioni e annuì velocemente.
- Cosa eri venuto a dirci Dannis? -
Il ragazzo era ancora dolorante e si massaggiava la schiena con entrambi i palmi.
- Veramente cercavo solo te Nicky. Hai una visita! Ti aspetta giù in Sala Grande -.
La ragazza era molto stupita e non si fece ripetere due volte il messaggio, anche le altre amiche la seguirono curiose.
Nicolas Susanne, in cima alla grande scalinata che portava all’atrio principale, vide in piedi davanti al Portone della Sala Grande un ragazzo non più alto di lei, dai capelli corvini e dalla pelle olivastra che la fissava sorridente.
- Andreas! - esclamò precipitandosi giù per le scale.
- Ann! - rispose l’altro venendole incontro.
Si abbracciarono a lungo.
- Non posso credere che tu sia qui! Sapevo che avresti commesso qualche sciocchezza, quando ho letto la tua lettera, ma pensavo ti limitassi a sguinzagliare tuo padre! -
- Dovevo accertarmi che tu fossi sana e salva, non mi sarei fidato degli occhi di nessun altro e tu sai bene perché! Anche se continuo a notare che alcuni vecchi vizi li mantieni - le disse squadrando la divisa maschile.
- Mi devo abituare ai nuovi abiti - si giustificò la ragazza - Quanto ti fermi? -
- Non molto purtroppo, mi hanno tenuto molto tempo fermo sulla frontiera, non volevano farmi passare, ma con la caduta di questo “Tu-sai-qualcuno”, hanno ricominciato ad allacciare i contatti con il continente -
- Capisco - fece pensosa - Resterai per il ballo di dopodomani? -
- Posso farti da cavaliere? - fece un grazioso inchino.
- Devi! - rispose sorridente Ann.
La ragazza si ricordò improvvisamente di avere i suoi amici alle spalle.
- O scusa non ti ho presentato i miei amici. Loro li conosci epistolarmente: sono Etty e Dannis - si rivolse ai due ragazzi spiegando - è stato Andreas l’intermediario delle nostre lettere, mi dispiace di non averti detto la verità - disse mortificata guardando Etty.
L’altra le sorrise, scuotendo la testa.
- Non mi hai mentito, hai detto che Ann avrebbe letto la mia lettera e così è stato - aggiunse verso Andreas - Ti devo ringraziare di cuore per il favore che ci hai fatto! -
- Anch’io volevo ringraziarti, sei stato prezioso in un momento difficile - disse Dannis porgendogli la mano.
- È stato un vero piacere - Andreas ricambiò la stretta con vigore.
- Lei è Lisa e lei è Sandy, ragazze davvero in gamba! Lui è Andreas, l’unico a scoprire la mia identità ad Arcadia e ad aiutarmi a difenderla, rischiando grosso in alcuni casi... -
- È un vero piacere - disse cortese Sandy.
- Sarò curiosa di scoprire come hai fatto a scoprire chi era la nostra Nicky - fece Lisa, strizzandogli l'occhio in segno di intesa.
- È una storia divertente... - Andreas guardò malizioso Nicolas con occhi lucenti.
- Non ci provare Andreas, me lo hai promesso tempo fa! - lo saettò la ragazza.
- Tu mi hai abbandonato ad Arcadia e sarebbe quello che ti meriti - la stuzzicò Andreas - ma d’accordo non la racconterò... -
Nicolas Susanne trasse un lungo sospiro di sollievo, mentre la delusione si dipingeva sugli altri amici incuriositi.
- ...per adesso - disse con fare scherzosamente minaccioso il ragazzo greco.
Tutti scoppiarono a ridere.
- Sarò curioso di sentirla anch’io questa storiella - fece la voce di Nat alla base della scalinata.
- Ciao Nat - disse Nicky trepida.
- Ciao io sono Nat - si autopresentò il maggiore dei ragazzi Griffondoro.
Andreas allargò il suo sorriso mediterraneo, alzando gli occhi ridenti sullo sguardo dell’alto ragazzo.
- Piacere io sono Andreas - gli strinse la mano - sarò lieto di raccontarvi il simpatico aneddoto, magari al ballo! -
- Rimani al ballo? - chiese Nat, sospettoso.
- Giusto per quello. Devo ritornare ad Arcadia presto, mio padre non può più stare lontano dal suo lavoro -
- Che lavoro fa tuo padre? - domandò incuriosita Lisa.
- È nel corpo diplomatico di Arcadia - rispose l’altro.
- Signor Eirenes - si intromise gentilmente la professoressa McGranitt - la sua stanza è pronta, l’abbiamo alloggiata nell’ala degli ospiti -
- Grazie mille, Preside! - replicò Andreas, poi si rivolse a Nicky - Mi accompagni a mettere a posto i bagagli? -
- Certamente - assicurò l’amica.
- Ci vediamo a cena - li salutarono gli altri.
- E come sta Lio? - chiese Andreas allontanandosi con Nicky.
Era finalmente giunta la sera del ballo. Sebbene Hogwarts era ancora in parte distrutta, i professori avevano impiegato tutta la loro perizia per creare un’atmosfera lucente e impeccabile.
Fatine volavano colorate e brillanti in ogni angolo, fiori Solaris rampicanti avvolgevano le colonne, proiettando, grazie ai pistilli luminosi e le corolle trasparenti, ombre colorate e un profumo delizioso. Globi dorati volteggiavano e trasmettevano la musica che una piccola orchestra stava eseguendo sul palco della Sala Grande.
Studenti e studentesse erano avvolti in preziosi abiti da cerimonia, orgogliosi e trepidanti. Molti ancora si attardavano per gli ultimi dettagli nei dormitori.
- Buonasera miei cari ospiti - disse la voce gioviale di Andreas a Nat e Dannis - le nostre dame sono scese? -
- Non ancora... - sorrise Dannis.
- Oh! Ciao Harry, Ron, Hermione, Ginny! - fece cenno al quartetto.
- Ciao Dannis - fece Harry Potter - ciao Nat e tu sei? -
- Andreas Eirenes, in visita dalla Grecia. Lei è l’eroe della serata - tese la mano con ammirazione.
- Questa scuola e i suoi studenti sono i veri eroi - replicò l’altro con una stretta, guardando con intensità Dannis.
- Gli inglesi sono un popolo coraggioso e modesto - fece galante il greco - sono estasiato di aver avuto la possibilità di incontrarla -
- Grazie - fece imbarazzato l’altro - Allora a dopo - disse stringendo con affetto la spalla di Dannis.
- È incredibilmente in gamba - commentò il giovane Canon ammirato.
- Già - confermò Nat.
- Ancora non posso credere che vedrò la piccola Ann vestita da signorina, sono ancora convinto che scenderà in tutta da Quidditch - rise coinvolgendo nella risata contagiosa anche gli altri due.
- Guarda che ti ho sentito! -
I ragazzi si voltarono verso la cima della scalinata, seguendo il tono di rimprovero della ragazza.
Nicolas Susanne indossava un semplicissimo abito in raso di una delicata tinta pesca. L’abito lasciava scoperte le spalle e accennava a una stretta manica, appena delineata. Il tessuto aderiva al busto e ai fianchi per scendere in una gonna a sirena. I capelli erano semi raccolti in un fermaglio di madreperla della stessa tinta dell’abito, da cui sfuggivano, sapientemente acconciati, due ciuffi che le incorniciavano il viso e le accarezzavano le guance avvampate. Scendeva con molta attenzione, forse temendo di rovinare a terra in modo imbarazzante. I ragazzi erano a bocca aperta.
- Bravi! Ammirate il mio capolavoro - disse con orgoglio Lisa.
Assai più appariscente dell’amica, la ragazza bionda aveva un’elaborata acconciatura di boccoli dorati e di perline. Indossava con disinvoltura un abito che richiamava lo splendido colore degli occhi e aveva una scollatura più audace.
Scese anche Etty raggiante nel suo abito a larghe spalline, scollatura alta e gonna in leggero tulle color canarino. Appariva come una graziosa ballerina.
Anche l’amica Tassorosso faceva parte dello splendente quartetto. I lunghi capelli ricadevano a boccoli sulla schiena scoperta dalla scollatura all’americana dell’abito in velluto verde scuro, che faceva risaltare splendidamente l’oro dei capelli, il verde smeraldo dello sguardo e la pelle dalla tinta lievemente caffelatte. Un’ampia gonna ne nascondeva i piedini, sicuramente rialzati in scarpe con il tacco.
- Incroyable! - esclamò Andreas entusiasta rivolto ad Ann.
- Andreas non è mai un buon segno quando parli in francese! - commentò la ragazza senza alzare lo sguardo dai gradini che percorreva tremante.
- Carissima non starai scendendo in trampoli - fece divertito l’altro notando l’incertezza della ragazza.
Lisa due gradini dietro lei sbuffò - Macchè! Ha voluto indossare a ogni costo delle insulse scarpette paperine -
Ann si girò verso la bionda - Lisa ti faccio notare che già così ho le mie difficoltà... -
Quel breve momento di distrazione le fu fatale: incespicò nei suoi passi a pochi gradini dall’arrivo. Nat la prese al volo, agguantandola sotto le braccia.
Il volto della ragazza emerse dalla camicia di Nat di un colore addirittura vinaccia.
- Sì, è stato decisamente meglio non metterti sui tacchi - rise Lisa che aveva raggiunto con eleganza la base della scala. Anche gli altri scoppiarono in una risata complice.
Nat l’aiutò a mettersi in posizione eretta, mentre lei era rimasta rigida quanto un blocco di marmo.
- Tutto a posto? - le chiese gentilmente cercando di guardarla negli occhi.
- Sì, grazie! Scusami tanto - disse sfuggendo dal tocco del ragazzo e raggiungendo il proprio cavaliere che era ancora piegato dalle risate.
Li raggiunse poco dopo uno splendido Walter in abito da cerimonia blu cobalto, che per un attimo fece ingolfare nelle parole persino la disinvolta Lisa.
La combriccola prese posto in due tavolini che furono avvicinati tra loro per permettere a tutti i ragazzi di poter parlare tra loro comodamente.
- Possiamo unirci a voi? - chiese Raymond Emberce a braccetto di Natalie.
- Certamente - li accolse calorosamente Andreas, alzandosi e avvicinando con un tocco di bacchetta un paio di sedie.
- Andreas Eirenes - porse la mano a Raymond e fece il baciamano ad un’impressionata Natalie. I due si presentarono con cortesia.
- Silenzio! - li ammutolì Lisa - C’è il discorso di Harry! -.
Il mago fu accolto da un fragoroso applauso.
- Care amiche, cari amici - fece un imbarazzato Harry - sono salito qui unicamente per ringraziarvi. Io non ho sconfitto Voldemort! Fortuna e coincidenze hanno portato alla sua distruzione, ma soprattutto il vostro coraggio, che è stato il mio coraggio, il vostro affetto che è stata la forza che mi ha spinto ad affrontarlo. Senza Hogwarts, i suoi professori, i suoi studenti, i suoi amici, non avrei mai conosciuto quella che considero la mia famiglia più autentica e senza famiglia da difendere nessun uomo può diventare un eroe. A questo punto il mio cuore vorrebbe che elencassi una per una le vittime cadute sotto il potere di quel mago oscuro; vorrebbe che ne raccontassi la vita, i pregi, ogni aspetto che ci mancherà di loro; vorrebbe che ricordassi ogni familiare e ogni amico che lascia. Ma allo stesso tempo il mio cuore non riesce a reggere il dolore di una simile memoria. Ne voglio ricordare uno per tutti, colui che più di ogni altro ha il merito di questa vittoria: Albus Silente. Lo voglio ricordare in un unico modo, concludendo questo discorso e invitandovi a mangiare! -
Harry sorrise dietro alle lacrime trattenute nei grandi occhi smeraldo. La platea rise, asciugandosi qualche lacrima e partì un lunghissimo applauso con standing-ovation. Sui tavolini rotondi apparvero dal nulla stuzzichini e gustosi antipasti.
- Coraggio Andreas raccontaci di come hai scoperto il segreto di Nicky! - lo incitò Lisa, che non stava più nella pelle dalla curiosità.
- No, Andreas ti prego - lo supplicò la ragazza.
- Sì, dai! Raccontaci - fecero di rimando tutti gli altri.
- Cara, vedi? Insistono. Io avevo promesso di non rivelarlo a nessuno, non di non raccontarlo a chi già sapesse - sorrise sornione e cominciò il racconto.
- Immagino che ormai vi siano palesi alcune abitudini che la nostra Ann aveva per non farsi scoprire e tra queste il fatto di farsi il bagno o la doccia prima o dopo tutti gli altri -
- Uh! - strillò eccitata Natalie.
- Infatti - riprese il ragazzo greco - e la cosa che mi lasciò strabiliato dopo aver scoperto il suo segreto era la totale naturalezza con cui riuscisse a far apparire una scelta ben precisa come una cosa del tutto casuale e non voluta. Benché sia sempre stata incredibilmente prudente, una domenica mattina non poteva certo immaginare che, mentre lei si beava nel bagno deserto ad un’ora improponibilmente mattiniera, io mi ero svegliato e mi ero deciso a fare una cosa che a nessuno ad Arcadia verrebbe mai in mente: svegliarsi presto e farsi un bagno -
- O no! - fece arrossita Etty.
- Invece sì, mia cara Etty! Io entravo nel salone della vasca mentre Ann usciva dall’acqua, credo che ora, trascorsi tre anni, - squadrò l’amica - l’immagine sarebbe decisamente più gratificante... -
Nicolas Susanne gli diede una gomitata nello stomaco, mozzandogli il fiato.
- Touché, ma chère! Non è stato molto cavalleresco questo commento - fece Andreas massaggiandosi la pancia.
- Assolutamente poco cavalleresco - assicurò Ann, tra le risate generali.
La ragazza però non riuscì a fare a meno di guardare sottecchi Nat, l’unico che non stava ridendo, ma guardava davanti a sé. Ann però non notò la presa più forte che Nat diede al suo calice, mentre non sfuggì ad Andreas.
- Finalmente le danze! - esclamò entusiasta il greco - Natalie mi concederesti il primo ballo? -
- Certo - ma guardò incerta Ann, che le sorrise e le fece un cenno di consenso.
Walter porse la mano a Lisa, Nat a Sandy e Dannis, meno disinvolto di tutti, fece lo stesso con Etty. Rimasero Raymond e Ann.
- Signorina Locke vuole... -
- Non pensarci minimamente, perché credi che Andreas non l’abbia fatto? - lo guardò con ovvietà Ann.
- Capisco... facciamo due passi fuori - propose in alternativa.
- D’accordo - fece con tranquillità la ragazza.
Si avviarono sulla grande balconata su cui si affacciava la Sala Grande.
- Come stai? - chiese con scioltezza Ray.
- Bene, grazie - rispose con calma.
- Tipo simpatico Andreas... -
- ... e generoso. Persona straordinaria - lo disse guardando Andreas che ballava con grazia.
- Ti volevo dare una cosa -
- Cosa? - fece la ragazza presa in contropiede.
- O meglio restituire quello che era tuo - trasse dalla tasca una catenina dorata e una medaglietta incisa: “Nicolas”.
- L’hai riscattato - fece la ragazza colma di stupore - Grazie -
- Posso? - ma non aspettò la risposta e glielo allacciò al collo - Mi raccomando, non lasciarlo mai più è un pezzo importante della tua storia -
- Grazie davvero, Ray - lo guardò con gratitudine, rigirando tra le dita il ciondolo.
- Ora vado a prenderti da bere -
- Grazie di nuovo -.
Nicolas Susanne rimase a guardare il parco che ancora portava tracce della recente distruzione, una fresca brezza le scosse i capelli e lei si strinse nelle spalle.
- Allora è vero che non sei abituata a questo clima -.
La ragazza si voltò, ma non riuscì ad alzare lo sguardo su Nat se non per pochi istanti.
- Il clima di Arcadia è molto più caldo - spiegò - ma questo vento mi piace -
- Per te è la serata dei regali - guardò la medaglietta al collo, le mani della ragazza corsero a coprirla, gli occhi ancora bassi, come colpevoli.
- O meglio delle restituzioni - e le porse la sua bacchetta.
- La mia bacchetta! Come? Quando? Pensavo di non rivederla mai più - la voce si incrinò in una nota più acuta, gravida di emozione.
Nat sorrise e rispose - Ero nella Torre dei Corvonero ed è stata la prima cosa che ho pensato quando ho visto i Carrow conciati come salami... a parte di farmi una bella risata, s’intende -.
Risero.
- Così Adreas e io abbiamo un aneddoto in comune - fece Nat scrutando l’orizzonte. Nicky rimase in silenzio sempre più imbarazzata.
- Ripensando a quella volta non capivo perché mi sembrassi tanto sollevato - sbuffò alterato - io non sono stato tanto sveglio da capire il tuo segreto - strinse i pugni amaro.
- Nat... io, io... non volevo e volevo... avevo paura di... - balbettò la ragazza.
Nat scorse la sagoma di Raymond che si avvicinava.
- Ritorno dalla mia dama, sempre che sia stata lasciata libera dai suoi mille pretendenti - e fece per allontanarsi.
- Nat, tu credi che sia impossibile ritornare ad essere amici come prima? - lo trattenne Ann con una supplica.
- Come prima? - il ragazzo sospirò e si girò guardandola per un istante - Me lo sono chiesto, ma... no, non credo sia possibile ritornare ad essere amici come prima - e la lasciò, mentre Ray ritornava con due bicchieri.
- Scusami, Andreas mi ha trattenuto - si giustificò il ragazzo Serpeverde.
Nat rientrò nella Sala Grande e ritornò a guardare i due ragazzi appena lasciati.
- Io non me ne preoccuperei se fossi in te - gli spuntò alle spalle Andreas.
- Di cosa parli? -
- Ann sa essere una grandissima amica, per tre anni siamo stati inseparabili. Scoprendo il suo segreto mi ero completamente innamorato di lei, così forte, così determinata -
Nat lo squadrava in silenzio, una ruga contratta sulla fronte. Andreas lo guardò e rise.
- Sì mio caro Nat, abbiamo molte cose in comune, ma non la più importante. Lei lo aveva capito naturalmente, ma riusciva a dominarsi, senza tradire per un attimo un atteggiamento ambiguo, non voleva né feririmi, né illudermi. Sebbene la sua situazione non fosse facile, non ho mai dovuto asciugare una sua lacrima, ma neppure raccogliere un suo moto eccessivo di entusiasmo. È così razionale, mi ha sempre snervato questo aspetto! -
Nat non si perdeva una sillaba cercando di capire dove volesse arrivare il ragazzo greco.
- Poi appari tu e lei perde il controllo, fatica a comporre una frase, non riesce a guardarti negli occhi e posso sentire il suo cuore accelerare. Guardala ora con Ray: gentile e disponibile, come lo è con tutti, come lo è sempre stata anche con me. Con te è un’altra storia, come dite voi “cotta”?! No, fossi in te non mi preoccuperei, non mi preoccuperei neanche un po’ -.