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domenica 9 marzo 2014

La visione

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Immagine dal web - Potrebbe essere così il luogo della "visione"


La visione

Il rapimento di alcuni studenti di Hogwarts durante le vacanze di Natale, in particolare quello di Luna Lovegood, aveva sconvolto moltissimo tutti. Gli studenti vivevano ormai nel terrore per le loro famiglie e per loro stessi. Le punizioni erano diventate sempre più severe e scatenate per un nulla, solo un’occhiata o un’espressione fraintesa dei vice presidi poteva significare giorni di digiuno legati come animali o bieche torture in cui si confessavano i crimini più assurdi pur di far smettere il tormento della maledizione. Neville per dare coraggio ai suoi compagni era diventato la cavia personale delle maledizioni dei Carrow e ogni giorno aveva una ferita diversa in corpo, missione in cui gli si erano associati anche Seamus e Terry Steeval.
Nicolas frequentava sempre meno gli incontri dell’ES e sempre più Walter Waterman e, con grande disappunto di Etty e Nat, Raymond Emberce. Questo trio si isolava molto rispetto agli altri compagni e sembrava non essere interessato al generale malumore e dissenso contro il nuovo ordine scolastico.
Era la fine di febbraio e un cielo azzurro spazzato da un vento frizzante sembrava offendere con la sua indifferenza il morale a terra dei giovani studenti.
Nicolas guardava il cielo splendete a naso in sù, con uno sguardo piuttosto nostalgico, mentre concludeva la sua solitaria colazione. Etty gli si sedette accanto.
- Come va, Nicky? Tutto bene? - gli fece gioviale.
- Bene, grazie. Tu? - rispose gentilmente l’altro.
- Insomma... Questa atmosfera mi sta logorando un pezzo alla volta, sapere di Luna rinchiusa non mi va giù - disse giocando con il suo galeone.
- Ma sta ancora bene? - disse apprensivo l’altro.
- Per adesso, ma è rinchiusa con Olivander, che invece è stato parecchio maltrattato. Io pavento ogni attimo che le possano fare del male - la voce le si incrinò.
Seguì un lungo silenzio e un grosso sospiro di Nicolas.
- Olivander, il fabbricante inglese di bacchette - meditò il ragazzo - Mi chiedo che cosa vogliano da lui... -
- A proposito come va la tua attività? - chiese l’altra abbassando la voce in un bisbiglio.
Nicolas fece un’alzata di spalle, ma rimase zitto.
- Perché non facciamo insieme la ricerca di Storia della Magia, oggi? - gli propose.
- Non posso, ho un impegno -
- Non stai andando bene negli scritti ultimamente, fai sempre compiti molto brevi... -
- Etty, senza offenderti ma tu non sei la mia insegnante -
- Volevo solo aiutarti - si scusò seccata.
- Sì, scusa, ma non ti devi preoccupare la situazione è sotto controllo -.
Seguì un altro lungo silenzio.
- Tu, Walter e Raymond state aprendo l’ennesimo Fans Club di Lisa e Sandy? - fece scherzosa la ragazza.
- Di cosa stai parlando? - rispose l’altro stupito.
- Ti ho salutato ieri, ma eri intento a tenere banco con Sandy -
- Scusami non ti ho vista, in realtà la stavo consolando: è preoccupata per la sua famiglia -
- Come tutti, Nicky, ma starsene in disparte a piangersi addosso non aiuta di certo - fece scocciata - Perché non vieni più all’ES? -
- Ho altro da fare - rispose secco, guardando fisso davanti a lui.
- Ci saresti di aiuto con la tua capacità strategica -
- Non potrei aiutare proprio nessuno adesso... Ora devo andare, ci vediamo a lezione - si affrettò a dire il compagno di Casa e scappò via dalla mensa, scansando così una proposta alternativa. Allontanandosi incrociò Nat.
- Ciao Nat - fece educato e continuò nella sua direzione.
- Ciao - fece l’altro.
- Hai provato a parlargli? - chiese Nat ad Etty.
- Non lo capisco più, da Natale è un altro, sembra in ansia per qualcosa -
- Da prima di Natale - corresse Nat - è quel Raymond che lo sta traviando! -
- Credi? -
- Ne sono sicuro! -
- Tu come stai invece? Ieri tu e Demelza non mi sembravate gioviali... - disse delicata.
- Lasciamo stare - grugnì - diciamo solo che mi piacerebbe avere un confronto verbale stimolante a volte... -
- È troppo dolce per te - cecò di sdrammatizzare l’amica - dovresti fare una passeggiata all’aperto e pensare un po’ - gli sorrise confortante.
- È un buon consiglio - la guardò grato, ma con il solito sguardo furbo aggiunse - Sei abituata a queste passeggiate chiarificatorie? -.
Etty alzò lo sguardo al cielo e salutò il ragazzo - Adesso andiamo a lezione! -

Nat passeggiava pensieroso nel Parco di Hogwarts, respirando l’aria fresca avvolto nel suo mantello. Si allontanò dagli altri compagni di scuola, sparsi all’esterno del Castello per godere dello stesso timido tepore di quella giornata, camminò lungo la costa del Lago nero, costeggiando la Foresta proibita e si avventurò per una radura, dove alberi giovani e un declivio scosceso nascondevano l’edificio scolastico.
Evidentemente quell’area era esente dalle cure di Hagrid e l’erba secca copriva alta tutto lo spazio, ondeggiando ai colpi di vento che si alzavano vivaci.
All’improvviso quello spazio isolato fu riempito da un canto, Nat si nascose di istinto abbassandosi nell’erba. Si volse guardingo per trovare l’origine della delicata e vibrante melodia. Più a valle rispetto alla sua posizione, a pochi metri della Foresta proibita, una ragazza cantava a voce chiara e piena con una dolcezza e una malinconia commoventi, grazie alla capace modulazione della voce.
La figura era aggraziata, ondeggiava come il vento nell’erba, e i suoi passi incedevano delicati come le note della sua voce. La ragazza era alta di statura, le forme morbide e slanciate, l’incarnato chiaro, il collo ben tornito, la curva delle spalle e delle braccia delicata si intravedeva negli spazi lasciati liberi dai bottoni dorati che chiudevano una tunica bianca. La veste si stringeva alla vita con una fascia e si perdeva nell’erba alta, che nascondeva anche le gambe.
Il volto era luminoso, gli occhi erano chiusi dietro alle lunghe ciglia scure, come se la ragazza leggesse dentro di sé il testo della canzone. La bocca carnosa e piccola si muoveva sorridente, mentre cantava, lasciando comparire i denti bianchi. Il naso non era piccolo e infantile, ma deciso e grazioso, con una piccola cunetta al centro. I capelli castani rilucevano di riflessi ramati giocando nella brezza e accarezzando a malapena la nuca.
Nat era arrossito e, rimanendo nascosto, non si perdeva una mossa della ragazza.
Ci fu un soffio di vento forte e prolungato, uno stormo di passeri volò via cinguettando da un albero al fianco di Nat, il ragazzo si girò a guardarli colto di sorpresa, ma quando riportò lo sguardo alla ragazza, quella era scomparsa.
Il ragazzo cercò di ritrovarla dalla sua posizione, ma non vi era traccia di lei. Scese circospetto al punto dove pochi attimi prima era comparsa la misteriosa cantante, trovò l’erba schiacciata del percorso fatto, ma le tracce suggerivano l’unica idea che fosse ritornata sui suoi passi e fuggita nella Foresta nera.

Nat ritornò di corsa al Castello, cercando di vedere se qualche sua compagna fosse trafelata per una corsa. Si diresse alla Sala Comune, dove trovò Lisa.
- Ti cercavo, vieni con me! - e afferrandola per la mano la tirò dietro di sé davanti alla porta di Nicolas. Bussò con veemenza. Dopo qualche minuto comparve dalla fessura della porta un occhio, dietro una lente e poi l’intera faccia di Nicolas.
- Dimmi - disse il ragazzo gettando fuori dalla porta solo la testa.
- Possiamo entrare? - fece ansioso l’altro.
- Eh... - prese tempo Nicolas - un attimo che sistemo questa confusione - disse gettando un occhio dietro le proprie spalle.
Dopo pochi minuti Nat e Lisa salivano i pochi gradini della camera di Nicolas ricoperti da un lungo tappeto rosso che si alzava e irrigidiva diventando una sorta di tavolino da tè, con appoggiati sopra un piano, una teiera e tre tazze.
- Prego! - sorrise Nicolas, mentre chiudeva le ante della sua finestra, per evitare che il vento spazzasse la sua stanza.
- Però che accoglienza - si complimentò la biondina.
- Allora? - domandò Nicolas rivolto ad un Nat piuttosto nervoso - Cosa c’è? -
- Bene... Ho visto una ragazza... - cominciò Nat.
- Tutto qui? - sbuffò ironica la compagna - Guarda che la tua scappatella la devi giustificare con Demelza e non con noi - saltò alle conclusioni Lisa.
- Non dire scemenze e ascolta - Nat cominciò il racconto del suo pomeriggio con dovizia di particolari sulla fanciulla incontrata.
- Posso sapere perché ne parli a noi due? - chiese un Nicolas piuttosto imbarazzato, non sapendo bene se guardare gli occhi sconvolti dell’amico o lo sguardo scettico della ragazza.
- Lisa mi deve aiutare a capire chi potrebbe essere questa ragazza, visto che conosce tutte le studentesse della Scuola - guardò l’amica con sguardo supplice.
- E io? - insistette Nicolas.
- Avevo bisogno di un supporto psicologico maschile contro Lisa - fece ironico il ragazzo.
Lisa lo saettò con lo sguardo. - Secondo me ti sei bevuto il cervello! -
- Non mi credi? - fece quasi indignato Nat.
- Non è che non ti crediamo Nat è che... -
- È una cosa semplicemente assurda - sentenziò Lisa.
- Vi sto dicendo che l’ho vista, l’ho sentita cantare e ho visto le sue tracce - si scaldò Nat.
- Non ti arrabbiare Nat, è che da come la descrivi non sembra vera... -
- Secondo me te la sei sognata, hai bevuto del Whisky incendiario? - lo fissò la ragazza con un sopracciglio alzato.
- Smettila di prendermi in giro e aiutami a capire - disse rivolto a Lisa.
- Magari è una creatura della Foresta, una ninfa o una driade, e il canto ti ha stregato -
- No, questa ragazza era bella, ma in modo umano, l’ho vista bene - affermò con convinzione.
Nicolas, nuovamente arrossito, si aggiustò il cappellino e gli occhiali, cercando nuovi argomenti, ma evidentemente senza trovarli.
- Dalla discrezione, piuttosto dettagliata, anche se su di essa riservo qualche dubbio per la tua oggettività, non mi viene in mente nessuna studentessa della nostra Scuola. Almeno sai di che anno potrebbe essere? -
- Forse ha la tua età, forse la mia, difficile dirlo, era piuttosto alta, o almeno mi sembrava da quella distanza -
- Non può essere Edwin Rochester, anche se è la più brava corista di Hogwarts, magari Judy McPherson è molto graziosa, però è bassetta... - meditava Lisa poi interruppe il suo pensiero - Ma se dovessi capire chi è, cosa farai? -
Nat rimase immobile e colto alla sprovvista. Nicolas lo guardava in silenzio in attesa della sua risposta. Nat ricambiò il suo sguardo.
- Non lo so... in effetti non ci avevo pensato -
- Già l’ho notato - fece ironica - e ti ricordo che hai anche una ragazza, sguinzaglierai anche lei alla ricerca della fantomatica cantante lirica? - rise Lisa.
- Non era lirica, anzi non so neppure cosa stesse cantando, era una lingua strana, aveva un sapore arcaico, forse era runico o addirittura elfico - Nat si perse ripensando al canto.
- Se davvero fosse un canto stregato - fece seria Lisa a Nicolas.
- Non saprei, ma sinceramente questa storia mi preoccupa non poco - meditò il ragazzo più giovane.
- Sono sano e assolutamente in me! - esclamò l’altro, innervosito.
- Sei solo completamente perso? - fece ironica la biondina.
- Sì, mi sento smarrito - fece categorico Nat.

Continua...

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