L'incontro è cominciato con la Lettura scelta per la Preghiera
Dalla prima Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 11, 23-29)
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
Questo brano di San Paolo è il primo testo che i cristiani hanno conosciuto sull'Ultima Cena e in particolar modo sul rito dell'Eucarestia. Paolo è piuttosto severo riguardo all'atteggiamento da assumere rispetto alla Liturgia eucaristica e le sue parole ci spaventano un po': "mangia e beve la propria condanna" è piuttosto forte. Paolo è contemporaneo di Gesù e conosce molto bene la crocifissione e la flagellazione, aveva bene negli occhi quello che Gesù, che è Dio, aveva patito. Pensiamo alle parole di San Paolo mentre vediamo alcune parti scelte dal film The Passion.
Introduzione alle parti
Questo film è stato molto discusso, in particolare per l'eccessività di alcune scene, molti pezzi sono esasperati ed esagerati, però sono molto interessanti le scelte fate per il montaggio. Il film narra dall'arresto fino alla morte in croce, con una rapidissima scena sulla resurrezione.
Durante la Passione ci sono interessanti flashback in punti salienti, la scelta è stata legare la morte di Gesù sulla croce al rito eucaristico e questi rimandi vogliono proprio dare un evidente collegamento tra le due cose.
In particolare vediamo come la figura di Giovanni sia quasi assente rispetto alla tragedia che si consuma, quasi "imbambolato", in realtà la figura di Giovanni, su cui spesso partono questi flashback, sembra che stia rievocando la passione attraverso una Messa postuma, come se stia rielaborando il lutto della morte di Gesù in una contemplazione mistica del suo significato salvifico.
Nella liturgia infatti noi non facciamo tanto MEMORIA dell'Ultima Cena, ma facciamo MEMORIA della morte in croce di Gesù e della sua vittoria sulla morte. Quando Gesù insegna agli apostoli il segno del pane e del vino, insegna loro come ricordare correttamente la sua morte e la sua resurrezione, perché è la sua morte, il suo SACRIFICIO, a dare significato allo spezzare del pane e al versare del vino.
Primo spezzone: La flagellazione
La tortura è esasperata dalle scene di sangue, nel senso che se fosse stato realmente così Gesù sarebbe morto prima di dissanguamento, certo è che il regista Gibson h voluto coinvolgere il pubblico nel dolore con lo strumento visivo, perché non poteva coinvolgerlo altrimenti. Ma al di là della forte impressione fisica che ci dà assistere alla tortura, ci sono quattro cose molto interessanti per capire la Liturgia e quindi il senso:
- la presenza continua del diavolo a rappresentare "l'ultima tentazione". Quando pensiamo alla morte in croce di Gesù dobbiamo tenere ben presente il Vangelo delle tentazioni (infatti è il primo Vangelo dell'inizio della Quaresima): le tentazioni infatti ci fanno capire qual è l'idea di Dio che Gesù intende trasmetterci. La richiesta diabolica di trasformare i sassi i pietre vorrebbe un Dio che deve soccorrere le mie esigenze: se ho fame mi deve nutrire, se sono malato mi deve guarire, se non ho un lavoro me lo deve far trovare, ma il Dio di Gesù non è così. La richiesta di saltare giù dal tempo e sopravvivere vorrebbe un Dio super-eroe, che fa miracoli, magico, ma il Dio di Gesù non è neppure questo. La richiesta di adorare il diavolo vorrebbe un Dio che pur di conquistare gli uomini, cede al male, ma il Dio di Gesù non ci vuole sudditi o schiavi, vuole che impariamo ad amarlo liberamente.
- la flagellazione ci mostra quindi qual è la vera natura del Dio di Gesù: un Dio che pur di non violentare la nostra libertà ci permette di violentarlo, ha un tale rispetto del nostro libero arbitrio che se noi decidiamo di picchiarlo, lui si fa picchiare, se noi desideriamo ucciderlo, lui si fa uccidere, ma non ferma la nostra volontà, non limita la nostra libertà. Questo è il Dio di Gesù.
- Maria non capisce come mai il Figlio accetta questa tortura (infatti dice più o meno che il Figlio può fare cessare tutto quando lo avrebbe ritenuto opportuno). Neppure Maria, che è l'essere umano in assoluto più consapevole della divinità del Figlio, riesce a capire perché il Figlio di Dio accetti tutto questo. L'immagine di Dio che Gesù ci restituisce è quindi originale, nuova, lontana da ogni logica umana: è una RIVELAZIONE. Noi esseri umani non saremmo mai giunti a una tale consapevolezza del significato e dell'identità divina senza Gesù, infatti la religione cristiana è l'unica rivelata, cioè Dio stesso si è rivelato!! E quale strumento ha scelto per protrarre questa rivelazione? La liturgia: il pane e il vino.
- - il flashback sulla lavanda dei piedi riprende il concetto sopra detto sul rispetto della nostra libertà e un altro: nel Vangelo di Giovanni, prima della Passione di Cristo, non c'è il pane e il vino, ma la lavanda dei piedi. Essa è un altro segno che Gesù compie come MEMORIALE del suo SACRIFICIO, ci indica la via per conoscerLo: mettersi a servizio dei fratelli, questo santifica (=rende di Dio) la nostra esistenza.
Secondo spezzone: l'incontro con la Madre sulla Via Crucis
Il pezzo preferito dalla educatrice, la quale sostiene che solo questo pezzo renderebbe degna tutta la pellicola. In questo pezzo si vede che Maria soccorre Gesù caduto sotto la croce e il ricordo di lei che soccorre il piccolo Gesù, ma la parte interessante è Gesù che le dice "Ecco io faccio nuove tutte le cose". Questo verso è dell'Apocalisse di Giovanni (guarda caso nel film Giovanni è proprio lì che vede e ascolta tutto, furbetto!), messo qui assume un significato spettacolare poiché spiega come Gesù stia con la sua Passione rinnovando non solo l'immagine che gli uomini devono avere di Dio (vedi spiegazione precedente), ma rinnova anche la morte e, quindi, rinnova anche la vita e quindi rende nuova anche la nostra natura umana e quindi… (potrei andare avanti all'infinito).
Terzo spezzone: spoliazione, crocifissione, morte, deposizione dalla croce e resurrezione.
La scena di Gesù spogliato delle vesti intervallata dalla scena del pane scoperto nel cestino, la scena di Gesù steso sulla croce con la scena dell'Ultima Cena, la scena dei chiodi che trafiggono le mani di Gesù con la scena del vino versato nel calice, Gesù innalzato sulla croce con Gesù che alza il pane e dice "Questo è il mio corpo reso in sacrificio per voi", il sangue che scorre dalla croce con la scena in cui Gesù parla del sangue versato per la Nuova Alleanza.
Il pane è formato da grani di frumento macinati e impastati, poi viene ulteriormente spezzato per essere mangiato. Il vino è formato da chicchi di uva spremuti, lasciati riposare (3 giorni nel sepolcro) e poi versati nei calici per essere bevuto. Entrambi questi segni evocano lo strazio, la lacerazione, il morire e il trasformarsi in qualcosa d'altro per essere condiviso e nutrire gli uomini, questa è la via che Dio ha scelto per farsi conoscere dagli uomini.
La costruzione delle scene della crocifissione di The Passion, decisamente ben pensata, fa emergere chiaramente quanto la liturgia eucaristica (lo spezzare del pane e il versare del vino) sia collegata alla morte in croce di Gesù. Il sacrificio di Gesù non è inteso che ha fatto una cosa sgradevole per salvarci, ma è sacrificio inteso come "sacrum facere" = rendere sacro! Con il SACRIFICIO liturgico, Gesù rende sacro il pane e il vino che diventano il suo corpo e il suo sangue, nutrendoci di questi noi stessi diventiamo sacri, perché questi alimenti si mescolano al nostro corpo e al nostro sangue. Gesù rende sacra la morte, che è il luogo della non relazione, con la morte non è possibile nessuna relazione neanche noi con il nostro corpo, Gesù entra nella morte, si fa inghiottire dalla morte per potere dire all'uomo che anche lì, nel luogo della non relazione, l'uomo può avere una relazione con Dio, Dio può andare anche lì, può superare anche questo confine.
Quando Gesù entra nella morte diventa il passaggio che permette all'uomo morto di mantenere un legame con Dio ("Io sono la via, la verità e la vita") e quindi di ritornare alla vita per mezzo di lui che è il Signore della Vita. Allo stesso modo, anche se in modo "separato" Gesù entra nel peccato, si fa peccato (che è il luogo della non relazione con Dio) per permettere a chi è nel peccato di passare attraverso di Lui per ritornare a Dio. Tutto questo entrare nella morte e nel peccato, per Gesù, che è il Signore della Vita ed è l'Agnello senza macchia, è assolutamente lacerante, straziante. Egli ha compromesso la sua intera essenza per permettere all'uomo la redenzione, noi non possiamo lontanamente immaginarci quale sofferenza esistenziale Gesù ha sofferto con la morte di croce ("Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato", per questo nessun essere umano potrà mai soffrire una morte simile.
Altra chiarificazione indispensabile, durante l'Ultima Cena non avviene una liturgia sacramentale, perché non essendo ancora morto in croce il SACRIFICIO non era ancora compiuto. Con l'Ultima Cena Gesù spiega ai discepoli quali gesti dovranno compiere per fare MEMORIA del SACRIFICIO e quindi rendere possibile la Sua Presenza Reale nel pane e nel vino. Per questo motivo la Liturgia Eucaristica è MEMORIA del Passione, Morte e Resurrezione non tanto la Memoria dell'Ultima Cena.
Un'altra esagerazione di Mel Gibson è il tempio che si spezza a metà per il terremoto, i Vangeli scrivono "il velo del tempio si squarciò", solo il velo, che era la tenda dietro la quale era presente il Santo dei Santi (Dio). Quando Gesù muore sulla croce, Dio non è più presente nel tempio, ma ovunque avvenga il SACRIFICIO LITURGICO che diventa il nuovo modo di evocare la presenza di Dio. Quando Gesù ribalta il mercato nel tempio (guarda caso il Vangelo della 3^ domenica di Quaresima), non lo fa perché in Chiesa non bisogna fare casino, lo fa perché con il suo avvento quel modo di pregare non servirà più, non sarà più quello! Giovanni nel suo Vangelo dice infatti "<<Distruggete questo tempio e io lo ricostruirò in tre giorni>> parlava infatti del tempio del suo corpo". Quale sarà quindi il nuovo modo per invocare la presenza di Dio? La Liturgia eucaristica, cioè la frazione del pane e il versare del vino.
Ultima cos a interessante partendo dal film è la scena in cui il sudario di Gesù si affloscia, evoca ancora il Vangelo di Giovanni che dice che il sudario non era "in terra con le bende, ma stava da un parte, piegato", dove quel piegato è una vecchia traduzione imprecisa dal termine greco che significa appunto "ripiegato su se stesso, afflosciato su se stesso", come se il corpo che conteneva fosse mancato improvvisamente e il sudario si fosse svuotato senza svolgersi. Il film di Gibson prende largo spunto dallo studio della Sindone, il Gesù di The Passion subisce le stesse ferite, contusioni e lacerazioni subite dall'uomo della Sindone. La Sindone non è verità di fede, ma rimane un riferimento molto interessante, la educatrice invita i giovani a osservare con attenzione la bella stampa che durante la Quaresima è stata esposta in fondo alla Chiesa.
Questioni finali:
Uno dei giovani chiede all'educatrice se il film è un riferimento autorevole, l'educatrice risponde che ci sono delle evidenti esagerazione e diverse inesattezze, tuttavia è uno strumento interessante per cogliere alcuni significati. Anche lo studio su alcuni personaggi sono particolarmente belli, Maria è un personaggio splendido del film, ma anche lo stesso Gesù è ben reso, per non parlare dell'inquietante diavolo.
Preghiera:
Si rilegge la Lettera di San Paolo ai Corinzi.
Alla luce di quanto letto San Paolo non aveva tutti i torti ad essere severo, per due motivi:
- il SACRIFICIO compiuto da Gesù è una cosa a cui prestare attenzione, quella sofferenza subita per noi non può renderci indifferenti davanti al banchetto eucaristico;
- sopratutto se non riusciamo a cogliere che nel pane e nel vino c'è la presenza santificante di Gesù, non riusciamo a vedere la salvezza e ad usare il corpo e sangue di Gesù come strumento che ci libera dalla morte e dal peccato e per questa non consapevolezza ci condanniamo, perché non cogliamo la salvezza preparata per noi, Gesù/Dio ci lascia liberi anche di scegliere di non salvarci.
Per questo San Paolo non è tanto bacchettone, ma ci spiega chiaramente come stanno le cose.
Gesto: spezzare il pane e bere il vino. La educatrice non aveva il pane in casa, ma aveva solo un po' di vino per cucinare. Gesù ha saputo trovare segni facili da reperire (pane e vino) presenti addirittura nella sfornita casa dell'educatrice. Si assaggia il vino per evocare il sapore, il gusto di questa scelta divina di esserci vicino.
Preghiera Comunitaria
La tua, la mia messa
Quando soffro e il mio soffrire è tale
che mi impedisce ogni attività,
mi ricordo della messa.
Tu nella messa, Signore Gesù,
oggi come allora,
non lavori, non predichi:
t i sacrifichi per amore.
Nella vita si possono fare tante cose,
dire tante parole,
ma la voce del dolore,
del dolore offerto per amore,
è la parola più forte,
quella che ferisce il cielo.
Quando soffro,
immergo il mio dolore nel tuo:
dico la mia messa;
e lascio scorrere la mia sofferenza
a beneficio dell'umanità:
come hai fatto tu, mio Signore!
Chiara Lubich
Canto: Piccolo pane bianco
Quella sera Signore già pensavi a me,
follia dell’amore di un Dio che si fa pane;
quella sera Signore ero insieme a Te,
dovevi morire, ma Tu pensavi a me, Signore
credo e adoro te Signore
io credo che tu sei lì presente
in quel piccolo pane bianco per me!
Ed eccomi Signore a contemplarti,
Tu Dio in questo pane, frammento d’infinito!
Ed eccomi Signore ad adorarti,
Tu Dio sei l’immenso ti fai piccolo per me, Signore
credo a te che ti nascondi nel mio cuore,
a te che sei presente
in quel piccolo pane bianco per me!
E’ bello stare qui per me Signore,
presenza silenziosa, che sai di me ogni cosa!
Io dono a Te Signore la mia vita,
per Te è il mio amore, le mani, gli occhi e il cuore, sì io
credo a te che vivi in me, Signore
credo a te che sei presente
in quel piccolo pane bianco per me!
Ed anche nella notte del mio cuore,
quando la mia mente non ti sa più pensare,
quando io non sento che ci sei, a Te
io grido ancora con la forza dell’amore, sì io
credo che oltre la mia notte
tu ci sei e sempre sei presente
in quel piccolo pane bianco per me!
Credo che oltre la mia notte
Tu ci sei e sempre sei presente
In quel piccolo pane bianco per me!
Nel mondo io con gioia andrò
E piccolo pane bianco sarò!
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