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venerdì 10 aprile 2015

29 marzo 2015 - misTEro?

Nell'incontro precedente come gesto della preghiera abbiamo consegnato una lettera personale a ciascuno. Questa lettera scritta dall'educatrice a ogni componente del gruppo era scritta con succo di limone, quindi il foglio si presentava bianco. Andava scaldata in forno o con una fiamma per poter essere letta. La lettera scendeva in profondità della relazione tra educatrice ed educati e poneva delle domande riguardo alla vita intima del destinatario. La lettera era segno della relazione con Dio: la relazione con Dio non è immediata, va vissuta, “scaldata”, ci dobbiamo lavorare sopra, a volte potremmo bruciare delle parti, a volte alcune parole potranno non apparire illeggibili e dobbiamo interpretarle. Era interessante come simbologia del Mistero. La relazione con Dio non è un mistero imperscrutabile, ma è mistero in quanto mi si “rivela” come la scrittura della lettera quando mi occupo di lei. Mistero perché non è lampante ma va interpretato, perché nella relazione con Lui, Dio desidera il nostro contributo. 
Nell'incontro ho lasciato la possibilità ad ogni giovane di parlami personalmente e privatamente sul contenuto della lettera, per affrontare il discorso del dialogo spirituale e, quindi, della loro relazione personale con Dio. Se la lettera è solo un piccolo simbolo di questa relazione con Dio, la Liturgia è proprio questa relazione che si incarna in un gesto concreto di vicinanza e si rivela come Mistero. Mentre io ero con uno di loro a turno, il resto dei giovani ha dovuto ricostruire le varie parti della Messa e interrogarsi sul perché della struttura e della logica del rito, come funziona e perché funziona così...
A seguire le domande che si sono posti i presenti:

  1. Perché ci sono delle “formule segrete” che il prete dice e non si sentono? Che cosa dice e perché non le dice ad alta voce?
  2. Che cosa vogliono dire i colori della Liturgia, perché quei colori e non altri? In che periodi sono?
  3. Perché e quando ci si mette in ginocchio, in piedi, seduti? In concomitanza di cosa?
  4. Quando bisogna alzarsi nel momento in cui ci si alza a canone (dopo la preghiera sulle offerte o prima)?
  5. In quale momento è opportuno fare il segno di croce sulla fronte, sulla bocca e sul cuore prima del Vangelo?
  6. Quando, come e per quali esigenze cambia il rito della Messa? (si riferiscono alle parti che variano di messa in messa, e a quelle parti mobili come Confesso e Preghiera Eucaristica che variano solo a volte).
  7. Perché alcune Messe, soprattutto solenni sembrano fatte per le persone dai 60 anni in su? 
  8. Perché le due frasi dell'Agnello di Dio si ripetono? Quale significato assume questa ripetizione?
  9. Qual è il centro della Messa, il momento topico? 

Preghiera per l'ACGiovani – 23 marzo 2mila15

Canto: Credo in Te

Credo in te, Signor, credo in te:
grande è quaggiù il mister, ma credo in te.
Luce soave, gioia perfetta sei.
Credo in te, Signor, credo in te.
Spero in te, Signor, spero in te:
debole sono ognor, ma spero in te.
Amo te, Signor, amo te:
o crocifisso Amor, amo te.
Resta con me, Signor, resta con me:
pane che dai vigor, resta con me.

Gesto Audio: Questo canto piuttosto vecchiotto ha fatto rabbrividire i nostri giovani, l'abbiamo anche cantato piuttosto maluccio perché non lo sentivamo molto nostro. Come segno ho fatto risentire la stessa melodia ma cantata in modo completamente diversa. Due significati: il primo è legato alla lettera, che è stata molto apprezzata da giovani, ma la lettera è solo un minimo tornasole della vera relazione che possiamo costruire con Dio, insomma tra la lettera e la relazione reale con Dio, c'è la stessa distanza tra la canzone “Credo in Te, Singor” cantata da noi e “Nearer, My Good, to Thee”. Il secondo è la modalità con cui viviamo la Liturgia, possiamo viverla come cantiamo “Credo in Te, Signor” oppure possiamo viverla come i BYU Vocal Point cantano “Nearer, My Good, to Thee”, la melodia è identica, ma il risultato è un po' diverso.



Dal Libro della Genesi (Gen 14,17-20)

Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì ncontro nella Valle di Save, cioè la Valle del re. Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì ane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
“Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici.”
Abram gli diede la decima di tutto.

Commento: Nella preghiera ho presentato la prima figura sacerdotale della Bibbia, che compare in Genesi: Melchisedek, un sacerdote che onora Dio con pane e vino (ci ricorda qualcosa), quindi fin dall'inizio della relazione tra Dio e l'uomo (Abramo) la modalità del pane e del vino era uno dei modi approvati dal Creatore di stare con noi (conviviale questo Dio! ;) ). Anche il Salmo riprende il fatto che essere sacerdote “alla maniera di Melchisedek” cioè con il pane e il vino è il modo consacrato dal Signore, insomma il modo in cui Dio ci dice che vuole stare con noi.


Salmo 110

Oracolo del Signore, al mio Signore:
Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi.
Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici!
A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell'aurora, come rugiada, io ti ho generato.
Il Signore ha giurato e non si pente: Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek.
Il Signore è alla tua destra! Egli abbatterà i re nel giorno della sua ira,
sarà giudice fra le genti, ammucchierà cadaveri, abbatterà teste su vasta terra;
lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleva alta la testa.

Padre Nostro