Introduzione alla Fan Fiction
Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.
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Mezze verità
Immagine dal Web - Il capitano Ginny |
La partita contro i Corvonero si avvicinava e gli allenamenti di Quidditch si avvicendavano sempre di più.
Nicolas era ancora tra i pali della porta quando i suoi compagni si diressero verso gli spogliatoi per cambiarsi. Ginny guardò un po’ preoccupata nella direzione del suo portiere.
- Nicolas ora basta! Vieni a farti una doccia calda! - gli urlò.
- Ancora qualche scambio, ora Nat mi ha incantato la Pluffa come si deve e voglio provare qualche tiro ad effetto -
- Non esagerare - si allontanò scuotendo la testa rossa.
Ritchie e Jimmy si fermarono sulla porta degli spogliatoi maschili e fecero cenno al loro capitano.
- Il giorno che Nicolas non si fermerà più a lungo degli altri in campo, credo che mi ubriacherò di Burrobirra - rise Jimmy.
- Ti faccio notare che lo hai già fatto e Nick non c’entrava affatto - ribatté Ritchie.
- A voi l’abnegazione fa un baffo vero? - li punzecchiò Demelza ed entrò nello spogliatoio seguita da Ginny.
Dopo venti minuti Nicolas raggiunse lo spogliatoio.
- Fa un freddo diabolico - si strinse nel mantello sportivo della divisa e si frizionò le spalle.
- Stavi ancora un po’ la fuori - lo derise Jimmy, già pronto per uscire. Ritchie lo seguì subito con Seamus e tutti e tre uscirono con in spalla il proprio manico.
- Ci vediamo ragazzi! -
- Ciao Nicky, buona doccia -
- Se è calda lo sarà! - gli strizzò l’occhio mentre si levava il mantello infangato e lo gettava da lavare.
- Ehi, Knightly! -
- Ciao Nat! -
- Andava bene la Pluffa -
- Fin troppo! Una meraviglia, me lo devi insegnare quell’incantesimo -
- Se mi prometti di non esagerare, non riesci a smetter di giocare a Quidditch, eh? -
- Adoro volare, non smetterei mai -
- Ok! Ti saluto! Buona doccia! -
- Ciao Nat, a dopo! -
Nat gli diede un colpetto sulla spalla e uscì, stringendosi nel mantello per proteggersi dal vento gelido.
Dopo qualche minuto era arrivato in sala comune, dove trovò i suoi due battitori intenti a lustrare il loro manico di scopa, fischiettando.
- Ehi, Nat! Non hai portato il tuo manico? -
- No, perché? -
- Ginny ci ha ribaltato per via delle nostre scope, in effetti i rametti erano tutti scombinanti e ne abbiamo risentito in volo, pensavamo ce l’avesse anche con te! -
- È vero, ora che ci penso mi ha urlato qualcosa a proposito - guardò fuori, la notte era già scesa e il vento continuava a sferzare le cime della Foresta proibita.
- Con questo freddo preferirei evitare, se solo Nick avesse con sé il Galeone -
- Shh! - Jimmy lo zittì e gli tirò un’occhiataccia, guardandosi intorno per capire se qualcuno avesse sentito - Certo che tu non sei tanto affidabile! -
- Già! Scusa! Torno giù almeno risalirò con il nostro portiere - e scomparve dietro il ritratto in fondo al tunnel.
In poco tempo fu di nuovo nello spogliatoio, i vestiti di Nicolas erano ancora vicino al suo armadietto, pronti ad aspettarlo. Nat si diresse nelle docce.
- Ehi Nick ho... - rimase fermo impietrito.
Gli era apparsa la schiena nuda di Nicolas, mentre il ragazzo si tirava sulle spalle l’accappatoio rosso e giallo dei Griffondoro. Ma in quel brevissimo tratto di tempo, Nat catturò grossi squarci rossi che tagliavano diagonalmente in modo scomposto la pelle bianchissima dell’amico, facendo apparire il giovane dorso ancora più minuto e delicato.
Nicolas, stretto nel proprio accappatoio, cercò gli occhiali sul ripiano del bagno e li inforcò su capelli bagnati e appiattiti.
Aveva un aspetto terribile, pallido come se ogni goccia di sangue fosse improvvisamente defluita dal volto.
- Che significa? - chiese Nat sconvolto.
- Che significa cosa? - rispose tremante l’altro.
- Cosa sono quei segni - fece Nat avvicinandosi al ragazzo con il dito puntato verso la sua schiena.
- I segni sulla mia schiena? - soggiunse piano, mentre il sangue cominciò lentamente a scorrere sulle sue guance.
Nat annuì confuso e taciturno.
- Niente! Punizioni - rispose Nicky con semplicità.
- Punizioni? E chi? Quando? Come? - fece sempre più confuso il ragazzo maggiore - Qui? -
Nicolas scosse la testa - Ad Arcadia -
- A scuola? -
- Prima -
- I tuoi! -
- No, no! -
- Chi? -
- La persona che mi ha allevato -
- Una governante? -
- Una specie! -
- Ma... ma... perché? E i tuoi? -
- Non seguivo le regole - fece semplicemente - Ora potrei cambiarmi senza avere il tuo sguardo addosso? - chiese in modo perentorio.
- Ma come è possibile che non me ne sia... - si interruppe - Hai sempre fatto la doccia dopo di noi e anche in dormitorio o ti incontravo che entravi mentre gli altri uscivano o che uscivi, mentre gli altri entravano - spiegò a sé stesso.
- Sai non mi piace avere gli occhi addosso e di certo avrei parecchi “attenzioni” a fare la doccia con gli altri ragazzi. Ora se puoi andare dall’altra parte degli armadietti e sederti, mentre mi cambio... Ti ripeto: non desidero essere una bestia rara per nessuno - disse seccamente.
- Certo, certo - fece timidamente Nat.
- È strana questa mancanza di reazione sui miei imperativi, sembri un agnellino - la voce scherzosa di Nicolas raggiunse Nat al di qua degli armadietti, mentre il ragazzo era ancora pallido con le mani appoggiate sulle ginocchia e gli occhi bassi.
- Mi senti Nat? - fece Nicky e comparve al lato del ragazzo, vestito di tutto punto mentre ancora con la punta della bacchetta gettava sui capelli un soffio di aria calda che li scompigliava.
- Io, io non immaginavo... -
- Mi sembra abbastanza normale. Arcadia è molto diversa dall’Inghilterra, moltissimi diritti che avete qui voi, là non ci sono, l’educazione non è garantita a tutti e spesso si basa su concetti medievali -
- Cosa avevi fatto? -
- Oh! Tante cose: i due segni più bassi li ho ricevuti quando una notte ho rubato il cibo per due bambini che erano stati costretti al digiuno per una marachella, tre segni li ho presi quando ho preso di nascosto una scopa per volare, poi... -
- È terribile! -
- Beh! L’avrei riportata! - si giustificò Nicky.
- Sciocco! Quello che ti hanno fatto è terribile! Per questo motivo sei così controllato e misterioso, hai imparato a non fidarti di nessuno -
- Qui pensavo che le cose fossero diverse e all’inizio ci credevo davvero, ci sono tante persone buone e accoglienti, ma poi questo governo... -
- Ti prometto Nicolas che vedrai l’Inghilterra come era prima, un posto dove potrai stare tranquillo. Harry Potter sconfiggerà Tu-sai-chi e noi gli daremo una mano se la chiederà -
- Ti credo Nat! Ora potresti non raccontare a nessuno di questa storia? Sai la fama del fenomeno da baraccone è pesante! - gli sorrise con uno sguardo pieno di tenerezza.
Nat annuì.
Etty bussò alla porta di Nicolas.
- Prego vieni pure -
Il ragazzo fece spazio alla compagna mentre faceva i tre gradini per salire nella solitaria stanzetta.
- Ci chiedavamo come fosse... - si guardava intorno curiosa Etty.
- Non so come sono le altre quindi non so dirti le differenze -.
Nicolas rispose seguendo lo sguardo della ragazza intorno alla sua stanza.
- Identiche solo più grandi, per contenere altri tre letti comodamente - e aggiunse sorridendo - come quelle dei ragazzi immagino, anche se qualche mia compagna fa credere loro che le nostre abbiano qualche comodità in più -
- Una bugia che non regge molto appena un ragazzo verifica - sorrise Nicolas.
- Ma non può! Le scale che portano alle camere delle ragazze diventano scivoli se un ragazzo prova a violarle -
- Non lo sapevo - fece sorpreso Nicky.
- Si vede che tu sei un bravo ragazzo e non hai mai provato a salire - gli ammiccò Etty.
- Già - accennò l’altro.
- Veniamo al dunque - disse Etty e trasse un foglio di pergamena, piegato a metà.
- Ti ricordo che altre due persone leggeranno questa lettera, sei sicura che non ti scocci -
- Non ho scritto niente di cui debba vergognarmi - fece limpidamente Etty - Da qui ad Arcadia e di nuovo in Inghilterra... -
- Mi dispiace dovrai attendere un po’ per leggere la risposta -
- Per questo non ti preoccupare, non potrei neppure pensare di leggere una risposta se non fosse per la tua corrispondenza in greco. Pensavo solo che per Lio sarà un viaggio lungo e faticoso -
- Lio è in gamba e certamente sarà in grado di scovare Dannis ovunque egli si trovi - e accarezzò il gufo appollaiato sulla stampella della divisa, attento alle loro parole.
- Grazie Nicolas, ti devo un enorme favore e a te, Lio - anche lei accarezzò il pennuto che strinse i grandi occhi, come un gatto durante le fusa.
- Siamo felicissimi di poterti aiutare -
- Spero solo di renderti il favore un giorno... un’ultima curiosità la persona che leggerà la mia lettera ad Arcadia è forse la famosa Ann? -
- Ann leggerà la tua lettera - annuì pensieroso Nicky.
- Mi fido di lei! Grazie ancora - lo lasciò, sorridente.
Nicolas si sedette per terra, spiegò la lettera e cominciò a leggerla, mentre la trascriveva nei caratteri greci in un foglio di brutta.
- Sai Lio, ora l’unico mio dubbio sarà la reazione che potrebbe portare questa lettera, o meglio la mia spiegazione a questo strano scambio di posta. Non potrò certo mentire... Spero che non si preoccupi troppo e non provi qualche strano incantesimo per “aiutarmi” -.
Lio sembrò annuire dal suo trespolo.
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