Nell'incontro precedente come gesto della preghiera abbiamo consegnato una lettera personale a ciascuno. Questa lettera scritta dall'educatrice a ogni componente del gruppo era scritta con succo di limone, quindi il foglio si presentava bianco. Andava scaldata in forno o con una fiamma per poter essere letta. La lettera scendeva in profondità della relazione tra educatrice ed educati e poneva delle domande riguardo alla vita intima del destinatario. La lettera era segno della relazione con Dio: la relazione con Dio non è immediata, va vissuta, “scaldata”, ci dobbiamo lavorare sopra, a volte potremmo bruciare delle parti, a volte alcune parole potranno non apparire illeggibili e dobbiamo interpretarle. Era interessante come simbologia del Mistero. La relazione con Dio non è un mistero imperscrutabile, ma è mistero in quanto mi si “rivela” come la scrittura della lettera quando mi occupo di lei. Mistero perché non è lampante ma va interpretato, perché nella relazione con Lui, Dio desidera il nostro contributo.
Nell'incontro ho lasciato la possibilità ad ogni giovane di parlami personalmente e privatamente sul contenuto della lettera, per affrontare il discorso del dialogo spirituale e, quindi, della loro relazione personale con Dio. Se la lettera è solo un piccolo simbolo di questa relazione con Dio, la Liturgia è proprio questa relazione che si incarna in un gesto concreto di vicinanza e si rivela come Mistero. Mentre io ero con uno di loro a turno, il resto dei giovani ha dovuto ricostruire le varie parti della Messa e interrogarsi sul perché della struttura e della logica del rito, come funziona e perché funziona così...
A seguire le domande che si sono posti i presenti:
- Perché ci sono delle “formule segrete” che il prete dice e non si sentono? Che cosa dice e perché non le dice ad alta voce?
- Che cosa vogliono dire i colori della Liturgia, perché quei colori e non altri? In che periodi sono?
- Perché e quando ci si mette in ginocchio, in piedi, seduti? In concomitanza di cosa?
- Quando bisogna alzarsi nel momento in cui ci si alza a canone (dopo la preghiera sulle offerte o prima)?
- In quale momento è opportuno fare il segno di croce sulla fronte, sulla bocca e sul cuore prima del Vangelo?
- Quando, come e per quali esigenze cambia il rito della Messa? (si riferiscono alle parti che variano di messa in messa, e a quelle parti mobili come Confesso e Preghiera Eucaristica che variano solo a volte).
- Perché alcune Messe, soprattutto solenni sembrano fatte per le persone dai 60 anni in su?
- Perché le due frasi dell'Agnello di Dio si ripetono? Quale significato assume questa ripetizione?
- Qual è il centro della Messa, il momento topico?
Preghiera per l'ACGiovani – 23 marzo 2mila15
Canto: Credo in Te
Credo in te, Signor, credo in te:grande è quaggiù il mister, ma credo in te.
Luce soave, gioia perfetta sei.
Credo in te, Signor, credo in te.
Spero in te, Signor, spero in te:
debole sono ognor, ma spero in te.
Amo te, Signor, amo te:
o crocifisso Amor, amo te.
Resta con me, Signor, resta con me:
pane che dai vigor, resta con me.
Gesto Audio: Questo canto piuttosto vecchiotto ha fatto rabbrividire i nostri giovani, l'abbiamo anche cantato piuttosto maluccio perché non lo sentivamo molto nostro. Come segno ho fatto risentire la stessa melodia ma cantata in modo completamente diversa. Due significati: il primo è legato alla lettera, che è stata molto apprezzata da giovani, ma la lettera è solo un minimo tornasole della vera relazione che possiamo costruire con Dio, insomma tra la lettera e la relazione reale con Dio, c'è la stessa distanza tra la canzone “Credo in Te, Singor” cantata da noi e “Nearer, My Good, to Thee”. Il secondo è la modalità con cui viviamo la Liturgia, possiamo viverla come cantiamo “Credo in Te, Signor” oppure possiamo viverla come i BYU Vocal Point cantano “Nearer, My Good, to Thee”, la melodia è identica, ma il risultato è un po' diverso.
Dal Libro della Genesi (Gen 14,17-20)
Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì ncontro nella Valle di Save, cioè la Valle del re. Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì ane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:“Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici.”
Abram gli diede la decima di tutto.
Commento: Nella preghiera ho presentato la prima figura sacerdotale della Bibbia, che compare in Genesi: Melchisedek, un sacerdote che onora Dio con pane e vino (ci ricorda qualcosa), quindi fin dall'inizio della relazione tra Dio e l'uomo (Abramo) la modalità del pane e del vino era uno dei modi approvati dal Creatore di stare con noi (conviviale questo Dio! ;) ). Anche il Salmo riprende il fatto che essere sacerdote “alla maniera di Melchisedek” cioè con il pane e il vino è il modo consacrato dal Signore, insomma il modo in cui Dio ci dice che vuole stare con noi.
Salmo 110
Oracolo del Signore, al mio Signore:Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi.
Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici!
A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell'aurora, come rugiada, io ti ho generato.
Il Signore ha giurato e non si pente: Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek.
Il Signore è alla tua destra! Egli abbatterà i re nel giorno della sua ira,
sarà giudice fra le genti, ammucchierà cadaveri, abbatterà teste su vasta terra;
lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleva alta la testa.
Padre Nostro