Introduzione alla Fan Fiction
Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.
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Hogwarts sotto assedio
Erano passati quasi un paio mesi dall’esecuzione pubblica fasulla, ma di punizioni simili se ne erano ripetute ancora e a più tornate, tanto che il calmante di bacchetta calava velocemente e nulla si poteva fare per gli studenti personalmente puniti dai Carrow.
Dopo le vacanze di Pasqua Ginny non era più tornata a scuola, come molti altri studenti. Alcuni per scelta dei genitori: la Scuola di Magia e Stregoneria non era più considerata un luogo sicuro; altri studenti, come Luna in precedenza, erano stati rapiti per impedire ai genitori azioni sovversive contro il Ministero.
Voci sempre più numerose bisbigliavano che Harry Potter si stesse muovendo contro i piani di Lord Voldemort, qualcuno aveva insinuato una sua apparizione a Goldric Hollow, altri avevano sentito che dei ghermidori lo avevano preso e portato al Quartier generale dell’Oscuro Signore, ma il Prescelto era riuscito a fuggire.
Hogwarts tratteneva il fiato in ascolto di ogni sussurro che parlasse del proprio beniamino, ma nel frattempo si stringeva al proprio capo della resistenza: Neville.
Rimasto solo, senza Ginny e Luna, il ragazzo difendeva a bacchetta tratta e con coraggio da leone tutti i mezzo-sangue della Scuola, tirandosi gli odi e le continue punizioni dei Carrow. La sua posizione era sempre più in bilico.
Una sera Radio Potter aveva trasmesso la notizia di un attacco in piena regola dei Mangiamorte contro l’anziana signora Paciock, Neville, in ascolto con il resto del’ES, si era decisamente inquietato, poi improvvisamente la voce della nonna aveva interrotto River nella radio cronaca con un: - Lei, giovanotto, non sta spiegando bene il movente!!! Se sei in ascolto mio caro nipote volevano prendermi per fermare te! Ma tu devi continuare, sei straordinario! I tuoi sono orgogliosi di te, io sono orgogliosa di te!! Continua così! Ti farò avere una mia lettera da qualcuno di fidato... - e finalmente River era riuscito a recuperare la trasmissione.
Applausi e pacche sulle spalle si scaricarono addosso ad un imbarazzato e quanto mai commosso Neville, nell’apprendere che la nonna era al sicuro, ma soprattutto per quella inattesa prova di stima.
Dopo questo tentativo di rapimento, il giovane Griffondoro aveva organizzato una continua sorveglianza, tramite Orecchie Oblunghe, dell’ufficio dei due vice-presidi, per anticipare nuovi rapimenti e offensive. Fu Etty a cogliere le cattive intenzioni dei Carrow nei confronti di Neville: volevano farlo sparire dalla Scuola, il come non era ancora deciso.
Paciock li precedette e sparì da Hogwarts, andando a vivere nella Stanza delle Necessità all’insaputa degli odiati professori, che lo credettero finalmente fuggito. Non troppo tempo dopo si unirono in pianta stabile altri studenti di Hogwarts, minacciati dai medesimi insegnanti.
La scuola stava vivendo la sua ora più cupa.
Uno dei pochi studenti che viveva ancora nelle “autorizzate” mura scolastiche era Nicolas, che riusciva a mantenersi nell’anonimato e nell’indifferenza generale.
Dopo la punizione impartitagli personalmente da Amycus Carrow si manteneva tranquillo e quasi indifferente a tutto ciò che gli succedeva intorno, mostrando lontananza e distacco dagli amici Griffondoro ribelli. Questo comportamento gli fece ottenere il bene placito dei Carrow, che se ne disinteressarono totalmente.
Nicolas teneva aggiornati i ragazzi rifugiati con le notizie della scuola e si sobbarcava gran parte dei turni per il controllo dell’ufficio nemico.
Nat e lui non avevano più riparlato della punizione. Sebbene il ragazzo più grande sentisse la responsabilità della terribile punizione, che aveva costretto l’amico a letto per una settimana, era il più giovane a guardarlo in colpa come fosse stato lui a commettere contro il maggiore un torto immenso, di conseguenza tra loro era caduto un opprimente imbarazzo.
Come molte sere precedenti Nicolas aveva cenato velocemente e si era riparato in una scanalatura del corridoio, seduto in ascolto, con un filo color carne che gli penzolava dai lobi e che percorreva la parete lungo il corridoio, insinuandosi sotto la porta dell’ufficio dei Carrow.
- Ne sei sicuro? - gracchiava con voce stranamente stridula Amycus.
- Me lo ha detto il Signore Oscuro in persona, Potter sta venendo a Hogwarts! - rincalzava la sorella a voce ancora più acuta.
- Quello Steeval aveva ragione a proposito della Gringott, Potter è evaso e il Signore Oscuro è certo che stia venendo qui - spiegò ancora l’agitata nota roca della donna.
Nicolas fece un larghissimo sorriso e trasse di tasca il suo galeone ES.
- Devo informare subito gli altri - mormorò tra sé e mandò il messaggio “Harry Potter sta venendo qui”.
- Vorrà combattere a fianco dei suoi amici più fidati - ipotizzò Carrow e aggiunse - si troverà spiazzato quando vedrà che li abbiamo dimezzati - rise in modo diabolico.
- Il Signore Oscuro ha detto con certezza che tenterà di entrare nella Torre di Corvonero, e ha ordinato di fermarlo e di chiamarlo non appena l’avremmo preso - fece con orgoglio Alecto.
A Nicolas tremarono le mani, che lasciarono sfuggire la monetina dorata. Il ragazzo si lanciò per recuperarla in fretta e mandare un nuovo messaggio all’ES, ma fu afferrato con forza alle spalle.
- Ecco qui un piccolo sovversivo - gli occhietti di Gazza rotearono di felicità nelle orbite.
Nat camminava nervoso lungo Stanza delle Necessità.
- Che c’è Nat? - gli chiese Lisa, notandone l’irrequietezza.
- Trovo molto strano che Knightly non sia ancora qui - borbottò.
- Ma sai che ultimamente sparisce per ore e non si sa più dove trovarlo -
- Ma la notizia l’avrà ricevuta anche lui - disse Nat scocciato mostrando il galeone alla bionda.
- Sai che se non è al suo turno di guardia è praticamente introvabile - replicò la ragazza con ovvietà.
- Il turno di guardia? - fece pensieroso Nat e poi si rivolse ad alta voce verso Steeval - Ehi, Terry, chi c’era al turno di guardia dai Carrow? -
- Nicky, mi pare - cercò conferma nello sguardo degli altri Corvonero.
- Questa storia non mi piace... vado a cercarlo -
- Stai attento Nat! - gli gridò Lisa.
Dopo qualche istante dalla cattura, il ragazzo greco fu lanciato con violenza sul pavimento dell’ufficio dei Carrow, dove un eccitato custode riferiva di averlo colto mentre origliava, la bacchetta di Nicolas mostrata come un trofeo.
Delle funi, comparse dal nulla, stritolarono il ragazzo da capo a piedi tappandogli la bocca.
- E così per essere una spia lo eri... - gli occhi iniettati di sangue di Amycus lo trafissero.
- ... ma dalla parte sbagliata - aggiunse Alecto - Sei fortunato Knightly: l’arrivo del tuo beniamino protrarrà di qualche ora la tua fine, ma forse non lo sei così tanto... - sorrise malignamente.
- Se quel Potter non stesse venendo qui ora... - l’uomo si sfregò le mani, passandosi la lingua su denti giallognoli.
- Ci divertiremo dopo, fratello, ora vai ad avvisare Piton, mentre io attendo il nostro ospite dai Corvonero.
- Posso tenere la bacchetta? - chiese Gazza in modo servile.
- No, potrebbe tornarci utile... - disse Amycus e gliela strappò di mano infilandosela all’interno del mantello.
- Ora usciamo - l’insegnante di Babbanologia lo disse rivolto a Nicky, come una madre lo potrebbe dire ai suoi figli sulla porta di casa prima di uscire per una serata di gala - sai noi dobbiamo accendere il nostro personale anti-furto nel caso qualcuno voglia entrare, forse ti creerà qualche fastidio - la bocca si distorse in un ghigno perfido, come quella del fratello.
- A dopo - dissero coralmente. Si spensero le fiaccole e dalla lama di luce in corridoio si vide la bacchetta di Alecto che toccava il pavimento. La superficie fu percorsa da un riverbero di calore e di elettricità che si allargava a macchia d’olio. Nicolas con un’espressione di orrore vide avvicinarsi sempre di più quel pericolo. Riuscì, benché legato come un salame, a tirarsi in piedi, puntellandosi sulla parete dietro di lui, mentre l’incantesimo invadeva il piano di pietra, ricoperto di tappeto.
Nicolas si concentrò, tentando, nonostante la morsa delle funi, di inspirare profondamente. La chiazza di fuoco ed elettricità lo stava per raggiungere. Poi a pochi centimetri dai piedi si fermò, o meglio fu respinta in ondine che rifluirono, come l’acqua fermata da un forte soffio di aria. I piedi di Nicolas erano circondati da una sorta di corrente d’aria che sospingeva l’incantesimo creando una corona di scintille. Perle di sudore imperlarono la fronte del ragazzo, probabilmente non avrebbe resistito per molto. Si guardò intorno valutando la distanza tra la sua posizione e la scrivania di Amycus, la più vicina.
Si concentrò ancora di più, un getto d’aria partì dai suoi piedi, tracciando un segmento, subito il ragazzo balzò alla fine del segmento d’aria, nel punto dove era arrivato, creando un nuovo piccolo isolotto di corrente che spazzava l’alone di fuoco. Barcollò ma resse l’equilibrio, un altro salto e avrebbe raggiunto la scrivania.
Fletté le ginocchia, per quello che le corde gli consentivano, nuovo getto d’aria e nuovo balzo. Il ginocchio cozzò dolorosamente contro la scrivania e subito Nicolas riversò il suo corpo sul piano in mogano, sollevando i piedi dal malefico pavimento.
Stramazzò per la fatica.
Nat percorreva il corridoio centrale con circospezione, avanzava silenzioso nelle lunghe ombre serali. Un suono metallico lo fece rabbrividire, si abbassò per vedere da dove proveniva. Aveva calciato un galeone d’oro, come notò alla luce della bacchetta accesa. Le normali scritte del conio erano modificate in “Tutti coloro che vogliono combattere al fianco di Harry si materializzino alla Testa di Porco”. Nat strinse la moneta con sguardo allertato e spense la bacchetta.
Arrivò alla porta dell’ufficio dei Carrow e origliò all’interno un respiro smorzato ma faticoso.
- Alohomora! -
Nicolas si riprese a quelle parole, mettendosi a sedere sulla scrivania. Ma la porta non si aprì.
Nat dall’altra parte era spazientito.
- Knightly spero che tu non sia svenuto vicino alla porta altrimenti levati! - gridò verso il pomolo dorato.
Lo sguardo di Nicolas si dilatò, più di quanto non lo fosse già per via del buio, e il ragazzo si ripiegò su stesso, dando le spalle alla porta.
- Bombarda! -. Nat comparve dietro alla porta ceduta ai suoi piedi.
Camminò sopra il piano di legno senza neppure accorgersi che facendolo evitava la scossa di fuoco che percorreva il pavimento. Nicolas lo guardava terrorizzato.
- Se la situazione non fosse tragica, saresti persino comico - rise guardandolo alla luce della bacchetta. Fece per fare un passo fuori dalla superficie legnosa della porta, ma Nicolas con un prolungato mugugno gli fece volare addosso un libro di Magia oscura che lo colpì al petto.
- Certo che non hai molto senso dell’umorismo - lo scrutò accigliato - stavo scherzando - e fece per fare un passo verso di lui.
Nicolas mugugnò ancora e con una nuova portentosa folata di vento fece cadere un cactus carnivoro sopra il pavimento. La pianta sfrigolò e prese fuoco ai piedi di Nat, che impallidì.
- Adesso ho capito cosa volevi dirmi - disse guardando i resti della pianta e aggiunse rivolgendosi all’amico - e del perché sei lì sopra -.
Si fermò a pensare, poi trionfante gli puntò addosso la bacchetta - Levicorpus! -
Nicolas si rovesciò a testa in giù, acquistando ancora di più la parvenza di un salame appeso al soffitto di una cantina babbana, e fu appoggiato più o meno delicatamente sulla porta rovesciata su cui si ergeva Nat.
Il ragazzo con un colpo di bacchetta lo liberò dalla stretta delle funi e finalmente Nicolas riprese a respirare a pieni polmoni.
- Grazie Nat! - disse liberandosi dalle funi - Ora dobbiamo correre! Tu sai dov’è la Torre dei Corvonero? -
- No! -
- Dobbiamo trovarla e fermare Harry - così dicendo attirò a sé con una folata il cappellino che era caduto sul pavimento, quando Nat l’aveva sollevato da terra.
- Credo che tu mi debba parecchie spiegazioni - disse Nat sbigottito.
- Le avrai, ti prometto che le avrai - e corsero a perdifiato lungo il corridoio.
Poco lontano dalla loro Torre si imbatterono nella professoressa McGranitt.
- Non oso chiedervi perché non siate nelle vostre stanze, signori... -
- Professoressa - la interruppe bruscamente Nicolas - sa dov’è la Torre di Corvonero, dobbiamo avvertire Harry di un agguato -
- Non so come tu sappia tutto ciò Nicolas, ma sappi che l’agguato a Harry è stato sventato e ora abbiamo l’urgenza di evacuare la scuola e di difenderla - continuò pratica - anzi visto che volete rendervi utili, andate a chiamare tutti i ragazzi Griffondoro nella loro Torre e dite loro di scendere nella Sala Grande il prima possibile -.
Confusi e stupiti i due ragazzi presero la direzione conosciuta, mentre l’insegnante ritornava sui suoi passi, lanciando incantesimi alle armature dei corridoi perché si preparassero alla difesa della scuola.
- Questa notte sarà campale, amico! - disse eccitato Nat.
- Speriamo che vada tutto liscio - sospirò Nicolas, aggrottando la fronte pensieroso.
Immagine tratta da Harry Potter i doni della morte - parte II |
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