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sabato 21 dicembre 2013

Sul treno per Hogwarts

Introduzione alla Fan Fiction

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura.
L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

Capitolo I - Sul treno per Hogwarts

La partenza sul binario 9 e ¾ non appariva serena ed eccitata, tutt’altro!
Molti giovani maghi e streghe salutavano i propri genitori quasi fosse l’ultima volta che li avrebbero visti, stringendosi a loro con dolorosi abbracci e anche con qualche lacrima, mentre ogni rumore improvviso faceva correre la mano sulla bacchetta di molti padri.
L’unica persona veramente allegra era un uomo anziano e paffuto, con un largo sorriso smagliante incorniciato da baffi e barba di un bianco sfolgorante, che salutava con ampi gesti un'altra figura altrettanto sorridente.
- Stai in guardia Nick, ragazzo mio! Non temere di mostrare quanto vali - urlò sbracciandosi affettuoso, attirando l'attenzione di tutti sulla pensilina.
- Farò quel che posso professore! Mi saluti tutti ad Arcadia! - rispose la figura più giovane, con uno timbro di voce acuto e un accento straniero, poi sparì dentro il vagone.
La tensione che si stava respirando in tutto il mondo magico inglese regnava sovrana e non rendeva facile a Nick la ricerca di una sistemazione. Percorse tutto il treno, ma ogni volta che si affacciava all’interno di una porta scorrevole l’accoglienza era tra l’imbarazzato, il curioso o il freddo glaciale. Quando entrava in un compartimento poteva trovarsi di fronte ad alcuni ragazzini timidi e balbettanti di undici anni, che apparivano titubanti alla vista del ragazzo solitario, forse per via dall’alta statura o, più facilmente, per quello sguardo maturo, ornato di pesanti occhiali contornati da un severo bordo nero. Se si affacciava ad uno scomparto occupato da ragazzi più grandi invece si sentiva assalito da sguardi inquisitori, come se il suo aspetto goffo e impacciato potesse inverosimilmente nascondere un Mangiamorte o un alleato dell’Indesiderabile Numero Uno, manifesti del quale erano affissi in tutta la stazione. Il peggio era quando trovava un gruppo di coetanei intenti a raccontarsi le terribili avventure dell’estate e a far previsioni sul nuovo anno scolastico, perché questi al suo ingresso fissavano indagatori la faccia pulita, semi nascosta dagli occhiali e dallo strano cappello calcato sulla fronte, domandandosi mentalmente chi fosse, e riprendevano i loro discorsi, sicuri di non averlo mai visto nella loro casa.
Questa pressione non piaceva a Nick, che sembrò sollevarsi quando poté sedersi dentro uno scomparto vuoto, ma subito dopo sospirò:
- Sarà facile farsi degli amici in questa atmosfera! - con un tono molto sarcastico.
- Tuc! Tuc! - venne da una gabbia coperta, appoggiata sul sedile di fronte a sé.
- Oh! Scusa Lio, finalmente ti posso scoprire! Sai quanto è terrorizzato dai pennuti il professor Avius - si giustificò scoprendo un enorme gufo grigio antracite.
- Per fortuna ci sei tu! - aprì lo sportellino di metallo e lo accarezzò sotto il becco, poi sbadigliò sonoramente.
- Sono a pezzi! Ultima tappa di un lunghissimo viaggio, chissà come sei stanco di stare sotto quella coperta! Ma ora sarai libero di volare per i cieli di Hogwarts! -.
Improvvisamente irruppe un ragazzino, che si arrestò alla vista degli occupanti dello scompartimento e chiese intimidito - Po… posso sedermi? -
- Certamente - gli sorrise Nick.
Il ragazzino sembrò incoraggiato dal sorriso e disse - Sai è il mio primo anno a Hogwarts... -
- Anche per me! - e strizzò l’occhio al ragazzino che sembrò stupito della risposta.

Tutum...tutum...tutum...
Le folte ciglia di Nick si aprirono lentamente su un paesaggio selvatico e boscoso, mentre alcuni ragazzini intorno sussurravano piano.
- Ma quanti anni avrà questo tizio? -
- Voi credete stia con Voi-Sapete-Chi? -
- Taci, se ti dovesse sentire e lo fosse? -
Il ragazzo maggiore sbadigliò un po’ troppo rumorosamente, forse, e i ragazzini si zittirono subito.
- Ti abbiamo svegliato? Siamo mortificati ... - fecero timidi e imbarazzati.
Il ragazzo sorrise dolcemente, scuotendo la testa. Poi stiracchiandosi disse velocemente e con entusiasmo:
- Io sono Nicolas - ma arrossì subito e si corresse - anzi Nicky! –
I ragazzetti apparivano contenti di conoscere questo ragazzotto strano, dall’aria seria e severa, ma che invece si era dimostrato dolce e cordiale, e cominciarono con timide domande.
- Mi hai detto che è il primo anno che vai a Hogwarts, come mai ti hanno spedito la lettera così in ritardo? - chiese il primissimo ragazzetto incontrato - A proposito io sono Ben! -
- Veramente la lettera mi arrivò a undici anni come a voi, ho cominciato a studiare alla scuola di magia di Arcadia...-
- Davvero? - rispose una ragazzina accanto a lui - e dove si trova? -
- In un’invisibile isoletta nel Mediterraneo tra Creta e Cipro...-
- E perché sei venuto a Hogwarts? - incalzò la ragazzina.
- Perché Arcadia è una buona scuola, però è un po’...come dire... limitata! Feci richiesta di una borsa di studio a Hogwarts perché è la migliore! - e fece un espressione buffa incrociando gli occhi.
Sembrava davvero avere un’esperienza decennale con i bambini, infatti dopo questo semplice gesto i ragazzini si sciolsero dalle ultime titubanze e fecero domande a raffica, su com’era Arcadia, su cosa facevano, sulla sua famiglia. Nicky dapprima pazientissimo a ogni richiesta, sembrava non poterne più di questo assedio, ma con una calma da santo e con un simpatico tono di voce, disse:
- Scusatemi tanto, ma ho voglia di sgranchirmi le gambe, se non vi dispiace, faccio un giretto e torno subito -.
L’espressione dei ragazzi si dipinse di amara delusione, allora Nick con la voce che imitava un comandante in capo comandò al suo gufo:
- Lio! Fai tu compagnia a questa frangia di valorosi maghetti! Mentre io ispeziono il treno da eventuali pericoli! -
Il gufo in tutta risposta fece un verso che parve di assenso, arruffò le piume intorno al collo in modo bizzarro e ruotò la testa di centottanta gradi, apparendo buffissimo e scatenando così l’ilarità dello scomparto. Intanto Nicky uscì, richiuse la porta scorrevole dietro a sé e sospirò. Pensieroso estrasse dal mantello quello che sembrava un orologio, osservandolo.
- Non manca poi molto... - e si avviò per il treno.

Stava percorrendo gli ultimi scompartimenti quando sentì lo scalpiccio di piedi che correvano e delle vocette tonanti che gridavano.
- Nicky! Dove sei! Ti acciufferemo! -
Il ragazzo si fermò di scatto con un aria un po’ spazientita.
- Teneri fin che vuoi, ma sono un po’ appiccicosi! - e così dicendo aprì d’impulso il primo scompartimento che gli capitò e si gettò dentro. Udì avvicinarsi i piccoli e rumorosi passi e, intuendo che i bambini ispezionavano gli scompartimenti nella sua ricerca, si guardò intorno meditando una qualche via di fuga, poi alzò lo sguardo e si illuminò in un sorriso. Mentre i bambini si avvicinavano sempre più, si strinse il mantello addosso in modo che non fosse cascante, si fece forza sulle braccia saldamente strette intorno alle sbarre di metallo che sorreggevano le retine per i bagagli, contrasse ogni muscolo del suo corpo e si sollevò in orizzontale sulle braccia, facendo aderire il corpo al soffitto dello scomparto. Finalmente agganciò i piedi dove poteva, per non forzarsi troppo sulle braccia in quell’esercizio improvvisato e apparentemente molto faticoso. I bambini entrarono nello scomparto non videro altro che una ragazza con gli occhiali da sole e lunghi capelli di grano che sembrava addormentata e uscirono silenziosi.
Nicky tirò un profondo sospiro, si rilassò e scese con un fruscio dal soffitto. Si avvicinò alla porta in attesa di sentire i ragazzini abbandonare il corridoio, annuì tra sé non avvertendo più i loro scalpiccii. Si voltò verso la ragazza dormiente, che inconsapevole l’aveva ospitato, e fece un cenno di silenzioso ringraziamento a lei e al gatto rannicchiato sul suo grembo, che invece aveva assistito a tutta la scena, poi uscì piano.

Era quasi il capolinea e Nicky sembrò consapevole di dover tornare al suo scompartimento, non per cambiarsi, la divisa infatti l’aveva già addosso, ma sicuramente per recuperare i bagagli. Sembrò avviarsi mogio, probabilmente non aveva voglia di affrontare un'altra serie di domande, ma il suo sguardo parve illuminarsi subito alla vista del carrello dei dolci.
- Una confezione di quelle! - e indicò delle api frizzole, la strega che conduceva il carrello gliele consegnò sorridendo, mentre Nicky pagava. Dopo che il tintinnio si era allontanato, con il pacchetto di dolci in mano, il ragazzo esclamò sorridente - Queste terranno loro la bocca impegnata! - e aumentò l’andatura.

Nicky ottenne il risultato che voleva regalando ai bambini il pacchetto di api frizzole, perché la discussione si spostò dalla sua persona, cosa di cui sembrò grato, ai dolci. Dopo di chè i ragazzini dovettero indossare la divisa e preparasi a scendere dal treno, l’ultima discussione si improntò sulle Case di Hogwarts.
- Case? - chiese Nicky.
- Non sai cosa sono?! - fecero meravigliati i bambini, Nicky scosse la testa in segno di negazione.
- Beh! Le Case sono... non so spiegartelo!!! Comunque... sì delle divisioni interne degli studenti di Hogwarts, ce ne sono quattro: Griffondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero! - disse soddisfatto Ben.
- Ma anche tu dovrai fare lo smistamento allora?!? - dissero concitati gli altri.
- A questo punto credo proprio di sì! - Nick sembrò ansioso.
- Però credo di aver capito cosa sono, da noi si chiamano Are... -
Il treno si fermò e tutti gli studenti cominciarono a scendere.
- Il primo anno da questa parte! - gridava un vocione sopra la testa di tutti, impossibile non vederne la provenienza: un enorme omone alto quanto due adulti, con un enorme pastrano, agitava le mani grandi come badili, convocando a sé i nuovi iscritti.
- Ciao! Ciao Nicky! - si sbracciarono i giovani compagni di viaggio, seguendo l’imponente figura.
- Primo anno!! Di qua - urlò un’altra voce - Gli altri sulle carrozze!!! -
Nicky apparve incerto sul da farsi: andare con i nuovi arrivati o con i suoi coetanei? Probabilmente scelse la soluzione in cui si sarebbe dovuto esporre meno e seguì tutti gli altri verso delle carrozze, trainate da cavalli invisibili. Il ragazzo dapprima sembrò riluttante a salire su una di esse, gettando continue occhiate sul davanti della carrozza, poi cedette e salì.
- Uh! Uh! Uh! - canticchiò allegro il suo pennuto, facendo strane mosse e arruffando le penne, richiamando l’attenzione dei compagni di carrozza sul proprio padrone, che invece divenne rossissimo in volto.
- Dai Lio! Smettila di fare cabaret! - con una nota affettuosa nella voce, ma gli occhi dei suoi vicini erano su di lui, ammirati dal suo simpatico gufo.
- Scusatelo!! - disse aggiustandosi il cappellino - Ma è davvero un egocentrico... – nascondendo il volto che ormai aveva diciotto diverse sfumature vermiglie, non v’era ormai dubbio sulla sua timidezza.
Ormai giunti al portone, tutti si dimenticarono di Nick, presi come erano dal loro arrivo a scuola. Un imponente cancello con due cinghiali alati indicava l’entrata al meraviglioso castello di Hogwarts, illuminato dalla dorata luce di torce al suo interno e dall’argentea luce lunare all’esterno, circonfondendolo di un’atmosfera ancora più magica. Nicolas scese e deglutì, una fredda brezza gli accarezzò il volto e lui la sorbì a fondo quasi grato prima di entrare nell’ambiente spazioso e chiuso oltre il massiccio portone di legno.

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