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lunedì 14 aprile 2014

Chi sono i nemici?

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

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Immagine dal web


Chi sono i nemici?

- Sono contenta di stare da te qualche giorno, c’è un po’ di tensione dai cugini - fece riconoscente Wendy, mentre giocava sul pavimento con il gatto dell’amica.
- Anch’io sono felice di averti qui, a parte Walter ogni tanto, non è che abbia grandi conversazioni - rispose Sandy, spiegando un ampio abito ottocentesco.
- Pensavo di trovare anche Lisa stasera -
- Strano, non te l’ha detto? -
- Cosa? -
- Lisa parte sempre appena rientra da Hogwarts, se ne va con i suoi su un’isoletta del pacifico “Per una tintarella adatta” - imitò l’amica, Wendy rise.
- E Nat è partito anche lui - continuò con noncuranza la ragazza castana.
- No, lui è qui - rispose con altrettanta noncuranza Sandy, mentre lisciava con la mano i merletti sul corpetto.
- Non è bellissimo - fece entusiasta la bionda, sbattendo gli occhioni color prato, mentre mostrava l’abito.
- Sì, certo - rispose titubante l’altra - ma non lo dovrò indossare io, vero? -
- No, questo è mio -. Wendy tirò un sospiro.
- Questo è tuo! - e Sandy indicò un abito identico a quello che aveva in mano.
- Come mai uguali? -
- Per la coreografia, un’idea di mia madre, adora le coreografie impeccabili alle feste! -
La smorfia di Wendy palesò chiaramente il suo pensiero.

Il salone centrale di Villa Field era splendente e traboccante di gente. Tutte le signore indossavano abiti di velluto in raso color pervinca, con grandi parrucche bianche dagli ampi boccoli, mentre splendide maschere veneziane nascondevano loro il volto.
Anche gli uomini erano vestiti con giacche e pantaloni blu savoia, orlati di broccato dorato, portavano parrucche mascoline, con codini stretti da un fiocco di raso del medesimo colore della giacca e con il viso celato da maschere altrettanto sfarzose.
Le ragazze invece vestivano tutte di un bel rosso veneziano con merletti e fiocchi, le loro parrucche erano brune a boccoli e anch’esse portavano sul volto maschere elaborate, ma tutte identiche. I ragazzi, che a loro si accompagnavano, vestivano di amaranto, parrucche e maschere simili a quelle degli uomini.
- Ma è meraviglioso! - esclamò Wendy con la voce artefatta dalla maschera, scendendo dal grande scalone centrale.
- Sì, mia madre fa sempre le cose in grande -
- Ora capisco perché parlavi di coreografia -
- Non hai ancora visto il meglio -
- Ciao Raymond! - le due ragazze salutarono in coro uno tra le decine di giovanotti vestiti di amaranto.
- Ciao! Certo che se non foste due Portatrici non vi avrei mai potuto riconoscere tra tutte le altre donzelle, - Ray si guardò intorno - sono proprio curioso di sapere cosa ha in mente tua madre -
- Lo vedrai! - la voce di Sandy rimbombò raggiante - Intanto prendi un sorso di champagne - allungò veloce la mano su un vassoio fluttuante che volteggiava lì vicino, agguantando un bicchiere di cristallo colmo di liquido paglierino e spumeggiante.
- Eccoti Walter! - lo salutò Wendy.
- Ciao - si guardò intorno - sembra una serata davvero perfetta, anch’io ne assaggio un bicchiere, mi fai compagnia Raymond -
- Ne ho appena preso uno - tentò di scansare il ragazzo Serpeverde.
- Suvvia, Ray! Non fare il guastafeste - e Sandy porse un nuovo calice.
- Non ti ho mai vista così emozionata ad una festa di tua madre, Sandy. Questa deve essere speciale -
- Sono felice perché c’è Wendy - la strinse al gomito - stasera le voglio mostrare tutte le meraviglie di questo incredibile e affettato nostro mondo snob! -
- È una buona idea - sorrise Raymond - magari ti aiuterò -
- Vedremo... - le ammiccò Sandy - Questa bevanda è divina vero? Lo producono dei folletti di Champagne per le nostre aziende: è così leggero! - e dicendo questo porse l’ennesimo calice all’amico.

Gli invitati erano giunti tutti e cominciarono le danze.
- Coraggio Wendy ora tocca a noi - la incitò la ragazza tirandola lontano da Raymond - Tu e Walter dovete comporre la fila dall’altro lato.
- Ok! - fece il ragazzo piuttosto su di giri, forse contagiato dall’euforia dell’amica, posando il quarto calice vuoto.
- Sandy io non ballo! - esclamò contrariata Wendy.
- Ma tu non dovrai ballare, devi solo occupare un cerchio rosso -.
Sul bel pavimento di marmo, infatti, erano apparsi cerchi luminosi del colore dei quattro abiti che animavano la serata.
- È un incantesimo stupefacente, credimi! - fece allegra la ragazza, di cui si scorgeva solo il bel verde degli occhi.
Wendy si posizionò sul cerchio con una visibile insicurezza, mentre Sandy si allontanava da lei di un cerchio pervinca alla sua destra, occupandone uno rosso e facendole ampi e rassicuranti gesti.
Partì un gioioso minuetto.
Non era chiaro se si muovessero i cerchi portando con sé i ballerini, o i ballerini portando con sé i cerchi, comunque tutti si mossero in perfetto sincronismo, componendo fantastiche geometrie, esaltate dai quattro colori che si ripetevano in modo ritmico, come in un gigantesco caleidoscopio.
Lo spettacolo era così coinvolgente che anche Wendy non poté fare a meno di allargarsi in un sorriso. Nonostante non avesse passione per la danza, si muoveva aggraziata come tutte le altre ragazze grazie all’incantesimo e ciò l’aveva un po’ rassicurata.
- È lei - la indicò un giovane in amaranto ad un uomo leggermente più alto di lui vestito in Blu savoia.
- Come fai ad esserne così certo? Sono tutte uguali! -
- Fidati! - ammiccò il ragazzo con un tono di spavalderia, mentre sembrava calcolare qualcosa con attenzione. Poi avanzò verso i ballerini con l’aria di uno che voglia saltare al volo su una giostra e disse all’uomo - Aspettami dove d’accordo - detto questo spinse un giovanotto, piuttosto rubicondo, dal proprio cerchio, prendendone il posto.
- Ehi! - protestò questo.
- Mi spiace amico, toccava a me! - gli fece un cenno, mentre l’incantesimo cominciava a farlo muovere in sincrono con gli altri.
Finalmente il ragazzo e Wendy si trovarono di fronte in una serie di giri accoppiati. I palmi delle mani destre appoggiati erano il perno dei loro giri, ma mentre il ragazzo fissava oltre la maschera di lei, Wendy non staccava gli occhi dai suoi piedi, benché sapesse di non essere lei a muoverli con quella armonia. Il ragazzo al di fuori delle mosse indotte le strinse lievemente la mano e la ragazza alzò finalmente lo sguardo negli occhi di lui. Lo fissò piena di meraviglia, mentre lo sguardo di lui sorrise.
Cambio di mano, altri due giri. I due li fecero sempre non staccandosi gli occhi di dosso, lei con uno sguardo interrogativo, lui come divertito. Si separarono, altri giri con altri compagni di danza, ma Wendy rimase con lo sguardo fisso sul misterioso ragazzo, che continuava a fissarla.
Gli archi e il clavicembalo finirono la melodia e tutti, ballerini e spettatori, applaudirono del meraviglioso spettacolo.
Wendy si fece largo tra gli ospiti, cercando di mantenere il contatto visivo, mentre il ragazzo, dopo un ultimo fuggevole sguardo, si allontanava verso l’ampio terrazzo.
- Chiedo scusa, scusate - Wendy si apriva un varco nella folla, mentre Sandy seguiva la scena a distanza.
- Ehi, Sandy! Dov’è finita Wendy?! - fece Raymond, lievemente barcollante.
- Arriverà subito, è andata in bagno, credo che tutti quei volteggi le abbiano fatto venire un po’ il capogiro -
- La capisco, credo che seguirò il suo esempio -
- Sì, bravo! Ti vedo un po’ instabile... i bagni degli uomini sono di là - le indicò Sandy, mentre Ray seguiva barcollando la direzione indicata.

- Mi scusi, ma noi ci conosciamo? - chiese Wendy al ragazzo che aveva seguito sul terrazzo.
- Come dice? - fece il giovane a cui si era rivolta - No, credo di no, lei è dei Malfoy? - il ragazzo alzò la maschera rivelando un pallido volto sconosciuto a Wendy.
- No, non sono dei Malfoy, mi scusi l’avevo scambiata per qualcun altro - Wendy abbassò lo sguardo intristito.
- Nessun problema! Anzi è sempre un modo ingenuo e intrigante per avvicinare sconosciuti alle feste. - le sorrise ammiccante l’altro - Adoro la compagnia che trovo in queste feste è sempre molto “calda” - le si avvicinò con uno strano sguardo.
Wendy arretrò.
- Cercavi me, cara! - fece una voce artefatta da una maschera.
Wendy era incerta, forse non voleva cadere dalla padella alla brace, ma probabilmente pensò che tra un pericolo incerto e uno certo, era meglio il primo.
- Sì, infatti ti avevo scambiato per questo signore -
- Festa divertente e ottimo Brandy spumante, bisogna stare attenti a non berne troppo - sorrise la voce del ragazzo che l’aveva soccorsa, mentre il giovane pallido li superava seccato per tornare alla festa.
Wendy si avvicinò alla balaustra, forse per allontanarsi dal nuovo sconosciuto, e tentò di respirare la lieve brezza estiva.
- La ringrazio dell’intervento tempestivo -
- Veramente ti stavo aspettando - disse il ragazzo sollevando la maschera - Sei tu che non hai visto che stringevo l’angolo - spiegò Nat.
- Allora eri davvero tu! - Wendy non sapeva se credere ai suoi occhi - Come hai fatto a riconoscermi?! -
- Non abbocco più ai tuoi travestimenti, Knightly! - rispose sornione l’altro.
- Non capisco... allora non sei arrabbiato con me? Perchè Sandy non mi ha detto che venivi? Perché non hai risposto alle mie lettere? -
- Quanto mi secca avere sempre ragione - Nat lo disse più verso una statua nell’ombra che a Wendy, poi si volse alla ragazza - Non mi è arrivata nessuna tua lettera e da ciò che mi chiedi immagino che non te ne sia arrivata nessuna delle mie... -
- No! Ma chi... -
- Non lo immagini? Alto, capelli rossi e accento snob, sei sicura di non avere nessuna idea? -
- Ray?E perché lo farebbe... - ma si ammutolì subito.
- Sono grato che ti sia zittita da sola - commentò sarcastico il ragazzo.
- Ma Ray non vive con me - Wendy non notò il moto di sollievo di Nat - non avrebbe potuto intercettare sempre la tua posta -
- Non è il solo che terrebbe lontana una Portatrice da chi non lo è - fece la statua nascosta nell’ombra.
- Ehi, eravamo d’accordo che avresti aspettato! -
- Ti ricordo che non abbiamo tutto questo tempo e abbiamo moltissime cose di cui parlare - replicò quello che invece era un uomo vestito in blu, come gli altri.
- E lui chi è? Lo conosci Nat? - chiese Wendy confusa.
- Ti fidi di me? - Nat prese delicatamente i polsi della ragazza, che ebbe un sussulto.
- Ti fidi vero? - la guardò negli occhi. La ragazza annuì senza capire.
- Sono Luke Locke, tuo zio - rispose l’uomo.
Dal salone provenivano risa e nuove note allegre, qualcuno mandò in pezzi una pila di bicchieri di cristallo, che fu ricostruita in un colpo di bacchetta.
- Nat - Wendy guardò terrorizzata il compagno di Casa, allontanandosi da entrambi gli uomini - Nat, lui ha ucciso i miei genitori - balbettò arretrando mentre cercava la bacchetta tra le pieghe dell’abito.
- No, ascolta ti hanno ingannata - Nat cercò di convincerla.
- Voleva il potere di mio padre, l’ha braccato come un animale - fece con una nota acuta nella voce puntando il dito.
- Te l’avevo detto che avrei dovuto spiegarle prima le cose - il ragazzo rimproverò l’uomo.
- O avanti, Wendy! Non fare la bambina, leggimi nel pensiero e verifica tu stessa, non abbiamo tempo per queste idiozie! -
- Leggere nel pensiero? - chiese Wendy tenendo la bacchetta puntata un po’ su Nat e un po’ sullo zio.
- Ovviamente - bofonchiò Luke spazientito, usando una serie di termini poco aggraziati per definire i membri della setta, arrivando alla conclusione - Non ti hanno insegnato Legimanzia: temevano l’avresti usata su di loro! Che idiota a non pensarlo! - si rimproverò - Sì, Nat, forse avevi ragione era meglio che tu le spiegassi le cose prima -
- Bravo, Luke! Che dici ora è un po’ tardi - replicò Nat con scherno, poi si rivolse a Wendy.
- Ascoltami, basati solo sui fatti, ok? Le mie lettere non ti sono arrivate, giusto? Neppure quelle di Lisa dal Pacifico, immagino? -
Wendy cominciava a recuperare il suo raziocinio, annuendo, Nat continuò.
- Ammesso che Ray abbia escogitato tutto questo solo perché non mi vuole tra i piedi, tu hai in ogni modo sentito una sola campana, giusto? Ora ti propongo di non fare altro che di ascoltare la storia che ti racconterà tuo zio e di tirare le tue conclusioni, ti pare ragionevole? -
- Ragionevole - confermò la ragazza - ma tengo la bacchetta pronta -
- Come se non ne potessi fare a meno - sbuffò Luke, spazientito.
- Ok, sentirò la tua storia e solo perché Nat garantisce per te - fece fredda la ragazza.
- Allora, cominciamo a dire che tuo padre e io siamo nati in una famiglia decisamente invasata! I tuoi nonni, cara Wendy, erano "impazziti", convinti della superiorità della razza pura. Benché i valori della nobiltà e della purezza ci fossero stati indotti fin dalla più tenera età, fortunatamente non attecchirono molto. Tanto più che i compagni di giochi di infanzia di tuo padre erano di parere molto diverso ed ebbero su Lyonel un’influenza maggiore dei severi insegnamenti ricevuti in famiglia. Grazie al cielo tuo padre si intromise parecchio nella mia educazione, facendomi aprire gli occhi sulla realtà delle cose. Comunque per la loro “cattiva influenza” su Lyonel, “certe compagnie” furono allontanate da noi... -
- Chi erano gli amici di infanzia? - interruppe la ragazza.
- È curioso come i fili di una storia si intreccino in un’altra, ma i compagni di giochi di Lyonel erano James Potter e Sirius Black. - Luke sorrise e riprese - Ad ogni modo avendo perso i suoi migliori amici, Lyonel giocò bene la sua parte per mantenere una certa autonomia e si dimostrò allineato con gli ideali del nome che portava. Per capire meglio come stavano le cose, visto che la mia famiglia è maestra di segreti, cercò di dimostrarsi un buon “Custode dei Quattro Poteri” e vedere con i propri occhi dove la pazzia dei miei poteva arrivare -
- Questo è quello che pensi tu, magari papà cambiò idea e diventò Custode perché ne capì l’importanza -
- Oh! Mio Dio! È già diventata un’invasata - Luke alzò gli occhi al cielo. Wendy strinse le labbra contrariata.
- Procediamo con ordine. Abbiamo detto che Lyonel, lontano dalle amicizie, ritornò all’ortodossia del suo sangue, o così credettero i nostri genitori, soprattutto vedendolo entrare nella storica casata dei Serpeverde. A Hogwarts tuo padre si sentì libero dalla famiglia e dal suo destino opprimente, rivide gli amici da cui era stato allontanato e incontrò professori che gli si affezionarono, tra cui Albus Silente. Silente probabilmente conosceva la leggenda dei “Quattro Poteri” e la sua setta, credo che la considerasse poco più che una storiella, ma sapeva che in alcune famiglie era un credo molto presente, per questo fu molto vicino a mio fratello -
- Ma la leggenda è vera -
- Sì, ma Silente non ha mai avuto modo di verificarla: la segretezza è un’arma fondamentale! Inoltre credo che non gli interessasse granché! Comunque Lyonel era intelligente, abile e carismatico e convertì dal suo profondo parte della setta dei Quattro Poteri, creando una frattura al suo interno, specie nei membri più giovani, che si allearono a lui per un progetto grandioso -
- Cioè? - chiese Wendy.
- Quello di spezzare il Potere dei Quattro - fece Luke con un lampo di trionfo.
- Tu vuoi distruggerci - Wendy indietreggiò puntando la bacchetta contro Luke. Anche Nat le si affiancò come se avesse appreso solo ora una bieca verità del suo alleato.
- Calma ragazzi, anche se uccidessi i Quattro Portatori non servirebbe a nulla - fece Luke pratico e leggero, ma i ragazzi si irrigidirono ancora di più in posizione di difesa.
- Andiamo Wendy, non c’è bisogno che ti dica che questo potere è un fardello, lo sai da te! Inoltre tu che sei tanto carina e gentile ti sarai accorta che il tuo potere a volte prende il sopravvento in modo distruttivo. Ti stanno allenando, vero? Tutti i giorni, ne sono sicuro. Più il tuo potere è forte, meno è forte la tua parte umana e i tuoi buoni sentimenti. Il vento è un potere distruttivo come il fuoco, si nutre di ambizione e del gusto della vittoria. È un potere razionale e razionalmente ti porterà a pensare che se tu domini, porterai pace e armonia agli altri. Quello dell’aria è un potere pericoloso, forse il più pericoloso -
- Andiamo Luke, stai esagerando! Lei non farebbe male ad una mosca - replicò Nat.
- Nicolas Susanne no, ne sono convinto, ma tu non immagini quanto possa essere terribile la Portatrice dell’Aria -
- Come pensavate di distruggere il Potere dei Quattro? - si intromise Wendy.
- Quello era il vero problema, alla fine giungemmo alla conclusione che non c’era modo: prima o dopo sarebbero sempre rinati un Custode e quattro Portatori. Allora ci promettemmo di continuare negli anni a istruire nuovi membri della setta alternativa. Essi avrebbero individuato i nuovi Custodi e li avrebbero convinti del pericolo dei Quattro Poteri, così da convincerli a bloccarne i poteri -
- È possibile? - chiese Wendy.
- Il Custode protegge i Portatori, ne unisce il destino, ma può anche bloccarli. Per questo tuo padre venne ucciso, prima di poterlo fare -
- Come venne ucciso mio padre? - chiese Wendy.
- In realtà non lo so. Eravamo scappati nel mondo babbano per fuggire alle persecuzioni della “storica” setta dei Quattro Poteri. Non dovevamo usare i nostri poteri perché la setta è talmente inserita nel Ministero che avrebbe subito rilevato le nostre tracce, quindi ci eravamo dati un appuntamento fisso in un luogo conosciuto solo da noi, aspettando che i Portatori nascessero. Durante uno dei nostri incontri fummo attaccati, ancora ignoro come ci abbiano scoperti, Lyonel mi protesse e rimase ferito. Lo portai in un ospedale babbano, sperando non facessero troppe domande. Qui incontrammo una giovane e affascinante tirocinante in medicina, tua madre, non so come, ma capì che eravamo in pericolo e non per colpa nostra. Ci diede una mano. Da cosa nasce cosa e i due si innamorarono, ma questo mandò in bestia Dolores Umbridge, una donna brutta, stupida e antipatica, di dieci anni più vecchia di tuo padre, ma, per le stupide manie dei miei genitori, la sua promessa sposa. La Umbridge perse la testa e fece di tutto per trovare mio fratello. Quando poi nacqui tu, decisero di scappare in un altro paese, perché la Portatrice era più facile da individuare per la setta... - l’uomo si morse la lingua.
- Per colpa mia... - mormorò sconvolta la ragazza.
- No, Wendy - Luke perse ogni espressione sarcastica - per colpa di pazzi che credono che il tuo Potere sia più importante di te, credi davvero che una bambina di meno di un anno possa avere colpa di qualcosa? - le sorrise - In realtà è stata colpa mia: sapevo che Olivander, quel vecchio pazzo, aveva una passaporta per Arcadia, un’isoletta sperduta e poco conosciuta. Nessuno della setta avrebbe sospettato che Lyonel avrebbe usato il passaporta di uno di loro. A tuo padre piacque l’idea, ma qualcosa andò storto e io non li rividi più -
- Wendy, sta arrivando Ray! Sparite! - sopragiunse Sandy, a volto scoperto.
- Nat, quando...? Come potrò rivederti? - Wendy lo chiese senza pensarci.
- Troverò un mondo, tranquilla, non sei la sola capace di strategie. A presto - le fece l’occhiolino e scappò via con Luke che fece un cenno alla nipote.
- Siete qui - arrivò un Ray decisamente sbronzo - vi cercavo -.
- O povero Ray, credo che sia meglio per te andare a casa - fece affettuosa Sandy.
- Magnifica festa, comunque - mise un braccio intorno alle spalle di Wendy - e tu sei fantastica! -
- Ok, è decisamente ora per te di andare a casa - così dicendo Walter lo caricò su una spalla e lo condusse verso l’uscita.
Le due ragazze si avvicinarono al grande scalone, dove la madre di Sandy salutava gli ultimi ospiti.
- Noi saliamo mamma, siamo a pezzi - le sorrise la ragazza bionda.
- D’accordo Sandy - la baciò sulla fronte - tu e Ray siete stati proprio carini a far compagnia a tua cugina Guendaline per tutta la sera -.
- È una cara ragazza - la bionda ammiccò a Wendy - speriamo solo che non si sia presa una cotta per Ray -
- La tua idea del Carnevale veneziano è stata apprezzata da tutti, mi dovrai aiutare più spesso con le feste - fece la madre orgogliosa alla figlia.
- Credo che sia troppo faticoso per me, mamma, non capisco come tu ci riesca! Buonanotte! -
- Buonanotte care -
- Allora è stata tua l’idea delle maschere - fece stupita Wendy.
- Mia e di Nat - le strinse la mano, mentre Wendy avvampava.

Continua...

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