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mercoledì 3 dicembre 2014

Mai da soli - 24 novembre 2014


Grande sorpresa Luca Tarantino di Castegnato, Consigliere Diocesano dell'AC, e Andrea Bertocchi, VicePresidente Giovani di AC, sono venuti a trovarci e a portarci un po' la loro esperienza, ma andiamo con ordine.

- Siamo arrivati e abbiamo proposto un mini AC-Factor, dove l'edu folle che vi ritrovate chiedeva di dare prova del Fattore AC che era in voi, ma a parte un mitico Stefano Bonazza che ha sfoderato le sue meravigliose tessere da quando aveva 6 anni a oggi, nessuno si è voluto cimentare... continuate a prepararvi perché sarà il contributo video che faremo l'anno prossimo al tesseramento...

- Ognuno era invitato a compilare su una mappa della Provincia di Brescia, quali altri associati conoscevano fuori da Gussago, gli educatori ACR si sono difesi alla grande con le loro esperienze diocesane!

- Infine è stato il momento di Luca e Andrea che hanno raccontato come sono entrati a far parte del Settore, o meglio dell'AC Diocesana e cosa hanno trovato (oltre morosa e futura moglie, lo ripeto non funziona sempre per tutti!!! -_-”). Qui siete intervenuti alcuni dei giovani del gruppo per chiedere le difficoltà che ci sono nelle altre parrocchie, la difficoltà con i parrocci per proporre l'AC, se è meglio fare AC e il gruppo parrocchiale giovani o non è meglio unire le forze, soprattutto la fatica di avere una realtà ricca in Parrocchia come Gussago e frequentare anche le proposte in Diocesi...
Emergeva nell'incontro del 1° dicembre che i membri del Settore (non Andrea e Luca, ma nelle iniziative) tendono a sottolineare un po' troppo il loro impegno e ruolo diocesano, eppure anche gli educatori hanno il loro bel da fare in Parrocchia...

- Si è conclusa con la preghiera qui riportata:

Dagli Atti degli Apostoli (At 2, 1-13)
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.
Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio». Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: «Che significa questo?». Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto».

Commento alla parola: l'educatrice spiega come in questo testo si veda la nascita concreta della comunità che si basa sulla presenza dello Spirito, poi chiede cosa li colpisce. ST nota che questo Vangelo è l'opposto della Torre di Babele, mentre nel passo dell'Antico Testamento le lingue degli uomini si mescolano e non si capiscono più tra loro, qui mantengono la loro lingua ma si capiscono. La edu dice che questa è una delle letture più profonde di questo testo, il centro dell'essere comunità, mantenere la diversità di ciascuno, ma avere un dialogo con tutti! Un'altra cosa che viene sottolineata è come gli apostoli sembrano ubriachi di mosto, perché chi si lascia conquistare dallo Spirito è talmente entusiasta e talmente coinvolto che a volte sembra addirittura un po' fuori!!

Canto “La preghiera di Gesù è la nostra” (con il testo sbagliato) e insieme il gesto (molto semplice, ma un evergreen). Si distribuiscono delle candeline e si spiega che se io cedo la mia candelina, la candelina io non l'ho più, ma se io accendo la candelina e cedo il fuoco, la luce, l'energia della mia candelina ecco che questa non si perde ma raddoppia con quella che ho acceso. Allora da un'unica candelina posso contagiare tante candeline e accrescere la luce e il calore, arricchendo i luogo che abito.

Preghiera “Adoro il lunedì” recitata tutti insieme - http://adoroillunedi.azionecattolica.it





lunedì 1 dicembre 2014

Incontro 3 (10/1114): Cos'è la comunità

ACG2, 10 novembre 2mila14


Cos'è la comunità?


Esercizi di teatro:
camminare senza scontrarsi
andare alla stessa velocità
fermarsi insieme e ripartire insieme
contare fino a 20 senza raddoppiarsi (quasi fatta)
partire insieme in linea (prima piano, poi di cammino sostenuto, poi di corsa)

Testo su Nomadelfia
http://www.nomadelfia.it/ita/
Sulla comunità di Nomadelfia il gruppo rimane alquanto sconcertato per la drasticità della proposta nomadelfa.

Condivisione su cos'è la comunità:
Che cosa vi ha suggerito il lavoro fatto rispetto al concetto di comunità?
Quale differenza c'è tra il concetto di società e di comunità? Per esempio pensate anche al concetto di “comunità europea”...


Segue una discussione su che cosa sia comunità, la differenza con società e quale valore questi gruppi hanno. La maggior parte dei presenti connota la comunità con un valore più positivo di società. La comunità è un gruppo più ristretto della società, lo si sceglie, si vivono le relazioni in modo più stretto, AF ha collegato la comunità all'Oratorio e alla Parrocchia. ES, riallacciandosi a Nomadelfia, aveva considerato il fatto che non c'è una legge impositiva nella comunità, ma spontaneamente si chiede il giudizio ad altri. Molti si riallacciano agli esercizi di teatro, sulla difficoltà di fermarsi insieme, che ci vuole attenzione e ascolto degli altri. AM dice che alla fine uno si fermava e gli altri di conseguenza lo seguivano, inoltre sostiene che la società abbia un valore più positivo di comunità, perché meno inclusivo e ristretto, più libera. LF invece si oppone affermando che la comunità è meno indifferente alle esigenze del singolo.

Miriam spiega la funzione delle suore e dei monaci di clausura e degli eremiti: essi sono in continuo dialogo con lo Spirito e si allontanano dalle logiche e dai ritmi del mondo per essere più attenti alla vita spirituale che è preponderante. La Chiesa poi interpella queste figure, che sono e rimangono in seno alla Chiesa, per conoscere la vita dello Spirito. Miriam risponde ad alcune domande sulla vita monastica e di clausura.
Si pensa ad incontrare una comunità di clausura questa primavera.

La conclusione è che la comunità è necessaria per conoscere e vivere Dio, perché essendo Dio amore è necessario amare gli altri per vivere la relazione amorosa che è Dio.

PREGHIERA: Insieme per credere


CANTO+segno: Jubilate Deo (cantato a più voci)
Jubilate Deo omnis terra.
Servite Domino in laetitia.
Alleluia, alleluia, in laetitia.
Alleluia, alleluia, in laetitia

Dagli Atti degli apostoli (At 4, 32-35)
La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

Preghiera comunitaria:

  • Se la nota dicesse: “Non è una nota che fa la musica...”, non ci sarebbero le sinfonie.
  • Se la parola dicesse: “Non è una parola che può fare una pagina...”, non ci sarebbero i libri.
  • Se la pietra dicesse: “Non è una pietra che può alzare un muro...”, non ci sarebbero le case.
  • Se la goccia d'acqua dicesse: “Non è una goccia d'acqua che può fare il fiume…”, non ci sarebbe l'oceano.
  • Se il chicco di grano dicesse: “Non è un chicco di grano che può seminare il campo…”, non ci sarebbe il pane.
  • Se l'uomo dicesse: “Non è un gesto d'amore che può salvare l'umanità…”, non ci sarebbero mai né giustizia né pace, né dignità né felicità nella terra degli uomini.
  • Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota,
  • Come il libro ha bisogno di ogni parola,
  • Come la casa ha bisogno di ogni pietra,
  • Come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua,
  • Come la messe ha bisogno di ogni chicco,
  • L'umanità intera ha bisogno di te, qui dove sei, unico, e perciò insostituibile.
Amen.

M. Quoist


Padre nostro