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giovedì 3 aprile 2014

Partenze

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

Leggi il I capitolo

Leggi il capitolo precedente

Olivander in Harry Potter e i doni della morte II - Immagine dal web


Partenze

Un capannello di studenti di Hogwarts circondava un ragazzo, pronto per partire, come si intuiva dai bagagli ai suoi piedi.
- È stato un vero piacere conoscerti - lo abbracciarono Lisa, Natalie, Sandy ed Etty.
Etty lo lasciò con un - Grazie ancora, di tutto! -
Andreas le ammiccò in gesto d’intesa.
- Mi raccomando Dannis, questa ragazza è d’oro, guai a te se te la lasci scappare! - si cinsero con il braccio sinistro mentre si strinsero a pugno la mano destra, come amici da tempo.
- D’accordo - arrossì, ricambiando il saluto, il giovane dai capelli color topo.
Andreas scambiò una stretta vigorosa con Walter e Raymond.
- Nat, mi raccomando, siamo intesi?- gli sussurrò nell’orecchio, gettando un’occhiata fugace ad Ann.
Il ragazzo gli rimandò un’occhiata e un sorriso a metà.
- Ottimo! - lo interpretò l’altro.
Toccò a Nicolas Susanne stringerlo con affetto.
- Mi mancherai tantissimo! -
- Anche tu, ma non temere, verrò ancora a trovarti! -
- Ci conto! - rispose la ragazza.
- Poi adesso non hai più scuse per non sommergermi di posta! Vero Lio, ti voglio vedere spesso - accarezzò il pennuto sulla spalla della ragazza.
- Stanne certo! - gli sorrise l’altra.
Il ragazzo le diede un bacio al centro della fronte.
- Oramai sei a casa, Ann! -
- Già! - fece Nicky guardando il resto degli amici - Grazie Andreas -.
- E di cosa? - salutò con un cenno tutti e partì su di una carrozza trainata da cavalli invisibili.
- Vai, Lio, accompagnalo alla stazione - Ann incitò il proprio gufo, che non si fece ripetere la cosa due volte.
- A proposito di essere a casa, hai scoperto qualcosa di interessante sulle tue origini? - fece gioviale Lisa, come per distrarla.
- Ho trovato mio padre sugli annuari di Hogwarts, era di Serpeverde - rispose l’altra senza staccare lo sguardo dal punto in cui era scomparsa la carrozza di Andreas, poi si voltò sorridendo senza un’ombra di malinconia - Lo vuoi vedere? -
- Certo - fece quasi sorpresa la ragazza.

In una biblioteca semi-deserta, visto la sospensione degli esami per quell’anno, Nicolas mostrava alla nutrita combriccola un annuario di un’abbondante ventina di anni prima.
- È lui - disse indicando un alto ragazzo castano.
- Non ti somiglia molto - commentò Dannis.
- Ha la stessa capigliatura - osservò Etty scompigliando gli abbondanti capelli all’amica, in un gesto d’affetto.
- Lo stesso modo di sorridere - si lasciò sfuggire Nat.
Lisa notò un brivido scuotere la ragazza seduta accanto a lei e intervenne prontamente.
- Però non ha la bella boccuccia carnosa della nostra Nicky, quella deve essere di sua madre -
- Hai scoperto nulla di lei? - chiese Sandy, guardando a sua volta la fotografia.
- No, purtroppo - Nicolas Susanne scosse la testa - Presumo solo si chiamasse Susanne, la McGranitt mi sta aiutando a rintracciarli entrambi, ma sembra che mio padre sia scomparso misteriosamente dal mondo magico tre anni prima della mia nascita. Agli atti non compare né che si sia sposato, né che abbia avuto me -
- E perché credi si chiamasse Susanne? - chiese Etty attenta.
- Per via del libro che ho fin dal mio ritrovamento, l’ho riletto... Il protagonista si chiamava Lyonel, mentre la giovane di cui si innamora si chiama Susanne. Susanne non ha poteri magici, per questo i due vengono osteggiati... -
- Questo forse spiegherebbe il perché tuo padre è scomparso dal mondo magico, forse è stato diseredato... - commentò Walter.
-... oppure si è dato ad una fuga d’amore - concluse più romanticamente Sandy.
- Sono ipotesi che ho fatto anch’io, per questo credo che mia madre si chiamasse Susanne. Altrimenti le coincidenze sarebbero davvero troppe -
- Decisamente plausibile. - si espresse Raymond - E chi sarebbe il nemico della favola? - fece curioso.
- Questo aspetto è interessante - rifletté Nicky - non parla di famiglie rivali, ma di un terribile rospo che, ambizioso del regno del principe Lyonel e invidioso del suo amore per la bella Susanne, tenta di uccidere la ragazza, ma Lyonel rinuncia al suo regno e fugge con la sua amata lontano e il rospo si divora le zampe dalla rabbia -
- Però ottiene il regno - disse poco soddisfatto del finale Dannis.
- O no... - si corresse Nicky - la favola spiega che nessuno può sedere sul trono di Lyonel, a causa di un incantesimo che lo stesso rospaccio aveva lanciato -
- Ben gli sta, allora - plause il ragazzo.
- Purtroppo il finale reale è ben diverso, forse era la speranza dei miei: una nuova vita lontana... - disse pensosa Nicolas Susanne.
Un piccolo gufo della scuola entrò, sfrecciando sopra le loro teste, e andò a posarsi davanti a Nicky.
- Per me? - fece la ragazza, levando il messaggio dalla zampetta e aprendolo.
- Devo andare nell’ufficio del Preside, forse la McGranitt ha scoperto qualcosa - rispose agli sguardi inquisitori degli amici.
- Ti accompagno! - si offrì Raymond - Solo fuori dall’ufficio - precisò.
- Ok - rispose l’altra con un’occhiata fuggevole a Nat, muto e indifferente.
- Andiamo allora - uscirono dalla stanza verso il corridoio.
La luce rossa e oro del tramonto si allungava sul pavimento in pietra dei corridoi accendendoli di una tinta calda, a cui rispondevano le fiamme delle torce lungo le pareti.
- Allora signorina Locke la scuola è quasi finita dove andrai al termine delle lezioni? -
- Mi hanno proposto di abitare con loro sia Lisa che Etty, persino la professoressa McGranitt mi ha proposto di rimanere a Hogwarts... -
- E se anch’io mi offrissi di ospitarti? - la interruppe gentile.
Nicky si bloccò sbalordita, poi riprese a camminare.
- Non credo sia conveniente, non mi sembra una buona idea -
- Conveniente? Intendi dire che un ragazzo ospiti una ragazza? Guarda che non vivo da solo, c’è tutta la mia famiglia... Credo che tu sia stata profondamente condizionata dalla mentalità di Arcadia – insinuò divertito.
- È un fatto che io non ti sia indifferente Raymond e sinceramente non vorrei nutrire queste speranze - disse Nicky con sguardo basso, ma con fermezza.
- Al di là del mio personalissimo interesse, non pensi che sia opportuno ritornare ai nostri allenamenti per possedere una maggior dimestichezza dei nostri poteri? -
- Il mio potere mi spaventa, vorrei saperlo controllare meglio, ma credo che ci serva una guida per farlo... -
- Arrivati... - concluse il ragazzo - ma riprenderemo questo discorso! -
Nicky oltrepassò il varco, sguarnito del gargoyle distrutto nella battaglia, salì per la scala bloccata e bussò al massiccio portone di legno. La porta si aprì e Nicky vide la professoressa che appoggiava la propria bacchetta sulla scrivania, alla quale era seduta.
- Accomodati, cara - le fece cenno indicando la poltrona a sinistra.
La ragazza si avvicinò e prese posto, notando che nella poltrona a destra era seduto un uomo anziano, avvizzito e stanco, con grandi occhi incolori, che sembravano mandare un luminoso alone lunare. Nicolas Susanne si strinse nelle spalle, come colta da un brivido.
- Ti presento il signor Olivander, penso che tu ne abbia sentito parlare... -
- Oh - fece Nicky, guardando più attentamente l’uomo, - è il più autorevole Costruttore di bacchette d’Inghlterra -
- Esatto - assentì la McGranitt, mentre Oivander mostrava imbarazzo e una punta d’orgoglio.
- Ho voluto farti incontrare il Signor Olivander per due questioni, la prima era la questione del tuo sostentamento, in Inghilterra non è permesso il lavoro minorile, tuttavia la tua abilità come riparatrice di bacchette non è bene che vada perduta e il Signor Olivander si è dato disponibile di completare la tua istruzione, se tu lo vorrai...
La seconda, del tutto inaspettata quanto mai provvidenziale, è che il Signor Olivander conosceva tuo padre - la McGranitt le sorrise, mantenendo il suo contegno.
Nicolas Susanne fissò Olivander con un nuovo brillio nello sguardo.
- Davvero? Mi potrebbe raccontare tutto? La prego... -
- Certo, bambina sono qui per questo - il vecchio guardò la Preside come suggerirle una qualche idea.
- Vi ho fatto preparare un salottino in cui potrete parlare liberamente e con tranquillità - si aprì una botola tra le due poltrone in cui scendeva una scala illuminata da torce, al termine della quale si intravedeva un altro ambiente più ampio, immerso in una luce dorata.
I due scesero sicuri per la scala e presero posto su due poltrone disposte l’una di fronte all’altra. La scala che li aveva condotti lì scomparve, mentre un’altra porta li avrebbe fatti uscire.
Olivander si mise comodo, si schiarì la voce, bevve un sorso dalla tazza di tè che gli stava davanti, disposta su di un tavolino, e cominciò a parlare lentamente ma con chiarezza.
- Tuo padre era figlio della nobile casata dei Locke, una famiglia antichissima e potente di purosangue, qualcuno racconta che risalisse addirittura dalla stirpe di Merlino. Egli era il pupillo dei suoi genitori, colui che poteva apprendere un’arte magica che solo nella sua famiglia poteva essere trasmessa. Infatti diventò “Custode dei Quattro Poteri”.-
- Mio padre era il Custode - non si trattenne la ragazza.
- Sai di cosa sto parlando? - chiese Olivander scrutandola con i suoi occhi sbiaditi.
- Sì, me ne ha parlato Raymond Emberce. Mi ha raccontato l’origine dei “Quattro Poteri” e della sua setta, come funzionano e a cosa servono -
- Ottimo, forse Raymond, il Portatore del fuoco, ti ha anche spiegato, che prima compare un Custode e poi i Portatori dei Poteri -.
La ragazza annuì.
- È una cosa terribilmente insolita che nella famiglia dei Custodi sia nata una Portatrice, ma credo che forse tutto questo sia dovuto a tua madre -
- In che senso? -
- Procediamo con ordine. Abbiamo detto che Lyonel apprese l’antico sacerdozio e assunse il ruolo di Custode, ma purtroppo suo fratello minore, invidioso del suo prestigio e di un potere che non poteva avere, lo contrastò in ogni modo. Lyonel, un ragazzo generoso, non volle entrare in diretto contrasto con il fratello minore e scappò di casa, lasciando titoli e onori, ma spezzando il cuore ai suoi genitori -.
Olivander bevve un altro sorso di tè e guardò la ragazza che era completamente rapita dal racconto.
- Si rintanò nel mondo babbano, sicuro che il fratello e un piccolo gruppo deviante della setta, che si unì a quest’ultimo, non lo avrebbero trovato. L’intento del Custode era quello di non usare la magia, sapeva infatti che ogni intervento magico era registrato al Ministero, e sapeva anche che suo fratello Luke ne poteva controllare i registri. Lyonel sapeva che la sua posizione richiedeva un matrimonio con una rappresentante della casata Umbridge, ma si innamorò di una giovane babbana, il suo nome era Susanne. Si sposò con lei solo un anno dopo, ma suo fratello, grazie ai suoi agganci al Ministero sia magico che babbano, li scovò e impedì la loro fuga in un altro paese. Riuscirono a mandare via solo te attraverso una vecchia Passaporta che collegava l’Inghilterra ad Arcadia. Tua madre morì nella retata, mentre tuo padre subì un destino peggiore: fu baciato dai Dissennatori al servizio di Luke -
Nicolas Susanne si portò le mani alla bocca con un gridolino strozzato di orrore.
- Mi dispiace cara - disse desolato Olivander abbassando gli occhi pallidi.
- Lei ne è proprio sicuro? Come fa ad esserne... -
- Vedi, bambina, fui io a suggerire a tuo padre di fuggire attraverso la Passaporta, con cui andavo a trovare il mio amico Arboreos. Mi ricordo quando venne da me con sua moglie, sua figlia, Wendy, e un gufo. Mi supplicò di aiutarlo a scappare, prima che suo fratello e la parte di setta deviata vi trovassero. Quando mi svegliai, tramortito dall’attacco improvviso di Luke, trovai il corpo di tua madre esamine, la mia Passaporta incenerita, tu scomparsa, ti credetti morta e distrutti i tuoi resti nel rogo intorno, mentre i Dissenatori volteggiavano intorno a tuo padre. Fu uno spettacolo terribile! -.
Gli occhi di Olivander contemplavano la fiamma di una torcia, spenti e opachi, quasi incapaci di versare lacrime, che invece avevano inondato quelli di Nicolas Susanne Wendy.
- I tuoi genitori hanno fatto di tutto per salvarti e ci sono riusciti, rendi grande il loro sacrificio con una vita piena, d’accordo mia cara Wendy? -
La ragazza riuscì solamente ad annuire tra le lacrime.
- Ho detto alla Preside McGranitt di mettersi in contatto con dei tuoi cugini: i tuoi parenti più prossimi in vita. Beh! In realtà ci sarebbe Luke, tuo zio, ma è da anni che è ricercato per il suo crimine ed è sparito da tempo, forse è morto -
Wendy si era calmata.
- Quindi ho dei parenti? -
- Certamente e credo saranno felici di accoglierti -
- Perché ha detto che è per via di mia madre se sono Portatrice? -
- Oh, è solo un’ipotesi a cui sto pensando da quando ho saputo di te. La famiglia Locke era purosangue da generazioni, questo scontro di sangue con una babbana deve aver creato uno squilibrio della magia tale che ha fatto sì che nella medesima famiglia comparissero un Custode, un garante dei Poteri, e un Portatore, un esecutore dei Poteri. Una condizione rischiosa e allo stesso tempo fortunata, forse -
- Come sa tante cose? -
- Mia cara io sono uno dei membri dell’antica setta, ovviamente quella che vuole promuovere la pace e la prosperità che solo l’unione dei Poteri possono garantire -
- Capisco... avrei tante cose da domandare, ma ora mi scoppia la testa - fece stravolta la ragazza.
- Avremo tempo e modo non ti preoccupare, tempo e modo -.

Wendy uscì dall'ufficio della nuova Preside apparentemente nauseata e lievemente barcollante, come in preda ad una forte crisi di vertigini. Appoggiò la fronte contro la pietra fredda del corridoio e cominciò a inspirare profondamente.
- Ehi? Tutto bene? - fece un tono preoccupato alle sue spalle, che le fece venire la pelle d'oca.
- Credo di no... - si sforzò di sorridere la ragazza -... risposte, troppe risposte -.
Nat sorrise – Non era quello che stavi cercando? -
- Mmm – mugolò Wendy – forse non me ne aspettavo così tante, tutte assieme, con un implemento di orrori vari -.
Wendy teneva ancora la fronte sulla pietra e continuava a boccheggiare.
- Orrori vari? Prima di raccontarmi tutto è meglio che ti faccia sedere e bere qualcosa di fresco... Ok? Ora appoggiati a me – le offrì il braccio e la spalla Nat.
- Sì, grazie. Sento proprio il bisogno di una boccata d'aria – disse debolmente la ragazza, cercando di staccarsi dal muro che la sorreggeva.
Wendy Locke, alias Nicola Susanne Knightly, si lasciò sostenere per la vita dal compagno di Casa e condurre fuori. Nessuno dei due poteva scorgere il rossore sul volto dell'altro compagno, mentre percorrevano i corridoi praticamente abbracciati.
Trovarono posto nei pressi del Lago nero sotto gli ombrosi salici.
- Stai meglio? - fece ancora preoccupato Nat.
- Un po', grazie – gli sorrise la ragazza, appoggiata al tronco maggiore, mentre inspirava l'aria fresca ad occhi ancora chiusi.
- Cattive notizie? - chiese preoccupato il ragazzo Griffondoro.
- Pessime, ma credo di non essere in grado in questo momento di ripeterle – la ragazza ebbe un tremito al mento e deglutì per inghiottire un singhiozzo.
- È stata una bella festa, vero? - Nat cambiò goffamente argomento.
- Non saprei: non amo le feste, non mi piace ballare e mi sentivo assolutamente a disagio in un simile abbigliamento – Nicky era visibilmente arrossita e aveva un tono imbarazzato, benché sincero.
Nat rise divertito. 
- La faccia di Andreas quando ti ha vista, pensavo gli cadessero gli occhi! - una risata gli riempì ancora la gola.
- Non prendermi in giro, sarò apparsa ridicola – disse la ragazza contrariata.
- Mi sono sentito un idiota – fece Nat con lo sguardo basso, improvvisamente serio, anzi cupo.
- Cosa? Ma tu stavi benissimo in abito da cerimonia – esclamò la ragazza d'impulso e subito arrossì.
Quelle parole distesero le rughe sulla fronte crucciata di Nat, ma non una certa amarezza nel tono di voce.
- Non riesco a spiegarmi come abbia fatto a non capire nulla... interi pomeriggi a studiare pozioni, ad allenarci a Quidditch, ho visto anche la tua schiena... - arrossirono visibilmente entrambi – e mi chiedevo perché mi sembravi addirittura contento... contenta... di quei segni -
- Ero sollevata perché ti avevano distratto, un istante prima pensavo di morire – ricordò la ragazza.
- Come ho potuto non accorgermi... - fece ancora sconsolato il Griffondoro.
- Nessuno, se non per casi lampanti, ha mai capito la mia identità, né ad Arcadia, né qui... credo che ormai sia una mia abilità spiccata fugare i sospetti, inoltre l'aggiunta di qualche accorgimento di trasfigurazione ha sempre completato l'opera. Anche la mia passione per il Quidditch, sebbene genuina, ha aiutato a darmi il perfetto profilo di un maschio adolescente. - Nicky guardò il compagno ancora accigliato e provò a giustificarsi ancora – Mi dispiace di non avervi detto la verità, ma mantenere il segreto era necessario non solo per me, ma anche per la McGranitt e il segretario che avevano contraffatto i miei documenti... il fatto che nessuno di voi sapesse la verità ha aiutato anche a me a non farmi tradire -
- Perché Embrace lo sapeva, allora? Perché a lui l'hai detto?! - fece Nat secco, guardandola fisso negli occhi.
- Ray ti ha detto questo? - chiese stupita di rimando.
- No, me l'ha fatto intendere, non è un tipo diretto! - rispose infastidito.
- Ray l'aveva capito... - cominciò imbarazzata la Griffondoro.
- Mi pare che nessuno avesse mai avuto sospetti – la interruppe brusco Nat.
- … non perché fosse intuibile! - chiarì piccata – sospettava della mia identità inglese, diciamo che siamo parenti alla lontana. Lui stesso era stato sviato dal mio travestimento, ha trovato la soluzione scartando tutte le ipotesi possibili. Inoltre io non sapevo che avesse scoperto la verità -
- Non te l'aveva detto? - fece stupito Nat.
- No – rispose sicura – pensava l'avrei evitato visto che sapeva – aggiunse guardando il Lago.
- L'avresti fatto? - chiese curioso il ragazzo.
- Probabilmente sì – confermò Ann.
- Avrei voluto saperlo ugualmente – fece amaro il compagno.
- Non l'ho mai detto a nessuno – replicò la ragazza incredula per tanta insistenza e anche un po' amareggiata.
- A me l'avresti dovuto dire – alzò la voce l'altro.
- Soprattutto a te non l'avrei mai detto!- anche la ragazza si arrabbiò.
- Io dovevo saperlo saperlo prima di tutti gli altri, avrei dovuto saperlo dal primo giorno, dal primo momento, bastava che lo sapessi e ti avrei lasciato stare... io... - Nat apparve sconvolto, Susanne si calmò subito vedendolo così turbato.
- Nat... ma cosa ti prende? - gli si avvicinò cercando con gli occhi colmi di preoccupazione lo sguardo del ragazzo puntato a terra.
Il Griffondoro alzò gli occhi, erano lucidi e profondamente addolorati. Le poggiò il palmo desto sulla guancia – Io, io ti ho picchiato – mormorò contrito – ti ho maltrattato, non posso pensare di aver fatto una cosa simile, per due volte.
Nicky gli sorrise dolcemente, prese la mano tra le sue e gli mostrò lo zigomo.
- Vedi? Non c'è nessun segno, è tutto passato Nat. Non sono mai stati pugni violenti, non sei duro quanto pensi – scherzò – oppure non hai desiderato farmi veramente del male, non ho alcun dubbio al riguardo. E come non c'è nessun livido sul mio viso, non c'è ombra di rancore in me, anzi credo che il secondo pugno me lo sarei data anch'io! - rise e aggiunse – Ma se io non ti porto rancore, perché dovresti portarlo tu a te stesso?! -
Nat era completamente perso nel discorso della ragazza, ipnotizzato dallo sguardo profondo e sincero che non aveva mai potuto cogliere prima nel suo amico Knightly.
- Scusami – riuscì a dire infine Nat.
- Sì, ti perdono dall'alto della mia immensa misericordia – scherzò la ragazza per alleggerire la tensione.
- Dimmi era per questo motivo che non volevi ritornare amici come prima – si alzò e aiutò l'amico a rialzarsi, sembrava sollevata.
- Tu vorresti davvero ritornare a essere amici come prima? - rispose enigmatico Nat.
- Certo, assolutamente – fece stupita e un po' disorientata Susanne.
- Ci penserò, ma vorrei che anche tu pensassi attentamente se è ciò che vuoi veramente -.
Susanne era sempre più confusa e fece per chiedere – Che intendi d... - ma Nat l'abbracciò improvvisamente dicendole sopra la testa – Arrivederci Knightly! - poi senza guardarla si allontanò velocemente, girandosi solo dopo un centinaio di metri, salutandola con la mano.
Susanne, rossa in volto e assolutamente sconvolta, rispose al saluto del ragazzo sorridente, l'unico suono che si poteva avvertire era il battito martellante del suo cuore. Era così forte che avrebbe potuto increspare le piatte acque del lago.

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