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domenica 29 dicembre 2013

Cinque punti

Introduzione alla Fan Fiction

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura.
L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Cinque punti

Finalmente per Nicolas giunse l’ora di pranzo. Era semplicemente stremato dalla fame e l’unica cosa che sembrava interessarlo era il cibo. Mangiò silenziosamente senza curarsi dei compagni intorno che invece continuavano a tirargli curiose occhiate di sottecchi. Il ragazzo greco invece sembrava occupato a rimuginare un altro pensiero, nel corso del quale fissò la figura della nuova insegnante di Babbanologia, nonché nuova vice-preside. Poi, sempre sul filo del proprio pensiero, scrutò la tavolata dei Serpeverde, fermando lo sguardo in direzione del suo fulvo compagno di banco a Babbanologia, seduto in disparte dagli altri.
Nick scosse la testa e ritornò al suo piatto, meditando quale dolce fosse più adatto per concludere al meglio il suo lauto banchetto. Dopo aver scelto una torta alla frutta alzò nuovamente lo sguardo e come colto da un presentimento si accorse che il ragazzo rosso lo stava fissando, distolse subito lo sguardo, ma il Serpeverde rimase a guardarlo imperturbabile. Nicolas, con gli occhi bassi, ma con la certezza di essere ancora squadrato dal proprio compagno, finì la torta e lasciò frettolosamente la Sala Grande.
Appena fuori sbuffò e si guardò intorno consapevole di essere, sì, in salvo dallo sguardo inquisitore di quel suo strano compagno, ma di essere ancora una volta solo.
- Deve essere una sorta di maledizione... - si arrese Nick e, aggiustandosi la sacca sulla spalla, prese la via del portone.
Erano le prime giornate di sole che Nicolas viveva in Inghilterra e, immerso in quella luminosa giornata di settembre con un lieve alito di vento che animava il prato e le fronde degli alberi intorno al lago, si sentì già decisamente meglio. Respirando a fondo, scese gli scalini che portavano al parco e si mise a gironzolare per la tenuta di Hogwarts.
Cominciò la sua escursione passeggiando lungo il perimetro del Castello, visitò esternamente le grandi serre, al cui interno intravide enormi strane piante dai colori variopinti. Avanzando lungo il suo tragitto aggirò la torre più alta del castello, perdendosi a naso in su nell’enorme distanza che essa proiettava sopra di lui.
“Scretch!” fece improvvisamente un suo passo, Nicolas abbassò subito lo sguardo e si accorse di aver calpestato della carta trasparente che avvolgeva un bel mazzo di rose bianche, orlate di polvere dorata.
I suoi occhi si spalancarono di meraviglia quando notò che in quel punto si accatastavano centinaia di fiori, di colori e forme diverse, incantati nei modi più diversi e strabilianti.
Nel delicato mazzo ai suoi piedi, compariva un biglietto vergato di tonde parole che dicevano “Al Preside Silente, il primo ad aver avuto fiducia in me… I 10 punti più belli della mia vita. Neville”.
Gli occhi di Nicolas corsero ai biglietti di ogni fiore, pochi erano imbustati con le uniche parole “Al professor Silente”, i più numerosi invece, come quello appena letto, erano senza busta e mostravano i propri messaggi, alcuni davvero molto toccanti. Nicolas non ebbe il coraggio di andare oltre la lettura del terzo, ma scorse le firme: “Luna”, “Ginevra”, “Hanna”, “Semus”, “Dean”, “Zacarias” e molti altre. C’erano anche delle sigle “E.S.”, “M.M.” e “P.M.”.
Il ragazzo si strofinò gli occhi come presi da un bruciore improvviso, mentre le guance gli si imporporavano, come era loro abitudine. Si fermò a contemplare ancora quel mare di fiori con gli occhi lucidi, per poi decidere di allontanarsi lentamente, pensieroso e profondamente commosso.
La vista di qualcosa lo rallegrò improvvisamente, dietro il castello imperava il magnifico stadio di Quidditch della scuola. Un enorme campo verdeggiante con tre pali da un lato e tre pali dall’altro, coronati da tre grossi cerchi, come enormi giochi per bolle babbane. Tutt’intorno al campo sorgevano le tribune intervallate da dodici torrette decorate con la propria bandierina svolazzante alla brezza.
Nicolas corse a perdifiato verso il campo, come se non avesse visto niente di più bello in vita sua. Entrò nello stadio, chiuse gli occhi, forse immaginandolo pieno di gente, ed inspirò l’aria a pieni polmoni, quasi stesse per disputare la finale ai mondiali di Quidditch. Nel voltarsi dopo aver gustato quel magico momento, notò un vecchio manico di scopa appoggiato ad una panchina, forse dimenticato durante una lezione di volo quella mattina. Lo stemma di Hogwarts sulla punta del manico non lasciava dubbi sul fatto che appartenesse alla scuola. Quella sì che era una magica coincidenza!
Nicolas non resistette, in quel momento era decisamente entusiasta di essere solo.
Chiamò a sé il manico di scopa e lo inforcò come se lo facesse tutti giorni più volte al giorno, guardò la scopa sotto di lui e disse:
- Wow una Comet! È meglio di quelle che avevo nella mia scuola! Non credo di aver mai volato su un manico che non fosse più che logoro! - sussurrò dolcemente accarezzando il manico opacizzato dall’uso.
Nicky si librò in aria, sulla scopa aveva un tocco leggerissimo, si vedeva che per lui era una dimensione istintuale, quasi che avesse imparato a volare prima che a camminare. Benché fosse veramente difficile manovrare quelle vecchie scope, guardando lui sembrava la cosa più facile del mondo, quasi manovrasse una Firebolt.
Fece un paio di giretti accelerando e rallentando, provando i vari assetti della scopa, virando leggermente a destra e a manca.
- Spero di poter entrare nella squadra di Quidditch! - disse preoccupato.
Su questo pensiero diede un’accelerata, virò improvvisamente, fece un 180° e una picchiata morbida, insomma niente di trascendentale, come a volersi riscaldare per qualcos’altro.
A questo punto scrollò le spalle e con aria determinata salì velocemente in verticale, quando fu a sei metri d’altezza si lasciò cadere in uno stallo a vite, perdeva quota velocemente mancavano 2m, 1m e 50, 1m... a questo punto Nicky riprese il controllo del manico e si bloccò in un assetto perfetto, le punte dei piedi sfioravano appena i ciuffi d’erba: completamente immobile sulla scopa. Tenere ferma in quel modo una scopa così scarsa era davvero un’impresa.
Il volto del ragazzo sembrava emanare quasi una luce, tanto la sua espressione era beata. Si ondeggiò sul manico a 50 cm da terra, alzandolo in questo movimento ondulatorio. Giunto all’altezza giusta per capovolgersi senza sbattere la testa, lo fece e rimase appeso come un pipistrello, poi cominciò un girare su sé stesso e dopo un lieve colpo di reni, la scopa si capovolse dalla punta del manico in avanti riportandolo alla posizione di partenza.
Nicolas rideva di gusto, come un bambino con il suo giocattolo preferito.
- Sto decisamente meglio! - affermò.
A malincuore scese e depose la scopa dove l’aveva trovata, probabilmente ricordandosi che aveva un’altra lezione da lì a poco.
Decise di non ripassare da dove era arrivato, ma di concludere il giro intorno al castello. Con passo decisamente più sostenuto e quella buffa falcata scoordinata, Nicolas raggiunse velocemente il massiccio portone di legno e, dopo averlo oltrepassato, trasse dalla tracolla il suo orario: “Martedì pomeriggio – Trasfigurazione”.

La lezione di Trasfigurazione fu decisamente diversa dalle prime lezioni che Nicolas aveva “subito”.
L’insegnante di Trasfigurazione era la professoressa McGranitt, che Nicolas salutò oltre che con il corale “Buon Pomeriggio” della classe, a cui l’insegnante rispose, anche con un sorriso luminoso. Evidentemente quella donna dall’aria severa e intelligente l’aveva positivamente colpito già dal primo giorno, dopo la scena con la Carrow durante lo Smistamento.
Il primo giorno di lezione la professoressa volle valutare il livello della classe prima di cominciare nuove spiegazioni:
- Prima di avanzare con gli incantesimi di Scambio, vorrei sperare che vi siate esercitati nella trasmutazione da oggetti in animali, quindi tramuterete questo punta spilli in un porcospino -.
All’intera classe passò il buon umore dimostrato pochi istanti prima, ma nessuno protestò e tutti cominciarono a rimboccarsi le maniche, cercando di evocare gli insegnamenti dell’anno passato.
- No Peak! Ancora non ci siamo! Ho spiegato mille volte che in Trasfigurazione la concentrazione è tutto, la mente deve dominare la materia e non viceversa… - spiegava l’insegnante indicando il puntaspilli di Peak che si comportava come un porcospino, ma rimaneva un portaspilli.
- Pensavo che dopo i risultati del G.U.F.O ti saresti applicato questa estate… - sbuffò l’insegnante.
- Mi sono applicato, ma nel Quidditch… - sussurrò divertito al compagno di banco senza farsi sentire. La professoressa procedette con il banco subito dopo.
- Knightly, il tuo G.U.F.O. in Trasfigurazione era il massimo -
- Sì, professoressa... - balbettò - è la mia materia preferita... -
- Me ne compiaccio, mostrami l’incantesimo - disse risoluta ma gentile.
La punta della bacchetta di Nicolas tremava leggermente dalla tensione, come la sua voce quando esclamò:
- Fera verte! -
Immaginate una trasfigurazione migliore… ^^"
Il punta spilli si contrasse, gli scintillanti corpi metallici di cui era rivestito si ingrossavano e opacizzavano, diventando aculei, mentre il cuscinetto rosso divenne nocciola e si rilasciò mostrando l’appuntito musetto di un grazioso porcospino che fece due passetti sulle pelose zampette, poi spaventato si ritrasse, in una pericolosa palletta appuntita.
- Molto bene, Knightly! Cinque punti per questa bella dimostrazione - annuì l’insegnante e aggiunse - ma la prossima volta non eccedere troppo nel movimento del polso -.
La stima che la classe tributava alla Capocasa dei Griffondoro era meritata, la McGranitt era davvero un’insegnante eccellente, lo dimostravano il profondo rispetto che palesava per sua la materia e, soprattutto, per i suoi studenti, chiunque fossero, bravi o non bravi. Pretendeva da tutti il massimo e non si accontentava mai, ma indicava un perfezionamento anche a chi aveva già dimostrato una buona padronanza degli incantesimi richiesti. Esigeva molto impegno, come suggerivano gli abbondanti compiti che assegnò fin dalla prima lezione e, anche se scatenarono un diffuso malcontento, nessuno le mancò di rispetto, dopo che uscì dall’aula, avendo salutato la classe.
Nicolas, dopo aver ordinato la borsa, sorrise al suo porcospino, che gli aveva procurato ben cinque punti e qualche sguardo ammirato dai suoi compagni, e con delicatezza lo mise dove l’insegnante aveva disposto la scatola per i porcospini sufficienti.
- Stai lontano da quello di Canon, puoi pungerlo e i suoi aculei invece sono piatti come capocchie – suggerì piano all’animaletto. Poi uscì dalla stanza.


Continua...


giovedì 26 dicembre 2013

Prime lezioni ad Hogwarts

Introduzione alla Fan Fiction

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura.
L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.






Prime lezioni ad Hogwarts

La mattina seguente Nicolas si risvegliò nella medesima posizione in cui si era addormentato, gli occhiali storti, ancora vestito. Alzandosi si dolse della scomoda posizione tenuta tutta la notte e rabbrividì a causa del sonno senza coltri in un umido castello.
- Già sopporto poco questo freddo e monotono tempo nebbioso mancava solo di addormentarsi in questo modo! - borbottò.
Tentò di stirarsi ma la muscolatura intirizzita lo fece gemere.
- Proprio il primo giorno di lezione dovevo essere così a pezzi! - si lagnò ancora.
Infine controllò l’ora.
- Oh dannate arpie! È tardissimo! -.
Prese in fretta e furia qualcosa per cambiarsi e si lanciò nei bagni già completamente deserti per farsi una velocissima doccia. Riuscì a raggiungere la Sala Grande appena in tempo per seguire un Griffondoro, che aveva colto essere del quarto anno la sera prima, per poter trovare l’aula della sua prima lezione.
Fu l’ultimo ad entrare nell’aula di Babbanologia, un ambiente ampio e luminoso, con molti disegni di enormi macchine babbane, oggetti tipici di quel mondo e un infinità di riproduzioni di opere d’arte dei loro più illustri artisti.
Sulla cattedra era posta simpaticamente una tipica cassetta della posta babbana, in cui probabilmente l’insegnante raccoglieva i compiti degli allievi, la scritta in bianco sul fondo rosso riportava “Prof.ssa Charity Burbage”.
A quella lezione partecipavano, oltre ai Griffondoro, i Serpeverde e Nicolas riuscì a trovare posto solo accanto a uno di loro.
- Salve - gli disse educatamente.
L’altro alzò due occhi ambrati, dietro una folta frangia rosso scuro, e rispose con un cenno quasi impercettibile, senza dimostrare troppo interesse per il compagno di banco.
Nicolas si sedette e trasse silenziosamente una lunga penna un po’ spelacchiata, una boccetta di inchiostro e un foglio di pergamena paglierino. Quando alzò gli occhi sulla cattedra, vide la professoressa Carrow entrare in aula.
- Silenzio! -
- Buon giorno professoressa - fece in coro la classe.
- Allora oggi inizia un vero nuovo anno! - disse appoggiando la propria borsa sulla cattedra e sedendosi - Prima di tutto vorrei sapere quanti di voi non conoscono affatto il mondo babbano -.
Quella di Nicolas fu una delle pochissime mani alzate.
- Mmh! - fece stizzita l’insegnante - Peccato siano così pochi quelli fortunati! - e picchiettò con la bacchetta un foglio, che tracciò la piantina della classe dove puntini colorati indicavano qualcosa.
- Chi ha seguito gli anni passati le lezioni della mia collega precedente? - gettando un'occhiata che parve di disgusto alla cassetta della posta.
Poco meno della metà della classe alzò la mano, contribuendo a peggiorare l’espressione orripilante e orripilata della donna.
- Insomma cercheremo di riparare in qualche modo ai danni già fatti! - ancora la bacchetta calò sul foglio scarabocchiando qualcos’altro - Vorrei che manteneste esattamente questi posti fino alla fine dell’anno -.
A questo punto si alzò dalla sedia, quasi per darsi importanza e cominciò in tono altisonante.
- Allora dovete sapere che nel mondo magico ci sono due tipi di maghi: quelli che si vogliono illudere e quelli che vedono la realtà delle cose. Per questo motivo si è deciso che il mio corso dovesse essere obbligatorio, perché nessuno delle nuove generazioni possa ignorare la realtà delle cose.
- Prima di tutto bisogna ammettere una verità indiscutibile, i maghi sono infinitamente più potenti di qualsiasi babbano! I babbani si devono servire di strani strumenti assurdi - e indicò le macchine e gli oggetti sparsi per la stanza - per fare cose che a un qualsiasi mago vengono quasi naturalmente. Prendiamo una di queste assurde e immobili immagini. Ecco ad esempio questa “cosa” - e trasse dal fondo dell’aula una fluttuante copia di un ritratto di donna dal sorriso enigmatico - che a un babbano sarà costata molto tempo e lavoro, invece un qualsiasi mago la può riprodurre molto facilmente e quasi istantaneamente -.
Lasciando sospesa l’immagine, colpì con la bacchetta un nuovo foglio di pergamena bianca che si colorò fino a riprodurre un volto abbastanza simile, ma meno aggraziato, decisamente più volgare e che, con strane e ridicole smorfiette, ammiccava alla classe.
L’insegnante rise compiaciuta della sua riproduzione, come qualcun altro nell’aula. Nicolas sembrava piuttosto attonito.
Dal secondo banco si levò una mano. La professoressa smise di compiacersi e, dopo aver disposto la propria opera e cestinata la copia babbana, fece cenno all’alunna di parlare.
- Mi scusi professoressa, ma la professoressa Burbage ci diceva invece che proprio l’impossibilità dei babbani di poter usare la magia e gli straordinari modi con cui hanno saputo attrezzarsi per arrivare a uno stile di vita alla pari con il nostro denota grandi capacità... -
- Ah! Ah! Ah! - rise sguaiatamente la docente - ... alla pari! Assolutamente no, i babbani non vivono alla nostra pari e il solo pensarlo è un abominio! - lanciò uno sguardo carico d’odio - Cinque punti in meno a Griffondoro per aver fatto questo intervento inopportuno! -
I Griffondoro raggelarono di colpo.
- Ma mi scusi! - fece un altro ragazzo dai capelli color topo dietro alla ragazza che aveva tentato di parlare poco prima - ma Etty voleva solo approfondire la questione... -
- Non è suo compito approfondire, è il mio! - continuò con insolenza l’altra - Altri dieci punti in meno a Griffondoro per aver voluto rispondere ad un’insegnante! -
Un silenzio tombale cadde nelle fila dei Griffondoro, mentre tra i Serpeverde giravano commenti e risolini soddisfatti.
- Allora se nessuno vuole porre altre domande... - sorrise malignamente l’insegnante - potete aprire il bel libro “Babbani non fa forse rima con cani?” del prof. Gerous Dan, primo capitolo -.
Nicolas aprì abbastanza sconvolto il proprio libro, guardandosi fuggevolmente intorno per capire la reazione degli altri a quella lezione.
Si prese quasi un colpo quando alzò gli occhi e si trovò improvvisamente di fronte lo sguardo sbilenco sul grugno della professoressa Carrow.
- Knightly -
- Sì, signora? -
- Dopo la presentazione di ieri, ho voluto approfondire la faccenda della tua iscrizione... - sembrò che tutto il sangue nel volto di Nicolas si fosse improvvisamente prosciugato.
- ...notevole, davvero! Allora come erano le lezioni di Babbanologia ad Arcadia? -
Nicolas balbettò in un soffio di voce.
- Non si insegna Babbanologia ad Arcadia, i contatti con i babbani sono praticamente inesistenti -
- Paese saggio! - sospirò di ammirazione la donna, alitando sul ragazzo un odore fetido, e si allontanò.
Nicolas ancora scosso, calò lo sguardo sul libro senza riuscire ad afferrare neppure mezza parola del capitolo, completamente smarrito in un pensiero.
- Paura Knightly? - fece una voce alla sua destra, il Serpeverde in parte a lui lo stava fissando sogghignando, ma il ragazzo lo guardò quasi in trance, come non avesse afferrato le sue parole. L’altro smise di fissarlo e tornò a leggere il proprio libro.
Nicolas aveva quasi ripreso il suo colorito normale, quando la lezione terminò.
La professoressa fece per uscire, ma d’un tratto si fermò, come se avesse dimenticato qualcosa. La classe allora si alzò per salutarla, ma lei ignorò i suoi studenti completamente e con aria perfida spedì con un colpo di bacchetta la cassetta della posta nel cestino dove già giaceva l’opera babbana, la stessa dileggiata poco prima.
Quando Nicolas uscì dall’aula non poté far a meno di gettare un’occhiata pietosa al contenuto del cestino, poi uscì sospinto alle spalle dai compagni, ansiosi di uscire.
Nicolas aveva percorso metà corridoio ma qualcosa lo tormentava, tornò allora sui suoi passi fino all’ingresso dell’aula di Babbanologia, ma si fermò di scatto e si nascose accanto alla porta per non essere visto dall’interno dell’aula. Infatti chinata sul cestino c’era la ragazza Griffondoro intervenuta durante la lezione, che stava raccogliendo gli oggetti malamente gettati dalla Carrow, se li nascose in borsa e uscì, senza badare alla presenza silenziosa di Nicolas. Il ragazzo fece un sorriso triste, guardandola allontanarsi, e si avviò anch’egli per il corridoio.

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Nicolas rimpianse amaramente di non aver afferrato qualcosa al volo nella sua brevissima escursione in Sala Grande, poiché il suo stomaco borbottava intensamente, ma si gettò subito alla ricerca dell’aula dove si sarebbe svolta la sua seconda lezione.
Quando riuscì a trovare l’aula di Storia della Magia, ne fu quasi sollevato.
Entrò molto timoroso, sembrava che all’interno di quella stanza dovesse trovare un drago famelico a fauci spalancate. Avanzò tra i banchi vuoti e ne scelse uno in ultima fila. Si accomodò e preparò con cura una sorta di barriera con libri e altro materiale scolastico davanti al suo banco, dietro cui sembrava volersi rifugiare. Sembrò quasi stupito di essere il primo ad essere arrivato, dopo un po’ cominciò seriamente a preoccuparsi, non vedendosi raggiunto dai suoi compagni, forse temeva di aver sbagliato l’aula. Quando i primi Griffoni della sua età cominciarono ad entrare insieme ad altri compagni Corvonero, si risollevò velocemente, ma continuava a guardare spaventato i compagni tranquilli davanti a lui, come se fossero ignari di una catastrofe che sarebbe loro capitata tra capo e collo e che lui, invece, conosceva bene.
Gli ultimi studenti entrarono di malavoglia, annoiati e recalcitranti, e si abbandonarono nel primo banco libero. Infine entrò il professore Rüf.
Quando fece la sua apparizione la diafana figura dell’unico insegnante fantasma di Hogwarts il volto di Nicky si aprì in un sorriso smagliante, mentre lo sguardo manifestava ancora un certo stupore.
- Buon giorno studenti - disse il vecchio professore.
- Buongiorno professor Rüf! - esclamò la maggior parte della classe.
Rüf trasse i suoi appunti e cominciò la lezione senza alzare lo sguardo, gli alunni intanto si accomodavano, spalmandosi sui banchi e appoggiandosi sui dorsi delle mani, entrando lentamente in catalessi.
Nicolas scosse la testa ancora sorridendo di un’idea che aveva nutrito fino all’apparizione del fantasma davanti a lui e che ora iniziava una dissertazione sul mutamento filosofico dell’approccio magico nell’Inghilterra della fine del XVII secolo.
La voce ronzante del professor Rüf era la cosa più noiosa che Nicolas avesse sentito dal suo arrivo ad Hogwarts, nonostante tentasse in ogni modo di rimanere sveglio prendendo appunti, non riusciva proprio a concentrarsi. Si consolò notando che era un sentire diffuso in tutta la classe, anche da parte dei Corvonero, che erano comunque tra gli studenti più diligenti della scuola.
- ... ci si accorse che la magia si sviluppava trasversalmente dagli elementi fondanti della natura per cui l’esimio Mago Noland Waterspoon riuscì a formulare un decreto che risolse la Conferenza magica del 1678... -
Quando il professore, finito il monologo, salutò la classe, essa si risvegliò velocemente dal torpore e ricambiò il saluto, producendo il secondo isolato intervento degli alunni durante tutta la lezione, bisbigli tra compagni di banco esclusi.
Nicolas uscì ancora sorridente, si stiracchiò, soddisfatto di qualcosa, sbadigliando ad occhi chiusi. Ciò lo fece incontrare, o meglio scontrare, con una ragazza biondissima del Corvonero che, persa con lo sguardo in aria, percorreva sola i corridoi della scuola.
- Oh! Scusa non ti ho visto - fece Nicolas cortese.
- Di niente, figurati! Deve essere per colpa dei Nargilli, fanno di questi scherzetti, neppure io ti ho visto... -
- Nargilli? - chiese Nicky in cerca di una risposta.
- Esattamente - fece persa l’altra senza rispondere, poi notò una cosa nel suo interlocutore - che strano sei molto felice... -
- Perché dovrebbe essere strano? -
- Ti trattano tutti diversamente, io non so se potrei... Perché sei felice? -
- Diversamente? - fece meditabondo Nicolas, poi decise di rispondere - Sono felice perché avevo la netta convinzione che a Hogwarts aveste un’Erinne come insegnante di Storia della Magia? - sorrise Nicky.
- Una erinne?! - fece l’altra incuriosita.
- Le Erinni sono creatura antichissime, figlie della stessa Gea, io avevo come insegnante Tisifone l’Erinne vendicatrice, non ti dico quando sbagliavamo una data, per non parlare dei nomi - il ragazzo rabbrividì. - Comunque una volta ci aveva detto che sua sorella Megera si era trasferita in Inghilterra e credevo facesse la stessa professione e che, quindi, insegnasse a Hogwarts, invece pare di no! - sorrise ancora.
- Forse però le lezioni di Storia della Magia sarebbero state un po’ più animate - aggiunse la ragazza Corvonero quasi delusa.
- Se strilla e panico possono chiamarsi animazioni - rise Nicolas - a proposito io sono... -
- Nicky! - esclamò l’altra - Mi piace di più Nicky, ti sta meglio di Nicolas... -
Nicolas arrossì - Sì! Esatto! E tu sei... -
- Luna Lovegood. A presto Nicky! - lo salutò un po’ bruscamente e si allontanò ancora con il naso per aria.
- Ciao Luna! - esclamò l’altro, guardandola allontanarsi.


Continua…





martedì 24 dicembre 2013

Lo smistamento

Introduzione alla Fan Fiction

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura.
L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.



Lo smistamento

Tutti i ragazzi entrarono nel grande salone di Hogwarts, quasi stupiti di vederlo ancora integro e splendente, come lo era sempre stato. Nicolas si soffermò a lungo a fissare il soffitto, che brillava di un cielo stellato, spruzzato qua e là di nubi grigiastre dai bordi sfilacciati, evidenziati dalla luce lunare. All’improvviso si fermò, memore probabilmente di non essere sicuro di dove sedersi, decise allora di accartocciarsi in un angolo vicino al portone principale. Nessuno però sembrò accorgersi di lui, tutti con lo sguardo indagatore fisso al tavolo dei professori.
Era curiosa la strana contrapposizione delle espressioni ai due tavoli opposti della sala, quella all’estrema sinistra di Nicolas, vestita di verde e di argento oltre che del comune nero della divisa, guardava sogghignante e soddisfatta il lungo tavolo a loro perpendicolare, quella all’estrema destra, bardata di rosso e oro, lanciava sguardi disgustati e arrabbiati. Il ragazzo greco non sembrava però coglierne il motivo.
All’improvviso entrò una figura femminile alta e sottile, con un abito di velluto verde scuro, un passo elegante e deciso, un volto rugoso tracciato da un’espressione seria e un paio di occhiali allungati appoggiati sul naso. Reggeva un vecchio sgabello treppiede, su cui era posato un cappello ancora più vecchio e logoro. Dietro a lei camminavano agitati ed emozionati un lungo stuolo di ragazzetti del primo anno, persi con il naso all’insù, incuriositi dal soffitto e dalle centinaia di candele che fluttuavano sopra di loro.
La sala si zittì quando la donna, evidentemente un’insegnante, appoggiò lo sgabello incoronato dallo sgualcito cappello da mago davanti alla tavola dei professori. Sembravano aspettarsi tutti qualcosa. Anche Nicolas, avendo inteso l’attesa di un particolare evento, puntò lo sguardo dove andava a posarsi quello di tutti: il cappello.
Ma non accadde assolutamente nulla.
L’insegnante apparve sgomenta, come del resto tutti gli altri insegnanti. Si alzò un notevole brusio da tutte le tavolate. Nick sentì dire da uno studente abbastanza vicino a lui.
- Che storia è questa? Perché il cappello non ha cantato la sua canzone? -
La donna si ricompose subito e, traendo una pergamena, si preparava a srotolarla, pronta a una gestualità di rito che le sembrava abituale. Fu fermata da un voce stridula, proveniente da un’altra donna gobba e decisamente sgradevole.
- Mi dispiace professoressa McGranitt - con un tono di voce nient’affatto dispiaciuto - ma il compito dello Smistamento spetta alla nuova vice-preside -
Mormorii di disapprovazione percorrevano la sala, fatta eccezione per alcune risa e qualche accenno di applauso nell’ultima tavolata a sinistra.
- Molto bene, professoressa Carrow! - fece l’altra con un’espressione ancora più severa di prima - allora faccia il “suo dovere” - e, porgendole il rotolo, si fece da parte, prendendo il proprio posto nella tavola dei professori e squadrando severamente l’uomo impassibile seduto al centro, avvolto da un nero mantello e con i capelli unticci, altrettanto scuri, che gli cadevano sul viso.
Soddisfatta, la nuova vice-preside di Hogwarts, ammiccò allo stesso uomo e, puntando il suo sguardo sbilenco sulla lista dei nuovi iscritti, cominciò a gracchiare:
- Thomas Abey! -
- Abey, Thomas - mormorò alle sue spalle la professoressa McGranitt, subito fucilata da un’occhiataccia della Carrow.
Intanto Thomas veniva ingoiato fino a metà volto dal Cappello, che finalmente aprì uno strappo, vicino al bordo sfilacciato e pronunciò sonoro, ma piatto.
- Tassorosso -
La seconda tavolata a destra accolse calorosamente il nuovo adepto, con applausi e sorrisi.
- Arrow Angel - continuò la vice-preside con un sorrisetto sornione.
- Griffondoro - fece il cappello.
La medesima accoglienza che aveva poco prima fatto il tavolo dei Tassorosso si alzò, forse un po’ più chiassosa, dal tavolo dei Griffondoro.

Nicky e il Cappello Parlante
Lo Smistamento proseguì cadenzato dalla sgraziata voce della Carrow, dalla morbida e antica voce del Cappello Parlante e dagli applausi di una o dell’altra tavolata.
Con lo smistamento di Wortinghton William nei Corvonero l’elenco dei ragazzini del primo anno era concluso e la professoressa Carrow era pronta a rimettersi al suo posto, alla destra dell’uomo in nero seduto al centro del tavolo. Questa volta fu la professoressa McGranitt a fermarla.
- Mi scusi vice-preside, ma dimentica una nota alla chiusa della pergamena - disse in un tono quasi canzonatorio, sebbene i suoi lineamenti fossero molto seri.
Ancora una volta rimbeccata, la professoressa Carrow aprì la pergamena appena arrotolata, lesse le ultime righe e disse in tono sdegnoso e maleducato, che poco si addiceva all’ambiente e all’occasione:
- Ah, sì! Manca ancora qualcuno: Nicolas Knightly. È al quarto anno e proviene dalla scuola maschile - e qui si udì un risolino femminile - di Magia di Arcadia, ma è stata accolta la sua richiesta di far parte di Hogwarts dal Preside precedente - comparve un’altra smorfia sul volto già brutto della vice-preside - Vieni Knightly -.
Nicky avanzò paonazzo a grandi e disordinate falcate verso lo sgabello, tutta la sua persona sembrava un’unica contraddizione: la sua altezza contro la figura esile, le spalle minute e ancora fanciullesche contro un torace già sviluppato e ampio, lo sguardo severo e serio, ma le guance rosee e tenere.
Il cappello lo inghiottì fino a metà faccia e sembrò pensare un po’ a lungo, poi esclamò
- Griffondoro! - seguito da un lungo applauso della tavolata di riferimento.
Nicky scappò via da quella specie di podio, ormai era chiaro che odiava stare al centro dell’attenzione, prese posto con un’espressione indecifrabile in volto.
I nuovi compagni di casa di Nicolas stavano per rivolgere al nuovo arrivato domande e attenzioni di benvenuto, quando l’attenzione fu richiamata da quello che doveva essere il discorso di inizio anno del Preside.
L’uomo in nero al centro del tavolo si alzò e si presentò alla scuola suscitando l’attenzione di tutti.
- Bentornati o benvenuti studenti di Hogwarts - disse con un tono per nulla accogliente - sono il professor Severus Piton, dopo la tragica morte del Preside Silente sono stato nominato io a ricoprirne la carica - disse in tono quasi ovvio. Molti Griffondoro inorriditi si voltarono verso la McGranitt.
Anche Nicky alzò la testa di scatto, ripetendo attonito - Silente non c’è più?! -
Un ragazzo lo squadrò amaro e gli lanciò uno sguardo quasi di disgusto.
- Non dirmi che non sai che Silente è stato ucciso ancora alla fine dell’anno scolastico passato dai “si pensa” Mangiamorte! -
Nicolas era senza parole e balbettò - Io... io... non ne sapevo niente... ad Arcadia... -
- Ma da dove diavolo vieni, non esistono i giornali da voi, non sapete che c’è in corso una guerra? -.
Piton lanciò un’occhiataccia malevola verso la tavola rosso oro, tutti tacquero, mentre il nuovo arrivato abbassò lo sguardo e non ebbe più il coraggio di rialzarlo.
Il discorso del nuovo preside andò avanti per diversi minuti in una stregua difesa del Governo, in una serie di puntualizzazioni sulle regole della scuola, nella sottolineatura che Hogwarts avrebbe continuato a difendere i propri studenti nonostante i recenti avvenimenti, accompagnato da mormorii di disapprovazione di quasi tutte le tavolate. Era evidente che fosse già un preside non molto amato.
Infine Piton presentò due nuovi insegnanti.
- A causa delle inaspettate dimissioni della professoressa Burbage, insegnante di Babbanologia, e la mia impossibilità, vista la nuova carica, di mantenere la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, la professoressa Carrow Alecto sarà la vostra docente in Babbanologia e il professor Carrow Amycus quello di Difesa delle Arti Oscure -.
Entrambi i nuovi professori rimasero maleducatamente seduti al loro posto scambiandosi storte occhiate di compiacimento.
- Possiamo dare ora inizio al banchetto! - e al gesto del Preside seguirono abbondanti portate in ogni piatto.
La tavolata di Griffondoro inizialmente si animò di offese bisbigliate al nuovo preside e ai nuovi insegnanti, poi il disdegno fu tutto dedicato al Censimento dei Nati Babbani e all’esclusione da Hogwarts di chi non aveva potuto esibire uno Stato di Sangue impeccabile. Quest’ultima in particolare fu additata come causa del silenzio del Cappello Parlante.
- Ovviamente non riconosce preside Piton! - fece il ragazzo che aveva rimbeccato Nicolas poco prima.
Questi discorsi furono seguiti attentamente dal ragazzo greco che, pallido come un cencio appena lavato da una pozione tergente e sbiancante, non si perse una sola parola, benché bisbigliata a mezza voce.

Alla fine del banchetto le Case si divisero nei corridoi che portavano ognuno al proprio dormitorio, Griffondoro superò il ritratto della Signora Grassa, condotto dal proprio prefetto, che indicò ai nuovi arrivati del primo anno le loro stanze poi fermò Nicky.
- Ascolta, c’è un piccolo inconveniente, purtroppo non avrai compagnia in camera perché la classe del tuo anno ha tutte le camere complete e dividere camere che già esistevano da tempo non ci sembrava molto giusto... comunque è una situazione provvisoria... - con un tono di voce non troppo convinto continuò, forse in risposta allo sguardo cupo del ragazzo nuovo - vedrai risolveremo per il meglio... - e indicò la porta della solitaria camera.
Nicky entrò, chiuse silenziosamente la porta, si sedette con calma sul letto.
- BENE!! LA CILIEGINA SULLA TORTA!!! - urlò in preda all’ira, alzandosi improvvisamente e dando un calcio violento al suo baule.
- Lo sapevo che era stupido! Che non avrebbe cambiato niente!! Che non ce l’avrei fatta!!! -
Lio sbatteva le ali impaurito, sembrava non abituato a queste reazioni del suo padrone, anche Nicky si riprese, forse spaventato da se stesso.
- Scusa Lio, ma è un bel problema! Silente è morto e non è tutto, c’è in atto una feroce guerra e poi non riesco a capire come... - la sua voce si spense in un pensiero che non aveva il coraggio di manifestare ad alta voce. Sconsolato si sedette sul baldacchino e si tolse il suo strano cappellino, da cui uscirono abbondanti capelli castani dalle mille sfumature, lunghi appena sotto le orecchie. Si passò le due mani nei capelli, tirandoli e guardandosi allo specchio di fronte a sé, concentrato quasi li stesse misurando mentalmente.
- E io che sono qui in cerca della Verità e mi ritrovo a combattere sempre con le stesse bugie... - si lasciò cadere all’indietro e, distrutto, si addormentò.




sabato 21 dicembre 2013

Sul treno per Hogwarts

Introduzione alla Fan Fiction

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura.
L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

Capitolo I - Sul treno per Hogwarts

La partenza sul binario 9 e ¾ non appariva serena ed eccitata, tutt’altro!
Molti giovani maghi e streghe salutavano i propri genitori quasi fosse l’ultima volta che li avrebbero visti, stringendosi a loro con dolorosi abbracci e anche con qualche lacrima, mentre ogni rumore improvviso faceva correre la mano sulla bacchetta di molti padri.
L’unica persona veramente allegra era un uomo anziano e paffuto, con un largo sorriso smagliante incorniciato da baffi e barba di un bianco sfolgorante, che salutava con ampi gesti un'altra figura altrettanto sorridente.
- Stai in guardia Nick, ragazzo mio! Non temere di mostrare quanto vali - urlò sbracciandosi affettuoso, attirando l'attenzione di tutti sulla pensilina.
- Farò quel che posso professore! Mi saluti tutti ad Arcadia! - rispose la figura più giovane, con uno timbro di voce acuto e un accento straniero, poi sparì dentro il vagone.
La tensione che si stava respirando in tutto il mondo magico inglese regnava sovrana e non rendeva facile a Nick la ricerca di una sistemazione. Percorse tutto il treno, ma ogni volta che si affacciava all’interno di una porta scorrevole l’accoglienza era tra l’imbarazzato, il curioso o il freddo glaciale. Quando entrava in un compartimento poteva trovarsi di fronte ad alcuni ragazzini timidi e balbettanti di undici anni, che apparivano titubanti alla vista del ragazzo solitario, forse per via dall’alta statura o, più facilmente, per quello sguardo maturo, ornato di pesanti occhiali contornati da un severo bordo nero. Se si affacciava ad uno scomparto occupato da ragazzi più grandi invece si sentiva assalito da sguardi inquisitori, come se il suo aspetto goffo e impacciato potesse inverosimilmente nascondere un Mangiamorte o un alleato dell’Indesiderabile Numero Uno, manifesti del quale erano affissi in tutta la stazione. Il peggio era quando trovava un gruppo di coetanei intenti a raccontarsi le terribili avventure dell’estate e a far previsioni sul nuovo anno scolastico, perché questi al suo ingresso fissavano indagatori la faccia pulita, semi nascosta dagli occhiali e dallo strano cappello calcato sulla fronte, domandandosi mentalmente chi fosse, e riprendevano i loro discorsi, sicuri di non averlo mai visto nella loro casa.
Questa pressione non piaceva a Nick, che sembrò sollevarsi quando poté sedersi dentro uno scomparto vuoto, ma subito dopo sospirò:
- Sarà facile farsi degli amici in questa atmosfera! - con un tono molto sarcastico.
- Tuc! Tuc! - venne da una gabbia coperta, appoggiata sul sedile di fronte a sé.
- Oh! Scusa Lio, finalmente ti posso scoprire! Sai quanto è terrorizzato dai pennuti il professor Avius - si giustificò scoprendo un enorme gufo grigio antracite.
- Per fortuna ci sei tu! - aprì lo sportellino di metallo e lo accarezzò sotto il becco, poi sbadigliò sonoramente.
- Sono a pezzi! Ultima tappa di un lunghissimo viaggio, chissà come sei stanco di stare sotto quella coperta! Ma ora sarai libero di volare per i cieli di Hogwarts! -.
Improvvisamente irruppe un ragazzino, che si arrestò alla vista degli occupanti dello scompartimento e chiese intimidito - Po… posso sedermi? -
- Certamente - gli sorrise Nick.
Il ragazzino sembrò incoraggiato dal sorriso e disse - Sai è il mio primo anno a Hogwarts... -
- Anche per me! - e strizzò l’occhio al ragazzino che sembrò stupito della risposta.

Tutum...tutum...tutum...
Le folte ciglia di Nick si aprirono lentamente su un paesaggio selvatico e boscoso, mentre alcuni ragazzini intorno sussurravano piano.
- Ma quanti anni avrà questo tizio? -
- Voi credete stia con Voi-Sapete-Chi? -
- Taci, se ti dovesse sentire e lo fosse? -
Il ragazzo maggiore sbadigliò un po’ troppo rumorosamente, forse, e i ragazzini si zittirono subito.
- Ti abbiamo svegliato? Siamo mortificati ... - fecero timidi e imbarazzati.
Il ragazzo sorrise dolcemente, scuotendo la testa. Poi stiracchiandosi disse velocemente e con entusiasmo:
- Io sono Nicolas - ma arrossì subito e si corresse - anzi Nicky! –
I ragazzetti apparivano contenti di conoscere questo ragazzotto strano, dall’aria seria e severa, ma che invece si era dimostrato dolce e cordiale, e cominciarono con timide domande.
- Mi hai detto che è il primo anno che vai a Hogwarts, come mai ti hanno spedito la lettera così in ritardo? - chiese il primissimo ragazzetto incontrato - A proposito io sono Ben! -
- Veramente la lettera mi arrivò a undici anni come a voi, ho cominciato a studiare alla scuola di magia di Arcadia...-
- Davvero? - rispose una ragazzina accanto a lui - e dove si trova? -
- In un’invisibile isoletta nel Mediterraneo tra Creta e Cipro...-
- E perché sei venuto a Hogwarts? - incalzò la ragazzina.
- Perché Arcadia è una buona scuola, però è un po’...come dire... limitata! Feci richiesta di una borsa di studio a Hogwarts perché è la migliore! - e fece un espressione buffa incrociando gli occhi.
Sembrava davvero avere un’esperienza decennale con i bambini, infatti dopo questo semplice gesto i ragazzini si sciolsero dalle ultime titubanze e fecero domande a raffica, su com’era Arcadia, su cosa facevano, sulla sua famiglia. Nicky dapprima pazientissimo a ogni richiesta, sembrava non poterne più di questo assedio, ma con una calma da santo e con un simpatico tono di voce, disse:
- Scusatemi tanto, ma ho voglia di sgranchirmi le gambe, se non vi dispiace, faccio un giretto e torno subito -.
L’espressione dei ragazzi si dipinse di amara delusione, allora Nick con la voce che imitava un comandante in capo comandò al suo gufo:
- Lio! Fai tu compagnia a questa frangia di valorosi maghetti! Mentre io ispeziono il treno da eventuali pericoli! -
Il gufo in tutta risposta fece un verso che parve di assenso, arruffò le piume intorno al collo in modo bizzarro e ruotò la testa di centottanta gradi, apparendo buffissimo e scatenando così l’ilarità dello scomparto. Intanto Nicky uscì, richiuse la porta scorrevole dietro a sé e sospirò. Pensieroso estrasse dal mantello quello che sembrava un orologio, osservandolo.
- Non manca poi molto... - e si avviò per il treno.

Stava percorrendo gli ultimi scompartimenti quando sentì lo scalpiccio di piedi che correvano e delle vocette tonanti che gridavano.
- Nicky! Dove sei! Ti acciufferemo! -
Il ragazzo si fermò di scatto con un aria un po’ spazientita.
- Teneri fin che vuoi, ma sono un po’ appiccicosi! - e così dicendo aprì d’impulso il primo scompartimento che gli capitò e si gettò dentro. Udì avvicinarsi i piccoli e rumorosi passi e, intuendo che i bambini ispezionavano gli scompartimenti nella sua ricerca, si guardò intorno meditando una qualche via di fuga, poi alzò lo sguardo e si illuminò in un sorriso. Mentre i bambini si avvicinavano sempre più, si strinse il mantello addosso in modo che non fosse cascante, si fece forza sulle braccia saldamente strette intorno alle sbarre di metallo che sorreggevano le retine per i bagagli, contrasse ogni muscolo del suo corpo e si sollevò in orizzontale sulle braccia, facendo aderire il corpo al soffitto dello scomparto. Finalmente agganciò i piedi dove poteva, per non forzarsi troppo sulle braccia in quell’esercizio improvvisato e apparentemente molto faticoso. I bambini entrarono nello scomparto non videro altro che una ragazza con gli occhiali da sole e lunghi capelli di grano che sembrava addormentata e uscirono silenziosi.
Nicky tirò un profondo sospiro, si rilassò e scese con un fruscio dal soffitto. Si avvicinò alla porta in attesa di sentire i ragazzini abbandonare il corridoio, annuì tra sé non avvertendo più i loro scalpiccii. Si voltò verso la ragazza dormiente, che inconsapevole l’aveva ospitato, e fece un cenno di silenzioso ringraziamento a lei e al gatto rannicchiato sul suo grembo, che invece aveva assistito a tutta la scena, poi uscì piano.

Era quasi il capolinea e Nicky sembrò consapevole di dover tornare al suo scompartimento, non per cambiarsi, la divisa infatti l’aveva già addosso, ma sicuramente per recuperare i bagagli. Sembrò avviarsi mogio, probabilmente non aveva voglia di affrontare un'altra serie di domande, ma il suo sguardo parve illuminarsi subito alla vista del carrello dei dolci.
- Una confezione di quelle! - e indicò delle api frizzole, la strega che conduceva il carrello gliele consegnò sorridendo, mentre Nicky pagava. Dopo che il tintinnio si era allontanato, con il pacchetto di dolci in mano, il ragazzo esclamò sorridente - Queste terranno loro la bocca impegnata! - e aumentò l’andatura.

Nicky ottenne il risultato che voleva regalando ai bambini il pacchetto di api frizzole, perché la discussione si spostò dalla sua persona, cosa di cui sembrò grato, ai dolci. Dopo di chè i ragazzini dovettero indossare la divisa e preparasi a scendere dal treno, l’ultima discussione si improntò sulle Case di Hogwarts.
- Case? - chiese Nicky.
- Non sai cosa sono?! - fecero meravigliati i bambini, Nicky scosse la testa in segno di negazione.
- Beh! Le Case sono... non so spiegartelo!!! Comunque... sì delle divisioni interne degli studenti di Hogwarts, ce ne sono quattro: Griffondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero! - disse soddisfatto Ben.
- Ma anche tu dovrai fare lo smistamento allora?!? - dissero concitati gli altri.
- A questo punto credo proprio di sì! - Nick sembrò ansioso.
- Però credo di aver capito cosa sono, da noi si chiamano Are... -
Il treno si fermò e tutti gli studenti cominciarono a scendere.
- Il primo anno da questa parte! - gridava un vocione sopra la testa di tutti, impossibile non vederne la provenienza: un enorme omone alto quanto due adulti, con un enorme pastrano, agitava le mani grandi come badili, convocando a sé i nuovi iscritti.
- Ciao! Ciao Nicky! - si sbracciarono i giovani compagni di viaggio, seguendo l’imponente figura.
- Primo anno!! Di qua - urlò un’altra voce - Gli altri sulle carrozze!!! -
Nicky apparve incerto sul da farsi: andare con i nuovi arrivati o con i suoi coetanei? Probabilmente scelse la soluzione in cui si sarebbe dovuto esporre meno e seguì tutti gli altri verso delle carrozze, trainate da cavalli invisibili. Il ragazzo dapprima sembrò riluttante a salire su una di esse, gettando continue occhiate sul davanti della carrozza, poi cedette e salì.
- Uh! Uh! Uh! - canticchiò allegro il suo pennuto, facendo strane mosse e arruffando le penne, richiamando l’attenzione dei compagni di carrozza sul proprio padrone, che invece divenne rossissimo in volto.
- Dai Lio! Smettila di fare cabaret! - con una nota affettuosa nella voce, ma gli occhi dei suoi vicini erano su di lui, ammirati dal suo simpatico gufo.
- Scusatelo!! - disse aggiustandosi il cappellino - Ma è davvero un egocentrico... – nascondendo il volto che ormai aveva diciotto diverse sfumature vermiglie, non v’era ormai dubbio sulla sua timidezza.
Ormai giunti al portone, tutti si dimenticarono di Nick, presi come erano dal loro arrivo a scuola. Un imponente cancello con due cinghiali alati indicava l’entrata al meraviglioso castello di Hogwarts, illuminato dalla dorata luce di torce al suo interno e dall’argentea luce lunare all’esterno, circonfondendolo di un’atmosfera ancora più magica. Nicolas scese e deglutì, una fredda brezza gli accarezzò il volto e lui la sorbì a fondo quasi grato prima di entrare nell’ambiente spazioso e chiuso oltre il massiccio portone di legno.

venerdì 13 dicembre 2013

Una Sfida alla Settimana 2!

Vangelo  Lc 1,26-38

Immagine dal Web - Annunciazione del Corridoio (1449) Beato Angelico


Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.


Pensiamo in avvento!

  • Chi è Maria?
  • Come reagisce all'annuncio?
  • Perché Maria dice sì?

Incontro 9 - 2 dicembre

Ultima foto all'unico dei presenti a essere manchevole di scatto, abbiamo proceduto con organizzazione dell'8 dicembre segue programma con incarichi!

Immagine dal Web - Adesione 2014 dell'Azione Cattolica


• Presentazione dei gruppi ppt con nostre foto con breve balletto sulle note di "Everybody (+presentazione Andrea Longhi):
• Si esce alla battuta "me… you… everybody! Everybody"
• Si balla solo il ritornello...


• Messa
- Lettura assegnata ad AM (link alle letture della messa)
- Preghiere dei fedeli
• Per il Papa e tutto l'ordine dei sacerdoti, sappiano sempre offrirci la dimensione dell'ecclesialità, comunione della Chiesa. Preghiamo. ---> ES
• Per i governanti del mondo, sentano la responsabilità del bene universale e della cura dell'uomo. Preghiamo. ---> CB
• Per i poveri e gli ultimi, possano sempre contare sulla nostra fraternità e la nostra capacità di condivisione. Preghiamo ---> AL
• Per l'Ac, che oggi festeggi la giornata dell'adesione. Nell'interiorità di ogni tesserato e simpatizzante si accenda la partecipazione ad un progetto più grande. Preghiamo. --> MM

Aperitivo:
girelle con prosciutto
Briochine salate
Pizzette
Torta salata
Torta salata
ES acquisto da bere
MM acquisto patatine e salatini


Finalmente la preghiera! Una Sfida a Settimana

Canto (bellissimo): O cieli piovete dall'alto!

Introduzione all'Avvento
L'avvento si muove su due poli:
il dolore, la difficoltà dell'attesa perché Dio sembra lontano e non ancora presente
la gioia, la felicità del Signore che viene

Gesto: Spazio bianco per fare memoria delle preghiera fatte fino ad esso, è una prassi spirituale normale quella di verificare la propria vita di fede, cosa ho affrontato, cosa mi ricordo? Si condivide insieme.

Lettura della 1 domenica di Avvento Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

Commento:  Un Vangelo che sembra inquietante e drammatico (avvento tra due poli) e il gesto riprendeva proprio queste parole "e non si accorsero di nulla"… molto spesso la vita ci sfugge e non ci siamo neanche accorti di viverla, impariamo a fare attenzione ai segni, a riveverli, ad accorgerci della nostra vita di fede!

Festeggiamenti del compleanno di AL con torta super-buona e pastine cremosissime!!

Chiusi in Oratorio attendiamo che AF il nostro eroe ci apra

Scopriamo che il cancello era aperto… (Peong!)

Incontro 8 - 25 novembre

Preparazione dell'8 dicemmbre
Ancora scatti per la fotopetizione, pro-memoria e momenti di conviviailità!
Ovviamente la preghiera!

Preghiera - Enjoy: EnJesus
Dal vangelo di Giovanni (GV 29,19-23)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Commento:
Contestualizzazione del Vangelo, Gesù è appena risorto e qui incontra i discepoli dopo la sua morte. E' giusto pensare che un gruppo di persone normali sarebbe "sfollata" per una cosa del genere, dobbiamo capire che qui è massiccio l'intervento dello Spirito Santo che è entrato ufficialmente nella storia dell'uomo dopo che Gesù è "spirato". Quindi lo Spirito sostiene gli apostoli e lo capiamo dal fatto che non sfollano e che gioiscono a vedere il Signore.
Tre cose succedono quindi quando Gesù ricompare ai discepoli (e ricordiamo che in quel momento Gesù è al massimo splendore divino!) dà gioia, dà pace e dona il perdono! Fantastico!
Dopo il percorso fatto in cui abbiamo capito l'importanza di trasmettere l'annuncio, che dobbiamo risplendere, che dobbiamo farlo con umiltà perché quella luce non è nostra, capiamo che il segreto per tenere il difficile equilibrio tra testimoniare senza sembrare di essere bravi solo noi è la gioia!
Una persona gioiosa, che ti racconta una perché è contenta di quella cosa, non rischia di essere boriosa, non appare decisa a "indottrinare" qualcuno, l'altro ne coglie l'entusiasmo e la felicità…
La gioia ecco il segreto di un buon testimone! Be happy!

GESTO
Dopo il tesseramento associativo, avviene il tesseramento al gruppo!
Il simbolo è quello semplice del mosaico, i mosaici di Rupnik si prestano molto bene perché i pezzi che compongono le immagini sono in realtà molto diversi per dimensione e taglio e questa dà la dimensione dell'unicità e della condivisione. L'idea è quella di sentirsi pezzo di questo mosaico, che non è completo senza di noi, ma è anche in cerca di altre tessere per essere sempre più completo.
Allora, dopo aver sezionato questa bellissima immagine in tasselli, affidiamo il proprio tassello a ogni partecipante del gruppo e un altro tassello con il compito di coinvolgere qualcun altro nel messaggio di gioia. L'intento non è farlo venire al gruppo, ma di "coinvolgerlo" nella fede.

Immagine dal Web - Particolare Crocifisso di Rupnik

Preghiera corale
Signore, Tu ci affidi il giorno, ogni giorno.
Lo deponi nelle nostre mani
affinché noi lo rendiamo bello, utile, ricco.
Signore, ogni giorno è un dono
che Tu ci fai per la nostra gioia.
Tu infatti non hai bisogno di niente
perché non potresti essere più grande,
perché non potresti essere più felice.
Il tuo unico desiderio è che noi siamo felici
come sentiamo di voler essere, di dover essere.
Signore, aiutaci a conquistare la nostra gioia,
perché ogni momento possiamo lodarti,
perché ogni giorno possiamo ringraziarti.
Tonino Lasconi

sabato 23 novembre 2013

Incontro 7 - 18 novembre 2013


Non posso fare grandi riassunti dell'incontro, abbiamo montato l'attrezzatura, ci siamo agghindati per la fotopetizione promossa dall'AC e abbiamo fatto le foto a chi era pronto. 
LF, AM, ND hanno cominciato a creare un trailer ispirato, da mandare in assemblea a febbraio se riusciamo! ^^

Concluso con la Preghiera. 
FARSI VEDERE o GLORIFICARE?
Dal Vangelo di Matteo 10, 1-4. 11
I dodici discepoli - Immagine dal web
Gesù chiamò a sé i dodici discepoli e diede loro il potere di cacciare gli spiriti del male e di guarire ogni tipo di malattia e d’infermità. Ecco i nomi dei suoi dodici apostoli: Simone (chiamato anche Pietro), Andrea (fratello di Pietro), Giacomo (figlio di Zebedeo), Giovanni (fratello di Giacomo), Filippo, Bartolomeo, Tommaso, Matteo (l’esattore delle tasse), Giacomo (figlio di Alfeo), Taddeo, Simone (membro degli zeloti, un partito politico sovversivo) e Giuda Iscariota (quello che poi lo tradì).
Quando Gesù ebbe finito di dare queste istruzioni ai dodici discepoli, se ne andò a predicare nelle città che aveva in programma di visitare.

Commento: Questo Vangelo è stato scelto per bilanciare un po' il discorso dell'altra volta, noi dobbiamo far sì vedere quello che “valiamo”, ma bilanciando con l'umiltà di colui che è mandato. L'elenco preciso di nomi serve all'evangelista per due motivi: concretezza storica (i dettagli danno credibilità) e perché voleva restituire l'umanità delle persone scelte da Gesù. DN ha notato che non di tutti si dà qualche riferimento e si chiedeva il perché. 
Abbiamo visto il tipo di informazione che viene data (soprannome dato da Gesù, fratello, figlio, occupazione, partito politico, comportamento tenuto con Gesù) e queste informazioni indicano una relazione, un rapporto con una persona o un gruppo di persone. Forse a chi non viene data un' indicazione specifica è perché i primi lettori del Vangelo di Matteo non potevano cogliere i riferimenti perché non conoscevano le persone non specificate. 
Abbiamo anche notato che gli elementi che sono indicati sono molto umani, Gesù manda i discepoli con tutta la loro umanità, non le loro capacità e le loro "bravure", ma con i loro limiti (esattore, tradì Gesù...) con questa umanità devono curare spirito e fisico, stare vicino alle persone sia spiritualmente, ma anche per una guargione nel corpo. 
LC dà la distinzione tra discepoli e apostoli, i primi sono più numerosi quelli che seguono Gesù in generale, i secondi sono quelli che hanno una relazione con Gesù più profonda e sono mandati specificatamente. L'educatrice aggiunge che l'apostolo è colui che ha incontrato Cristo risorto, quindi è realmente consapevole della Salvezza di Cristo, ha esperito questa salvezza. AL appunta che San Paolo non è elencato, ma è un apostolo. L'educatrice ricorda che Paolo non ha incontrato Gesù in vita e non l'ha seguito in vita, ma l'ha incontrato dopo che è risorto sulla via di Damasco, questo l'ha reso a tutti gli effetti “apostolo”, ma sì non presente nell'elenco.

Gesto: Ci siamo scambiati le carte di identità e abbiamo notato come in realtà non dicono nulla delle persone che siamo. Se io devo descrivere uno di voi non elenco certo l'altezza, i capelli o gli occhi, racconto del tipo di relazione che ho con questa persona, come si comporta, cosa pensa, cosa ci raccontiamo quando ci vediamo, come ha fatto l'evangelista.
Andare fuori “dal gruppo” e intessere relazioni con i giovani è un curare l'identità nostra e loro, scambiare una ricchezza reciproca.

Preghiera: Credevo, credevo...
Ho dato un pane a un povero. Credevo d'essere stato caritatevole; invece era giustizia, perché io ho tanto pane e lui ha fame. Ho guidato un cieco per un tratto di strada. Mi sentivo buono; invece era giustizia, perché io ci vedo e lui no. Ho regalato un abito usato ad una povera anziana. Credevo d'essere stato altruista; invece era convenienza: gliel'ho dato per disfarmene, a me non serviva più. Ho gridato a un giovane di andare a lavorare invece di chiedere l'elemosina. Credevo di dargli una lezione; invece era ingiustizia: aveva bisogno di lavoro e di rispetto. Mi sento un buon cristiano, con la coscienza a posto. Vado a Messa, recito qualche preghiera, non faccio del male a nessuno; invece sono egoista e ipocrita. Perché al Signore, che mi dona ogni istante di vita, riservo solo le briciole della mia giornata, e ai miei fratelli riservo le briciole dell'amore che Egli mi dona.

Questa preghiera è un po' il bilancino tra il dover risplendere di Mandela e farlo con umiltà! ^^

lunedì 18 novembre 2013

Oroscoppio proverbiale

 Questo mese gli astri rispondono con la saggezza popolare

Ariete

Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino.
Il consiglio: Le stelle suggeriscono una visita dal veterinario o dal dietologo.


Toro

A pagare e morire c’è sempre tempo.
Il consiglio: Chiedete un prestito, non aspettate l’eredità.


Gemelli

Il mattino ha l’oro in bocca.
Il consiglio: Fissate l’appuntamento per il ponte nelle prime ore del giorno.


Cancro

Una mela al giorno leva il medico di torno.
Il consiglio: Se siete dottori evitate frutteti e fruttivendoli.


Leone

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Il consiglio: Le stelle annunciano una vacanza balneare prima di mettersi a lavorare!


Vergine

Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare.
Il consiglio: attenzione alle cattive compagnie e alle strade accidentate.


Bilancia

Chi va al mulino, si infarina.
Il consiglio: Evitate situazioni equivoche e di passare vicino alle fogne.


Scorpione

Meglio un uovo oggi che una gallina domani.
Il consiglio: è decisamente un buon consiglio sotto Pasqua, ma a Novembre...


Sagittario

Cuor contento, gran talento.
Il consiglio: favoriti i comici innamorati e i cardiologi.


Capricorno

Chi la fa, l’aspetti.
Il consiglio: Abbiate pazienza, se avete una figlia pigra.


Acquario

Un po’ per uno, non fa male a nessuno.
Il consiglio: L’astrologo suggerisce di essere democratici e dieta equilibrata per tutta la famiglia.


Pesci

Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.
Il consiglio: Suggeriamo di scegliere un altro fornitore per i vostri casalinghi…



Oroscoppio I

domenica 17 novembre 2013

Incontro 6 – 11 novembre 2013

Ogni giovane ha due foglietti su uno scrive il proprio nome e sull'altro scrive cosa deve fare l'AC a ogni livello per lui o per lei (che è anche un impegno per cui vogliono impegnarsi), su entrambi mettono su un segno distintivo (parte che il mio gruppo ha tralasciato di fare, ma non è stato fondamentale).
Quando tutti hanno scritto abbiamo diviso il 10 partecipanti i 4 gruppetti (da 2 e da 3), mescolato i foglietti e giocato a MEMORY.
A turno si doveva trovare la frase e l'autore, in questo modo le frasi venivano lette più volte e si faceva memoria gli uni dei progetti degli altri.

Immagine dal web, a fini puramente illustrativi! ;)


Ecco elencate aspettative e autori:
  • Vorrei che l'AC facesse più attività sul campo, nel nostro paese affinché i ragazzi riescano a mettere in pratica gli insegnamenti appresi (Volontariato) → ND
  • Vorrei che l'AC mi mostri come ci si comporta da veri cristiani → AF
  • Vorrei che l'ACR abbia più incontri diocesani a cui partecipare e che l'ACG si attivi per aprirsi di più verso gli altri incontri parrocchiali e diocesani → CB
  • L'Ac dovrebbe dare maggiori informazioni riguardo l'utilizzo dei soldi del tesseramento → AM
  • Vorrei che l'AC fosse più unitaria → LF
  • Vorrei che l'AC sia più “aperta” nei confronti delle realtà extra cattoliche → AL
  • L'AC deve guidarci in modo più concreto nel nostro intervento in parrocchia, rendendoci più visibili, ma non solo... → ES
  • L'AC dovrebbe farsi conoscere di più, integrarsi di più nel tessuto parrocchiale valendo da alternativa e/o da coprotagonista delle diverse iniziative ACR come Giovani come Adulti → LC
  • Vorrei che il mio paese partecipasse più attivamente alle attività organizzate dall'AC Diocesana → VP
  • L'AC deve urlare alla Chiesa (parrocchiale, diocesana e nazionale) che i giovani sono la vera scommessa → MM


Coppie Bonus (ovviamente inventate tranne una!):
  • Vorrei che l'AC prenda il potere assoluto → Stefano (ASSENTE)
  • Vorrei l'AC buddista → Budda è bello
  • L'Ac deve accompagnare i suoi aderenti ad essere laici capaci di vivere in modo autentico e originale la propria esperienza cristiana nella storia → Progetto Formativo


Vincono LC e AM con 5 coppie trovate! A pari merito le altre squadre (AF-CB-VP; SB-AL; LF-ND-ES).

Preghiera
Non c'era la fotocopia della preghiera e questo è stato il gesto: l'attenzione alla parola e segnarsi domande e osservazioni.
Lettura del brano dal Vangelo di Matteo (Mt 25,14-30)
Commento: AM, oltre sottolineare che “lo stridore di denti” ritorna spesso, chiede del perché il talento tolto all'ultimo servitore viene dato a quello con 5 in fondo anche quello con due si è ugualmente impegnato... LC rievoca le due chiavi di lettura una più semplice “ACR” che vede il fatto di impegnare i nostri talenti, le nostre capacità nella vita e l'altra, più avanzata, che indica il servo dai 5 talenti come colui che si è fidato di più, che ben avendo la possibilità di sparire con il “maloppo” invece si è impegnato e si è fidato, aspettando il ritorno del padrone con il valore aggiunto. ND chiede perché in fondo il servo viene punito, di fatto non ha fatto niente di male ha restituito il denaro ricevuto.
L'educatrice raccoglie e commenta: il talento del servo fannullone viene dato a chi a 5 talenti, perché i talenti sono la grazia di Dio e la grazia chiama grazia, chi si è accorto di avere tanta grazia e ne ha “guadagnata” altrettanto ne godrà cento volte tanto al ritorno del Padrone. Non è un torto che Dio fa al servo dei 2 talenti, ma chi avrà vissuto nella grazia, di fatto godrà della grazia in maggior misura nell'eternità. Il servo dei 5 talenti, aveva sì 5 talenti e con quelli poteva veramente scappare e non farsi trovare più, invece si è messo in gioco per quel valore immenso, si è dovuto fidare di più e la ricompensa sta non solo nell'abbondanza, ma nella sovrabbondanza (cit: “100 volte tanto nella vita eterna”). Il talento è una cifra enorme, il Padrone affida ai 3 una ricchezza immensa, tutti e tre quindi hanno grandi capacità. È vero il Padrone non sembra dare direttive specifiche, ma dà secondo le potenzialità, questo incarico non specifico ci fa pensare alla vocazione che è sì un disegno del Padrone, ma che spetta noi cogliere. Comunque il servo di quella ricchezza enorme non se ne fa nulla, se ne disinteressa, la nasconde e non ci pensa più, disprezza l'immensità di possibilità che il Padrone, fidandosi, gli ha dato e dice chiaramente “Questa ricchezza che mi hai dato non mi interessa!”. Dio ci sta dicendo che se seppelliamo la grazia che ci ha affidato, seppelliamo la nostra vita, siamo già morti, sotterrati in quella buca dove nascondiamo il talento, siamo sempre noi a condannarci “là sarà pianto e stridore di denti”.
C'è solo un foglio con la preghiera e la leggiamo a gruppetti per 4 volte, un altro modo per fare memoria...
Preghiera corale: 
Siamo tutti nati per risplendere di Nelson Mandela
La nostra paura più profonda 
non è di essere inadeguati. 
La nostra paura più profonda, 
è di essere potenti oltre ogni limite. 
E' la nostra luce, non la nostra ombra, 
a spaventarci di più. 
Ci domandiamo: "Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?" 

In realtà chi sei tu per non esserlo? 
Siamo figli di Dio. 
Il nostro giocare in piccolo, 
non serve al mondo. 
Non c'è nulla di illuminato 
nello sminuire se stessi cosicché gli altri non si sentano insicuri intorno a noi. 
Siamo tutti nati per risplendere, 
come fanno i bambini. 
Siamo nati per rendere manifesta 
la gloria di Dio che è dentro di noi. 
Non solo in alcuni di noi: 
è in ognuno di noi. 
E quando permettiamo alla nostra luce 
di risplendere, inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso. 
E quando ci liberiamo dalle nostre paure, 
la nostra presenza automaticamente libera gli altri.
Canto finale: Padre nostro.

Presentazione fotopetizione con proposta della modalità... approvata dalla maggioranza dei presenti!