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venerdì 25 ottobre 2013

C’è posta per te… No!


Articolo febbraio 2012

Esperienze di vita allo sportello postale di Gussago


Ci sono evenienze nella vita che non si possono evitare, bisogna affrontarle con coraggio e intraprendenza, senza lasciarsi abbattere, così prendiamo la nostra cartolina che ci comunica la giacenza di una raccomandata alla Posta di Gussago e affrontiamo l’inevitabile visita!!
Eppure dobbiamo solo ritirare la nostra raccomandata, non dovremmo impiegare tanto...
Arriviamo, sospiranti, al temuto e sempre evitato ingresso dello squadrato edificio pubblico.
Ci si presenta la pulsantiera, davanti alla quale dobbiamo sempre rileggere tutte le diciture per timore che nel frattempo le abbiano rimescolate. Mentre noi rileggiamo, entrano altre quattro persone che con nonchalance pigiano il tasto prima di noi. Frastornati ricalcoliamo le persone in attesa che ci anticipano, quindi pronti per schiacciare il tasto giusto, siamo improvvisamente preceduti da un’esperta vecchina, che, come un fulmine, sbuca alle nostre spalle.
Inghiottendo qualche disappunto contro la nostra lentezza, ci avviciniamo alle sedie dell’attesa che ovviamente straripano di gente, qualcuno chiacchiera, qualcuno legge, qualcuno passeggia, qualcuno
smonta la tenda che aveva improvvisato il giorno precedente, l’immagine non ci consola…
Facciamo passare l’interessante scaffale colmo di libri, DVD e CD, che neanche il negozio Ricordi, dalle Ricette di Suor Germana all’ultimo Album dei Litfiba. Dopo aver passato tutti i titoli, letto tutte le quarte di copertina e preso appunti per i prossimi dodici pranzi a casa, la fila davanti a noi non si è neppure smezzata. Benché ci siano stati degli abbandoni dovuti alla notizia di uno sportello occupato da un nuovo correntista del Banco Posta, sono scelte… forse qualcuno rimpiange i PonyExpress per la propria corrispondenza.
Per distrarci nell’attesa, benché non si possa fare per la privacy e nonostante ci siamo posti ben oltre la linea gialla, sentiamo una ragazza che al banco dedicato ai “Prodotti postali” incomincia: «Io dovrei
spedire un pacchetto». 
Dall’altra parte l’impiegato di turno la guarda stupito e chiede conferma: «Deve spedire un pacco?!». 
La ragazza sembra spiazzata e si guarda intorno come ad assicurarsi di essere in Posta. Auto-convincendosi di non aver capito bene, continua: «Devo spedire questo CD a Trieste nel modo più sicuro e veloce possibile». 
Dall’altra parte segue l’imbarazzo «Eh… (pausa di riflessione) c’è la posta prioritaria, ma non è sicura, oppure la raccomandata ma non è veloce…».
La ragazza, un po’ agitata, chiede «Ma un modo veloce e sicuro, tipo corriere?».
Sempre l’imbarazzo risponde dall’altra parte (ma che gli starà chiedendo per generare questo stato d’ansia?): «Beh ci sarebbe il pacco celere, ma è costoso… sui 15 euro...»
La ragazza crolla il capo in un’indecisione tra il riso e il pianto e dice «Va bene il pacco celere e mi servirebbe una busta».
 «Ma non so se le abbiamo!» esclama strabiliato l’impiegato.
Noi, ridendo, pensiamo che al massimo potrebbero usare il volume in brossura delle avventure di Salgari, esposte sullo scaffale di libri.
Subito dopo arriva un’altra giovane che deve spedire una raccomandata, la donna è esperta e ha già compilato tutte le cartoline prima di affacciarsi allo sportello (l’esperienza insegna). «Devo spedire queste tre raccomandate, per favore» dice con gentilezza, mentre una signora dall’altro lato squadra le
cartoline storcendo la bocca in disappunto.
La giovane si giustifica «Mi scusi non ho scritto molto bene, però si legge». «Vedo, infatti, che non ha scritto bene!» la rimprovera dall’altra parte. La ragazza è mortificata, mentre noi abbiamo pensato un ulteriore uso dei libri sullo scaffale.

Dopo una serie di gag, tra il tragicomico è quasi il nostro turno, sono ormai passate 3 ore e 25 minuti, in cui abbiamo conosciuto Guido, Marisa, Gianfranco e Susanna con il figlio Mattia, tutti che rimbrottano ogni volta che l’impiegata postale fa firmare otto copie di uno dei dodici documenti al tizio che da 37 minuti occupa lo sportello. È quasi il nostro turno, ma il ghepardo che ci ha soffiato il posto all’ingresso
della Posta, è divenuto un bradipo, la nonnina impiega un eternità contando una a una le banconote per il Canone Rai, chiacchierando amabilmente con la sportellista e perdendo il conto ogni 7 euro.
Tocca a noi finalmente! È arrivato il nostro turno!!
«Buongiorno! Dovrei ritirare una raccomandata» e mostriamo la cartolina.
«Eccoli i soliti… e farsi trovare a casa? Noi non possiamo mica corrervi dietro!»
Sorridiamo in silenzio, immaginando Il grande libro illustrato del corpo umano che incontra le origini. Dopotutto siamo qui per caso, ormai il nostro riferimento è la posta di Rodengo.

Al di là dell’ironia, l’obiettivo di questo articolo è sollevare il problema dell’evidente inefficienza  dell’ufficio postale locale e invitare il Direttore, o chi per lui, a rispondere, per spiegare le motivazioni e capire quali potrebbero essere le soluzioni.



NB: Tutte le esperienze citata sono realmente accadute!

Posta di Gussago

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