Obiettivo:
Capire cosa intendiamo noi con il termine “felicità” e cominciare a capire che cosa intende Dio quando parla di “felicità”.
Canto alla preghiera: Cantiamo a Te
Cantiamo Te, Signore della vita:
il nome Tuo è grande sulla terra
tutto parla di Te
e canta la Tua Gloria grande Tu sei e compi meraviglie, Tu sei Dio.
Cantiamo Te, Signore Gesù Cristo,
Figlio di Dio venuto sulla terra,
fatto uomo per noi nel grembo di Maria.
Dolce Gesù risorto dalla morte sei con noi.
Cantiamo Te, amore senza fine: Tu che sei Dio lo Spirito del Padre.
Vivi dentro di noi e guida i nostri passi,
accendi in noi il fuoco dell’eterna carità.
Attività:
Facciamo il gioco del personaggio sulla fronte che ognuno deve riconoscere attraverso una serie di domande a cui si deve rispondere con Sì e con No. Invece di avere dei personaggi avremmo sulla fronte le emoticon positive di whatsapp.
Ogni partecipante avrà anche un foglio davanti a sé, su cui scriverà le risposte positive che corrispondono alla propria faccina (es: “facciamo questa emoticon quando qualcuno fa una battuta divertente?”). Non si po' fare una domanda sull'elemento fisico (“ha gli occhi chiusi?” “si vede la lingua?”), obiettivo oltre indovinare è individuare come e quando usiamo la corrispettiva faccina, così da capire quali occasioni ci rendono "felici".
Quando tutti hanno fatto le domande, si cerca di capire chi ha indovinato e chi è stato più utile nel dare le risposte.
Infine selezioniamo la meno felice (28) e la più felice (1).
Nella condivisione scopriamo che non sempre le faccine corrispondono ad un'intensità reale di felicità, che spesso le usiamo “truccandole” e cominceremo quindi a scoprire che la natura della felicità ha più profondità di quanto possiamo pensare.
Dal libro del Qòelet (Qo 8, 10-15)
Frattanto ho visto malvagi condotti alla sepoltura; ritornando dal luogo santo, in città ci si dimentica del loro modo di agire. Anche questo è vanità. Poiché non si pronuncia una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore degli uomini è pieno di voglia di fare il male; infatti il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui, e non sarà felice l'empio e non allungherà come un'ombra i suoi giorni, perché egli non teme di fronte a Dio. Sulla terra c'è un'altra vanità: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dai malvagi con le loro opere, e vi sono malvagi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità. Perciò faccio l'elogio dell'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità sotto il sole che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole.
Commento: Questo brano ci colpisce perché non ci sembra tanto coerente con i discorsi che siamo abituati a sentire normalmente.
Questo brano in effetti sembra dirci fare il bene non rende felici: il giovane ricco ad esempio faceva tutte le cose giuste e osservava tutte le leggi, ma allora perché se ne va triste?
Dice invece che la felicità sta nell'avere timore di Dio, cioè nell'avere una relazione con Dio… ma siamo d'accordo e cosa significa tutto questo? Lo scopriremo!
L'educatrice ha poi chiesto di fare un confronto tra la faccia più felice e quella meno felice. Ne è venuto fuori che la faccina era identica tranne che per il gocciolone che colava.
Che significato ha? Uno è infelice quando c'è distacco con l'altra persona (il gocciolone indica imbarazzo quindi distanza): se sono felice con quella persona, sono più vicina a lei e lei lo percepisce. Quando siamo tristi ci sentiamo più distanti dalle persone e se loro si avvicinano a me, mi rincuora che io sia triste per loro.
Felicità è (o centra con) una relazione interpersonale (esempio: una persona che diventa felice facendo volontariato, non intesse un rapporto di relazione intima, ma si fa vicino a qualcuno o a qualcosa, si fa Prossimo). Vivendo nuove esperienze con delle persone, mi avvicino a loro, creo un legame con loro e quindi il mio rapporto si rafforza e io sono più felice quando sto con loro.
GESTO: Ognuno doveva inviare un messaggio su whatsapp in cui si faceva un augurio di felicità, mettendo anche una faccina tra quelle usate durante l'incontro.
Preghiera corale: Brillare veramente
Signore, facci ricordare che il tuo primo miracolo,
alle nozze di Cana, lo facesti per aiutare alcuni uomini a fare festa.
Facci ricordare che chi ama gli uomini, ama anche la loro gioia,
perché senza gioia non si può vivere…
Fammi comprendere, Signore,
che il Paradiso è nascosto dentro di noi.
Ecco, ora è qui, nascosto dentro di me.
Se voglio, domani stesso, comincerà a brillare veramente per me
e durerà tutta la vita.
(Fëdor Dostoevskij)
L'educatrice ha poi chiesto di fare un confronto tra la faccia più felice e quella meno felice. Ne è venuto fuori che la faccina era identica tranne che per il gocciolone che colava.
Che significato ha? Uno è infelice quando c'è distacco con l'altra persona (il gocciolone indica imbarazzo quindi distanza): se sono felice con quella persona, sono più vicina a lei e lei lo percepisce. Quando siamo tristi ci sentiamo più distanti dalle persone e se loro si avvicinano a me, mi rincuora che io sia triste per loro.
Felicità è (o centra con) una relazione interpersonale (esempio: una persona che diventa felice facendo volontariato, non intesse un rapporto di relazione intima, ma si fa vicino a qualcuno o a qualcosa, si fa Prossimo). Vivendo nuove esperienze con delle persone, mi avvicino a loro, creo un legame con loro e quindi il mio rapporto si rafforza e io sono più felice quando sto con loro.
GESTO: Ognuno doveva inviare un messaggio su whatsapp in cui si faceva un augurio di felicità, mettendo anche una faccina tra quelle usate durante l'incontro.
Preghiera corale: Brillare veramente
Signore, facci ricordare che il tuo primo miracolo,
alle nozze di Cana, lo facesti per aiutare alcuni uomini a fare festa.
Facci ricordare che chi ama gli uomini, ama anche la loro gioia,
perché senza gioia non si può vivere…
Fammi comprendere, Signore,
che il Paradiso è nascosto dentro di noi.
Ecco, ora è qui, nascosto dentro di me.
Se voglio, domani stesso, comincerà a brillare veramente per me
e durerà tutta la vita.
(Fëdor Dostoevskij)
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