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giovedì 13 marzo 2014

Crucio!

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Immagine da Web - La casa pronta per dare punizioni

Crucio!

Nicolas non stava vivendo un momento di grandissima notorietà tra i Griffondoro, molti di loro lo ritenevano colpevole della soffiata ai Carrow sulla festa pro-Potter. Tesi avvalorata dal fatto che si era presentato sempre più raramente all’ES e che frequentava sempre più spesso il Serpeverde Raymond Emberce, ma soprattutto per via della sua misteriosa assenza il giorno del party.
Il clima era arroventato dall’angosciante attesa della punizione a cui erano destinati una ventina di studenti tra Griffondoro, Tassorosso e Corvonero, per cui tutti volevano fare qualcosa, ma nessuno aveva una buona idea.
- Secondo te Nick c’entra davvero qualcosa? - chiese Jimmy a Ritchie, guardando Nicolas poco lontano che faceva colazione.
- Nat non andava molto d’accordo con Nick, hanno sempre avuto un rapporto altalenante, forse Nat era semplicemente in fase no -
- Mi sembra un’accusa grave se infondata -
- Forse Nat ha qualche riferimento che non sappiamo -
- Magari Nicolas ha detto qualcosa in buona fede, senza riflettere -
- “Nicolas” e “senza riflettere” non possono stare nella stessa frase -
- Anche questo è vero, la cosa mi sembra sempre meno probabile -
- Però non era alla festa e non lo si vede mai in giro... -
- ... il vero problema, più che capire le implicazioni eventuali di Nicolas, rimane l’esecuzione -
- Se potessi spezzerei ad una ad una le bacchette di quei miserabili Serpeverde - ruggì rabbioso Ritchie a tono un po’ troppo alto.
Nicolas lo udì, come si intuì dallo scatto del suo capo, ma ritornò subito a meditare i suoi pensieri, mentre i due battitori si guardarono imbarazzati, temendo avesse sentito tutto, e cambiarono discorso.
Nella sala si inseguivano i commenti più vari, dai più importanti: le notizie della Gazzetta, le nuove morti, l’era oscura, a quelli più futili: le lezioni, il Quidditch, la nuova moda di Lisa e Sandy.
Il ragazzo greco si alzò di scatto ancora, come in preda ad un’epifania, e si parò davanti a Lisa.
- Ciao Nicky - disse la ragazza, ormai una delle pochissime persone che ancora gli parlavano.
- Ciao Lisa, volevo chiederti una cosa -
- Dimmi -
- Quanto ci mette una vostra moda ad essere accolta dagli studenti? -
- Scusa? -
- Quanto tempo ci mette una vostra idea a prendere piede nella scuola? -
- Che domanda strana... - commentò la ragazza - Beh! Dipende da quanto è carina -
- Ok! Mi serve il tuo aiuto per un’idea -.
Si allontanarono, mentre il ragazzo parlava fittamente e a bassa voce alla bionda Griffondoro.

Non arrivò sera che già una nuova moda stava prendendo piede a Hogwarts, lanciata dalle due adolescenti più in vista del Castello. Per i nuovi tempi duri, la moda suggeriva la bacchetta sempre a portata di mano e quindi l’idea più comoda e graziosa era quella di applicare tasche, taschine, nastri e legacci, direttamente sulla gonna, sui pantaloni, sui cardigan della divisa, in modo da mettere in bella mostra la bacchetta della proprietaria, ma anche del proprietario.
Gli studenti anti-conformisti e intellettuali, rigorosamente contrari alle mode, la definirono “una disgustosa ostentazione di potere”. Questa definizione fece prendere ancora più piede a quel nuovo modo di acconciare la bacchetta, specie tra i Serpeverde.
L’idea più graziosa e ambita tra le ragazze era quella di mostrare la bacchetta tra le pieghe della gonna scolastica. Il più gettonato tra i ragazzi invece era legarla all’altezza del ginocchio come una Colt di un pistolero.
Fu così che il giorno della punizione la maggior parte degli studenti riuniti in Sala Grande per l’esecuzione aveva la bacchetta ben visibile e pronta all’uso.
Il Preside con tono perentorio e retorico cominciò con una lunga arringa contro Harry Potter, quale nemico del mondo magico, mentre i due Carrow annuivano compiaciuti a ogni parola.
- Secondo me è una pazzia, Knightly! Ti beccheranno sicuramente -
- Tu pensa a far bene la tua parte Raymond e taci - gli tirò un’occhiataccia torva l’altro.
- Sono pronto Nicolas - gli fece un cenno Walter.
- Ok - Nicolas trasse dalla sua borsa cinque boccette di calmante per bacchetta, prese dalla sua fornitissima scorta personale.
- Finalmente ho trovato un modo per usarvi - gli disse con affetto e dopo averle stappate si rivolse a Walter - Vai -
- Stilla leviosa - fece l’altro, mentre cinque piccole polle liquide si alzavano dalle rispettive boccette.
- Ray! -
- Ok, ok! - sbuffò l’altro di malavoglia - e tutto per uno che si diverte a prenderti a cazzotti... -.
- Al fuoco, brucia! - si levò un grido dalla tavolata Serpeverde, dove erano disposti gli studenti disegnati per l’esecuzione. La tovaglia aveva preso fuoco e le fiammelle saltellavano impazzite facendo balzare in piedi tutti gli studenti, presi da panico.
Walter approfittò della distrazione per dirigere quattro serie di gocce contro le bacchette di ogni esecutore.
Il fuoco fu presto sedato e il Preside si fece ancora più feroce per questa sicura manifestazione di dissenso scolaresco.
Carrow si rivolse alla folla - Siete proprio stupidi, ora i vostri compagni pagheranno ancora più severamente - e indicò i ragazzi disposti in fila davanti alla tavolata dei professori, i quali erano tutti orripilati da quello spettacolo infamante.
- Etty li ha avvertiti tutti? - chiese Walter a Nicolas.
- Sì, sanno tutti che devono fingere - dicendo questo fece un cenno di intesa con Lisa.
Il professor Carrow diede il segnale funesto.
Un corale “Crucio” si levò dai venti esecutori Serpeverde. Tutte le tavolate erano inorridite, eccetto l’ultima a sinistra.
Si levò un grido di dolore provenire dalla pedana, mentre gli studenti puniti si accasciavano a terra tra mille sofferenze.
- Tu sei sicuro che stia funzionando vero Nick? -
- Lo spero, lo spero - mormorava continuamente il ragazzo con gli occhi puntati su Neville, Seamus e Nat. I suoi occhi e quelli di Etty si incrociarono, la ragazza gli fece un cenno, indicando l’inconfondibile risata muta di Steeval, che poteva apparire una smorfia di dolore per chi non lo conosceva, ma per i componenti dell’ES era inconfondibile.
Nicolas si rilassò. Guardò disgustato l’espressione di puro trionfo dei Carrow, quella impassibile di Piton e quella degli altri professori, che improvvisamente sembravano invecchiati di molti anni.
La tortura durò per cinque minuti infiniti, i ragazzi puniti non avevano più neppure la forza di fingere il dolore, tanto erano stanchi.
- Basta la supplico! Basta! - urlò la McGranitt livida e con le labbra più sottili di un foglio di carta. I Carrow lo concedettero, come una sorta di gesto magnanimo e Amycus fece un cenno ai ragazzi esecutori, che abbassarono le loro bacchette.
- Meno male che non era vera - disse Walter con una pacchetta di merito alla spalla di Nicolas, riprendendo posto tra i Corvonero, Raymond era già sparito.
Gli studenti furono fatti alzare, rimproverati nuovamente e cacciati al loro posto per cenare. Sfilarono tutti alle spalle di Nicolas, che sedeva nei posti all’inizio della tavolata, bisbigliando in modo appena percettibile.
- Grazie Nick -
- Sei un genio -
- Un grande -
- Scusa Nick -
I ragazzi poi presero posto per la cena, mentre nella Sala si alzarono mormorii contriti di conforto e di consolazione per i ragazzi appena torturati: la commedia doveva essere recitata fino alla fine.
- Non posso davvero credere che tu abbia avuto questa pensata - gli tese la mano Nat.
- Stai attento Nat! Non so ancora quante possibilità ti concederò ancora - gli sorrise Nicolas stringendola con calore.
- Hai perfettamente ragione, mi dispiace per il cazzotto -
- Non ci pensare, anch’io nei tuoi panni avrei sospettato di me - fece benigno e cominciò ad affondare i denti nella propria portata. Tutti mangiarono un po’ troppo allegramente, ma i Carrow, ormai soddisfatti, non sembrarono farci troppo caso.
- Ma cosa hai usato? -
- Calmante per bacchette - gliene porse una confezione - ne ho talmente tanto che basterà per finire l’anno senza dover temere le punizioni - fece l’occhiolino.
- Come mai ne hai tanto? - chiese Nat curioso, rigirandosi la boccetta tra le mani. Nicolas arrossì violentemente.
- Un errore nell’ordine - disse tenendo gli occhi bassi.
Etty intervenne. - Nicky sei incomparabile, riesci a ideare strategie ingegnose e ti perdi con un ordine -.
Scoppiarono tutti a ridere, ma si fermarono di botto, perché Amycus Carrow era apparso alle spalle di Nicolas.
- Che hai lì in mano, Dayton? -
Nat rimase spiazzato con la boccetta tra le mani.
- “Tocco di fata” non sono i prodotti che usi tu Knightly per le tue bacchette? - domandò retoricamente l’insegnante.
- Non ti era stato proibito di praticare la tua attività, Knightly? - il tono si fece sempre più acceso, mentre lo agguantava per il collo del mantello, l’unico studente a portarlo ancora a Marzo.
- Non sei venuto anche a piangere miseria? Invece che farlo illegalmente ti era stata data una possibilità che non HAI VOLUTO SFRUTTARE! - urlò l’uomo in preda all’ira spingendolo dove prima erano stati puniti gli altri ragazzi.
Nicolas cadde a terra supino, appoggiato sui gomiti, con uno sguardo di terrore, pronunciava “no”, “no” in silenzio.
- Questo è quello che capita a chi disubbidisce agli ordini - disse sguainando la bacchetta dall’interno dell’abito.
- Crucio! -
Nicolas mugugnava, contorcendosi a terra.
- Urla stupido ragazzino! Voglio sentire le tue urla! - gli ordinò Carrow, dando un nuovo colpo di bacchetta.
Il ragazzo sembrava posto su una graticola, ma non emetteva che un mugolio dalle labbra serrate, mentre gli occhi si riempivano di calde lacrime.
- Urla dannazione! - fece collerico l’adulto, spingendo l’incantesimo con la bacchetta. Nicky si stava mordendo il labbro inferiore a sangue pur di non urlare.
Il soffitto di Hogwarts si incupì improvvisamente e i lampi ne squarciavano la superficie, l’acqua cominciò a riversarsi a secchiate senza cadere realmente sulle tavole, ma il vento si abbatté realmente nella Sala, con tale forza da spalancare tutte le alte finestre. La terra ebbe un tremito.
La McGranitt approfittò di quel momento di smarrimento collettivo e ordinò - Tutti si ritirino ordinatamente nelle proprie sale comuni, si sta abbattendo un forte uragano! I professori vengano con me per proteggere la Scuola -.
Carrow cessò la tortura con un’occhiataccia all’insegnante di Trasfigurazione, mentre Nat si lanciava ad alzare da terra l’amico.
- Nicky, Nicky, tutto bene? -
Gli occhi di Nicolas erano pieni di lacrime e dalla bocca gli usciva un rivolo rosso.
- Non troppo - sputò il ragazzo a mezza voce.
- Andiamo ti porto in infermeria -
Nicolas fece cenno di no con la testa e gli occhi gli si riempirono nuovamente di lacrime.
- E per via della schiena che non vuoi andare - gli sussurrò Nat, stupefatto.
Un debole cenno confermò, mentre il ragazzo chiudeva gli occhi.
- Ok! Ti porto in camera a riposarti, va bene Nicky? Etty dammi una mano! - chiamò la compagna di casa poco distante.
Insieme lo alzarono uno a destra, l’altra a sinistra.
- Ehi Nicky! Sei pesante - scherzò con tenerezza la ragazza.
- Scherzi! - ribatté l’altro - È una piuma, sei sicuro di mangiare abbastanza qui? -
Il ragazzo tentò di abbozzare un sorriso.
Quasi tutti gli studenti erano scappati nei propri dormitori, solo i più grandi erano rimasti a dare una mano all’improvvisa evacuazione.
- Nick stai bene? - gli si fece vicino Walter.
- No! Non sta bene! - rispose con rabbia Raymond - Ti avevo avvertito Knightly! -
- Stagli lontano - gli ruggì contro Nat.
- Andiamo ragazzi, Nicolas ha bisogno di stendersi - risolse la questione Etty, riprendendo la direzione dei dormitori.
Durante il tragitto Nat guardava perplesso l’amico.
- Perché non hai urlato? -
- Non volevo dargli soddisfazione - mormorò senza voce il ragazzino.
- Non sei stato forse tu a dirmi una volta che queste prove di orgoglio sono inutili -
L’altro tacque.
- Si vendicherà adesso, non ti lascerà libero un passo - continuò Nat.
- Piantala Nat! Lascialo stare - intimò Etty.
- Scusami - disse il ragazzo a Nicolas.
Con un po’ di fatica riuscirono a portarlo alla sua stanza.
- Grazie ragazzi, lasciatemi qui, adesso ce la faccio -
- Non ci penso neanche - rispose Nat - ti porto sul tuo letto -
- Ho detto che adesso ce la posso fare - fece l’altro con un tono risoluto, così raro in lui, che Nat lo lasciò subito. Nicolas barcollò, aprendo la porta quanto bastava per infilarcisi dentro di lato, e vi scomparve. I due ragazzi rimasero perplessi davanti alla porta chiusa con mille interrogativi.


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