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sabato 1 marzo 2014

Solo

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Immagine da web - Il potere di Raymond

Solo

Il Natale era pressoché alle porte, ma niente a Hogwarts suggeriva aria di festa e di calore natalizio. La situazione si faceva di settimana in settimana sempre più opprimente, dopo Nicolas altri studenti erano stati puniti durante le ore di Difesa contro le Arti Oscure da studenti stessi, che, impratichiti con la maledizione Imperio, stavano cominciando ad affrontare la maledizione Crucio. Neville aveva subito la prima “lezione dimostrativa” per essersi opposto apertamente e direttamente contro l’insegnante.
Questo aveva reso sempre più pericoloso ritrovarsi per le riunioni all’ES, ma anche più necessario. La maledizione subita da Paciock aveva sortito gli effetti opposti e il ragazzo organizzava con maggiore caparbietà numerose uscite notturne con Ginny, Luna, Semus e Micheal Steeval, durante le quali lasciavano sui muri della scuola, in particolare nei pressi dell’ufficio del Preside, slogan per l’iscrizione al particolare circolo privato.
Il Cavillo nel frattempo continuava i propri attacchi nei confronti del nuovo Ministro, riportava continuamente, dati alla mano, le uccisioni tra Nati-babbani, i Babbani e gli oppositori storici di Voi-Sapete-Chi, elogiava pubblicamente Radio Potter e faceva continui appelli alla fedeltà verso Harry. Luna Lovegood veniva per questo attaccata spesso in corridoio da molte battute, ma anche da veri e propri incantesimi, molto crudeli. Ginny fu punita per aver risposto ad uno di quegli attacchi con una spettacolare Fattura Orcolvolante, che gli costò però due ore di presenza come cavia nella lezione del professor Carrow, durante la quale Goyle si guadagnò i suoi primi dieci punti per i Serpeverde in sette anni e Neville una profonda ferita sulla guancia destra.
Nicolas aveva uno sguardo carico di preoccupazione e si muoveva lentamente nella propria stanza, si allacciò il mantello e si infagottò dentro, poiché i rigori dell’inverno inglese si facevano sempre più implacabili. A fatica staccò gli occhi, profondamente segnati da notti insonni, dal trespolo vuoto di Lio, poi con estrema lentezza si mise sulla spalla la borsa e uscì dalla sua stanza.
Da qualche settimana Etty lo cercava tutte le mattine, ma incrociando il suo sguardo che faceva un diniego silenzioso, apprendeva la notizia che più le premeva, gli rispondeva con il tentativo di un sorriso rassicurante, per non mortificarlo ulteriormente, e cercava di discutere con l’amico del più e del meno. Però alla prima occasione buona entrambi facevano di tutto per separarsi, almeno per evitare di dover fingere che tutto stesse andando tranquillamente.
Anche i pomeriggi con Nat erano diventati sempre più radi e corti, ora che il maggiore dei due ragazzi frequentava sempre più spesso la cacciatrice dei Griffondoro. Inoltre i loro dialoghi si limitavano sempre di più a questa nuova relazione. Nicolas sembrava un po’ infastidito da quella continua argomentazione e si rifugiava in biblioteca tra i libri di storia della magia, macinando pagine e pagine, alla ricerca di qualche notizia sulla “Setta dei quattro poteri”, ma nessun fatto storico ne riportava notizia alcuna.
Dopo aver abbandonato la sua stanza, aveva raggiunto la biblioteca semi-deserta e, piegato su un enorme volume dal titolo “Classi, Club e Circoli Magici: tutte le Storie sotterranee” del professor J. Nova, scorreva con attenzione il capitolo sulle sette. Lo raggiunse un Nat sorridente.
- Ciao! Che fai? -
- Gioco a gobbiglie - rispose con un certo sarcasmo tra sé e sé il ragazzo greco.
- Spiritoso! Lo vedo che leggi, ma cosa? - si interessò l’amico.
- Un libro di Storia della Magia -
- Altra materia più interessante non l’avevi? -
- No... -
- Ehi! Hai un pessimo aspetto, dormi male? -
- Cosa ti serve Nat? - gli rispose sbuffando Nicolas finalmente alzando la testa dal volume.
- Ma che hai?! Sono settimane che sei inavvicinabile, ne parlavamo ieri io e Demy -
- Bene allora puoi continuare a parlarne con Demy e lasciarmi leggere! - rispose nervosamente il ragazzo più giovane.
- Ma si può sapere che ti ho fatto? -
Si udì un risolino alle loro spalle. Nat si girò nervoso.
- Che cavolo vuoi Emberce! -
A quel nome anche Nicolas si voltò, inquadrando il ragazzo Serpeverde che con aria di sfida sfogliava un libro, fissando Nat.
- Io niente... - fece in tono falso l’altro.
- Bene, allora ti consiglio di farti i fatti tuoi e di starci alla larga, possibilmente! - grugnì Nat.
- Raymond io ho bisogno di parlarti invece - affermò Nicolas, mentre l’altro Griffondoro sembrò rimanere di sasso a quell’affermazione del Compagno di casa.
- Non saprei Knightly sono appena stato minacciato - disse con un ghigno rivolto a Nat.
- Non dire assurdità, hai tempo adesso? -
- Io sì, ma non vorrei distrarti dalla tua discussione... -
- Ciao Nat, ci vediamo - fece di botto Nicolas, recuperò il suo libro e se ne andò, seguito dal passo elegante e sicuro di Raymond, lasciando Nat tremante di rabbia.
I due ragazzi si chiusero nelle classe vicina alla biblioteca, dove si erano lasciati l’ultima volta.
- Allora ci hai ripensato? - fece sornione Raymond.
- La storia che mi hai raccontato fa acqua da tutte le parti, più ci ripenso più credo che tu abbia qualche serio problema - fece irritato Nicolas.
- Allora spiegami perché siamo in questa stanza a parlarne - gli occhi ambrati di Raymon squadrarono la figura infagottata del ragazzo più giovane.
- Fatto primo: non c’è nulla che testimoni l’attività di questa Setta; fatto secondo: se anche fosse esistita una tale setta, ho letto milioni di storie di invasati che credevano le cose più folli; fatto terzo: la meravigliosa epoca dopo Merlino e Morgana di cui mi avevi parlato sembra non esserci mai stata; fatto quarto: io non sento affatto tutto questo potere che dovrei avere -.
Raymon rise e rise sinceramente, come lo scoppiettio improvviso di un caminetto.
- Per quanto vuoi ignorare la realtà, Knightly? - smise di ridere. Nicolas lo fissò senza proferire una parola.
- Va bene, procediamo come vuoi tu! Il fatto che non ci siano testimonianze storiche di questa setta, dimostra il grande potere che essa ha sempre avuto. Per definizione una setta mantiene il più assoluto riserbo sulle sue azioni e se riesce a mantenerlo dimostra la sua potenza. Se ti interessa però c’è un evento documentato: la distruzione del Tempio dedicato agli Elementi intorno al 1500, se non erro, con quelli che erano creduti i suoi sacerdoti all’interno -
- Nel 1518, con all’interno i quattro sacerdoti, custodi del tempio - rispose senza pensare Nicolas.
- Vedo che questo evento ti ha colpito - osservò con un sorrisetto compiaciuto l’altro e continuò - anche il fatto che il periodo di pace e tranquillità non sia documentato è facile da spiegare: quando mai la pace fa notizia? -
- Hai saltato un passaggio: la setta di esaltati! - puntualizzò Nicolas.
- Beh! Su questo dovresti verificare con i tuoi occhi, anche se il fatto che non si sia alleata con Tu-Sai-Chi in questi tempi, mi sembra una buona dimostrazione, anzi io per primo ti invito a contrastarlo, come loro invitano me -
- E perché non si schierano apertamente contro -
- Prima di tutto “segretezza”, anche con il Signore Oscuro la setta deve garantire la sua esistenza e poi non hanno ancora il potere dei quattro elementi - accompagnando le parole con un ampio gesto del palmo aperto che indicava il proprio interlocutore.
- Sarebbe una bella mano per Harry Potter - pensò Nicolas.
- Sì, sono d’accordo - annuì l’altro.
- E la tua ultima argomentazione invece è proprio assurda... e tu lo sai - lo scrutò attentamente.
- Che intendi? - disse sincero l’altro.
- Non dirmi che davvero quella classe del settimo anno è riuscita a controllarti con le sue scarse maledizioni Imperio, appena imparate! Un altro sì, ma tu, no! Se è così dovrò obliarti subito dalla memoria tutto quello che ci siamo detti sulla Setta dei quattro poteri -
- Come sai che ho solo finto di resistere alla maledizione Imperio? - mormorò il ragazzo senza voce.
- Ne ero sicuro, la maledizione Imperio attinge direttamente dall’unico elemento d’aria, per questo è così potente e sempre per questo era impossibile che tu cedessi sotto il tuo stesso elemento. E credo anche di avere intuito il perché tu abbia finto... -
- Ho sentito subito di poter resistere facilmente agli ordini impostimi nella testa, ma mi è sembrato più saggio assecondarli e fingere di resistervi in modo da prendere tempo e allo stesso tempo soddisfarli in quello che mi costava poco -
- L’avevo immaginato... - e rifletté ad alta voce - Aria e acqua gli elementi razionali. A proposito evita che ti puniscano con la maledizione Crucio: sfrutta l’elemento diretto del fuoco ed essendo il tuo elemento opposto ti farebbe davvero molto male. Anzi non farti proprio punire in qualsiasi modo o mi terrai in pensiero - disse serio.
- In pensiero? Per questo ti eri arrabbiato dopo le lezioni di Babbanologia... Perché? -
- Tu ed io siamo legati. Ci tengo a te - gli sorrise.
Nicolas era ammutolito e un po’ imbarazzato, cambiò argomento.
- Hai detto che aria e acqua sono elementi razionali, che intendevi? -
- Il tuo potere si concentra nella sfera razionale, tutti gli incantesimi che sfruttano questo potere ti risultano immediatamente apprendibili: Trasfigurazione ad esempio, per non parlare di Occlumanzia e di Legimanzia, in cui saresti insuperabile se ti applicassi, come Walter d’altro canto. Terra e fuoco sono elementi emotivi. Io e Sandy siamo invece molto empatici: percepiamo le emozioni di chi ci sta attorno. Lo siamo, al contrario di voi, in modo istintivo. E' un vantaggio dei nostri poteri. Ogni elemento a grandi potenzialità, ma anche limiti. Comunque affronteremo ogni cosa a suo tempo. Allora sei disponibile ad unirti a me? -
Nicolas era confuso e disorientato.
- Stai correndo troppo, non so neppure cosa mi stai chiedendo... Grazie intanto per aver risposto alle mie domande, ma ora devo andare... - e si avvicinò alla porta.
- Certo che la fuga ti riesce sempre molto bene, con me, con Nat, con Etty e poi non credi a quanto ti dico riguardo ai rapporti di amicizia dei portatori... - disse ironico.
- No, non c’entra - tentò di ribattere insicuro Nicolas.
- Allora ciao, tanto so che ci rivedremo presto! - sorrise Raymond. Nicolas uscì dalla porta e si allontanò a grandi passi.
- Quando non ne potrai più degli incubi, tornerai e seguirai il tuo destino - pensò ad alta voce il ragazzo Serpeverde rimasto solo.

Nicolas raggiunse il dipinto della Signora Grassa, ma ad aspettarlo fuori c’era Nat.
- È da un sacco che ti aspetto! - gli fece il ragazzo appoggiato al muro di pietra - Dove ti sei nascosto con il tuo nuovo amico? -
- Ciao Nat -
- Seguimi per cortesia - intimò il cacciatore Griffondoro.
Nat si allontanò verso il piccolo laboratorio di pozioni, quasi personale, e cominciò attaccando l’amico - “Ciao Nat”!? Mi tratti come un idiota e poi ti ripresenti e mi dici “Ciao Nat”?! - il ragazzo era visibilmente alterato. - Senza contare che te ne vai in giro con quel Serpeverde subdolo e sinistro. Inoltre quando lo definisco “tuo amico”, invece di indignarti, mi rispondi “Ciao Nat”, ma che ti è preso Knighty mi sembra che tu sia in un mondo tutto tuo! -
Nicolas, che appariva già spossato dopo il dialogo con Raymond, riuscì comunque ad ergersi in tutta la sua altezza e contrastare il suo accusatore.
- In primo luogo io vedo chi voglio e quando voglio, senza alcun bisogno di avere una sorta di controllo. Secondo Raymond è meno mefistofelico di quello che pensi, anzi! -
- Siamo arrivati a questo, difendiamo “Raymond”? E con che tono! Mi sembra che tu stia diventando un’altra persona e quella persona non mi piace! -
- Puoi anche non fartela piacere, non ne hai bisogno, hai altre compagnie... -
Nat gli rise quasi in faccia: - Oddio un’altra scenata di gelosia! Come se non ci fosse già Lisa a fare la gelosa -.
- Io non sono... - Nicolas si trattenne dal ricoprirlo di chissà quali imprecazioni. - Non c’entra affatto la gelosia!! Tu mi chiedi se io vivo in un altro mondo? Tu?! Da quando ti sei imbarcato in questa tua romantica avventura, per cui ti auguro ogni bene - fece con finta vocetta mielosa - non ti accorgi che il mondo ci sta crollando letteralmente addosso: le punizioni terribili, le riunioni tra gli studenti sempre più osteggiate, notizie di morte e distruzione da ogni dove, la lettera di Colin che non arriva... -
- Allora è questo il problema, sei in questo stato nevrotico perché non ti arrivano notizie da Ann -
Se Nicolas avesse potuto uccidere con lo sguardo, Nat sarebbe stato incenerito in quel momento.
- Piantala di tirare fuori Ann ogni momento - Nicolas era visibilmente sconvolto e cominciò a straparlare - Tu non capisci niente, non sai niente, smettila di parlarne a sproposito, non voglio più sentirne parlare. Lei è... io sono... Non palarmene più, non voglio più che parli di lei, tu non ne devi più parlare, hai capito?! -.
Nicolas si allontanò con le lacrime agli occhi e Nat rimase fermo e incapace di reagire.
Il ragazzo greco entrò nella propria stanza, sbattendo la porta, si mise a rovesciare la sedia e la stampella della divisa. Si gettò carponi ai piedi del letto, con la testa appoggiata sul materasso, gridando nelle coperte.
- Basta parlare di Ann! Non voglio più sentirlo quel nome! Ogni volta che lo sento pronunciare così lo sento sempre più estraneo, come se mi strapassero un pezzo di me ogni volta e lo gettassero lontano... Come fa a non capire che mi manca, mi manca così tanto che mi manca il respiro... -
Improvvisamente le coperte si alzarono come percorse da una folata di vento sotto le lenzuola e la stanza fu invasa da una corrente che fece mulinare i fogli di carta di pergamena che erano appoggiati nel baule aperto. Nicolas per lo stupore si calmò, così come il lieve turbine nella stanza. Si asciugò le abbondanti lacrime, che nel frattempo aveva soffocato nel letto, e si sedette esterrefatto.
- Devo calmarmi o impazzirò! Sono davvero nei pasticci! Devo recuperare il mio controllo e il mio distacco altrimenti potrebbe essere davvero pericoloso per tutti quelli che mi stanno attorno - e si strinse nelle spalle. Poi si buttò sul letto sfinito e sicuramente senza accorgersene si addormentò.
Si svegliò per il freddo verso l’una e mezza. Si mise velocemente il pigiama al buio e si avvolse in due vestaglie di lana. Stette per un po’ silenzioso e supino sul letto, meditando sul suo baldacchino.
- Adesso mi ci vorrà una vita per addormentarmi - sbuffò.
Scese i pochi gradini che lo portavano al livello della Sala Comune e aprì la porta silenziosamente.
Nella grande stanza circolare non si vedeva nessuno, ma provenivano bisbigli di due persone diverse da dietro il divano davanti al camino. Erano Nat e Demelza.
- Nicky non è come te, Nat. È introverso e timido, tiene tutto per sé. È normale che ad un certo punto e con una simile tensione sbotti, dovresti capirlo non tormentarlo - diceva piano Demelza accarezzando con dolcezza i capelli mossi e castani del ragazzo. Nat inclinò la testa appoggiata sulla spalla di lei, per guardarla negli occhi.
- Ma perché li devo sempre capire io? So bene che la situazione è messa male, ma è così terribile se cerchiamo di vivere con un po’ di serenità lo stesso? -
Demelza gli sorrise e scosse la testa in senso negativo. Nat continuò.
- Voglio bene a quel ragazzo, ho capito che è spaventato, ma non capisco da che cosa e lui non me lo vuole dire. E poi mi ha fatto imbestialire con quell’accusa contro noi due -
- Forse non gli piaccio... -
- No, ti assicuro che quello non è il problema, so che ti stima e molto -
- Davvero?! - fece sorpresa la ragazza e rifletté meglio - Forse si sente lasciato in disparte, prima aveva stretto un legame con Dannis e se ne andato, poi con Etty, ma lei è una ragazza ed entrambi soffrono per Canon, parlarne tra loro potrebbe essere ancora più doloroso. Tu eri il suo unico amico e adesso ti sei un po’ allontanato. Ne avrà risentito un po’ -
- Non troppo visto che ne ha trovato subito un altro -
- Ora chi è geloso di chi? - fece Demelza sorridente.
- Non mi piace Emberce, mi sembra che voglia qualcosa da lui, e mi sento sempre spinto a un istinto di protezione nei suoi confronti e non capisco perché! -
- Forse lo vedi come un fratellino minore - Demelza continuava ad accarezzargli la testa, mentre lo sguardo di Nat era perso nelle fiamme del camino.
- No, non direi: non lo sento affatto come un fratellino. Lui è un amico fantastico, quando sto con lui tira fuori il meglio di me e non capisco come faccia. La cosa ancora più strana e che riesce ad irritarmi con una velocità impressionante, ma anche ad entusiasmarmi altrettanto velocemente - il ragazzo stava tentando di esprimere un pensiero che probabilmente ponderava da tempo, ma Demelza sembrava non aver afferrato. Nat se ne accorse, si alzò dal divano e si inginocchiò presso il camino.
Nicolas sulla porta si ritrasse per non far scorgere la sua presenza.
- È come un soffio sulle braci: il ceppo può scoppiettare improvvisamente, l’irritazione, ma farsi anche più vivo e caloroso -
Demelza era ammirata.
- Che parole splendide - fece con sguardo appassionato e un velo di commozione.
- In effetti... - arrossì Nat.
I due tacquero e Nicolas si rifugiò come un’ombra dietro alla porta, lasciando i due ragazzi intenti ad altre occupazioni.
Gli occhiali di Nicolas si appannarono e due grossi lacrimoni scesero lungo le guance accese.
- Come farò a tenerlo lontano e vicino allo stesso tempo? Non può sapere nulla, ma non posso rinunciare alla sua amicizia. La sua, quella di Etty, di Dannis... -.
Si sdraiò sul letto e con lo sguardo perso nel buio sospirò.
- Cosa devo fare? -

Continua...

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