Introduzione alla Fan Fiction
Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.
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Un Natale movimentato
Finalmente arrivò la risposta di Dannis.
Il viso di Etty divenne raggiante quando vide planare la grande massa piumosa di Lio sulla tavolata dei Griffondoro. Nicolas si illuminò di colpo, prendendo tra le mani tremanti la busta paglierina e incrociando lo sguardo di Etty.
- Stai bene Lio? - disse accarezzando il volatile.
Lio arruffò le piume.
- Controllo della posta pesante? -
L'uccello gorgogliò.
- Ok, piccolo! Vai a riposarti e grazie mille - gli suggerì con dolcezza.
- Nicky potresti leggermela subito? - gli chiese supplice la ragazza.
- Troviamo un posto tranquillo - annuì il ragazzo.
I due lasciarono la Sala Grande ed entrarono impazienti nella deserta Sala dei Trofei. Nicolas aprì la busta all’interno c’erano due fogli scritti fittamente in caratteri greci.
- Questa è la mia e questa - disse scorrendo velocemente le righe - è la trascrizione della lettera di Dannis -.
Prese in mano il secondo foglio, mentre teneva tra la fessura dell’indice e del medio il foglio piegato indirizzato a lui. Etty non stava più nella pelle.
Nicolas leggeva a bassa voce, quasi un mormorio nell’orecchio di Etty, facendo qualche piccola pausa per elaborare la traduzione a braccio.
“Carissimi Etty e Nicolas, mai mi sarei aspettato di ricevere una lettera da parte vostra e non posso davvero dire cosa questo abbia significato per me e per Colin. Sapere che ci pensate e che fate il tifo per noi è molto consolatorio.
Abbiamo passato dei brutti momenti e rischiato in molte situazioni.
Non so se siete a conoscenza del fatto che, oltre a squadre di Mangiamorte, ci sono dei gruppi chiamati Ghermidori che danno la caccia ai Nati-babbani su ricompensa. Nello scontro con uno di questi gruppi Colin ha perduto la propria bacchetta e questo ci ha creato dei problemi in più. Ma adesso stiamo bene e questo lo dobbiamo al suggerimento di Etty di recarci al vecchio capanno di caccia alle fate di suo nonno. Qui abbiamo finalmente trovato un luogo nascosto e isolato dove ripararci e tenerci pronti ad un’eventuale riscossa.
Ascoltiamo Radio Potter grazie ad una radio magica, tenendoci cosi’ in contatto con il mondo magico.
Immagino che tu, Nicky, stia traducendo questa lettera per Etty. Anche se sono molto imbarazzato a scrivere quello che sto per scrivere e dal fatto che poi un’altra persona lo leggerà...”.
Nicolas si interruppe in un momento di incertezza. Etty lo guardò incuriosita mentre gli stringeva forte l’avambraccio.
- Perché ti fermi? - gli fece impaziente.
- Scusa Etty - le sorrise un po’ imbarazzato - ma ho avuto un piccolo dubbio di traduzione... Ah! Ecco! - e riprese.
“...dille che questo momento un po’ difficile mi ha svegliato e mi ha aperto gli occhi su tante cose, su di lei in particolare. Non vedo l’ora di poterle parlare a tu per tu. In effetti sono un po’ geloso di te che in questo momento le sei così vicino...”Nicolas alzò un attimo gli occhi su Etty, che in effetti era completamente protratta verso di lui a fissare una lettera di cui non poteva leggere neppure mezza parola. Arrossì lievemente e continuò.
“... comunque sono sicuro di potermi fidare di te, che sei davvero un amico straordinario. Non dare un bacio da parte mia a Etty, anche se è quello che vorrei fare io. Credo invece che una calorosa stretta di mano possa bastare da parte tua. Vi voglio bene.
Dannis
P.S.: Vi saluta anche Colin.”
I due ragazzi avevano riso dell’ultima frase di Dannis, ma nonostante questo gli occhi di Etty erano pieni di lacrime e ora singhiozzava sulla spalla dell'amico.
- Stanno bene Etty, - gli fece coraggio - grazie alla tua idea ora sono al sicuro -.
Etty annuì nella sua spalla continuando a piangere. Nicolas la strinse, forse comprendendo che aveva bisogno di sfogarsi. Dopo qualche momento Etty si calmò e alzò lo sguardo sul compagno.
- Sei davvero un ottimo amico, Nicky. Non saprò mai come ringraziarti -
- Forse un giorno troveremo un modo - gli sorrise Nicolas - Ma adesso mi devi dare una mano a fare un’altra cosa per i nostri due amici -.
Etty lo guardò incuriosita, ma Nicolas non rispose a quello sguardo.
- Dopo, ora andiamo a lezione -.
- Cosa?! Tu costruisci bacchette?!? - esclamò Etty nel corridoio.
- Sei impazzita! Abbassa la voce! Piton mi ha proibito di farne parola - le gridò Nicolas guardandosi in giro per accertarsi che nessuno avesse sentito.
- Scusa - bisbigliò Etty.
- E comunque non le costruisco, in genere le riparo solamente. Nella mia vita ne ho costruita solo una -
- Davvero e funzionava? - chiese Etty interessata.
- Fino ad oggi non mi ha mai dato problemi - Nicolas trasse dal mantello la propria bacchetta e la porse a Etty.
Etty la rigirò ammirata tra le dita. Era davvero una bacchetta molto particolare. Il manico era formato da due colonnine in legno, che si avvolgevano a spirale l’una sull’altra, lasciando però tra di loro una fessura e creando così un manico cavo e leggero. Agli estremi le colonnine si chiudevano in due bulbi tondeggianti: quello sul fondo riportava una specie di marchio inciso, mentre dall’altro partiva una punta che si assottigliava, percorsa anch’essa da un filo legnoso che si svolgeva a spirale fino all’estremità più sottile.
- È meravigliosa! Quanto hai impiegato per fabbricarla? -
- Quattro mesi di intenso lavoro, con quattordici diversi tentativi, prima di arrivare a lei -
- Forse fra quattro mesi a Colin non servirà più... - obiettò Etty decisamente depressa.
- Ehi! Avevo solo dieci anni quando ho fatto la mia! Vedrai che sarò più veloce a costruire quella di Colin, solo che mi servono delle indicazioni precise su di lui, per fabbricargliene una che possa usare senza difficoltà -
- Che tipo di informazioni -
- Devo capire che genere di mago è, per esempio attraverso le magie che gli vengono meglio -
- Chiaro, non è troppo difficile scoprirlo -
- E poi c’è un altro problema serio: i materiali per creare i nuclei di bacchetta sono in genere piuttosto costosi - sospirò - dovrò escogitare un modo per racimolare qualcosa velocemente, credo che sarà la cosa che mi porterà via più tempo -.
- Fra poco è Natale! - esclamò felice Etty.
- Già... - disse Nicolas perplesso non cogliendo il nesso.
- Ci faremo aiutare dai membri dell’ES, molti riceveranno dai parenti qualche soldo, faremo una colletta per Colin, saranno felici di aiutarci -
- È troppo rischioso Etty, se saltasse fuori che ho detto a qualcuno di saper riparare bacchette mi caccerei nei guai -.
Etty lo guardò quasi tradita, forse non si aspettava questa eccessiva prudenza da parte dell’amico.
- Ok, Etty, sono nelle tue mani - cedette il ragazzo.
- Sei un vero tesoro! - disse entusiasta.
Nicolas scorse in lontananza Nat.
- Nat aspetta! - gli urlò alle spalle.
- Che vuoi, Knightly - rispose duramente il ragazzo. Nicolas sembrò indietreggiare al suo tono, forse si aspettava maggiore clemenza, ma si riscosse paziente - Posso parlarti un attimo? -
Nat sembrava piuttosto spazientito all’idea e Nicky insistette gentile - Per favore -.
- Cosa vuoi? - fece scocciato l’altro.
- Chiederti scusa per ieri, non ho attenuanti, ti ho risposto male e non ne avevi colpa. Sono in una situazione confusa e non riesco ad orientarmici, ma tu non centri. So che non ho il diritto di chiedertelo, ma vorresti metterci l’ennesima pietra sopra? -
- Non lo so, Knightly? Per una volta vorrei che tu fossi completamente sincero con me e invece ho sempre l’impressione che me ne manchi un pezzo... -
- Te ne manchi un pezzo? Di cosa? -
- Di chi diavolo tu sia! - lo trafisse con lo sguardo e Nicolas avvampò - Comunque vedremo, per adesso è bene che mi giri un po’ alla larga - aggiunse allontanandosi.
- D’accordo - rispose triste il ragazzo più giovane.
- Perché ti ha trattato in quel modo? - fece seccata Etty.
- Ha ragione su tutto ed è meglio che per un po’ io non gli dia fastidio - asserì Nicolas.
Elaborazione di una bacchetta - Immagine da web |
Seguirono settimane frenetiche per tutta la scuola: molti ragazzi si preparavano per tornare a casa durante le vacanze di Natale, nonostante nessuno sembrasse sentire il calore delle feste alle porte. Le punizioni dei Carrow non si fecero più lievi, ma tutti gli altri insegnanti spalleggiavano gli studenti, evitando in ogni modo di dare loro punizioni. Qualcuno ne approfittava vigliaccamente.
Nicolas ed Etty erano i più frenetici di tutti, l’uno intento a trovare la formula della bacchetta, l’altra gli dava una mano a fare le domande ai membri dell’ES, a raccogliere i fondi pro Colin e faceva copiare i compiti all’amico che nel frattempo si stava studiando diversi Manuali per la costruzione di Bacchette.
Con una serie di domande su Colin, Nicolas pensava di aver trovato la ricetta giusta per la preparazione della bacchetta. Anche Raymond aveva dato un contributo non indifferente, senza sapere il perché della domanda di Nicolas, aveva garantito al nuovo amico che Colin possedeva un’ottima percentuale di elemento fuoco.
Nicolas ed Etty discutevano all’aperto e, stretti nel mantello, camminavano verso le sponde ghiacciate del Lago Nero.
- Pensi di riuscire a fabbricarla, ora? - gli chiese Etty.
- Ho solo un dubbio, capisci Etty devo avere la certezza che vada bene: non posso fargliela provare e poi aggiustargliela... -
- Pensi di riuscire a levarti questo dubbio? -
- C’è solo una persona che può levarmelo e spero sia in grado di farlo -.
Nicolas seguiva con lo sguardo un’alta figura solitaria poco lontana da loro.
- Grazie per avermi accompagnato, ma è meglio che gli parli in privato - si rivolse all’amica con tono cortese.
- Come vuoi, Nicky - la ragazza ritornò sui suoi passi.
- Sapevo di trovarti qui -
Walter alzò lo sguardo a quelle parole.
- Ciao Nicolas, mi cercavi? -
- Sì! In realtà è da un po’ che volevo parlarti -
- Anch’io ne avrei bisogno. Mi sembra di intuire che anche tu fai quello strano sogno -.
Nicolas si fermò, sorpreso.
- Da cosa l’hai capito? -
- Questa è una domanda interessante, a cui proprio non so rispondere. È come se lo avessi letto nel tuo sguardo l’ultima volta che ci siamo incrociati... come se ti avessi letto nel pensiero... - fece preoccupato e pensoso Walter.
Nicolas sorrise comprensivo.
- Vedi Walter non so rispondere a tutti i tuoi dubbi, ma a quanto pare e anche se sembra incredibile, noi siamo una specie di incarnazione dei poteri elementari della magia: tu l’acqua, io l’aria, Raymond il fuoco e Sandy la terra... -
- Sei impazzito? Di cosa stai parlando -
- Neanch’io ci volevo credere, ma mi rendevo conto che quando Raymond mi parlava di questa stramba teoria, sentivo che era vera, per quanto razionalmente non volevo crederci. Ora i dettagli della storia sono molto oscuri e francamente non so cosa questo in realtà significhi per noi, anche se Raymond ha una sua idea precisa, ma su questo io ho ancora dei forti dubbi -
- Raymond? Sandy? Ma di cosa stai parlando! - fece sempre più confuso Walter.
- Ascolta Walter purtroppo io non ho molto tempo per discuterne con te oggi e mi rendo conto che questa richiesta sia molto egoista da parte mia. Ti ho scritto una lettera che spiega quello che so e quanto mi ha spiegato Raymond. Leggila con calma e poi ne discuteremo con maggiore lucidità. Ma adesso ho bisogno di farti una domanda per me importantissima e tu devi sforzarti di rispondermi nel modo più preciso possibile -
- Ma?! Scusa Nicolas, tu arrivi qui, mi fai una rivelazione oltremodo assurda, non me la spieghi e pretendi che io ti assecondi in tutto... è molto scorretto da parte tua! - fece alterato il ragazzo Corvonero.
- Hai perfettamente ragione e ti chiedo di perdonarmi, ma tu adesso hai bisogno di leggere da solo il contenuto di quel messaggio e io ho bisogno di quella risposta. Ti prego di fidarti di me - guardò l'altro con intensità.
- D’accordo Nicolas, cosa vuoi? -
- Tu conosci Colin Canon? -
- Certo! Frequentava il mio corso, ragazzo molto generoso... spero stia bene! - aggiunse leggermente in ansia Walter.
- Sta bene... vorrei chiederti una cosa che ti sembrerà strana: lo sentivi affine? -
- Cosa? - fece turbato l’altro.
- Non pensare a nulla di strano! Intendo dire se sentivi una buona sintonia con lui, ti riconoscevi nel suo modo di esprimere la magia, oppure lo sentivi piuttosto estraneo? -
- Parli di una sensazione a pelle? -
- Precisamente! - asserì Nicolas soddisfatto della domanda.
- Sì, mi sembra che mi fosse affine come tipo di magia - disse pensoso Walter, ponderando ogni parola - anche se non so bene cosa significhi... -
- Ottimo! Grazie! - fece visibilmente riconoscente Nicolas - Ora leggi la lettera, poi ne riparliamo! E ti assicuro che stanotte dormirai meglio -.
Nicolas si allontanò di corsa.
- Ora so perfettamente cosa devo ordinare! -.
L’ordine sarebbe arrivato presto e, grazie a Hagrid, Nicolas aveva trovato un giovane acero che gli aveva ceduto con gioia il legno per la bacchetta di Colin. Aveva creato una bella bacchetta con il manico percorso da piccole onde irregolari, intermezzate da frange sottili. Nicolas doveva solo infondergli il nucleo, quando lo avesse ricevuto.
Il gufo delle consegne “Tocco di fata” arrivò con un biglietto giallastro.
- Perché un biglietto? Dov’è il mio ordine? - chiese al gufo un Nicolas agitato.
Ma il gufo, ceduto il biglietto, se ne volò via velocemente.
“SIGNOR NICOLAS,LEI NON HA DIRITTO DI FAR ENTRARE NELLA SCUOLA UN SIMILE MATERIALE PER QUESTO MOTIVO È STATO REQUISITO.PROFESSOR CARROW - RESPONSABILE DISCIPLINARE”.
Nicolas aveva il capo chino, fremeva di rabbia.
- Che c’è Nicky? - gli chiese Etty.
Nicolas non disse una parola ma le porse il biglietto.
- Ma non può farlo, questo è un furto! -
Il ragazzo annuì taciturno.
- Che possiamo fare? -
- Ce lo riprenderemo! Stanotte! - fece determinato il ragazzo, stringendo i pugni.
Era da poco passata l’una di notte e due figure uscivano silenziose e al buio dal ritratto della Signora Grassa.
Nicolas ed Etty si parlavano a gesti e mormorii, diretti verso gli uffici dei professori.
- E se non fosse lì? - mormorò preoccupata la ragazza.
Nicolas la guardò con uno sguardo sarcastico.
- Che fantasia pensi abbiano quei due? È lì di certo! -
- In effetti... - fece rassicurata.
Girarono un angolo e Nicolas fece cenno di tacere: un suono felino raggiunse i ragazzi. Nicky mise a terra un paio di calzini bianchi arrotolati e li trasfigurò in due simpatici topini bianchi.
- In bocca al lupo - gli augurò la ragazza.
I topi corsero lungo il corridoio e Mrs Purr gli corse appresso lasciando libero il campo.
- Siamo fortunati, se Mrs Purr ispezionava questa ala vuol dire che Gaza è dall’altra parte: per coprire il doppio dello spazio -
- Probabile, ma non credo siano i soli a perlustrare la zona: non dopo le recenti escursioni notturne dell’ES - commentò Nicolas.
- Il problema sarà la porta - meditò Etty. Nicolas annuì.
Camminando nel buio senza ausilio delle bacchette, erano comunque giunti velocemente nell’ala centrale del Castello, nei pressi dell’ufficio del preside e dell’ufficio dei Carrow. Improvvisamente il mantello di Etty cominciò a vibrare in modo insolito. Con un movimento repentino della bacchetta la ragazza lo bloccò.
- Il mio spioscopio. Qualcuno è vicino -.
I ragazzi erano in un corridoio piuttosto stretto senza statue o nicchie, ma Nicolas non si scompose. Trasse da sotto il mantello una scopina minuta e le lanciò un “Engorgio”. Una Comet della scuola recuperò le sue dimensioni normali, Nicolas la inforcò e fece salire velocemente Etty. Si elevarono sui cornicioni dell’alto corridoio, dondolando leggermente per il peso di entrambi. La scopa frusciava con la coda le pietre della parte alta del corridoio.
Poco dopo passò la Carrow con la bacchetta illuminata, ma non alzando lo sguardo non colse i due ragazzi nascosti nell’ombra del soffitto. La scopa era difficile da manovrare nello stretto corridoio e cigolava leggermente, ma il pesante passo della donna nel silenzio addormentato di Hogwarts copriva quel suono lieve. Il ragazzo manovrò con abilità il manico e atterrò silenziosamente non appena la strega scomparve in fondo al corridoio.
La porta dell’ufficio era ormai a pochi passi.
- Ci siamo quasi - osservò Etty emozionata.
- Cosa ci sarà oltre quella porta? - domandò dubbioso Nicolas.
- Forse nulla - sperò la ragazza.
- Pronta? - Nicolas fece cenno alla ragazza. Entrambe le bacchette sguainate.
- Alohomora - disse Etty e la serratura scattò.
Nicolas spinse la porta che si aprì velocemente fino a metà corsa. L’interno dell’ufficio era completamente immerso nel buio, un buio ancora maggiore di quello in corridoio.
- Lumos - continuò la ragazza e un lieve bagliore rischiarò l’interno, mentre Nicolas scrutava con sospetto ogni angolo con la bacchetta pronta.
- Eccolo - gli indicò Etty. Su una delle scrivanie c’era un pacchetto con il marchio del negozio “Tocco di fata”.
- Perfetto - disse il ragazzo traendo da sotto il mantello un pacchetto molto simile a quello che era stato appena individuato.
- Prendiamolo! - fece Etty entusiasta, ma Nicolas la trattenne per un braccio.
- C’è qualcosa che non mi convince, sento una strana forza magica che percorre questo pavimento - sembrava riflettere, scrutando il tappeto color sangue che si stendeva davanti a loro.
- Wingardium leviosa - sussurrò Nicolas al pacchetto e quello si alzò leggero dalla scrivania per cadere lieve nel palmo aperto del Griffondoro. Al chiarore della bacchetta di Etty il pacco rivelò essere un po’ diverso dalla copia preparata dai ragazzi, ma nulla che non si potesse aggiustare con un tocco di trasfigurazione. Dopo che il duplicato fu rimesso a posto, i ragazzi richiusero la porta a chiave e ritornarono sui loro passi.
Non erano molto lontani dal loro dormitorio. Etty sentendosi forse al sicuro cominciò a diventare ciarliera.
- Cosa pensi di aver sentito nell’ufficio dei Carrow - sussurrò a Nick.
- Non lo so, ho come avuto la sensazione che un incantesimo di fuoco ci avrebbe colpito se avessimo toccato il pavimento, ne avvertivo la presenza - rispose l’altro, meditabondo, rimanendo in guardia.
- Chissà magari era solo suggestione... - ipotizzò Etty.
- Magari... Sh! - le fece cenno Nicolas, ma era troppo tardi. Due lunghe braccia afferrarono i due alle spalle, chiudendo loro la bocca per impedirgli di urlare e tirandoli in una nicchia buia nella parete.
Poco dopo sopraggiunse di corsa Gaza con una lanterna che scrutava il fondo del corridoio.
- Ero certo di aver sentito degli studenti andarsene in giro da questa parte -.
Nicolas ed Etty erano aggrappati in silenzio all’avambraccio del loro assalitore, che però li aveva nascosti in tempo dal custode. Quando quest’ultimo scomparve, i tre uscirono allo scoperto.
- Nat – disse con entusiasmo sussurato la giovane Griffondoro.
- Grazie Nat, sei stato provvidenziale - lo guardò riconoscente Nicolas.
- Cosa volevate combinare? -
- Cosa abbiamo combinato - sorrise Etty, felice.
Gaza ricomparve sul fondo del corridoio i tre tacquero.
- Mi metterò qui ad aspettarli, vorranno tornare a dormire - e si piazzò proprio davanti al ritratto della Signora Grassa.
I tre ragazzi si guardarono ammutoliti: li aspettava una notte sul freddo pavimento di una nicchia di Hogwarts.
Etty si era accoccolata sul fianco di Nicolas e questi era appoggiato sulla spalla di Nat, mentre il maggiore si era sistemato nell'angolo della nicchia. Nicolas si era svegliato e ora temeva che un suo movimento potesse destare anche i due amici. Non riuscendo a prendere sonno, si ricordò che ancora non aveva letto la lettera per lui, quella che aveva accompagnato la lettera di Dannis.
In silenzio trasse con un fruscio la pergamena e la spiegò, accendendo di un lieve bagliore la punta della sua bacchetta. Mentre leggeva la sua espressione si fece sempre più grave, fino ad emettere una forte e soffocata ispirazione.
- Sta per fare una sciocchezza, me lo sento! -.
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