Cerca nel blog

venerdì 25 aprile 2014

La vigilia

Introduzione alla Fan Fiction 

Questa Fan Fiction è strettamente legata al 7° libro di Harry Potter, quindi a coloro che non l’hanno ancora letto sconsiglio caldamente la lettura. L’universo in cui è ambientata l’intera vicenda e moltissimi personaggi che la animano sono opera della straordinaria Rowling, che ha saputo creare un mondo affascinante e ricco di spunti così originali da riuscire a scatenare l’immaginazione dei suoi affezionati lettori, tuttavia ho voluto narrare una storia che non avesse come protagonisti gli stessi creati da questa autrice fantastica, ma di nuovi nati comunque per diretta ispirazione.

Immagine dal web


La vigilia

Nat era arrivato a Londra nella villetta a schiera dove viveva con il padre, i due fratelli maggiori e, da un mese e due settimane, con il signor Luke Locke.
Un ragazzo massiccio con corti capelli biondo-rossicci era seduto con la Gazzetta del Profeta, spalancata davanti a lui. Il titolone in prima pagina urlava “Grande inaugurazione del nuovo Ministero. Harry Potter ospite d’onore”.
- Victor Krum viene a giocare in Inghilterra - commentò ad alta voce le notizie del mercato del Quidditch - forse salverà i Merlini del Devon dalla serie Troll - e rise, allegro.
- Ciao Ralph - Nat lo salutò entrando.
- Ciao testa vuota! - rispose il ragazzo non staccando gli occhi dal giornale.
- Ciao Nat - fece un altro ragazzo dai capelli mossi, lunghi sotto le orecchie, più simile a Nat, ma con gli occhi castano scuro, come quelli di Ralph.
- Ciao Mike! -
- Vieni ad aiutarmi a preparare la cena - disse ritornando in cucina.
Entrando il ragazzo vide Luke Locke seduto al tavolo, mentre pelava con una bacchetta le patate.
- Mike ha messo a lavorare anche te - rise Nat.
- Per forza quando metto qui dentro Ralph succede il finimondo! - gridò il fratello per farsi sentire nella stanza a fianco.
- Ti ho sentito - grugnì l’altro rimasto in salotto.
- Allora com’è andata con Wendy? - chiese Luke.
Le guance di Nat si arrossarono per qualche impercettibile secondo.
- Bene... - si riscosse da un pensiero - mi ha detto di dirti una cosa -
- Cosa? -
- Che suo padre era stato dissennato... -
- Maledetta sia la Umbridge e la sua mania dei Dissennatori - fece l’uomo in uno scatto d’ira.
- ... ma Nicky lo farà ritornare indietro, hanno intenzione di riportare qui il Custode - cercò di spiegare Nat.
- Cosa?! Sono impazziti!? - Luke si arrabbiò ancora di più - Manderanno mia nipote a prenderlo oltre il velo!? -
- Non so cosa abbiano in mente di preciso, ma perché? Sarà pericoloso?! - fece ad un tratto Nat con voce strozzata dall’ansia.
- Dimmi cosa ti ha detto, chi lo farà ritornare?! - Luke prese le braccia di Nat stringendole con violenza.
- Calmati Luke! - si intromise Mike, separando l’uomo dal fratello minore - Lascialo parlare -.
Luke grugnì e tornò a sedersi, dopo l’impeto di rabbia.
- Nicky mi ha detto che sarà lei a riportarlo indietro, in quanto Portatrice dell’Aria e figlia, ma mi ha parlato di Legimanzia. Anche se... - Nat strinse i pugni lungo il corpo e abbassò lo sguardo - ...avevo intuito che non mi stesse dicendo tutto! Cosa potrebbe accaderle! -
- Oltre il velo, abitato dalle anime tormentate, divorate dai Dissennatori, Wendy potrebbe perdersi in quella disperazione... dissennata come suo padre - mormorò con una voce grave e profonda lo zio della ragazza.
Nat corse via furibondo, sbattendo la porta della sua camera, prese a calci ogni oggetto che gli capitò a tiro.
- Toc! Toc! - fece la porta.
- Vattene Mike! - sbraitò Nat.
- Andiamo Nat, voglio solo parlarti - rispose la voce dietro la porta.
Nat imprecò, invitandolo poco gentilmente ad andarsene.
- Andiamo... Natty! - fece supplichevole Mike.
Il volto cupo e scocciato di Nat apparve dietro la fessura della porta.
- Sai che odio quando mi chiami così - e gli tirò un pugno, che il maggiore scansò velocemente.
- Sai che l’ho fatto per farti aprire la porta e tirarmi un pugno... - rispose sorridendo il fratello.
- Mi ha ingannato, per l’ennesima volta! E io ho permesso che lo facesse, per l’ennesima volta! - fece esasperato Nat - Come posso fidarmi di lei? Me lo dici?! -
- Credo che se ti avesse detto “Sai Nat rischio di non ritornare più, o almeno il mio senno” tu non l’avresti lasciata là a salvare suo padre - disse sarcastico e pratico Mike.
- Ovvio che non l’avrei lasciata là a farsi dissennare! - rispose furioso Nat.
- Ascolta Nat, siamo logici, quanto tempo avevate per vedervi: trenta minuti? Un’ora? Cosa poteva dirti in quel lasso di tempo? Io sono strabiliato che una ragazzina così giovane abbia la prontezza di spirito e l’accortezza di fare quello che tu stesso mi hai raccontato sia riuscita a fare fino adesso... -
- Toc! Toc! - risuonò la porta.
- Entra pure Luke - disse Mike, indovinando la presenza fuori dalla stanza.
- Ragazzo, non te la prendere! Sono dei maledetti schifosi... - si avvicinò a Nat.
- Ma perché risvegliare il Custode? - chiese il più giovane, esasperato.
- Perché è l’unico che può unire i poteri e, se non possono fare questo, avere tutti e quattro i Poteri è perfettamente inutile! Accettano il rischio perché, in fondo, non gli costa nulla! - fece Luke inghiottendo amaro.
- Ma non è rischioso, quando il padre di Nick... di Wen... di... o ancora non ho capito come la devo chiamare! - esclamò frustrato Mike - Comunque qualora il Custode tornasse, sbugiarderebbe la setta e, allora, sono certo che tre sui quattro poteri non accetterebbero più compromessi con i membri storici - concluse il ragionamento.
- Se c’è una cosa che quel rospaccio malefico conosce sono i Dissennatori e non è un’imprudente... non so, ma avrà di certo in mente qualcosa di orribile! - Luke rifletteva cupo.
- Organizziamo una fuga prima? - gli chiese Mike.
- No! - esclamò Nat stupendo entrambi - Nicky non accetterà di essere salvata prima di suo padre... -
-... e tentare una fuga contro i Quattro Poteri schierati è semplicemente una follia - aggiunse Luke.
- Come possiamo entrare all’Ufficio Misteri? - domandò Mike a sé stesso e agli altri.
Nat prese pergamena, penna e inchiostro e cominciò a scrivere.
- A chi scrivi? - chiese il fratello.
- A Ginny Weasley... -

- Ottimo, ottimo, mia cara - disse compiaciuto Olivander.
Una goccia di sudore corse lungo la guancia di Wendy e a stento teneva il fiatone. Sembrava avesse corso a ritmo serrato, in realtà era stata ferma e concentrata a spingere il proprio pensiero nella mente di Olivander che invece lo occludeva.
- Forse è meglio che tu vada a riposarti adesso - concluse l’uomo dagli occhi pallidi come la luna.
Accanto a lei erano stravolti anche gli altri tre Poteri che avevano il compito di tenere legata la proiezione mentale di Wendy al suo corpo, attraverso il collegamento del Potere.
- Ricordati che però oltre quel velo troverai più disperazione di quanto la tua mente potrebbe sopportare, devi legarti emotivamente agli affetti che ti aspettano al tuo ritorno, loro ti daranno la forza necessaria per tornare - le spiegò Olivander.
Raymond le accarezzò una spalla, ma Wendy rimase ferma con lo sguardo davanti a sé, come svuotato.
- Ho bisogno di una passeggiata all’aria fresca - disse infine.
Olivander approvò con un sorriso.
- Ti accompagno - si offrì Ray.
Wendy gli sorrise con calore, ma lo fermò.
- Ho bisogno di stare sola con i miei pensieri, per un po’. Ordinarli prima di domani - poi diede un rapido sguardo di saluto a Sandy e a Walter, prima di uscire dalla sua stanza.
Camminò lentamente nel parco sotto lo sguardo dei membri storici della setta.
- È pronta? - chiese la Umbridge.
- Certo che lo è - disse Olivander con sicurezza - e il Potere dell’Aria si sta rafforzando sempre di più in lei, ma fortunatamente non ha ancora intaccato troppo la sua volontà. Metterà a repentaglio se stessa per salvare la mente di suo padre... -
- Allora siamo sicuri che riuscirà... - puntualizzò Emily.
- No, ma siamo sicuri che proverà - sbuffò Olivander stizzito - per noi basta questo, no? -
La donna sorrise malignamente di quella stizza.
- Domani tutti saranno distratti ai piani superiori per l’inaugurazione del Ministero, tutti saranno là ad osannare Harry Potter e la sua inutile combriccola. Noi avremo tutto il tempo di agire indisturbati all’Ufficio Misteri, che non avendo subito nessuna ristrutturazione non sarà di interesse per nessuno - riassunse Emberce senior.
- Non mi fido di quello sciocco Potter, preferirei non averlo tra i piedi in un momento così delicato - sbottò la Umbridge piena di risentimento.
- Non ti preoccupare Dolores, anche se dovessero scendere all’Ufficio Misteri, l’ingresso sarà comunque interdetto per importanti incombenze. Ho sistemato tutto io... - replicò sicuro l’uomo.
- Sarà, ma avrei preferito non doverlo incontrare - si lagnò l’altra.
Nel frattempo la figura di Wendy era scomparsa alla loro vista, rifugiata dietro le fronde del boschetto ai margini del parco. Camminava lentamente mentre si slacciava il ciondolo dal collo per posarlo nella radura degli aceri e continuare il suo percorso, fino alla sorgente dove crescevano le felci.
Lì la stava aspettando Sandy.
- Sei davvero brava nella proiezione mentale - disse la ragazza bionda - di che cosa volevi parlarmi? -
- Sono preoccupata Sandy - fece cupa l’altra.
- Lo so, ma sei brava, il tuo potere è forte e anche i nostri lo sono. Ti terremo legata a noi, non devi avere paura - tentò di rassicurarla.
Wendy scosse la testa, ancora più afflitta.
- Non ho paura di non tornare, quello che mi terrorizza è il mio potere - disse angosciata.
- Il tuo potere? - chiese Sandy - Perché? -
- So che il tuo potere non ti spaventa, perché è caldo, è buono: lo leggo nella tua testa. Ma il mio potere è come freddo, egoista... mi fa paura - fece confusa la ragazza.
- Non capisco... come è possibile che sia diverso da te? - Sandy aveva uno sguardo smarrito.
- E se non fosse diverso da me? Se io in realtà fossi così e ora mi stessi avvicinando alla mia vera natura? - la ragazza tratteneva a stento le lacrime.
- Proiettami la sensazione del tuo potere - le disse Sandy - così capirò cosa intendi -
- No! - esclamò severamente Wendy, tanto che l’altra ragazza rimase mortificata.
- Scusa Sandy, ma è davvero una sensazione spiacevole - si giustificò della reazione.
- La pianti di preoccuparti sempre di tutto e vuoi fidarti di me? - Sandy tirò fuori una grinta a cui nessuna delle due era abituata.
- Ok - sospirò Wendy - ma sappi che io non vorrei provare certe cose -.
La ragazza si concentrò ed espanse la sua proiezione mentale colpendo Sandy, che ebbe un cedimento sulle ginocchia.
La ragazza bionda spalancò i grandi occhi verdi, pieni di panico, mentre vedeva nella mente ciò che Wendy non avrebbe voluto mostrarle.
- Scusami, scusami - la supplicò la Portatrice dell’Aria - non avrei dovuto accontentarti -.
Sandy la scrutò determinata.
- No, hai fatto bene. Hai ragione: è terribile! - la Portatrice della Terra era pallida in volto. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Il bosco fece un suono come scosso da una lieve brezza, ma l’aria intorno alle due ragazze era ferma.
- Guarda i miei pensieri adesso - le ordinò con calma Sandy.
Wendy operò in silenzio la legimanzia e avvampò di timidezza leggendo i pensieri dell’amica.
- Tu sei questa persona, non quella che mi hai mostrato poco fa, non lo devi dimenticare! - gli intensi occhi verdi incontrarono quelli castano-scuro, riempiendoli di conforto.
- Il tuo potere è molto bello, Sandy - sospirò la ragazza.
- La creazione come la distruzione fanno parte della stessa medaglia, Wendy - la guardò ferma e saggia - ma tu devi portare un fardello molto più grave del mio e di quello di Walter -
- Anche Raymond ha la metà distruttiva, vero? - domandò Wendy, sicura della risposta.
- Sì, ma lui, al contrario di te, ne è esaltato -
- Ne sei sicura?- chiese stupita ed esterrefatta Wendy.
- Tu puoi leggere i pensieri, ma io posso sentire le emozioni. Prima non capivo cosa provasse Ray, ma ora che mi hai mostrato i tuoi pensieri, lo so con certezza. E ti assicuro che le emozioni che sento provenire da Raymond non mi piacciono -
- Cosa prova? -
- Quello che provi tu, ma se in te è repulsione, in lui è attrazione. Desidera privare della vita qualcuno, solo per il gusto di poterlo fare - lo sguardo di Sandy era grave.
- Zio Luke ha ragione i Quattro Poteri devono essere fermati, o almeno due di essi! - Wendy si riscosse dal suo stato vacuo, forse aveva acquistato una nuova determinazione.
- Non penserai a niente di auto-distruttivo - la guardò con un secco rimprovero.
- Non lo so, ma in qualche modo devo fermarli! - rispose secca Wendy.

Continua


Nessun commento:

Posta un commento