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domenica 28 giugno 2015

27 aprile 2015 - Cosa Nostra? Cos'è nostro?

Durante l'anno abbiamo avuto molte provocazioni sul tema della Mafia:
  • la scelta dell'iniziativa di solidarietà di AC triennale è a favore di Libera, associazione contro la Mafia, per cui abbiamo fatto la bancarella dei peluches;
  • al pizza e cinema, incontro zonale di febbraio, abbiamo visto il film “La Mafia uccide solo d'Estate”;
  • c'è stato l'incontro a Villa Pace con Rita Borsellino, sorella di Paolo e vicepresidente dell'Associazione LIBERA.


Il primo incontro del primo modulo sul tema MAFIA voleva essere una contestualizzazione di alcuni eventi e di alcune dinamiche della Mafia, grazie al prezioso contributo di un componente del gruppo, si voleva dare alcune notizie e nozioni su cos'è la Mafia, cosa ha fatto e come lo Stato e la società civile si sono confrontati con questo problema.
Per rendere la cosa più dinamica, visto che l'incontro di fatto era nozionistico, l'educatrice ha creato una specie di quizzone, attraverso il quale i giovani, divisi in squadre, dovevano associare evento a data.

Regole del gioco:
Ogni squadra sceglieva l'evento sul tabellone, l'educatrice dava quattro possibili date presenti su un altro tabellone, loro potevano decidere se passare la domanda o provare a rispondere. Se davano la risposta, continuavano fino allo sbaglio. Nel frattempo ogni data giusta veniva staccata da un tabellone e associata all'evento quindi le possibili risposte rimanevano sempre meno.

Ogni squadra aveva 3 Jolly:
  • il 50-50, forniva loro solo 2 date invece di quattro
  • l'aiuto dell'esperto
  • carta cambio-domanda: che permetteva loro di cambiare domanda senza perdere il turno


Dinamica educativa:
Questa modalità permetteva di conoscere alcuni eventi importanti e distribuirli nel tempo, permetteva all'educatrice e a Laura di fare anche delle osservazioni e dare spunti di riflessione su molti eventi. Anche il fatto di sbagliare spesso le risposte, perché l'argomento era poco conosciuto, ha permesso di mettere a fuoco meglio alcuni eventi e, spero, interiorizzarli.

Lista degli eventi e delle date proposte:
1875-76 – Commissione d'inchiesta Franchetti-Sonnino: interesse episodico dello Stato sulla MAFIA soprattutto a livello personale di Franchetti e Sonnino

1893 – Omicidio di Emanuele Notabartolo ex sindaco di Palermo ed ex direttore del Banco di Sicilia → 1° reato di Mafia nelle indagini della Commissione Parlamentare Anti-mafia.

1956 – Procura generale di Palermo: “delinquenza mafiosa scomparsa” → scontri bande rivali

1962 – Legge 1720 viene istituita la Commisisone Parlamentare d'inchiesta sul Fenomeno della Mafia in Sicilia
1962 – 1a Guerra di MAFIA: Badalamenti vs Rina per commercio di droga

1963 – 1a strage di MAFIA: Strage di Ciaciulli per colpire Salvatore Greco, boss mafioso. Viene fatto saltare un ordigno che uccide 7 tra carabinieri, poliziotti e forze dell'ordine.
1963 – 1° MAXI PROCESSO per la strage di Ciaciulli: 144 imputati di cui SOLO 10 condannati.

1967 – Prefetto Generale Di Palermo dichiara: “la criminalità mafiosa è in una fase di lento declino”
1968 – Si ritiene che l'allontanamento del mafioso dalla Sicilia risolva il problema: sottovalutazione del problema mafioso

1969 – Strage di Viale Lazio contro i boss mafioso Cavatoio → Ascesa dei Corleonesi (evento con cui inizia il film “La mafia uccide solo d'Estate”)

1970 – tentativo di colpo di stato: Golpe Borghese

1971 – Omicidio di Pietro Scaglione, procuratore della repubblica di Palermo

1973 – Leonardo Vitale è il primo “collaboratore di giustizia”, non viene creduto e finisce in manicomio

1974-77 – Mafia diventa molto attiva in campo economico (anni del Terrorismo e Brigate Rosse)

1977 – sentenza di Cassazione dichiara: “La vecchia Mafia non era associazione criminale, la nuova sì”

1978 – Viene ucciso Peppino Impastato

1979 – Chiedono a Falcone: “Tu credi davvero che la Mafia esista?

1980 – Omicidio di Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Sicilia
1980 – CosaNostra controlla gran parte del traffico mondiale di droga destinato agli USA

1981-83 – Guerra tra bande: sono uccisi tutti coloro che erano contrapposti ai Corleonesi: CosaNostra unita e ben assestata sul territorio

1982 – Omicidio di Pio La Torre, la cui legge, Legge La Torre, introduce il nuovo reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e che permette la possibilità di svolgere accertamenti patrimoniali e la confisca dei beni

1982 – Omicidio del Generale Dalla Chiesa, prefetto di Sicilia

1983 – È ucciso Rocco Chinnici, capo dell'Ufficio Istruzione del tribunale di Palermo

1986-87 – Maxi Processo alla Mafia: 474 imputati, di cui assolti 114, 8.00 pagine di ordinanza redatte da Falcone e Borsellino nel Carcere di Asinara. Questo processo dimostra l'esistenza di CosaNostra come associazione criminale unica e verticistica e ne condanna i membri. Questo mette in crisi uno dei capisaldi di Cosanostra: l'impunibilità dei membri

1989 – 1° tentativo di attentato a Falcone

1990 – Omicidio di Rosario Livatino, magistrato, membro di Azione Cattolica e beato

1991 – Nasce la DIA (Direzione Investigativa Anti-mafia), poi divenuta DNA (Direzione Nazionale Anti-mafia)

1992 – Stragi di Capaci e di via D'Amelio, nelle quali perdono la vita Giovanni Falcone, sua moglie e la scorta  e Paolo Borsellino e la sua scorta

1993 – Commissione parlamentare antimafia procede con un'inchiesta sui rapporti Stato-Mafia

1993 – Giovanni Paolo II si scaglia contro la Mafia in visita in Sicilia

1993 – Omicidio di Padre Pino Puglisi

1995 – Nasce l'associazione LIBERA dalle Mafie

1996 – Legge Anti-Usura → Legge 109/96 destina a fini sociali i beni confiscati alla Mafia grazie alla raccolta di 1 milione di firme

Bibliografia:
- Cose di Cosa Nostra di Giovanni Falcone e Marcelle Padovani, BUR editore (consigliatissimo)
- Sito della Camera che però attualmente ha rimosso la cronologia utilizzata per lo schema sopra (???) → http://www.camera.it/leg17/436?shadow_organo_parlamentare=2328&natura=B
- Appunti di Laura Calabria (consigliatissimi ;) )

Preghiera conclusiva:
Dal Vangelo di Matteo (Mt 5, 33-37)
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.

Riflessione di Rita Borsellino (link fonte):
Cosa vuol dire perdono? Ho dovuto misurarmi con questa domanda terribile subito dopo la morte di Paolo. Mentre mi aggiravo tra le macerie della mia casa e dei miei affetti, un giornalista impietoso mi chiese: "Lei perdona gli assassini di suo fratello?". Mi turbò profondamente quella domanda, mi obbligò a riflettere. Era difficile per me in quel momento anche soltanto prendere coscienza di ciò che stavo vivendo. Mi interrogai sui miei sentimenti e ringraziai Dio di non provare odio nei confronti di chi tanto male mi aveva fatto. Pensavo che il fatto di non conoscere il volto di quelle persone fosse la causa di ciò.
E quando l'anno successivo fu catturato Totò Riina, il capo dei capi, e potei vederne le immagini trasmesse dai telegiornali, ancora una volta mi interrogai senza sapermi dare risposta. Fu mia madre, che a 85 anni aveva visto morire il figlio amatissimo e aveva vissuto l'esperienza terribile dell'esplosione, che sussurrò alle mie spalle: "Che pena mi fa quell'uomo", illuminando i primi passi di quello che sarebbe stato il cammino difficile e bellissimo del perdono. Bisogna mettere insieme la testa e il cuore, bisogna essere capaci di vedere in chi ti ha fatto del male l'uomo, l'uomo con le sue colpe, i suoi errori, ma uomo da conoscere, da capire e alla fine da amare.
Lo faceva Paolo quando si trovava a interrogare uomini che si erano macchiati di delitti anche gravi, talvolta suoi ex compagni di gioco nel quartiere povero e degradato dove eravamo cresciuti. Noi in una condizione di privilegio perché figli del farmacista, loro figli di pescatori o di povera gente. "Quando", si chiedeva Paolo, "avevano preso una strada sbagliata e nessuno se ne era accorto?". Mia madre aveva capito e provava pena per un uomo che si era abbrutito tanto di rischiare di spegnere la scintilla divina che come ogni uomo aveva dentro. Perdonare allora non significa far finta che non sia successo nulla. Nessuno può chiedere questo. Significa volere fortemente giustizia, non vendetta. Far sì che chi ha sbagliato prenda coscienza del male fatto e sentirsi disposti ad accompagnare in questo difficile percorso chi ti ha fatto del male. Operare in modo che non si ricreino le condizioni per cui altri possano scegliere di intraprendere strade sbagliate. Accompagnar chi per condizioni sociali, economiche, familiari, può più facilmente incorrere nella tentazione di scegliere scorciatoie pericolose. Condividere, insomma, un cammino comune con la consapevolezza che ognuno ha qualcosa da dare e da ricevere.
Diceva Papa Giovanni Paolo II "Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono" ma è pur vero che non può esserci perdono senza giustizia.
E da lì che bisogna partire, dalla giustizia, dal bisogno di giustizia della vittima che deve trovare pace dentro di sé per potere costruire pace attorno a sé. Pace da vivere, da donare, da condividere. Pace e perdono, i soli capaci di interrompere quei circuiti di odio e di vendetta che provocano solo altro odio in una spirale di violenza e di abbrutimento senza fine.

Canto: A te vorrei
Se il sole non illuminasse più questo pallido pianeta,
se il silenzio della morte ammutolisse il mio canto,
se il cuore della terra non riscaldasse più,
non dispererei,perché troppo grande è in me
la Tua presenza perché so, Dio, che Tu sei amore.

A te che ascolti vorrei dire: Dio è amore, amore.
A te che piangi vorrei dire: Dio è amore, amore.
A te che lotti vorrei dire: Dio è amore, amore.

Non ci sarà amore più grande di chi dà la vita per gli amici suoi.
E noi abbiamo creduto e conosciuto l’amore che Dio ha per tutti noi.

Ad ogni uomo vorrei dire: Dio è amore, amore. (3v)

lunedì 22 giugno 2015

13 aprile 2015 - LiturgicaMENTE: un po' di testa nella messa

I giovani hanno trovato la stanza in cui avremmo tenuto l'incontro incasinatissima e disordinata, l'idea del testimone era che puzzasse anche un po', ma nonostante il tentativo la stanza era abbastanza inodore.
L'obiettivo era mettere in ordine prima che arrivasse l'ospite-testimone per accoglierlo in maniera dignitosa. In un attimo la stanza è stata riordinata. A questo punto Mauro, un giovane di 27 anni che fa il cerimoniere presso la propria parrocchia, ha spiegato alcune scelte della Liturgia, rispondendo alle domande che avevano fatto i giovani l'incontro precedente.
Intanto ha sottolineato il fatto che l'ambiente andasse riordinato, perché è normale che quando si incontra qualcuno di speciale lo si vuole accogliere in modo dignitoso. Ha spiegato poi che avrebbe voluto che l'ambiente puzzasse perché avrebbe odorato la stanza grazie all'incenso e ha cominciato spiegando proprio la funzione dell'inceso, sia storica che simbolica.
L'inceso è sempre stato usato nelle funzioni religiose, perché simboleggia la preghiera che sale a Dio, ma anche perché durante i riti e i sacrifici gli odori erano acri e venivano coperti con il profumo dell'inceso. Ha fatto anche l'esempio del “Buta fuego”, il grande incensiere appeso nel Santuario di San Tiago de Compostela, che serviva a cospargere le centinaia di fedeli, arrivate dopo il lungo pellegrinaggio e ovviamente non privi di olezzi vari... ;)
Adesso il turibolo e l'incenso hanno solo un significato simbolico e Mauro ci ha spiegato che sono codificati anche molti movimenti con cui il turibolo viene gestito (apertura, chiusura, giro) e, con molta maestria, ce li ha mostrati.
Ha spiegato poi che il rito liturgico ha subito notevoli cambiamenti con il Concilio Vaticano II, il rito dunque è in evoluzione cercando nei suoi segni e nei suoi simboli di poter comunicare a tutte le età e a tutte le persone differenti. Infatti ha spiegato i vari “accessori” della Messa con le loro funzioni, che spesso derivavano dai retaggi della vita contadina. Purificatoio, palla, pisside, patena, calice, manutergi, corporale sono tutti accessori che si trovano sull'altare al momento della transustanziazione (quando pane e vino diventano corpo e sangue), alcuni dei quali sono oggetti pratici che servivano a una reale esigenza. Il manutergi asciuga le mani al sacerdote prima che inizi il rito eucaristico, ma se una volta era perché poteva avere le mani sporche, ora ha più una valenza devozionale. La “palla”, ad esempio, è un centrino rigido che si posava sopra il calice per evitare che nel sangue di Cristo entrassero insetti, ora è rimasto, ma ovviamente ha perduto il suo utilizzo. Il corporale invece raccoglie le briciole e le gocce che accidentalmente possono cadere sull'altare, nel suo caso è corretto che il sangue e il corpo di Cristo vada preservato e non cada per terra.
Mentre Mauro spiegava ai giovani, rispondeva all'interno del suo discorso le domande poste l'incontro precedente:

 1. Perché ci sono delle “formule segrete” che il prete dice e non si sentono? Che cosa dice e perché non le dice ad alta voce? 

Mauro ha spiegato che anche il sacerdote vive la relazione tra lui e Dio, come possiamo fare noi all'interno della liturgia. Se il sacerdote ritiene poi che abbia senso per la comunità far sentire quelle formule le pronuncia a voce alta, inoltre queste formule “segrete” richiamano anche esse un retaggio pre conciliare, nel quale la stragrande maggioranza delle parole pronunciate, ad alta o a bassa voce, non avevano significato per l'assemblea, quindi era anche inutile farle sentire. Commento di Mauro a lato, spesso sono anche belle preghiere che potremmo dire anche noi! ;)

 2. Che cosa vogliono dire i colori della Liturgia, perché quei colori e non altri? In che periodi sono?

Anche i colori dei momenti liturgici sono collegati alla vita contadina: il verde è il colore normale dell'erba e della campagna quindi il tempo ordinario è verde; il viola è una sorta di edulcorazione del nero, il colore del lutto e del dolore per eccellenza, quindi il tempo dell'attesa e della conversione della Quaresima; il rosa è il viola “sbiadito”, quindi indica quella “pausa” in avvento e in quaresima che anticipa la festa del Natale e della Pasqua; il rosso è il sangue quindi si celebra il sacrificio di Cristo o dei martiri; il bianco indica la luce, quindi Dio che illumina con la sua presenza nelle feste solenni.

 3. Perché e quando ci si mette in ginocchio, in piedi, seduti? In concomitanza di cosa?

Mauro spiega che stare in piedi indica stare “alla presenza di Dio”. L'ascolto del Vangelo, che è il racconto della vita diretta di Gesù, le tre preghiere anticipate dal “Preghiamo...” all'inizio della Messa, dal “Pregate...” all'inizio del Rito Eucaristico e dal “Preghiamo...” dopo la Comunione, le preghiere dei fedeli, il Credo sono tutti momenti in cui l'Assemblea in piedi si pone alla Presenza di Dio, per relazionarsi a tu per tu con questo Dio che si è fatto vicino. Lo stare seduto è la posizione dell'ascolto e dell'essere discepolo e infatti avviene durante le letture, la predica, la presentazione dei doni.
Il porsi in ginocchio è retaggio medievale e vuole indicare la sudditanza con l'imperatore, che teneva tra le sue mani, le mani congiunte del suo suddito. Durante la consacrazione e dopo la comunione il mettersi in ginocchio significa riconoscere la grandezza e l'autorità di Dio su di noi. 

 4. Quando bisogna alzarsi nel momento in cui ci si alza “a canone” e cioè dopo la preghiera “sulle offerte” o prima?

Mauro riprende la risposta precedente e chiarisce che ci si alza alle parole del sacerdote “Pregate...” che sono pronunciate subito dopo il canto dell'offertorio, anzi ci invita a farlo nonostante tutta l'assemblea tenda ad alzarsi a “...in alto i nostri cuori...” 
I ragazzi dicono di alzarsi sempre adesso in quel punto della Messa, poiché ne hanno riconosciuto il valore.

 5. In quale momento è opportuno fare il segno di croce sulla fronte, sulla bocca e sul cuore prima del Vangelo?

Mauro spiega che questo è indifferente, l'importante è farlo perché è un bel gesto che indica che la Parole di Dio deve entrare nella mente, sulle labbra e nel cuore; ma che si faccia prima, dopo o durante la lettura del “Dal Vangelo di...” o prima, dopo o durante la frase “Gloria a Te, o Signore” è indifferente.

 6. Quando, come e per quali esigenze cambia il rito della Messa?

Questo è a discrezione del sacerdote, che può scegliere a piacere personale, oppure, sarebbe meglio, perché trova che la comunità necessiti di una soluzione piuttosto che di un'altra, perché sta vivendo un momento particolare.

 7. Perché alcune Messe, soprattutto solenni sembrano fatte per le persone dai 60 anni in su?

Questo è dovuto appunto al rettaggio, all'eredità che la Messa porta con sé, poiché la Santa Messa è frutto della relazione di Dio con gli uomini si modifica nell'arco degli anni, si cambia, assume nuovi segni e ne perde altri. Se una Messa ci sembra particolarmente “vecchia” è dato dal fatto che parte dell'assemblea che la segue sente ancora quei gesti e quei segni. Dal Concilio Vaticano II a oggi si sono fatti molti passi, a volte anche troppi e si è tornati indietro perché ci si rendeva conto che si eccedeva esasperando un po' il tutto. Ogni età dell'uomo trova in qualche segno un modo per esprimersi a Dio all'interno della Messa e anche ogni sensibilità, alcuni segni ci aiutano di più a entrare in relazione con Dio, altri aiuteranno di più qualcun altro. Magari il segno della pace in alcuni momenti è giusto che si enfatizzi di più, perché c'è particolare bisogno di quel gesto, piuttosto che dello spezzare il pane? Bene, ogni percorso troverà i suoi segni, così come ogni cultura e ogni età.

 8. Perché le due frasi dell'Agnello di Dio si ripetono? Quale significato assume questa ripetizione?

Anche questa formula deriva dal fatto che la pagnotta, tempo addietro, era enorme e andava spezzettata in tante parti prima di distribuirla, quindi le parole “Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi” si ripetevano ad libitum, finché la pagnotta era tutta spezzettata. Oggi è rimasta questa semplice ripetizione che rievoca quella infinita dei tempi passati.

 9. Qual è il centro della Messa, il momento topico?

Poiché nella Liturgia si spezza la Parola di Dio, che è Gesù Cristo, il momento centrale sono le letture e la comunione. E la parte della lettura dei testi sacri non è meno valevole della comunione perché ha l'identica valenza, Mauro accenna anche al fatto che i divorziati non possono accedere alla comunione, in realtà possono accedere alla Parola spezzata delle letture, che hanno l'identico significato.
Mauro parla anche dell'offertorio, spiegando che non avrebbe poi tanto senso portare tutta quella moltitudine di segni che si portano sull'altare (il pallone simbolo del gioco, il libro simbolo dello studio...) che spesso fanno le catechiste perché è un segno sterile, poiché arriva all'altare ma non ne acquisisce il significato. Ciò che viene portato all'altare in realtà dovrebbe essere santificato e distribuito all'assemblea, per questo ha senso che si portino il pane e il vino che verranno poi distribuito all'assemblea santificati dalla presenza di Dio, ma anche le offerte per i poveri o, come avviene per l'AC, le tessere associative... ;)

Ci sono stati numerosi altri appunti e spiegazioni, che purtroppo non ricordo e che purtroppo non abbiamo immortalato in una registrazione, come è invece avvenuto altre volte =(. I giovani erano parecchio soddisfatti e stupiti di quante nozioni e di quale qualità di significati ha la Liturgia. In particolare sono rimasti colpiti dal pensiero di un retaggio così ricco di segni antichi e “moderni” che si mescolano e da un'unione sorprendente per una relazione che deve abbracciare da anziani a bambini. La questione generazionale è una delle cose che sembra aver molto colpito e che abbiamo affrontato anche con il gruppo delle adultissime in un incontro in cui abbiamo dato testimonianza del cammino fatto sulla liturgia. È piaciuta l'idea di una Messa che segue un cammino graduale, che si renda accessibile a tutti. La consapevolezza del fatto che all'interno della Liturgia si sviluppi la relazione personale con Dio non è ancora permeata, ma la comprensione e la consapevolezza dei momenti e delle azioni (mettersi alla presenza, lo spezzare il pane, l'offertorio) sta rendendo la Messa un po' più interessante del solito. ;)
Quindi ringraziamo ancora e sempre Mauro di questo bellissimo momento per il quale si è reso disponibile, anche con simpatia e spigliatezza retorica.

Come preghiera conclusiva abbiamo recitato il Compieta, una preghiera che fa parte della Liturgia delle Ore e che va recitata prima di coricarsi. È una preghiera piuttosto breve, composta da un inno, l'esame di coscienza, una brevissima antifona, uno o al massimo due salmi brevi, una lettura breve, il Cantico di Simeone (cortissimo), la benedizione e una preghiera a Maria. La Liturgia delle Ore è una preghiera antichissima, si basa sui salmi (che sono le parole che Dio stesso ci ha suggerito per pregarLo), scandisce la giornata ed è universale, tutta la Chiesa prega secondo quelle parole, è un modo per entrare in unione con il resto della Chiesa.
La trovate a questo link (cambia a seconda del giorno), potete anche scaricare la app per il cellulare.