Cerca nel blog

lunedì 22 giugno 2015

13 aprile 2015 - LiturgicaMENTE: un po' di testa nella messa

I giovani hanno trovato la stanza in cui avremmo tenuto l'incontro incasinatissima e disordinata, l'idea del testimone era che puzzasse anche un po', ma nonostante il tentativo la stanza era abbastanza inodore.
L'obiettivo era mettere in ordine prima che arrivasse l'ospite-testimone per accoglierlo in maniera dignitosa. In un attimo la stanza è stata riordinata. A questo punto Mauro, un giovane di 27 anni che fa il cerimoniere presso la propria parrocchia, ha spiegato alcune scelte della Liturgia, rispondendo alle domande che avevano fatto i giovani l'incontro precedente.
Intanto ha sottolineato il fatto che l'ambiente andasse riordinato, perché è normale che quando si incontra qualcuno di speciale lo si vuole accogliere in modo dignitoso. Ha spiegato poi che avrebbe voluto che l'ambiente puzzasse perché avrebbe odorato la stanza grazie all'incenso e ha cominciato spiegando proprio la funzione dell'inceso, sia storica che simbolica.
L'inceso è sempre stato usato nelle funzioni religiose, perché simboleggia la preghiera che sale a Dio, ma anche perché durante i riti e i sacrifici gli odori erano acri e venivano coperti con il profumo dell'inceso. Ha fatto anche l'esempio del “Buta fuego”, il grande incensiere appeso nel Santuario di San Tiago de Compostela, che serviva a cospargere le centinaia di fedeli, arrivate dopo il lungo pellegrinaggio e ovviamente non privi di olezzi vari... ;)
Adesso il turibolo e l'incenso hanno solo un significato simbolico e Mauro ci ha spiegato che sono codificati anche molti movimenti con cui il turibolo viene gestito (apertura, chiusura, giro) e, con molta maestria, ce li ha mostrati.
Ha spiegato poi che il rito liturgico ha subito notevoli cambiamenti con il Concilio Vaticano II, il rito dunque è in evoluzione cercando nei suoi segni e nei suoi simboli di poter comunicare a tutte le età e a tutte le persone differenti. Infatti ha spiegato i vari “accessori” della Messa con le loro funzioni, che spesso derivavano dai retaggi della vita contadina. Purificatoio, palla, pisside, patena, calice, manutergi, corporale sono tutti accessori che si trovano sull'altare al momento della transustanziazione (quando pane e vino diventano corpo e sangue), alcuni dei quali sono oggetti pratici che servivano a una reale esigenza. Il manutergi asciuga le mani al sacerdote prima che inizi il rito eucaristico, ma se una volta era perché poteva avere le mani sporche, ora ha più una valenza devozionale. La “palla”, ad esempio, è un centrino rigido che si posava sopra il calice per evitare che nel sangue di Cristo entrassero insetti, ora è rimasto, ma ovviamente ha perduto il suo utilizzo. Il corporale invece raccoglie le briciole e le gocce che accidentalmente possono cadere sull'altare, nel suo caso è corretto che il sangue e il corpo di Cristo vada preservato e non cada per terra.
Mentre Mauro spiegava ai giovani, rispondeva all'interno del suo discorso le domande poste l'incontro precedente:

 1. Perché ci sono delle “formule segrete” che il prete dice e non si sentono? Che cosa dice e perché non le dice ad alta voce? 

Mauro ha spiegato che anche il sacerdote vive la relazione tra lui e Dio, come possiamo fare noi all'interno della liturgia. Se il sacerdote ritiene poi che abbia senso per la comunità far sentire quelle formule le pronuncia a voce alta, inoltre queste formule “segrete” richiamano anche esse un retaggio pre conciliare, nel quale la stragrande maggioranza delle parole pronunciate, ad alta o a bassa voce, non avevano significato per l'assemblea, quindi era anche inutile farle sentire. Commento di Mauro a lato, spesso sono anche belle preghiere che potremmo dire anche noi! ;)

 2. Che cosa vogliono dire i colori della Liturgia, perché quei colori e non altri? In che periodi sono?

Anche i colori dei momenti liturgici sono collegati alla vita contadina: il verde è il colore normale dell'erba e della campagna quindi il tempo ordinario è verde; il viola è una sorta di edulcorazione del nero, il colore del lutto e del dolore per eccellenza, quindi il tempo dell'attesa e della conversione della Quaresima; il rosa è il viola “sbiadito”, quindi indica quella “pausa” in avvento e in quaresima che anticipa la festa del Natale e della Pasqua; il rosso è il sangue quindi si celebra il sacrificio di Cristo o dei martiri; il bianco indica la luce, quindi Dio che illumina con la sua presenza nelle feste solenni.

 3. Perché e quando ci si mette in ginocchio, in piedi, seduti? In concomitanza di cosa?

Mauro spiega che stare in piedi indica stare “alla presenza di Dio”. L'ascolto del Vangelo, che è il racconto della vita diretta di Gesù, le tre preghiere anticipate dal “Preghiamo...” all'inizio della Messa, dal “Pregate...” all'inizio del Rito Eucaristico e dal “Preghiamo...” dopo la Comunione, le preghiere dei fedeli, il Credo sono tutti momenti in cui l'Assemblea in piedi si pone alla Presenza di Dio, per relazionarsi a tu per tu con questo Dio che si è fatto vicino. Lo stare seduto è la posizione dell'ascolto e dell'essere discepolo e infatti avviene durante le letture, la predica, la presentazione dei doni.
Il porsi in ginocchio è retaggio medievale e vuole indicare la sudditanza con l'imperatore, che teneva tra le sue mani, le mani congiunte del suo suddito. Durante la consacrazione e dopo la comunione il mettersi in ginocchio significa riconoscere la grandezza e l'autorità di Dio su di noi. 

 4. Quando bisogna alzarsi nel momento in cui ci si alza “a canone” e cioè dopo la preghiera “sulle offerte” o prima?

Mauro riprende la risposta precedente e chiarisce che ci si alza alle parole del sacerdote “Pregate...” che sono pronunciate subito dopo il canto dell'offertorio, anzi ci invita a farlo nonostante tutta l'assemblea tenda ad alzarsi a “...in alto i nostri cuori...” 
I ragazzi dicono di alzarsi sempre adesso in quel punto della Messa, poiché ne hanno riconosciuto il valore.

 5. In quale momento è opportuno fare il segno di croce sulla fronte, sulla bocca e sul cuore prima del Vangelo?

Mauro spiega che questo è indifferente, l'importante è farlo perché è un bel gesto che indica che la Parole di Dio deve entrare nella mente, sulle labbra e nel cuore; ma che si faccia prima, dopo o durante la lettura del “Dal Vangelo di...” o prima, dopo o durante la frase “Gloria a Te, o Signore” è indifferente.

 6. Quando, come e per quali esigenze cambia il rito della Messa?

Questo è a discrezione del sacerdote, che può scegliere a piacere personale, oppure, sarebbe meglio, perché trova che la comunità necessiti di una soluzione piuttosto che di un'altra, perché sta vivendo un momento particolare.

 7. Perché alcune Messe, soprattutto solenni sembrano fatte per le persone dai 60 anni in su?

Questo è dovuto appunto al rettaggio, all'eredità che la Messa porta con sé, poiché la Santa Messa è frutto della relazione di Dio con gli uomini si modifica nell'arco degli anni, si cambia, assume nuovi segni e ne perde altri. Se una Messa ci sembra particolarmente “vecchia” è dato dal fatto che parte dell'assemblea che la segue sente ancora quei gesti e quei segni. Dal Concilio Vaticano II a oggi si sono fatti molti passi, a volte anche troppi e si è tornati indietro perché ci si rendeva conto che si eccedeva esasperando un po' il tutto. Ogni età dell'uomo trova in qualche segno un modo per esprimersi a Dio all'interno della Messa e anche ogni sensibilità, alcuni segni ci aiutano di più a entrare in relazione con Dio, altri aiuteranno di più qualcun altro. Magari il segno della pace in alcuni momenti è giusto che si enfatizzi di più, perché c'è particolare bisogno di quel gesto, piuttosto che dello spezzare il pane? Bene, ogni percorso troverà i suoi segni, così come ogni cultura e ogni età.

 8. Perché le due frasi dell'Agnello di Dio si ripetono? Quale significato assume questa ripetizione?

Anche questa formula deriva dal fatto che la pagnotta, tempo addietro, era enorme e andava spezzettata in tante parti prima di distribuirla, quindi le parole “Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi” si ripetevano ad libitum, finché la pagnotta era tutta spezzettata. Oggi è rimasta questa semplice ripetizione che rievoca quella infinita dei tempi passati.

 9. Qual è il centro della Messa, il momento topico?

Poiché nella Liturgia si spezza la Parola di Dio, che è Gesù Cristo, il momento centrale sono le letture e la comunione. E la parte della lettura dei testi sacri non è meno valevole della comunione perché ha l'identica valenza, Mauro accenna anche al fatto che i divorziati non possono accedere alla comunione, in realtà possono accedere alla Parola spezzata delle letture, che hanno l'identico significato.
Mauro parla anche dell'offertorio, spiegando che non avrebbe poi tanto senso portare tutta quella moltitudine di segni che si portano sull'altare (il pallone simbolo del gioco, il libro simbolo dello studio...) che spesso fanno le catechiste perché è un segno sterile, poiché arriva all'altare ma non ne acquisisce il significato. Ciò che viene portato all'altare in realtà dovrebbe essere santificato e distribuito all'assemblea, per questo ha senso che si portino il pane e il vino che verranno poi distribuito all'assemblea santificati dalla presenza di Dio, ma anche le offerte per i poveri o, come avviene per l'AC, le tessere associative... ;)

Ci sono stati numerosi altri appunti e spiegazioni, che purtroppo non ricordo e che purtroppo non abbiamo immortalato in una registrazione, come è invece avvenuto altre volte =(. I giovani erano parecchio soddisfatti e stupiti di quante nozioni e di quale qualità di significati ha la Liturgia. In particolare sono rimasti colpiti dal pensiero di un retaggio così ricco di segni antichi e “moderni” che si mescolano e da un'unione sorprendente per una relazione che deve abbracciare da anziani a bambini. La questione generazionale è una delle cose che sembra aver molto colpito e che abbiamo affrontato anche con il gruppo delle adultissime in un incontro in cui abbiamo dato testimonianza del cammino fatto sulla liturgia. È piaciuta l'idea di una Messa che segue un cammino graduale, che si renda accessibile a tutti. La consapevolezza del fatto che all'interno della Liturgia si sviluppi la relazione personale con Dio non è ancora permeata, ma la comprensione e la consapevolezza dei momenti e delle azioni (mettersi alla presenza, lo spezzare il pane, l'offertorio) sta rendendo la Messa un po' più interessante del solito. ;)
Quindi ringraziamo ancora e sempre Mauro di questo bellissimo momento per il quale si è reso disponibile, anche con simpatia e spigliatezza retorica.

Come preghiera conclusiva abbiamo recitato il Compieta, una preghiera che fa parte della Liturgia delle Ore e che va recitata prima di coricarsi. È una preghiera piuttosto breve, composta da un inno, l'esame di coscienza, una brevissima antifona, uno o al massimo due salmi brevi, una lettura breve, il Cantico di Simeone (cortissimo), la benedizione e una preghiera a Maria. La Liturgia delle Ore è una preghiera antichissima, si basa sui salmi (che sono le parole che Dio stesso ci ha suggerito per pregarLo), scandisce la giornata ed è universale, tutta la Chiesa prega secondo quelle parole, è un modo per entrare in unione con il resto della Chiesa.
La trovate a questo link (cambia a seconda del giorno), potete anche scaricare la app per il cellulare.



Nessun commento:

Posta un commento